Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Cultura e Società
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali


Vecchio 18-04-2006, 09.48.03   #31
Patri15
Frequentatrice abituale
 
L'avatar di Patri15
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
Citazione:
Messaggio originale inviato da ancient
p.s. a proposito dell'articolo del FT: una volta di più è apparso evidente come i tg (almeno 5 su 6 tra i principali) siano schierati pro-centrodestra (oltre alla questione della bufala di Calderoli): non mi pare, infatti che in passato i vari articoli dell'Economist, dell'Observer, del Guardian, e dello stesso FT (sempre poco teneri nei nostri confronti) avessero goduto di questa risonanza mediatica... E' evidente che controllare i tg consente di raggiungere (vogliamo dire: manipolare?) un numero molto maggiore di persone rispetto a qualche testata giornalistica 'comunista'...

Condivido in pieno.

Ciao a tutti
Patri15 is offline  
Vecchio 18-04-2006, 11.26.11   #32
Patri15
Frequentatrice abituale
 
L'avatar di Patri15
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
D'altra parte è una storia vecchia.

"Se dici una bugia enorme e continui a ripeterla, prima o poi il popolo ci crederà"

Anche Goebbels lo sapeva
Patri15 is offline  
Vecchio 18-04-2006, 14.11.59   #33
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Economia USA

Citazione:
Messaggio originale inviato da ancient
ecco, questo è un punto sul quale avrei voluto soffermarmi già da prima delle elezioni; ti leggo sempre con attenzione (pur essendo su posizioni diverse) e ho notato che era una questione sulla quale tornavi spesso. Ti dirò: leggendo un po' qua e là, mi pare che la situazione economica americana sia tutt'altro che rosea e francamente mi sembra un po' utopistico sperare in un loro sostegno in caso di necessità.
E se anche dovesse giungere, mi chiedo: a quale prezzo?

Ti rispondo in poche righe, caro ancient (detto per inciso, anch'io ti leggo volentieri, nonostante le differenti convinzioni).
Sulla risonanza mediatica dell'articolo del FT, non saprei dirti: non seguo i telegiornali, mi informo solo su internet, e il giornale in questione (come alcuni altri) lo ricevo in abbonamento sulla rete.
Presumo che la risonanza ottenuta, in questo caso, dipenda anche dal fatto che a Pasqua vi sono poche notizie, in genere, intorno a cui organizzare il palinsesto.
L'economia USA risente, in effetti, del perdurare della belligeranza e di un debito pubblico relativamente elevato (ma tutt'altro che drammatico e fuori controllo).
Ma si avvantaggia di tre fattori assolutamente fondamentali:
1) il ritmo di marcia della produttività che, anche quest'anno, si prevede quasi quadruplo rispetto all'area UE;
2) la "prescritta" debolezza del dollaro che, in quanto valuta di riferimento per il commercio delle materie prime, ne tempera drasticamente i costi e rende sostanzialmente più "elastico" il mercato di queste;
3) la possibilità di mantenere elevato il tasso di sconto, che verrrà ulteriormente incrementato: ciò è reso possibile dallo stato di salute della economia produttiva USA, ossia dal fatto che le aziende hanno in media debiti e produttività che possono permetter loro di sostenere i maggiori oneri di interesse che ciò comporta. Ne consegue il fatto che gli USA stanno incamerando capitali, attratti, ovviamente, da rendimenti assai più allettanti: soprattutto quelli che provengono dall'estremo oriente (Giappone e Cina, soprattutto), la cui economia sta conoscendo una stagione decisamente rosea.
L' Europa non può permettersi simili tassi, poichè le nostre aziende, tra debiti, scarsa produttività, insufficiente tecnologia e deficit strutturali determinati soprattutto dalla scarsa flessibilità del mondo del lavoro, non sono in grado di sostenerne i costi.
Il risultato è che l'area Euro sta perdendo investimenti e capitali, segnatamente le realtà più deboli, come l'Italia, del vecchio continente.

