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Vecchio 15-06-2006, 14.21.23   #1
bluemax
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Data registrazione: 04-09-2003
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Battaglie moderne...

In un giorno imprecisato del giugno 2006 in una località tradizionalmente ricordata come tra Fiesole e Firenze Sud ma invero non trova riscontro nelle fonti che non la nominano accuratamente ma ne indicano la morfologia, una compatta massa di centauri con le loro due ruote attendeva l'inizio della carica data dal segnale di un semaforo ancora rosso.

I Centaruri erano composti da forze raccolte soprattutto nel fiorentino settentrionale e composte in maggioranza da abitanti dell'isolotto, Novoli, ed alcuni appartenenti della zona di sesto fiorentino. Popolazione diversi per costumi ma comunque anche essi fiorentini e generalmente confusi con la popolazione locale.

Non conosciamo il numero dei partecipanti alla carica ma dal contesto generale dobbiamo ritenere che non doveva essere molto elevato: forse venti, alcuni dicono 30 secondo alcune ipotesi, ma noi riteniamo che fossero forse anche di meno.

A fronte a loro una massa informe di lamiere; Auto, camion, pulman, autobus e vetture di ogni genere, li separavano dal semaforo seguente. Il piano era chiaro.
Allo scattare del verde ognuno avrebbe fatto la sua parte. Obbiettivo della carica degli scooter era quello di affondare nella marmaglia di autovetture per arrivare a conquistare il nuovo semaforo prima che divenisse nuovamente rosso. La posizione elevata da cui partiva la carica degli scooter dava loro un esiguo vantaggio. Vantaggio pressochè equiparato dal numero delle autovetture ed autoarticolati che gli si mostrava innanzi.

L'esercito degli scooteristi comprendeva anche contingenti degli Alemanni ed era guidato da due BMW provenienti dalla bassa sassonia della casa di Heristall e qaulche transalp Franco od olandese.

Interminabili momenti dividevano l'assalto degli scooteristi al semaforo successivo, orgogliosamente difeso dall'ammasso di lamiere fumanti avanti a loro.
Le massa delle quattro ruote erano formate sostanzialmente da truppe lente e possenti disposte in file serrate in modo da formare un solido muro di ferro irto di punte e specchietti: era una tattica che ricordava quella adottata nel mondo antico e portata alla perfezione dai Romani.

I due eserciti si schierarono l'uno contro l'altro ma per sette lunghi minuti nessuno dei due iniziò la carica in quanto a nessuno dei due conveniva atraversare col rosso.
Man mano che si avvicinava il segnale della carica gli scooteristi si guardavano l'un l'altro sperando di arrivare al semaforo successivo; scambiavano quattro parole coi loro navigatori, si assicuravano che gli elmetti fossero ben allacciati e che il loro motore girasse a pieno regime in previsione del contatto con l'informe massa di lamiere dinnanzi a loro.
Gli elmetti scintillavano al sole, il rumore dei motori aumentava di intensità man mano che passavano i secondi, i vari navigatori si preoccupavano di dare le ultime indicazioni ai loro piloti, indicando loro la tattica migliore per aggirare il nemico prima della inevitabile zuffa. Tutto era pronto.


Alle prime luci del verde, i centauri, schierati in una fila compatta e determinata ad affondare tra le fila nemiche cominciarono la loro roboante carica, sicuri di dovere affrontare le terribili masse di metallo dei nemici.

Subito i due BMW alemanni partirono alla carica, seguiti da altrettanti Transalp e super tenerè. A seguito gli scooter a dare manforto urlando FORZA VIOLA !!! entrarono nel vivo della battaglia.

Subito la prima ondata di centauri si trovò a dover contare i propri caduti. Molti di loro erano impantanati tra le lamiere dei quattro tuote, colpiti senza pietà dai gas di scarico dei SUV e dalle barriere di specchietti che i quattro ruote avevano dispiegato; molti si portavano verso la linea di dimezzeria; altri si smarrivano ed erano circondati e sopraffatti. Si asserragliarono tra autobus e piccole autovetture, occuparono i marciapiedi e cercavano di continuare la loro carica. Ma l'intera prima fila compresi i due alemanni a cavallo dei loro BMW ben presto venirono sopraffatti. Il loro combattimento, ora, era una disperata difesa dai fumi e dai gas. Assediati da tre lati, avevano libera solo la via per ritornare indietro. Di loro non si seppe piu' nulla.

Miglior fortuna ebbe la carica degli scooteristi. Molti di loro perirono ugualmente nella carica, altri, pochi, tra cui io riuscimmo ad attraversare indenni il semaforo successivo, ma a carissimo prezzo. Ci guardammo; eravamo meno della metà di coloro che si schierarono al semaforo precedente e ci guardammo indietro. Uno spettacolo orribile ai nostri occhi:

La battaglia era perduta. Quelli delle BMW furono stanati col fumo e col ferro; alcuni gruppuscoli si persero verso i viali passando vicino agli equipaggi di motorizzati, e di là passarono il Mugnone dove poterono salvarsi. Altri invece, gettatisi nella carreggiata opoposta e bersagliati dalle autovetture in senso contrario, cercarono le viuzze e riuscirono a fuggire verso il centro. I più lenti, che erano feriti e malconci, furono raggiunti e trucidati. I centauri superstiti, giudicarono conveniente ritirarsi dal campo. I Transalp chiamarono a raccolta tutti i loro connazionali sulla stradale romana come in un luogo più sicuro e comodo. Fieri nell'aspetto, serrate le file, portarono i loro feriti, bagagli e dodici bandiere del nemico, abbandonarono il campo di battaglia, lasciando sul terreno la loro dignità.


niente di nuovo sul fronte trafficato di Firenze Sud...
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