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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 06-03-2008, 15.17.34   #1
espert37
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La pubblicità

Quanto incide la pubblicità sul costo del prodotto? Questa mattina ho accompagnato mia moglie in un supermercato a fare la spesa,e la mia mente è stata attratta dai molteplici cartelli,cartelloni,opuscoli e volantini pubblicitari che,anche involontariamente mi si paravano davanti agli occhi, contemporaneamente mi son passati per la mente quei circa due chili e mezzo di opuscoli e di foglietti pubblicitari che ogni sabato,ancora tutti avvolti nelle loro buste di cellofan,devo caricare in macchina e gettare nel cassonetto della carta da riciclare. Per un attimo mi è balenata un'idea,forse utopistica,ma che desidero comunque proporre: Cosa ne pensereste di una proposta di legge che imponesse una pubblicità esclusivamente basata sulla qualità del prodotto? Vende di più chi produce il miglior prodotto. Si eliminerebbero tanti costi,oltre a ridurre una enormità di rifiuti. Il maggior costo di tanti prodotti specialmente alimentari è dato dalla pubblicità.
Cosa ne pensate? espert37
Ps. Mi raccomando,per trovare una soluzione non andate a chiedere informazioni al signor Berlusconi.
espert37 is offline  
Vecchio 06-03-2008, 16.54.16   #2
Monica 3
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Riferimento: La pubblicità

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Originalmente inviato da espert37
Quanto incide la pubblicità sul costo del prodotto? Questa mattina ho accompagnato mia moglie in un supermercato a fare la spesa,e la mia mente è stata attratta dai molteplici cartelli,cartelloni,opuscoli e volantini pubblicitari che,anche involontariamente mi si paravano davanti agli occhi, contemporaneamente mi son passati per la mente quei circa due chili e mezzo di opuscoli e di foglietti pubblicitari che ogni sabato,ancora tutti avvolti nelle loro buste di cellofan,devo caricare in macchina e gettare nel cassonetto della carta da riciclare. Per un attimo mi è balenata un'idea,forse utopistica,ma che desidero comunque proporre: Cosa ne pensereste di una proposta di legge che imponesse una pubblicità esclusivamente basata sulla qualità del prodotto? Vende di più chi produce il miglior prodotto. Si eliminerebbero tanti costi,oltre a ridurre una enormità di rifiuti. Il maggior costo di tanti prodotti specialmente alimentari è dato dalla pubblicità.
Cosa ne pensate? espert37
Ps. Mi raccomando,per trovare una soluzione non andate a chiedere informazioni al signor Berlusconi.

Io credo che la qualità dovrebbe vendersi da sola con un semplice processo di "bouche à oreil" (da bocca a orecchio) come dicono i francesi, cioè di raccomandazione del prodotto da parti di chi l'ha provato.
Proporrei che il permesso di mettere in giro carta o informazione inquinante venga condizionato da tasse elevatissime per lo smaltimento dei rifiuti o per i danni morali, questo non può non avere un impatto sull'ulteriore costo del prodotto e, con i tempi che corrono, chi ha i soldi per comperare merce scadente a prezzi inaccessibili?

Monica 3 is offline  
Vecchio 07-03-2008, 20.25.09   #3
Mary
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Riferimento: La pubblicità

compro senza tener presente alcuna pubblicità, anzi se è troppo pubblicizzato evito di comprarlo.

E poi credo che la vera diffuzione di un prodotto sia sempre il passaparola.

Così il successo incredibile di certi libri.

Prima di mettere qualcosa nel carrello rifletto sull'impatto ambientale che può avere. E penso: se io non lo compro, tizio non lo compra, caio non lo compra alla fine non si venderà più

Spero tanto che mettano in tutti gli ipermercati quei grandi contenitori che distribuiscono sfusi latte, vino, detersivo (tanto sono tutti uguali) legumi ecc.
Ovviamente il vino decente non al metanolo, il latte sano e genuino

Mi sforzo di andare oltre il prodotto che come automi eravamo abituati a mettere nel carrello. Meno male che l'euro mi ha costretta a rinsavire in breve tempo.

A cominciare dal detersivo, ho imparato a fare il sapone in casa e ci faccio tutto dal lavare la biancheria ai pavimenti alla cucina ai mobili.... e quando vedo sugli scaffali montagne di contenitori di plastica tremo al pensiero di dove andranno a finire.

