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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 17-04-2008, 16.19.29   #11
ornella
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso

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Originalmente inviato da chlobbygarl
non solo è possibile ma l'oggetto che tale possibilità configura è il seme del topic, l'incontro tra il diritto positivo, vale a dire il sistema di norme che un determinato contesto comunitario decide di darsi, e la libertà (quanta, quale) che il medesimo ritiene di dover lasciare ai diversi culti fideistici.


torniamo a bomba al (tuo) tema della libertà vera o presunta nella scelta:quanto una donna può scegliere in assoluta (relativamente) libertà di indossare il velo?


giustissimo, ma un tema ad esempio da sviluppare è che, sentenze della corte costituzionale alla mano, la neutralità assiologica del diritto non esiste, la nostra costituzione sarebbe, è, un sistema di valori non neutrali rispetto alla religione, questo ancora prima che per la mancanza nella costituzione di un riferimento esplicito, univoco e 'cassatorio' rispetto al concetto di laicità dello stato, per tutta la serie di valori implicitamente espressi dai suoi dettati.

il concetto che passa (giusto a mio avviso) è che uno stato occidentale per tendere alla laicità debba prescriversela specificamente nella costituzione e non possa desumerla indirettamente, poichè la sua storia sarà comunque più o meno equamente suddivisa tra istanze e mozioni laiche e invece religiose.
Attribuirsi la paternità di stato laico a partire dall'illuminismo piuttosto che far risalire il concepimento della modernità storica al rinascimento religioso appare sempre un percorso mai 'esatto' e foriero solo di contrasto e scontro ideologico.

il diritto non è neutro, la costituzione non può esserlo per diritto naturale, dunque la laicità va ribadita 'positivamente' senza ipocrisie nel dettato costituzionale.
La domanda è, chi usufruisce del velo? Tornando alla donna che decide di prostituirsi, ha la necessità di avere rapporti con clienti, c'è una relazione tra due soggetti, con il velo no. E' come chi si ubriaca al limite.
E dico ubriaca e non droga in quanto per esempio il vino ha dei valori nutrizionali e dei benefici se usato in modiche quantità.
E' libera una ragazza che guadagna 500 euro al mese,di spenderne magari 100 per un paio di pantaloni di Cavalli, invece che 10 euro al mercato?
Una donna che usa il velo anche se indotta da una cultura religiosa?
Così il velo è stoffa come quella di una minigonna, certo se questo fosse imposto dal compagno non sarei d'accordo. Ma qui entriamo in un altro ambito credo.
Proibire il velo sul territorio di uno Stato ovunque, equivale a discriminare.

Sai già che per me esiste la Verità assoluta, e risiede in noi il limite di non percepirla, ma ad essa bisogna ambire.
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Vecchio 18-04-2008, 15.08.06   #12
chlobbygarl
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Riferimento: Relativismo etico e multiculturalismo religioso