E si avvantaggia, più ancora di due principi fondamentali, più importanti ancora dei tre fattori testè citati.
1) Gli USA godono di un territorio ancora assai poco sfruttato: con grande lungimiranza hanno infatti preferito utilizzare le risorse dei paesi emergenti e del terzo mondo, prima delle proprie.
Tale fatto potrà forse essere eccepito, moralmente, ma è un fatto e come tale va considerato: evidentemente, negli anni '70 e '80, vi fu chi previde gli scenari mondiali cui oggi assistiamo, e si premunì per tempo.
2) Escluso il Giappone, con la cui economia i legami sono strettissimi, e qualche briciola europea, tutta la ricerca, in ogni ambito, è made in USA.
Il sistema burocratico-politico che gestisce la tecnologia negli Stati Uniti è la macchina organizzativa e produttiva più efficiente del pianeta.
Da cinquant'anni vi si importano i cervelli migliori, da sempre si destinano loro gli strumenti più appropriati, costosi, efficienti e all'avanguardia: sfruttando anche a scopo didattico gli apparati così creati.
Non per nulla, di nuovo, gli investitori internazionali, che mai hanno smesso comunque di farlo, oggi guardano oltreoceano con rinnovato interesse e, direi, persino con entusiasmo.

Dunque, guarda: l'economia USA non è forse florida come dieci anni fa, ma non meno solida.
La finanza statunitense muove capitali che sono almeno di un ordine di grandezza superiore rispetto a quelli movimentati in Europa.
Il che significa che, detto in soldoni, un aiuto ad un alleato in difficoltà, purchè affidabile e "sicuro", nell'ottica americana, comporta poca spesa.
Weyl is offline  
Vecchio 18-04-2006, 14.21.38   #34
Aristippo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
Azzo si parla solo a senso unico qui...partendo dal presupposto che anche se mi si citi il Guardian, questo non vuol mica dire che sia autorevole più del manifesto. Detto questo, mi domando per qual motivo non si pensi ad un colpo di stato inverso e cioè della Sinistra Italiana, che ha tanta fretta e ha avuto tanta fretta nel proclamarsi vincitrice quandop ancora i risultati finale non vi sono.
Inoltre, Vi dico, prima di iniziare un discorso catastrofico credendo ad una futura dittatura di Berlusconi, aspettiamo di leggere il resoconto degli enti predisposti al conteggio dei voti. E se il conteggio darà ragione a Silvio Berlusconi, perfavore non mettetevi a parlare di colpod i stato. Perchè ripeto, la sinistra non ha vinto col 60 % dei voti ma ben si con lo 0,02 % .. Ora se a voi non Vi par logico ricontare, siete ciechi.
Aristippo is offline  
Vecchio 18-04-2006, 14.44.41   #35
VanLag
Ospite abituale
 
L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Citazione:
Messaggio originale inviato da Aristippo
Inoltre, Vi dico, prima di iniziare un discorso catastrofico credendo ad una futura dittatura di Berlusconi, aspettiamo di leggere il resoconto degli enti predisposti al conteggio dei voti. E se il conteggio darà ragione a Silvio Berlusconi, perfavore non mettetevi a parlare di colpod i stato. Perchè ripeto, la sinistra non ha vinto col 60 % dei voti ma ben si con lo 0,02 % .. Ora se a voi non Vi par logico ricontare, siete ciechi.
Alle scorse elezioni la destra ha vinto, con uno scarto mi sembra di circa 650.000 voti. Tanti se paragonati ai 25.000 della sinistra questa volta, ma sempre pochi se paragonati ai milioni di elettori e finora quelli che sembrano non accettare il risultato delle urne sembra essere la destra.
E comunque mi sembra che i controlli che si stanno facendo sono controlli di routines che sono eseguiti dopo tutte le elezioni, ma che nessuno aspetta mai di vedere confermati, perché si da per assunto che i conteggi post-elettorali siano giusti visto l'apparato istituzionale coinvolto nelle votazioni.