Il consumatore, il cittadino finisce per pagare TUTTO ma proprio tutto, non solo la carta, i costi di quelle frasi sceme delle pubblicità, di tutti quegli spot, del trasporto e via dicendo.

Se si comprano i meno pubblicizzati con le scemenze ma con la verità sul prodotto forse le imprese cominceranno a cambiare strategie.
Mary is offline  
Vecchio 10-03-2008, 15.53.39   #4
Monica 3
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Riferimento: La pubblicità

Citazione:
Originalmente inviato da Mary

A cominciare dal detersivo, ho imparato a fare il sapone in casa e ci faccio tutto dal lavare la biancheria ai pavimenti alla cucina ai mobili.... e quando vedo sugli scaffali montagne di contenitori di plastica tremo al pensiero di

Quanto a questo, tranne per le parti che lo richiedono, mi lavo con un solo guanto di crine ed il viso con un guanto di spugna: pare che porti via le cellule morte senza intaccare il pH della pelle. Questo permette alla pelle di rigenerarsi senza bisogno di idratanti dopo il lavaggio. Secondo i dermatologi è il modo migliore di trattare la pelle. Evito quindi di acquistare:

1. contenitori di plastica di bagnoschiuma
2. contenitori di plastica di idratanti
3. cure dermatologiche dovute al fatto di aver privato la mia pelle delle sue difese naturali

Monica 3 is offline  
Vecchio 10-03-2008, 21.29.47   #5
ulysse
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Riferimento: La pubblicità

E' probabile che con la pubblicità si esageri ...pero' si dice anche che la pubblicità è l'anima del commercio.

La miglior cura contro la pubblicità eccessiva è acquistare prodotti buoni che costino poco..solo mi chiedo come si possa sapere quali sono i prodotti buoni se nessuno te lo dice.
dice...ma c'è il passaparola!...temo che purtroppo che non sia sufficiente ...specie per prodotti nuovi e nuovi lanci...o anche per creare lotti produttivi economici: senza pubblicità si resta al di sotto ed il costo unitario cresce..

Forse anche i nuovi lanci sono troppi: a volte cambia solo la confezione, ma accade anche che i nuovi lanci costituiscano un effettivo progresso..e senza la pubblicità che ce lo faccia conoscere, il nuovo prodotto per cui l'azienda ha anche speso in ricerca non verrebbe mai lacquistato e non ci sarebbe progresso.

Infatti una volta la pubblicità era molto piu' contenuta, ma i prodotti erano sempre quelli e la possibilità di scelta era praticamente nulla.

Ora la domanda è: i prodotti di 50 anni fa erano migliori di quelli di oggi oppure un certo progresso c'è?....e le specifiche di oggi sono positive e dettagliate meglio?...sappaimo oggi che cosa compriamo anche se le cose sono piu' complicate..e richiedono una piu' specifica cultura?

Qunto ai prodotti sfusi...è probabile che siano una soluzione... ma sarà possibile mantenere l'igene e la sicurezza?...per esempio la filera..la data di scadenza, il peso giusto ecc...
Non credo comunque che la cosa possa essere generalizzata...forse potrà farsi per prodotti dosabili attraverso ugelli come liquidi o semiliquidi...per quanto la carne è distribuita non preconfezionata...se ne potrà seguire l'esempio, ma dovrà aumentare il personale nei punti di distribuzione.

Oppure facciamo noi il self-service (se riusciremo a mantenerlo igenico e sicuro), ma occorrerà piu' tempo.

Le confezioni sono spesso veramente esagerate e si potrebbe istiture una qualche regolamentazione in proposito per diminuire i rifiuti da smaltire..c'è però il problema dei confezionatori ...che verranno licenziati...anche se il confezionamento è automatico...nel qual caso saranno licenziati i costruttori delle macchine capaci di fare confezioni complesse...non piu' necesarie.


spesso accade anche che il prodotto (pur in sè ottimo) non essendo pubblicizzato o con incarto misero a bassi costo venga scambiato per una sottomarca o un clone e lasciato sugli nscaffali...per cui i poveri strateghi del marcheting si trovano spesso in seri guai: infatti con o senza pubblicità l'azienda produttice di beni deve gudagnare e superare la concorrenza.