[quote=ornella]
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La domanda è, chi usufruisce del velo? Tornando alla donna che decide di prostituirsi, ha la necessità di avere rapporti con clienti, c'è una relazione tra due soggetti, con il velo no. E' come chi si ubriaca al limite.
E dico ubriaca e non droga in quanto per esempio il vino ha dei valori nutrizionali e dei benefici se usato in modiche quantità.
E' libera una ragazza che guadagna 500 euro al mese,di spenderne magari 100 per un paio di pantaloni di Cavalli, invece che 10 euro al mercato?
Una donna che usa il velo anche se indotta da una cultura religiosa?
Così il velo è stoffa come quella di una minigonna, certo se questo fosse imposto dal compagno non sarei d'accordo. Ma qui entriamo in un altro ambito credo.
Proibire il velo sul territorio di uno Stato ovunque, equivale a discriminare.
La ragazza che decide di acquistare i pantaloni di cavalli lo fa in un contesto sociale per il quale alla scelta non consegue nessuna coercizione, minaccia, ritorsione fisica e psicologica diretta:il suo raziocinio è libero di spaziare tra cavalli e la bancarella del mercato, come dimostra la tua considerazione.
Mentre se una islamica non indossa il velo, molto spesso va incontro a conseguenze gravi, dirette, fisiche e psicologiche.Chi se ne avvantaggia chiedi?L'uomo che glielo proibisce intanto, l'uomo che si fa 'verbo' e che esercita quella autorità al cui mantenimento tale precetto in-culturale appare finalizzato.
Poi se ne avvantaggia la propagazione a-critica di un culto arcaico e discriminatorio.Questa è certamente una lettura possibile, anche se come dicevo non è necessariamente l'unica.
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Sai già che per me esiste la Verità assoluta, e risiede in noi il limite di non percepirla, ma ad essa bisogna ambire.
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Vecchio 18-04-2008, 17.58.18   #13
ornella
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Originalmente inviato da ornella
La ragazza che decide di acquistare i pantaloni di cavalli lo fa in un contesto sociale per il quale alla scelta non consegue nessuna coercizione, minaccia, ritorsione fisica e psicologica diretta:il suo raziocinio è libero di spaziare tra cavalli e la bancarella del mercato, come dimostra la tua considerazione.
Mentre se una islamica non indossa il velo, molto spesso va incontro a conseguenze gravi, dirette, fisiche e psicologiche.Chi se ne avvantaggia chiedi?L'uomo che glielo proibisce intanto, l'uomo che si fa 'verbo' e che esercita quella autorità al cui mantenimento tale precetto in-culturale appare finalizzato.
Poi se ne avvantaggia la propagazione a-critica di un culto arcaico e discriminatorio.Questa è certamente una lettura possibile, anche se come dicevo non è necessariamente l'unica.
Se non c'è libera scelta è violenza, mi pare ovvio, ma moltissime donne lo vogliono il velo, e non considerano una limitazione indossarlo.
Se è violenza come ho lasciato intendere, rientra tra le violenze anche psicologiche come hai specificato, difficili entrambe da dimostrare prima a se stesse, difficile trovare il coraggio di denunciare, ma non è il velo il problema converrai con me. Ora molte donne che portano il velo lo faranno per paura, ma è anche vero che non tutte lo fanno per paura.
Mentre un occhio nero è segno evidente di violenza, il velo lascia presumere la libera scelta, perchè di per se non è violenza.
Se fosse come tu sostieni, la prostituzione potrebbe essere considerata violenza sessuale nemmeno io arrivo a tanto
Va punita la violenza, no il velo imposto con la violenza
Sul fatto che poi il velo indotto da una religione(Non dalle botte)sia più in-culturale dei pantaloni indotti da Cavalli, non ci giurerei.
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Vecchio 18-04-2008, 19.07.33   #14
chlobbygarl
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Se non c'è libera scelta è violenza, mi pare ovvio,
Se fosse come tu sostieni, la prostituzione potrebbe essere considerata violenza sessuale nemmeno io arrivo a tanto
...il punto è, comprenda bene, realizzare quanta libertà assoluta ci possa essere in una donna che è cresciuta plasmata e plagiata da quel culto:dove tu ravvisi schiavitù data dalla povertà etica nella prostituta che razionalmente sceglie di vendersi, come fai a non dubitare della libertà di una donna a cui è stato detto fin da piccola che mettersi il velo è bene e non metterselo è male?!

Non ti pare, orsù, che se il condizionamento culturale toglie libertà di scelta, l'indottrinamento religioso la eradica?
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Vecchio 21-04-2008, 08.23.24   #15
ornella
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Originalmente inviato da ornella=ornella=ornella
...il punto è, comprenda bene, realizzare quanta libertà assoluta ci possa essere in una donna che è cresciuta plasmata e plagiata da quel culto:dove tu ravvisi schiavitù data dalla povertà etica nella prostituta che razionalmente sceglie di vendersi, come fai a non dubitare della libertà di una donna a cui è stato detto fin da piccola che mettersi il velo è bene e non metterselo è male?!