VanLag is offline  
Vecchio 18-04-2006, 14.48.39   #36
ancient
Ospite abituale
 
L'avatar di ancient
 
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
Citazione:
Messaggio originale inviato da Aristippo
Azzo si parla solo a senso unico qui...partendo dal presupposto che anche se mi si citi il Guardian, questo non vuol mica dire che sia autorevole più del manifesto. Detto questo, mi domando per qual motivo non si pensi ad un colpo di stato inverso e cioè della Sinistra Italiana, che ha tanta fretta e ha avuto tanta fretta nel proclamarsi vincitrice quandop ancora i risultati finale non vi sono.
Inoltre, Vi dico, prima di iniziare un discorso catastrofico credendo ad una futura dittatura di Berlusconi, aspettiamo di leggere il resoconto degli enti predisposti al conteggio dei voti. E se il conteggio darà ragione a Silvio Berlusconi, perfavore non mettetevi a parlare di colpod i stato. Perchè ripeto, la sinistra non ha vinto col 60 % dei voti ma ben si con lo 0,02 % .. Ora se a voi non Vi par logico ricontare, siete ciechi.

sono stato favorevolissimo fin da subito a un controllo accurato delle schede (credo/spero che oggi la querelle dovrebbe finalmente chiudersi).

Parlare di golpe mi pare un po' eccessivo, che ci si riferisca all'uno o all'altro polo. D'altra parte, la regolarità delle operazioni di voto dipendeva dal Ministero degli Interni, nelle mani del governo uscente; l'organizzazione e le regole del gioco sono state stabilite da loro. I mezzi d'informazione sono, in gran parte, tuttora nelle loro mani (e questo ha avuto il suo peso, in campagna elettorale). E' un po' triste, a questo punto, vedere come coloro che sono tra i maggiori responsabili dell'harakiri della Cdl (Calderoli e Tremaglia) si arrampichino sugli specchi per porre rimedio a un loro errore di valutazione: se non avessero cambiato la legge elettorale la Cdl avrebbe, probabilmente, vinto. Dovrebbero ammetterlo e farsi da parte.

Ultima modifica di ancient : 18-04-2006 alle ore 14.49.52.
ancient is offline  
Vecchio 18-04-2006, 15.25.51   #37
Patri15
Frequentatrice abituale
 
L'avatar di Patri15
 
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
Re: Economia USA

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl

L'economia USA risente, in effetti, del perdurare della belligeranza e di un debito pubblico relativamente elevato (ma tutt'altro che drammatico e fuori controllo).
.............................. ...........
.............................. ...........
Dunque, guarda: l'economia USA non è forse florida come dieci anni fa, ma non meno solida.
La finanza statunitense muove capitali che sono almeno di un ordine di grandezza superiore rispetto a quelli movimentati in Europa.
Il che significa che, detto in soldoni, un aiuto ad un alleato in difficoltà, purchè affidabile e "sicuro", nell'ottica americana, comporta poca spesa.

Anni fa, esisteva una teoria che circolava nell’ambito della sinistra Usa, chiamata Worsism - lett. “peggiorativismo” - peggio vanno le cose, più è probabile che le persone si alzino e facciano valere i propri diritti. Ma, almeno per quanto riguarda l’America, peggio vanno le cose più è difficile anche solo immaginare qualsiasi forma di resistenza. Il fatto di poter essere licenziati “a discrezione” – a discrezione del datore del lavoro – congela i dipendenti in una terrificata obbedienza. Aggiungendo il fatto che la perdita del lavoro va di pari passo alla perdita dell’accesso al sistema sanitario, ciò può imprigionare in una mentalità masochistica del tipo “Picchiami, insultami, dammi il doppio delle cose da fare, ma ti prego non lasciarmi libero!”

Lungi da me il giustificare gli incendi delle auto e gli attacchi alle vetrine dei negozi.(V. studenti francesi.)

Ma perché gli studenti americani continuano a succhiarsi i pollici mentre l’amministrazione Bush propone un taglio di 12,7 miliardi di dollari nei trasferimenti finanziari destinati loro?

Dov’è l’indignazione per i licenziamenti di massa promossi da Ford, da Hewlett-Packard, e da decine di altre grandi compagnie?