Voglio dire che per le aziende facenti parte della filiera di produzione e vendita, la publicità è soltanto un mezzo non uno scopo...
se tali aziende valutassero di poter imporsi sul mercato senza pubblicità ne sarebbero felici...
il guaio è che se un'azienda rinuncia alla pubblicità con l'intento di contenere i costi e quindi i prezzi poi s'accorge di andare in perdita perchè si troverà a produrre pochi pezzi il cui prezzo unitario sarà supriore che se producesse il doppio di pezzi...che però non sono richiesti per mancanza di pubblicità appunto.

cari signori, ho fato solo alcuni cenni...per far capire che fare lo stratega di marketing non è facile: è come volersi coprire con una coperta troppo corta. C'è chi ti suggerisce di tiraRla giu' e ti copri i piedi, ma restano scoperte le spalle!...oppure puoi tirarla su a coprire le spalle, ma restano scoperti i piedi.

La cosa migliore è sempre che ciascun compratore valuti bene cio' che vuole e agisca di conseguenza ottimizzando le proprie preferenze, necessità e disponibilità a confronto coi prodotti disponibili delle varie marche...sotto ogni aspetto.
Su tale base gli strateghi di marketing prenderanno le loro decisioni:

1)- Nessuno compra prodotti pubblicizzati? ...la pubblicità sparirà... e si troverà altro modo per realizzare le alte produzioni che permettono prezzi unitari contenuti..anche per i nuovi lanci.

2)- nessuno compra piu' prodotti confezionati?...i supermarket si daranno da fare per fornire prodoti sfusi.

..voglio dire che non c'è problema...il mercato non chiede altro che adeguarsi al consumatore...occorre però che il consumatere sia formato ed educato a scegliere e chiedere cio' che veramente è piu' conveniente per lui ed anche eticamente (incarti) tenendo conto dei vari parametri che concorrono a formare il prodotto...anche in rapporto alle garanzie di genuità e di sicurezza..e di filiera.

Il problema alla fine è solo quello di formare il consumatore..chi ci pensa?
Io, a scanso di equivoci publicitari e d'incarto, faccio la spesa al LIDL: non so cosa compreo anche perchè c'è scritto in tedesco ...ma spesso è buono.
Quando non è buono non lo compro piu'.
ciao.
ulysse is offline  
Vecchio 11-03-2008, 07.10.03   #6
acquario69
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Originalmente inviato da espert37
Quanto incide la pubblicità sul costo del prodotto? Questa mattina ho accompagnato mia moglie in un supermercato a fare la spesa,e la mia mente è stata attratta dai molteplici cartelli,cartelloni,opuscoli e volantini pubblicitari che,anche involontariamente mi si paravano davanti agli occhi, contemporaneamente mi son passati per la mente quei circa due chili e mezzo di opuscoli e di foglietti pubblicitari che ogni sabato,ancora tutti avvolti nelle loro buste di cellofan,devo caricare in macchina e gettare nel cassonetto della carta da riciclare. Per un attimo mi è balenata un'idea,forse utopistica,ma che desidero comunque proporre: Cosa ne pensereste di una proposta di legge che imponesse una pubblicità esclusivamente basata sulla qualità del prodotto? Vende di più chi produce il miglior prodotto. Si eliminerebbero tanti costi,oltre a ridurre una enormità di rifiuti. Il maggior costo di tanti prodotti specialmente alimentari è dato dalla pubblicità.
Cosa ne pensate? espert37
Ps. Mi raccomando,per trovare una soluzione non andate a chiedere informazioni al signor Berlusconi.

ciao..qui dove vivo io c'e una catena di supermercati dove vendono prodotti non pubblicizzati e la gente risparmia parecchio perche indipendentemente dalla qualita e' proprio il ricarico su questa a far lievitare i costi..

..qui se ti va di leggerlo ce' un "articoletto" sulla pubblicita'..
http://www.disinformazione.it/miseri...pubblicita.htm

acquario69 is offline  
Vecchio 12-03-2008, 12.26.00   #7
sentieroluminoso
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Originalmente inviato da espert37
Quanto incide la pubblicità sul costo del prodotto?

