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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 23-01-2006, 11.47.58   #31
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
Patria mea totus hic mundus est, et ideo nulli loco addicere debemus animum.

Con patria si intendono gli antenati e il territorio che questi ci hanno donato, la nazione. Peccato che l'Italia non sia mai esistita come patria prima del XIX secolo! Con Italia si è sempre intesa un'area geografica e non una patria occupata da una cultura uniforme!

Quattrocchi può essere morto al massimo come genovese (e nemmeno "da genovese".. si nasce e si muore sempre uguali)..
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 23-01-2006, 14.04.16   #32
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Mi dispiace, ma ti disconfermo

Citazione:
Messaggio originale inviato da SebastianoTV83
Patria mea totus hic mundus est, et ideo nulli loco addicere debemus animum.

Con patria si intendono gli antenati e il territorio che questi ci hanno donato, la nazione. Peccato che l'Italia non sia mai esistita come patria prima del XIX secolo! Con Italia si è sempre intesa un'area geografica e non una patria occupata da una cultura uniforme!

Quattrocchi può essere morto al massimo come genovese (e nemmeno "da genovese".. si nasce e si muore sempre uguali)..

Ciò che dici non è vero: la patria non si delimita affatto come una semplice entità territoriale circoscritta all'eredità ricevuta dai propri ascendenti.
Se così fosse, nemmeno i tedeschi avrebbero una "patria", dal momento che la storia dell'unificazione germanica percorre lo stesso periodo storico dell'unificazione italiana.
Non solo, caro Sebastiano, ma sappi che, mentre gli italiani possedevano fin dal quattordicesimo secolo una lingua comune, cioè il toscano, in tutti gli stati tedeschi non era così.
E' solo verso la fine del diciottesimo secolo che, nei paesi di lingua tedesca si incomincia acomunicare con una lingua comune, scritta e compresa in modo uniforme.
Pensa che il grande Leibniz (1646-1716, se non erro) scriveva usualmente in francese oppure in latino, e solo sporadicamente in un tedesco ancora privo della ricchezza lessicale e della chiarezza necessarie ad esprimere un pensiero filosoficamente complesso.
Fino al 1769 ("De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis") anche Kant scriveva quasi tutto in latino.
Dunque, scarsa e vaga identità di lingua, per i tedeschi.
E, per quanto concerneva l'identità religiosa: spaccatura totale, con un sud cattolicissimo ed un nord riformatissimo, quando, invece, l'Italia, possedeva un sentire comune anche a questo riguardo.

Metternich, è vero, sosteneva che "l'Italia è una semplice entità geografica", ma non credi che il suo parere fosse alquanto "interessato"?
Il concetto di "patria" è più prossimo ad un sentimento che ad una idea.
E' un sentimento di comune appartenenza, di condivisione e rispetto per le cose di tutti: dal marciapiedi all'opera d'arte, dall'incisione antica, che attraversa i secoli, al nome di una strada, che può essere stato attribuito stamani.
E' anche orgoglio, sì, ma è prima di tutto "cura" e "responsabilità": la delimitazione della patria è data, prima di tutto, dal raggio entro il quale noi avvertiamo che il nostro operare è efficace.
Implica il "sentire" che le norme, le regole, le leggi del proprio paese rispecchiano un mondo di valori comuni, una "cultura" in senso antropologico.
La patria è cosa ben diversa dal nazionalismo: quest'ultimo non è un sentimento, bensì un'ideologia, e può piacere o no, ma, certamente, se anche fa leva sull'amor di patria, lo fa rendendo caricaturale ed improprio questo sentimento.
La patria delimita un'identità collettiva, permettendo, attraverso la differenza, una dialettica della diversità: non è la sola, naturalmente, ma i popoli hanno pochi concetti attraverso cui dialogare.

