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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 20-12-2006, 23.07.06   #1
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
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Stato sociale <-> liberalizzazioni

Riflettevo sul problema che ha investito il traffico milanese ieri per un trasporto rovesciatosi che ha fatto chiudere una tangenziale per quasi tutta la giornata. Le macchine dirottate in Milano hanno mandato in tilt il traffico della città già congestionato per le feste. E pensare che il traffico dentro e fuori le tangenziali è già vicino alla paralisi normalmente. Ma in fondo di chi è figlia questa situazione?

E’ figlia di una cultura che dice di non dipendere da nessuno e di usare sempre e sempre di più i propri mezzi, di cavarsela da soli, di non pensare agli altri. Il trasporto pubblico significa dipendere dal tranviere, da orari, da coabitanti del mezzo pubblico, da percorsi fissi. A Milano, in Lombardia in Italia in genere non è mai stato molto potenziato. Si confronti la ricchezza delle 20 e più linee metropolitane parigine o londinesi, l’imponenza della rete oltre che delle carrozze e delle stazioni. Si confronti la potenza dei servizi erogati per capire la differenza.

Ciascun per se dunque, ciascuno se al cavi come può, perché la spesa sociale, anche quando è fatta per potenziare le infrastrutture di cui tutti potrebbero beneficiare è vista male. Meglio l’individualismo, il liberismo in armonia con la logica di destra della regione Lombardia che da diverse legislature ormai ci governa.

Chissà a chi toccherebbe capire i problemi e proporre le soluzioni? Io che vedo al città, o almeno una parte di essa, so che basterebbe allungare qualche metropolitana con linee di superficie, per togliere molto traffico. Basterebbe invitare la gente a servirsi dei mezzi pubblici dando un buon servizio. Basterebbe spostare all’esterno la barriera dell’autostrada Milano Genova per togliere infinite code, che entrano ed escono dalla tangenziale. Code che conosco bene perché mi toccano, le vivo e le subisco.

Quanto costerà spostare una barriera di qualche km in paragone alle spese sociali?

Questa è la logica del liberismo, dell’uccisione dello stato sociale in favore dei privati. Ma il privato vuole guadagnare tanto spendendo sempre meno. L’impresa ha come missione fare business, non certo erogare servizi buoni. L’impresa cercherà per sua missione di dare sempre meno guadagnando sempre più. E poi che libera concorrenza ci potrà mai essere sulle autostrade, sui treni? che liberalizzazione ci può essere su una telefonia dove un solo gestore possiede le apparecchiature della rete, (cavi centraline etc?)

Una logica perversa dettata da enunciati come questa sul laissez-faire:

che la ricchezza può venire più rapidamente accumulata e meglio distribuita, ossia che il benessere umano può essere promosso più efficacemente, grazie al semplice sistema di lasciare la gente a sé stessa; cioè lasciando che gli individui seguano i suggerimenti dell'interesse egoistico, senza limitazioni da parte dello Stato o della pubblica opinione, purché si astengano dalla violenza e dalla frode. Questa è la dottrina nota comunemente come laissez-faire. (definizione del laissez-faire di John Eliot Cairnes 1823-75).

Una logica da cui tanti si sono lasciati sedurre illudendosi che loro e proprio loro, sarebbero diventati i più ricchi. No! non sono i più ricchi..... sono solo in coda sulla tangenziale a respirare gas metifici.

Uno stato amministrato bene, per contro, potrebbe dare buoni servizi mantenendo i costi limitati, perché la missione dello stato non è fare business bensì erogare servizi. Nelle nazioni del Profondo Nord Europeo conoscono molto bene queste logiche. Là la spesa sociale è altissima ma per contro il cittadino è pienamente tutelato da uno stato che lo garantisce senza vessarlo con la burocrazia.

VanLag is offline  
Vecchio 21-12-2006, 07.30.35   #2
Carlo Forin
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Data registrazione: 12-09-2005
Messaggi: 219
Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

Condivido i valori sociali a cui inviti.
Ma, di più!:
Scrivi:
L’impresa ha come missione fare business, non certo erogare servizi buoni.