E il quarto della popolazione Usa afflitto dal giogo della povertà è troppo stressato dai propri debiti e dalla propria precarietà sul lavoro per protestare contro i tagli al ‘Medicaid’ Negli Usa, l’assicurazione prevista a favore dei cittadini con difficoltà economiche, e ai già patetici sussidi per gli alloggi?

Tu Weil, scrivi molto bene e devo ammettere che anch'io come altri qui sul forum ti leggo volentieri.

Credo però che tu abbia dmenticato un punto MOLTO IMPORTANTE per l'economia USA: la Guerra.

Sappiamo che quando l'economia è in crisi la strada più battuta dai Paesi per riprendersi, è purtroppo, la guerra.

L'aiuto di cui parli è questo, no?

Con stima
Patri15 is offline  
Vecchio 18-04-2006, 15.30.02   #38
ancient
Ospite abituale
 
L'avatar di ancient
 
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
Re: Economia USA

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Il che significa che, detto in soldoni, un aiuto ad un alleato in difficoltà, purchè affidabile e "sicuro", nell'ottica americana, comporta poca spesa.

ecco, appunto, è qui che volevo arrivare. Qualche giorno fa, l' Ambasciatore Ronald P. Spogli in un discorso alla Alma Graduate School dell'Università degli Studi di Bologna ricordava che:

"l’Italia è solamente l'undicesimo partner commerciale degli Stati Uniti, con scambi bilaterali pari a 45 miliardi di dollari nel 2005. Nel 2003 le società americane hanno investito in Italia solo 3,5 miliardi di dollari. Per inquadrare questo dato nella giusta prospettiva, si tratta di poco più di un terzo di quello che nel corso dello stesso anno le società USA hanno investito in Irlanda. [...] L’irrobustimento dell'economia Italiana è negli interessi degli Stati Uniti per due ragioni. Innanzitutto, un'economia più sana consentirà all'Italia di continuare ad assumersi il compito di promuovere i nostri valori comuni in alcuni dei punti più caldi del mondo. Gli Stati Uniti non possono fare tutto da soli. Abbiamo bisogno di partner come l'Italia nelle difficili operazioni di peace-keeping che stiamo portando avanti nel mondo intero, nella lotta al terrorismo e per reagire con rapidità alle pandemie.

Ecco: è chiaro che il sostegno finanziario americano è condizionato al sostegno politico/militare che l'Italia potrà dare alle operazioni di (chiamiamola così) peace-keeping americane. Ma è giusto dare ancora questo sostegno dopo il fallimento in Iraq? In mancanza di un'esplicita risoluzione ONU venderemo la nostra coscienza per qualche aiuto economico? E quale cifra dovrà mai coprire, considerato l'elevatissimo costo per i nostri conti pubblici della missione-Iraq?

Vorrei sperare che sarà sempre più difficile per la stessa amministrazione americana imbarcarsi in nuove avventure belliche, considerato il costo sempre crescente, umano e finanziario, di quelle già in atto (v. ad esempio l'intervista dello Spiegel al Nobel per l’economia Joseph Stiglitz: http://www.osservatorioiraq.it/modul...articleid=2177 ) e la crescente impopolarità di Bush in patria (ai minimi storici).
Ma temo di essere andato abbondantemente OT, quindi mi fermo qui.

Ultima modifica di ancient : 18-04-2006 alle ore 15.35.33.
ancient is offline  
Vecchio 18-04-2006, 17.19.14   #39
VanLag
Ospite abituale
 
L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Riflessioni sparse sul mercato.....

Confesso che sono uno di quelli che contribuisce a fare grande l’America…… infatti lavoro da un paio di anni in un azienda a capitale americano, una di quelle quotate a Wall Street. Non l’ho scelta io, mi ci sono ritrovato per una “cessione ramo d’azienda”, deciso dalla compagnia per la quale lavoravo prima, quella che avevo scelto e con la quale avevo firmato un contratto. Ora mi trovo a lavorare per qualche grasso texano che nemmeno so chi sia. Lo immagino arricchito con qualche speculazione in borsa, che non ha mai lavorato e che passa i suoi giorni sui campi da golf. Ozia ed impreca contro il governo Bush che ha promesso ai cittadini americani - la garanzia degli stessi standard di vita per sempre, (for ever ha detto il presidente) - mentre invece quest’anno i miliardi che ha incassato coi dividendi sono stati più bassi.