Ho spesso avuto l'impressione che gli italiani soffrissero della propria appartenenza ad una radice comune: che, in un certo senso, se ne vergognassero quasi.
Capisco le ragioni di ciò: molti comportamenti collettivi nell'agone internazionale hanno storicamente convalidato il sospetto di inaffidabilità e slealtà, opportunismo e scaltrezza servile degli italiani.
Ma questa non è una ragione sufficiente per negarsi un'identità nazionale e comune.
Le pagine nere della storia, inoltre, sono comuni a molti altri popoli i quali non si sognano neppure di vergognarsi di se stessi.
Forse che gli spagnoli ci fecero una bella figura quando, dopo aver attinto a man bassa all'appoggio ed al sacrificio di tedeschi ed italiani, voltarono loro le spalle all'inizio dell'ultimo conflitto?
Per carità, per qualche decennio ancora la storia continuerà a glissare sull'argomento, essendo la storia scritta dai vincitori, come è noto.
Ma il tempo rende giustizia, pian pianino di tutto.
Potrei citare mille altri esempi.
(E, beninteso, non ho alcuna simpatia o antipatia preconcetta per il franchismo, il fascismo ed il nazismo, i quali giudico come niente di più che deformazioni e degenerazioni totalitarie di un'ideologia, al pari del socialismo reale, o comunismo: valuto i fatti con neutralità personale, tutto qui).
Weyl is offline  
Vecchio 23-01-2006, 15.15.20   #33
oizirbaf
Ospite abituale
 
 
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
Re: Mi dispiace ... ma ti confermo

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
... la storia dell'unificazione germanica percorre lo stesso periodo storico dell'unificazione italiana.

... fin dal quattordicesimo secolo una lingua comune, cioè il toscano...


E, per quanto concerneva l'identità religiosa ... l'Italia, possedeva un sentire comune anche a questo riguardo.

Metternich, è vero, sosteneva che "l'Italia è una semplice entità geografica", ma non credi che il suo parere fosse alquanto "interessato"?

Il concetto di "patria" è più prossimo ad un sentimento che ad una idea.
E' un sentimento di comune appartenenza, di condivisione e rispetto per le cose di tutti: dal marciapiedi all'opera d'arte, dall'incisione antica, che attraversa i secoli, al nome di una strada ...

E' anche orgoglio, sì, ma è prima di tutto "cura" e "responsabilità" ... raggio entro il quale noi avvertiamo che il nostro operare è efficace.
Implica il "sentire" che le norme, le regole, le leggi del proprio paese rispecchiano un mondo di valori comuni, una "cultura" in senso antropologico.
La patria è cosa ben diversa dal nazionalismo...

...una dialettica della diversità ...

... l'impressione che gli italiani soffrissero della propria appartenenza ad una radice comune: che, in un certo senso, se ne vergognassero quasi.
Capisco le ragioni di ciò ... Ma questa non è una ragione sufficiente per negarsi un'identità nazionale e comune.
Le pagine nere della storia, inoltre, sono comuni a molti altri popoli i quali non si sognano neppure di vergognarsi di se stessi.



Lo sapevo ... che il ghiaccio di Weyl è ghiaccio bollente! Avreste creduto che fosse lui a difenderci da Metternich, a ricordarci l'unità culturale e la passata grandezza rinascimentale dietro il frazionamento politico, a spronarci a non vergognarci della nostra appartenenza?

... da parte di mia moglie, meno internazionalista di me e molto più orgogliosa d'essere italiana (nonostante tutto).


Il mio concetto di Comunità è forse più largo e la diversità la vedo sempre come ricchezza in non-contrapposizione MA da qualcosa bisogna pur partire per riconquistare dignità (precondizione esistenziale ad ogni agire politico) nella responsabilità (... e quì l'orgoglio non solo per l'Arte passata ma anche quella di un Marciapiede presente e pulito, lo trovo sublime! Riscoprire il valore dei BENI COMUNI è orgoglio responsabile di appartenenza alla propria comunità!).