Non ti pare, orsù, che se il condizionamento culturale toglie libertà di scelta, l'indottrinamento religioso la eradica?
Io in quella discussione ho tentato di distinguere i diversi soggetti, in due categorie.
Nel caso della prostituzione il cliente e la prostituta.
Credendo nella libertà assoluta, devo ritenere che una donna maggiorenne possa essere libera di prostituirsi, e infatti lo fa nonostante la legge lo vieti.
Ovvero essendo maggiorenne posso anche fare una scelta sbagliata, se non mi viene riconoscita un infermità mentale, ma è da presumere che non sia una reale scelta, il problema di non sfruttare questa debolezza e del cliente.
E viceversa la prostituta non dovrebbe sfruttare la "solitudine" del cliente.
Come l'esempio del tossico dipendente che vuole svendere il motorino.
Lui per assurdo è libero di usare sostanze illegali, ma io non devo sfruttare questa sua dipendenza.
Cioè, nella prostituzione non è il sesso il problema, ma lo scambio di denaro.
Uno stato di necessità, che lede la dignità.
Se mia figlia diventasse musulmana, e non venisse maltrattata non ci vedrei nulla di male.
Io come cittadina, posso sfruttare quel velo?Il velo provoca dolore? segni irreversibili? No esso è un simbolo. Dovremmo allora per correttezza impedire alle bambine di indossare i vestiti della comunione? Il copricapo degli Ebrei, dovremmo evitare alle valdesi di coprirsi il capo.
Tu stai giudicando un culto, e un suo simbolo. Non abbiamo diritto a fare ciò.
Possiamo punire comportamenti che sono contrari alla nostra Etica, come le lesioni gravi date dall'infibulazione, o la bigamia, o la pedofilia delle spose bambine, nel Nostro territorio si devono adattare alla Nostra etica come Noi nella loro.
Ma non dobbiamo attaccare i simboli se questi non creano lesioni, o non ledono la dignità, attaccare i simboli appartiene alle guerre ideologiche, per me non è desiderabile.
La lotta di classe lo anticipo, per me è tutto tranne una lotta ideologica
Quindi se vogliamo ritenere il velo non-etico, perchè rappresenta un indottrinamento, che si tolgano tutti i simboli di tutte le religioni.
Per me lederebbe il Libero Arbitrio, non posso essere d'accordo.
Se vuoi confronta da solo se dico cose incoerenti:
https://www.riflessioni.it/forum/psic...di-scelta.html
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Vecchio 21-04-2008, 14.55.09   #16
Monica 3
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La "concorrenza tra religioni" garantita da un dettato costituzionale adeguato è un modello possibile, e a mio avviso auspicabile, di società multietnica e quindi multiculturale.Nella realtà quotidiana si osservano però fenomeni decisamente aberranti di applicazione di forme particolarmente severe del culto islamico a comunità, gruppi o singoli già parzialmente, e inevitabilmente, secolarizzati dal fatto di vivere in occidente.Al di là della copiosa e prorompente iconografia sul kamikaze islamico, figura ritenuta estrema ed espressione di un fondamentalismo non emblematico dell'islam (molte le voci discordi anche su questo punto), suscitano clamore casi come quello di Hina, la ragazza pakistana uccisa dal padre a Brescia perchè adusa a costumi troppo occidentalizzati.Si potrà certo rispondere con tutte le conseguenze logicoargomentative legittime e possibili che, un esempio tra tanti, anche in Sicilia avvenivano e avvengono ancora delitti d'onore.Per il resto colpiscono, almeno me, casi come quello per il quale nel votare in parlamento la legge contro l'infibulazione i rifondatori comunisti si sono astenuti.

Vi domando dunque:

Fino a che punto si può essere relativisti nell'accettare il confronto, religiosi o laici (la domanda è posta evidentemente innanzitutto ai relativisti), con certe concezioni della vita e della personalità umane?

Per contro, quanto è lecito pensare di regolare il mercato della concorrenza religiosa con le leggi del diritto positivo, vietando ad esempio infibulazione, velo etc etc (e cosa altro, quanto altro?)?

Di ieri:
http://www.corriere.it/esteri/08_aprile_14/yemen_sposa_otto_anni_si_ribel la_6095375e-09e6-11dd-bdc8-00144f486ba6.shtml


La mia posizione rispetto a questa domanda si è chiarita intervenendo al thread sul Padre nostro nella rubrica spiritualità e con l'appello del Dalai Lama a non parlar male dei cinesi.

Posso comunque solo riferirmi alla mia esperienza di aver insegnato la lingua del paese d'accoglienza a rifugiati buddisti, mussulmani, cattolici, protestanti, ortodossi, agnostici e cristiano-animisti (tutti in una classe).

Fissate insieme le regole di funzionamento del nostro gruppo , non abbiamo mai avuto problemi. Anzi un giorno che non riuscivo a fare lezione a causa di un profondo dolore personale, i partecipanti al corso hanno fatto cerchio intorno a me e si sono uniti in una sola preghiera.