I costi sostenuti per la pubblicità (nell'ambiente si chiamerebbero sempre investimenti e mai costi) si scaricano interamente dal bilancio. Ovvero nel bilancio annuale, il loro costo (investimento) sarà calcolato interamente ai fini dell'individuazione del reddito annuo di un'azienda. In quest'ottica è induttivo che non incida sul prezzo del prodotto finale, per le piccole e medie aziende (come ad esempio le catene di supermercati) serve piuttosto a tenere bassi i redditi annui e pagare meno imposte (Ires, Irpef o Irap). Per quel che concerne le grandi aziende è sempre previsto un budget annuale da destinare alla comunicazione, sia essa di tipo istituzionale che di tipo promozionale, anche per i grandi gruppi, il costo (investimento) è interamente scaricabile e non è possibile stabilire con precisione se incidano sul prodotto finale, ricordo anni fa l'improvvisa presa di posizione del Gruppo Barilla sulle raccolte punti del loro brand Mulino Bianco, all'epoca si disse che incidevano sul costo del prodotto finale, era plausibile, ma non accertabile. Ricordiamoci anche che la pubblicità poi non è solo il cartaceo che si trova nella cassetta della posta, è anche inventiva, creatività, informazione commerciale ed iniziative altrimenti irrealizzabili. Qui a Roma ogni estate godiamo di concerti storici grazie al contributo di sponsor illustri (Telecom o Algida), io luglio scroso ho visto i mitici Genesis!
sentieroluminoso is offline  
Vecchio 02-04-2008, 22.11.05   #8
Pipoca
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Niente paura ragazzi , con il crollo della borsa della spesa , l'inflazione ed il petrolio che gorgheggia agonizzante ... finiremo tutti ad avere un orto pensile sul balcone , il sapone , se va di lusso , ricavato dalla carcassa della nonna e la pecora double face : latte e formaggio di giorno , tepore le sere d'inverno . E con il baratto la pubblicità ce la faremo da soli.

Un libro molto interessante : Marinella Correggia , La Rivoluzione dei Dettagli .

Estremizzazione o preveggenza ?
... se la scrittrice e giornalista dichiara che di mestiere fa : la raccoglitrice di bacche ?
Pipoca is offline  
Vecchio 03-04-2008, 00.53.02   #9
frollo
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Riferimento: La pubblicità

Quello che ha scritto Ulysse, ha molto senso.
Quando ero piccolo andavo in vacanza in un paesino in montagna sulle Alpi. Ogni mattina prendevo il bidoncino di metallo e andavo in "latteria" a riempirlo con un latte talmente buono che ancora oggi me lo ricordo. Mi raccontavano che era latte munto e bollito 5 volte. Molti anni dopo sono tornato in quel posto e ho cercato ancora quella latteria per "recuperare" quel sapore. Purtroppo mi dissero che già da diverso tempo, per "normative" di igiene, il latte sfuso che io ricordavo, non si poteva più vendere.
Più tardi scoprii che neanche le mozzarelle sfuse si potevano più vendere, madovevano essere confezionate.
Ci fu poi il dramma dei tramezzini, che dovevano essere rigorosamente imbustati nella pellicola domopac, lo zucchero al bar che non poteva essere sfuso, le lattine delle bibite con la protezione sui bordi e le linguette sterili.
Insomma, una serie di "normative" che mi hanno a un certo punto fatto pensare: "ma come avrò fatto a sopravvivere a tutti i microbi che mi sono mangiato fino ad oggi?"
Si parla oggi di nuovo di prodotti sfusi (e non dimentichiamoci delle medicine, che potrebbero essere vendute sfuse con gran risparmio per tutti), e la cosa non può che farmi piacere.
Per la pubblicità, ci sono dei prodotti pubblicizzatissimi e buonissimi, altri meno buoni, altri ancora di grande qualità e di nessuno pubblicizzazione.
Io in genere compro in maniera sistematica.
Secondo me:
Nei DISCOUNT si possono comprare (anzi si devono comprare):
yogurt, mousse di frutta, budini e dessert: in genere sono buonissimi e costano molto, ma molto meno degli equivalenti nei supermercati. Non è un caso che il "MULLER" (fate l'amore con il sapore) prima di diventare pubblicizzatissimo era venduto nei dscount.
zucchero, sale, farina e spezie:costano meno e, in fondo, lo zucchero è dolce alla stessa maniera e il sale è salato ugualmente
piatti e bicchieri di plastica, carta igienica e altri articoli non commestibili: qualità accettabile per articoli a "basso contenuto" di aspettativa e
prezzi decisamente migliori
succhi di frutta, pasticceria e biscottini sfiziosi: buoni buoni
Qualche formaggio e volendo i wurstel di pollo e/o suino

ASSOLUTAMENTE DA EVITARE:
affettati (generalmente poco stagionati), carni, vini (tranne quello per cucinare), Bibite (tutte con l'aspartame e/o con saporaccio) escluse forse alcune birre, merendine e biscotti da caffelatte (di bassissima qualità), surgelati in genere (ho il sospetto che la catena del freddo si rompa spesso), anche se qualche piatto pronto e qualche pizza surgelata non siano malvagi, Latte fresco (generalmente di provenienza estera e quasi mai fresco fresco), verdure (quando ci sono, sono appassite), la pasta (scuoce appena la butti!)