L'impresa deve fare business a livelli di qualità superiore. Il tempo di sopravvivenza di un'impresa dedita ad una produzione di bassa qualità è limitato perchè il mercato abbonda rapidamente di produttori di robine che devono esser fatte sempre a costi più bassi fino all'espulsione dal mercato.
Le imprese devono muoversi in un quadro di qualità superiore, cioè la competizione è vincente per le società che riescono a produrre di più in una situazione di benessere generalizzato.
Il nostro Paese è ancora sulla via del sottosviluppo. La manovra finanziaria correttiva della degenerazione dell'ordine nei conti pubblici sarà conclusa positivamente questa settimana. Perciò, non affonderemo subito. E' stata fatta una cosa buona. Ma, non basta!
Occorre scegliere di ridurre i costi della politica ad una società che viene schiacciata da questi. Nell'estate 2005 Prodi ha dichiarato che vivono di politica (e di consulenze ala politica) 500.000 persone in Italia!
Io aggiungo che l'ente inutile provincia costa 100.000 vecchi migliardi l'anno alla società.
Le modifiche che tu chiedi diventeranno possibili e naturali in un quadro disboscato da questi pesi!
Carlo Forin is offline  
Vecchio 21-12-2006, 15.37.51   #3
odos
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Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

Il discorso è naturalmente ampissimo. Sembra che ormai si sia riuniciato a fare chiarezza sulla cosa. Il motivo è senz'altro l'impossibilità di pronunciarsi in modo definitivo sulla positività o meno di uno dei due sistemi (tra Keyenes e Von Hayek), portatori entrambi di vantaggi o svantaggi osservabili di volta in volta.

Faccio solo un'osservazione sulla mia esperienza personale. Non ho mai vissuto così bene come in Germania, paese la cui spesa sociale pur tutt'oggi con la Merkel, farebbe rabbrividire i nostri economisiti (spesso si citano i conti della Germania omettendo in malafede l'ingente spesa pubblica).
In Germania si liberalizza, ma non ci si dimentica mai dello scopo della liberalizzazione, la convenienza del cittadino. L'eredità della tradizione socialdemocratica è impressa anche nel più fervente liberista.

Ora mi trovo nella selvaggia Inghilterra, patria del pensiero liberale, dove si raccimolano i più sperduti centesimi tra le microscopiche righe non lette di un contratto, dove la competizione generalizzata sotto forma di guerra tra individui crea diffidenza nei confronti del mondo, alienazione individuale, frustrazione e conseguenze ad essa connesse; il tutto inasprito dal circolo vizioso del controllo sempre più capillare e di fuga dallo stesso.

Un liberismo diffuso e incontrollato fa l'interesse solo della fantomatica libertà dell'imprenditore.
La libertà d'impresa è infatti la libertà "liberale" tout court.
Non è un caso se accaniti sostenitori del Liberalismo propongano l'introduzione di dazi per difendersi dalla più alta competitività cinese. Dove sono finiti la concorrenza e il merito?

Per cui Vanlag, credo che le tue siano sante verità, che si possono aggirare solo tramite l'invenzione di astratte teorie su un bene generale non visibile e cose di questo genere.
odos is offline  
Vecchio 28-12-2006, 01.16.11   #4
Mary
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Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

VanLag

condivido pienamente il tuo pensiero.

Quando privatizzano quel che dovrebbe essere un appartenere alla collettività mi si stringe il cuore.

Esempio: hanno privatizzato le poste. Ora la posta è un terno al lotto quando e se arriva. Sfruttano sino all'inverosimile postini precari che se ne infischiano se la mia lettera (bene di cui solo io conosco il valore) arriva nella buca della posta di casa mia.

Il privato deve guadagnare a tutti i costi. Ma i trasporti, le poste, la sanità, la scuola non sono fatti per i guadagni ma per il bene della collettività.

Quando riuscirà la gente a comprendere che il bene della collettività equivale al proprio benessere personale, e la collettività che il benessere del singolo equivale al benessere della collettività?

Resto dell'idea che se il singolo riuscisse a ragionare con la propria testa, il mondo sarebbe diverso.

Mary
Mary is offline  
Vecchio 28-12-2006, 20.54.32   #5
S.B.
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Messaggi: 486
Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

Diciamo che per molti versi le privatizzazioni, le liberalizzazioni hanno dei vantaggi, basti vedere le compagnie aeree: la differenza tra Alitalia e un privato sono piuttosto visibili, oppure come le ferrovie dello stato siano pesantemente in rosso e come il ritardo medio dei treni sia elevatissimo rispetto agli altri paesi.

Le privatizzazioni sono una cosa ottima quando vanno veramente a vantaggio di tutta la società, poi c'è il lato oscuro, quando si tenta di privatizzare la scuola, facendo scendere il livello qualitativo per i mancati controlli (le scuole private sono un vero scandalo, a parte rare eccezioni), o di privatizzare la sanità, come in America, dove magari migliora davvero la qualità, ma spesso si pregiudica l'accessibilità verso il servizio forse più fondamentale.