Io credo che la spiritualità sincera, non istituzionalizzata, possa ancora unire, anziché dividere. Molti hanno bisogno di trovarsi nella comunità della loro chiesa per trovare nutrimento spirituale, ma io credo che la comunità abbia senso solo se lascia anche spazi di responsabilità individuale. IN OGNI CASO quando sono accolto da un paese che non è il mio, da una società che non è la mia, di questo devo accettare le regole condivise per il suo corretto funzionamento. Ma le regole, (in Europa la Costituzione dei vari paesi) devono essere chiare, oneste e imprescindibili per tutti, compresi i cittadini dello stesso paese.

Monica 3 is offline  
Vecchio 22-04-2008, 09.58.55   #17
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Io come cittadina, posso sfruttare quel velo?Il velo provoca dolore? segni irreversibili? No esso è un simbolo. Dovremmo allora per correttezza impedire alle bambine di indossare i vestiti della comunione? Il copricapo degli Ebrei, dovremmo evitare alle valdesi di coprirsi il capo.
Gentile Ornella,

il velo è un certo un simbolo come dici, ma è il simbolo che attribuisce al volto femminile il carattere di tabù e di proibito: nessuna altra cosa impedisce la libera espressione come il velo.Quanto una donna nel 2008 è libera nella decisione di negarsi la libera espressione facciale, la comunicazione pubblica dei sentimenti e delle emozioni?
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Vecchio 22-04-2008, 12.19.56   #18
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Gentile Ornella,

il velo è un certo un simbolo come dici, ma è il simbolo che attribuisce al volto femminile il carattere di tabù e di proibito: nessuna altra cosa impedisce la libera espressione come il velo.Quanto una donna nel 2008 è libera nella decisione di negarsi la libera espressione facciale, la comunicazione pubblica dei sentimenti e delle emozioni?
Ma lo facciamo tutti con la garbata ipocrisia, o anche involontariamente, Pirandello insegna gentile Chlobbygarl Forse, forse un velo farebbe comodo.
Proporresti una legge per vietare il velo? non ci credo, ho deciso
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Vecchio 22-04-2008, 14.51.19   #19
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Ma lo facciamo tutti con la garbata ipocrisia, o anche involontariamente, Pirandello insegna gentile Chlobbygarl Forse, forse un velo farebbe comodo.
Proporresti una legge per vietare il velo? non ci credo, ho deciso
Risp.t.ma Ornella

allora, vediamo se riesco ad evitare il richiamo del moderatore a non usare il forum come una chat o per dispute personali...il modo che hai di incrociare categorie concettuali a livelli diversi dell'ambito dell'analisi mi affascina nel senso che non ho ancora deciso come giudicarlo
Il velo dell'ipocrisia è comunque il risultato di libere interazioni tra libere persone, una bella faccia ipocrita è pur sempre un quadro espressivo di qualcosa, un velo che cela un viso di donna a me fa tristezza perchè non riesco a credere che una mente femminile illuminata riesca a convincersi della plausibilità sociale dell'atto di negarsi la possibilità di comunicare con il volto.

sarei portato ad intervenire con il diritto positivo e davvero a vietarlo per legge....
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Vecchio 22-04-2008, 15.35.29   #20
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Risp.t.ma Ornella

allora, vediamo se riesco ad evitare il richiamo del moderatore a non usare il forum come una chat o per dispute personali...il modo che hai di incrociare categorie concettuali a livelli diversi dell'ambito dell'analisi mi affascina nel senso che non ho ancora deciso come giudicarlo
Il velo dell'ipocrisia è comunque il risultato di libere interazioni tra libere persone, una bella faccia ipocrita è pur sempre un quadro espressivo di qualcosa, un velo che cela un viso di donna a me fa tristezza perchè non riesco a credere che una mente femminile illuminata riesca a convincersi della plausibilità sociale dell'atto di negarsi la possibilità di comunicare con il volto.

sarei portato ad intervenire con il diritto positivo e davvero a vietarlo per legge....
Io invece credo che dimostrandoci coerenti a mio avviso, piano piano imparerebbero a mostrarci il loro volto. Come abbiamo fatto Noi italiane in 60 anni, sempre che abbia senso. Non lo so essendo io stessa credente, ci sono delle esperienze che non si possono spiegare, ma solo condividere
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