Nei supermercati invece compro spesso, tra le tante "porcherie", tutto il resto:
la carne, il latte, la pasta, il pane, gli affettati, le bibite.

In particolare ci sono dei prodotti che considero dei "must" insuperabili, che si facciano o non si facciano pubblicità e per i quali io non trovo alternativa, nel senso che non comprerò mai un loro surrogato.
Alcuni esempi:
la Coca cola non ha eguali tra le sue innumerevoli imitazioni. Che poi si possa bere anche aranciata o chinotto, va bene, ma il confronto tra coca cola e le varie Ben cola, la One di Carrefour, la Cola della Conad, ecc è imbarazzante.

Le fette biscottate GENTILINI e tutti i biscotti del celebre biscottificio romano (di cui non vedo grandi pubblicità) come i Novelli, gli Osvego, ecc: sono decisament 3 spanne sopra tutti gli altri.

Il LATTE CONDENSATO NESTLE': assolutamente imperdibile nella vita

la NUTELLA: imparagonabile con nessuna delle altre creme alla cioccolata in commercio

Il salame CACCIATORINO CITTERIO: semplicemente paradisiaco

il CAPRICE DE DIEUX: il più buono tra i Camambert

i KRUMIRI e i GRISBI: da sturbo

Ecco, questi sono alcuni dei prodotti che "o quelli o niente". Sono per lo più sfizi, ma in fondo solo perchè le cose normali sono più o meno tutte uguali: la carne è carne (certo, il SIRLOIN argentino è stupefaciente, ma costa anche una cifra), il pane è pane, la pasta è pasta (a me piace la BUITONI, ma quando sta nel piatto, anche se è Barilla, De Cecco o Federici, me la mangio lo stesso), le uova sono uova, il pesce, se è fresco, è buono dovunque, frutta e verdura le copro da "tutto a un euro".

La pubblicità, in fondo, non la considero molto, mi baso molto di più sul rapporto prezzo/qualità, ma soprattutto ignoro totalmente la pubblicità di prodotti che non dipendono da una "ricetta": per esempio il TONNO. Che sia RIO MARE pinna gialla (3 euro e mezzo per 2 scatolette da 160 gr) o il primo prezzo CARREFOUR (1 euro e 40 per la stessa quantità), sempre di tonno sa. Non c'è il valore aggiunto di una preparazione. Quindi... chissenefrega del RIO MARE!
frollo is offline  
Vecchio 05-04-2008, 11.57.29   #10
Mary
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Messaggi: 2,624
Riferimento: La pubblicità

frollo mi ha fatto tornare in mente la rabbia che provo quando vado al bar a prendere un caffé! zucchero in bustine

In quella bustina quasi insignificante è il simbolo dello spreco per eccellenza.
Nessuna pubblicità ma resta l'abominio

Spreco di carta a iosa. Spreco di zucchero a quintali.

A me bastava mezzo cucchiaino, avevo imparato a ridurre i due iniziali. Ma ora con quella orrida bustina ne getto via la metà. Sto imparando a prenderlo....amaro

Qui la pubblicità non c'entra niente, ma...... a qualche super imbecille, profumatamente sovvenzionato...... è venuta l'idea delle bustine e della proibizione del vecchio e caro contenitore che ti permetteva un dosaggio ottimale al momento.

La bustina va benissimo per un pic nic, per un viaggio o altro, non certo ad un bar con milioni di italiani che ogni giorno vi sostano per la famosa tazzina, cappuccino, espressino ecc.ecc.

Questo è solo un piccolo esempio, ma la stoltezza del profitto non guarda in faccia alla Terra-pattumiera che ci ospita e ci fa sopravvivere.

A volte sono tentanta, quando vedo dei cartelloni pubblicitari vuoti, di affittarli e scriverci su: PENSA CON LA TUA TESTA, USA IL TUO CERVELLO, NON SEI STUPIDO, FAI ESERCIZIO.

Ci mettono nel sacco così facilmente a causa della benda sugli occhi, i tappi nelle orecchie, le manette ai polsi, il bavaglio sulla bocca.
Mary is offline  

 



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