Per me è stupido volersi ancorare su una posizione: "io sono liberale, io sono statalista", "lo stato deve restare fuori!, vogliamo il welfare state!", occorre valutare caso per caso, tenendo sempre in considerazione cosa sia realmente meglio per i cittadini.
S.B. is offline  
Vecchio 29-12-2006, 06.24.34   #6
Carlo Forin
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Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

Bella la tua riflessione!
Abbiamo finito di assistere ad imitazioni esagerate degli Usa e siamo confusi.
Gli Usa hanno cliniche di eccellenza assieme all'assistenza sanitaria in eclissi totale; hanno università con i migliori cervelli e scuole di basso livello dove non si arriva neanche a tutelare la sicurezza di parcheggio dei minori. E potrei continuare a lungo.
Non dobbiamo smantellare lo Stato sociale nel nome di un modello che non abbiamo, ma bisogna operare un dimagramento delle strutture pubbliche che esistono senza dare dei servizi efficienti.
E' stato criminale aver operato all'insegna 'non paghiamo le tasse, evadiamole perchè i soldi dati così si perdono'. Si comincia a temere e giustamente uno Stato guidato non da evasori e criminali e si comincia a sperare che il bene di tutti sia perseguito da tutti, a cominciare da chi governa.
Carlo Forin is offline  
Vecchio 26-02-2007, 10.01.49   #7
MAGDA
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Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

Van Lag condivido pienamente il tuo pensiero!
Io penso che le liberalizzazioni siano importanti, per snellire e rendere più
efficienti alcuni settori di interesse pubblico, al fine di svincolarli dalle stantìe
procedure burocratiche, che hanno spesso rallentato i servizi statali.
Il concetto di " impresa " può fornire quella boccata di ossigeno necessaria
a movimentare un settore. Però... credo che non vada lasciata sola.
Mi spiego. Per quanto riguarda i servizi inerenti allo stato sociale, quindi di interesse pubblico, ti chiedo...non sarebbe meglio che ci fosse una partecipazione statale, per evitare la logica del massimo profitto e del minimo
costo, tipica delle aziende, che rischierebbe di creare servizi inefficienti e costi altissimi, il tutto giustificato dal liberismo, a vantaggio di altre imprese e a discapito del cittadino, che paga..... e nonostante tutto, continua
a fare estenuanti code, imbottigliato nel traffico cittadino, a respirare smog....
facendogli credere che respira libertà ?
MAGDA is offline  
Vecchio 26-02-2007, 12.26.56   #8
catoblepa
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Riferimento: Stato sociale <-> liberalizzazioni

L'ansia di privatizzare parte sempre dalla considerazione che la gestione pubblica è di per sé sinonimo di spreco, clientelismo e lentezza di decisione e operatività. Il privato porta con sé imprenditorialità, controllo degli sprechi, produttività, e rapidità di decisione; questo è quello che costantemente ci dicono gli economisti, e i "liberal".
Riassumendo: w il mercato, abbasso lo Stato.
Alcune accuse al pubblico sono vere, soprattutto in materia di lentezza decisionale, e sprechi. Basta per infangare tutto ciò che è "res publica"?
No.
A mio avviso il ruolo del pubblico non deve snaturarsi per atteggiarsi alla pari di un qualunque operatore economico sul mercato, soprattutto per l'oggetto della gestione pubblica. Parliamo di servizi primari: sanità, territorio, istruzione, acqua, informazione, ecc., ossia i cardini della convivenza civile.
Da quando la vecchia mutua è stata aziendalizzata con le ASL, i ruoli dirigenziali sono stati affidati a managers con impostazione, appunto, aziendale; il che significa che se alla ASL conviene economicamente tagliare un servizio ai cittadini, lo fa. Se l'acqua viene data in mano a società a capitale privato, in luogo delle municipalizzate comunali, provinciali ecc. il gestore privato si preoccuperà di fornire l'acqua solo a chi sa che potrà pagarla, e soprattutto a chi ne richiede di più (vedi le industrie, o le aziende agricole), dimenticando magari il vecchietto che vive da solo con la pensione minima. Privatizzare la RAI, che già si comporta adesso come una Tv commerciale, vorrà dire che passeranno solo i programmi (e le notizie!!) gradite agli sponsors e agli investitori.
Non dimentichiamo poi per quanti anni la Fiat, che si riempiva la bocca con gli slogan del libero mercato, ha poi bussato alla porta dei governi e dei ministeri quando se l'è vista brutta....e questo vale anche per molti imprenditori, che finché il mercato tira, sputano sullo Stato, ma poi se le cose vanno storte, invocano sistematicamente aiuti dallo Stato, alla faccia delle regole della "libera concorrenza"!!
catoblepa is offline  
Vecchio 26-02-2007, 12.54.17   #9
aurora
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Originalmente inviato da VanLag
Uno stato amministrato bene, per contro, potrebbe dare buoni servizi mantenendo i costi limitati, perché la missione dello stato non è fare business bensì erogare servizi. Nelle nazioni del Profondo Nord Europeo conoscono molto bene queste logiche. Là la spesa sociale è altissima ma per contro il cittadino è pienamente tutelato da uno stato che lo garantisce senza vessarlo con la burocrazia.