Ma, prenderai un sacco di soldi, direte voi.

Ma veramente credo di essere fermo con lo stipendio da almeno sette anni, (forse anche di più), da quando cioè non sono stato più competitivo ed il mercato del lavoro è cambiato. Per la verità il mondo del lavoro è cambiato da molti anni, è cambiato da quando i responsabili tecnici che avevano competenze del lavoro sono stati sostituiti da capi politici perché, si dice: - avevano una visione più globale del business. –
E’ cambiato da quando l’industriale che aveva fondato l’azienda e che conosceva i processi del lavoro, che conosceva le sue aziende ed i suoi dipendenti è stato sostituito da un finanziere anonimo che non ha altra responsabilità se non quella di contare gli utili e trasferirli in qualche conto estero esentasse. E’ cambiata da quando un ventennio di tangentisti e faccendieri ha insegnato agli italiani che si possono fare i soldi facili, viaggiando al limite della legalità, senza produrre in reltà niente di utile.

Così oggi uno chiede un servizio adsl di collegamento ad internet e cercano di piazzargli in casa un telefonino aladino, tanto per gradire. Va a vedere una casa che sulla carta è 90 metri quadri e scopre che dal vivo i metri quadri sono 55. Va a farsi vedere per i calcoli alla cistifellea e gli diagnosticano un tumore al colon......(diagnosi fortunatamente dimostratasi priva di ogni fondatezza).

E' un degrado che è in corso da tempo…… Io posso parlare solo della mia esperienza personale ma è anche in questi vissuti che si vede il dilagare del malcostume. Sono un tecnico informatico, lavoro da sempre nei centri elettronici, cioè in quegli uffici che in un’azienda sono servizi e non sono legati al “core business”, come tali sono, centri di costo, non centri di profitto, ma da un certo punto in avanti della mia vita lavorativa mi sono sentito dire che dovevo essere creativo, che dovevo ragionare come se l’azienda fosse mia, che dovevo pensare a fare rendere il mio lavoro, che dovevo diventare l’imprenditore di me stesso, ed una marea di altre cretinate emerite, che solo un capo politico, che non ha idea della complessità e soprattutto della funzione di un “sistema informativo” può proferire. Ad intermittenza ho anche dovuto spiegare ed elencare al revisore di turno la natura del mio lavoro, perché i miei capi non avevano idea di cosa facessi.

E’ ovvio che il problema che abbiamo davanti non è solo quello economico di come garantire la competitività del mercato italiano, (garantendo così che i ricchi siano sempre più ricchi!?). Il problema vero è quello di recuperare un’etica forte nel lavoro, negli affari e nella vita pubblica, il problema è quello di tornare ad un minimo di serietà nel lavoro, riducendo le inefficienze, recuperando credibilità, affidabilità, immagine. Quello cioè di tornare ad assumerci le nostre responsabilità senza pensare che qualcun altro lo farà per noi.

Vabbeh…… forse sono andato un po’ fuori 3d ma mi sono lasciato trasportare dall’enfasi anti golpista.....


Ultima modifica di VanLag : 18-04-2006 alle ore 17.32.12.
VanLag is offline  
Vecchio 18-04-2006, 19.37.59   #40
wilhelmina frederika
iscrizione annullata
 
L'avatar di wilhelmina frederika
 
Data registrazione: 02-02-2004
Messaggi: 154
Ora caro VanLag,per poterti rispondere andrò OT,hehehehe.
Se ti può consolare mio figlio da sistemista informatico,si lamenta del tuo stesso problema.Ma lui è unico adetto,e il suo datore di lavoro crede che il lavora si può programmare come se forse programmabile questo genere di lavoro.
Il problema è i datori di lavoro,non sanno cosa è il lavoro da informatico,salve urlare "AIUTO",quando si blocca l'ufficio perchè i PC si sono bloccati.
Come vedi....niente di nuovo sotto il sole,da nord a sud!!!
wilhelmina frederika is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it