Il sentire weyliano arriva quasi ad identificare la Patria col concetto di Comunità: "dal marciapiedi all'opera d'arte, dall'incisione antica, che attraversa i secoli, al nome di una strada ...". ..."una dialettica della diversità": non è musica questa,
al di sopra di ogni differenziazione bassamente "politica"?



"Tutto parte dal basso, poi va sù" ... canta Lorenzo da Cortona.

Sarò lieto di conoscerti, amico.
oizirbaf is offline  
Vecchio 23-01-2006, 20.14.28   #34
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Re: Re: Mi dispiace ... ma ti confermo

Citazione:
Messaggio originale inviato da oizirbaf
Lo sapevo ... che il ghiaccio di Weyl è ghiaccio bollente! Avreste creduto che fosse lui a difenderci da Metternich, a ricordarci l'unità culturale e la passata grandezza rinascimentale dietro il frazionamento politico, a spronarci a non vergognarci della nostra appartenenza?

... da parte di mia moglie, meno internazionalista di me e molto più orgogliosa d'essere italiana (nonostante tutto).


Il mio concetto di Comunità è forse più largo e la diversità la vedo sempre come ricchezza in non-contrapposizione MA da qualcosa bisogna pur partire per riconquistare dignità (precondizione esistenziale ad ogni agire politico) nella responsabilità (... e quì l'orgoglio non solo per l'Arte passata ma anche quella di un Marciapiede presente e pulito, lo trovo sublime! Riscoprire il valore dei BENI COMUNI è orgoglio responsabile di appartenenza alla propria comunità!).


Il sentire weyliano arriva quasi ad identificare la Patria col concetto di Comunità: "dal marciapiedi all'opera d'arte, dall'incisione antica, che attraversa i secoli, al nome di una strada ...". ..."una dialettica della diversità": non è musica questa,
al di sopra di ogni differenziazione bassamente "politica"?



"Tutto parte dal basso, poi va sù" ... canta Lorenzo da Cortona.

Sarò lieto di conoscerti, amico.

Beh che Weil sia qualcosa di molto diverso da una mattonella di ghiaccio artificiale, molto semplicemente lo penso pure io e lui lo sa bene e se a tutto questo ci aggiungete ad esempio, ma come dato di partenza, l'amore per le cose attorno a noi qualsiasi terra calpestiamo e di conseguenza la responsabilità individuale e collettiva di una convivenza tra persone e gruppi umani di culture ed esperienze diverse partendo da sotto casa e come conseguenza naturale nei rapporti internazionali tra nazioni...sarò testona, ma sarei molto più contenta.
Se no mi sembrerebbe di giocare a Monopoli o a Risiko che non m'è mai piaciuto.
Quindi spero sarete lieti di conoscere pure me
Lo so. Sono testona

Ultima modifica di lobelia : 23-01-2006 alle ore 20.16.31.
lobelia is offline  
Vecchio 24-01-2006, 14.30.42   #35
Aristippo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
Scusate ma non riesco a leggere tutti i post, però vorrei rispondere alla frase, e mi permetto senza senso, di Sebastiano.
Scusa, ma dopo che quasi tutti sia nel mondo politico che non, si sono espressi dicendo appunto che la guardia del corpo non è un mercenario...tu ancora insisti sul fatto del mercenario ?

Azz, ma prendersi un cavolo di vocabolario e leggere cosa significhi mercenario no eh ??

Ciaooooo
Aristippo is offline  
Vecchio 25-01-2006, 22.26.31   #36
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Messaggi: 563
Citazione:
Messaggio originale inviato da Mr. Bean
scusa Aristippo, ma a me sembra che sia tu ad avere delle fisse. Essere critici nei confronti di qualcuno non significa odiarlo, semmai il contrario. Gli americani, tuttavia, che fanno per farsi voler bene?
Comunque anch'io non ho capito perché mai questa storia sia trapelata ora...
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Caro Fabrizio,
per farsi amare.... Bisogna saper amare.

Saluti a Tutti
Alessandro D'Angelo is offline  

 



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