giustissimo, ma alla base ci sono sempre i valori morali di chi ha poteri decisionali, dal piu' piccolo territorio alla nazione
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Vecchio 26-02-2007, 19.48.05   #10
VanLag
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Originalmente inviato da MAGDA
Mi spiego. Per quanto riguarda i servizi inerenti allo stato sociale, quindi di interesse pubblico, ti chiedo...non sarebbe meglio che ci fosse una partecipazione statale, per evitare la logica del massimo profitto e del minimo costo, tipica delle aziende, che rischierebbe di creare servizi inefficienti e costi altissimi, il tutto giustificato dal liberismo, a vantaggio di altre imprese e a discapito del cittadino, che paga..... e nonostante tutto, continua a fare estenuanti code, imbottigliato nel traffico cittadino, a respirare smog.... facendogli credere che respira libertà ?
Ma infatti i servizi, in genere, andrebbero gestiti dallo stato che dovrebbe superare l’entropia burocratica che ne drena la capacità di erogare servizi. Lo stato non dovendo fare business e snellendo l’apparato burocratico, potrebbe mantenere costi bassi ed erogare buoni servizi.
Il privato invece avrebbe campo libero su tutta la fascia della produzione e della vendita dei beni, fatto salvo per quelli di vitale importanza, come, ad esempio, cibo e acqua, che guai se passano ai privati.
Cioè starebbe ai privati tutto il mercato dell’effimero dai telefonini ai computer, dalle auto alle scarpe ultimo grido, ai jeans Armani ed ai maglioni Missoni e tutto ciò che non è vitale.
Purtroppo viviamo in un paese dove l’amministrazione della cosa pubblica è confusa col governo delle coscienze individuali e questo vezzo tutto italiano, non fa altro che drenare la funzionalità del governo che si disperde in beghe ideologiche, invece di pensare a fare funzionare bene gli apparati dello stato.

Citazione:
Originalmente inviato da catoblepa
A mio avviso il ruolo del pubblico non deve snaturarsi per atteggiarsi alla pari di un qualunque operatore economico sul mercato, soprattutto per l'oggetto della gestione pubblica. Parliamo di servizi primari: sanità, territorio, istruzione, acqua, informazione, ecc., ossia i cardini della convivenza civile.
Da quando la vecchia mutua è stata aziendalizzata con le ASL, i ruoli dirigenziali sono stati affidati a managers con impostazione, appunto, aziendale; il che significa che se alla ASL conviene economicamente tagliare un servizio ai cittadini, lo fa. Se l'acqua viene data in mano a società a capitale privato, in luogo delle municipalizzate comunali, provinciali ecc. il gestore privato si preoccuperà di fornire l'acqua solo a chi sa che potrà pagarla, e soprattutto a chi ne richiede di più (vedi le industrie, o le aziende agricole), dimenticando magari il vecchietto che vive da solo con la pensione minima. Privatizzare la RAI, che già si comporta adesso come una Tv commerciale, vorrà dire che passeranno solo i programmi (e le notizie!!) gradite agli sponsors e agli investitori.
Non dimentichiamo poi per quanti anni la Fiat, che si riempiva la bocca con gli slogan del libero mercato, ha poi bussato alla porta dei governi e dei ministeri quando se l'è vista brutta....e questo vale anche per molti imprenditori, che finché il mercato tira, sputano sullo Stato, ma poi se le cose vanno storte, invocano sistematicamente aiuti dallo Stato, alla faccia delle regole della "libera concorrenza"!!
Esatto!!!!

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Originalmente inviato da aurora
giustissimo, ma alla base ci sono sempre i valori morali di chi ha poteri decisionali, dal piu' piccolo territorio alla nazione
Se per valori intendi l’onestà e la trasparenza di amministrare i beni collettivi, tenendosi fuori da logiche di corruzione e di sfruttamento allora sono d’accordo con te. Se per moralità intendi fatti di costume come i pacs o dico che dir si voglia allora siamo lontani mille miglia.
Scusami se preciso, ma purtroppo in questo paese si glissa su tangentopoli ma si sbraita se si legalizza il matrimonio omosessuale e questo per me significa avere perso il lume della ragione, perché, due uomini che si amano e che dormono nello stesso letto non mi fanno del male, mentre un “tangentaro” che arricchisce rubando i soldi delle mie tasse me ne fa ed anche molto.

VanLag is offline  

 



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