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 Esperienze di Vita - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 09-12-2011, 15.46.54   #21
jador
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Citazione di nevealsole
"“Perché non sei diretta?” richiede una risposta o è sufficiente l’osservazione della domanda?

Beh se osservi la domanda, poi sarai tu a decidere se darti una risposta o limitarti ad osservarla.


Citazione di nevealsole
5 perché. Perché credi che non sia diretta? Perché dovrei temere il rifiuto? Perché mi stai chiedendo se temo il rifiuto? Perché chi è diretto non dovrebbe temere il rifiuto? Perché chi teme il rifiuto non dovrebbe essere diretto?"

1- Perchè:
""La mia esperienza quando mi racconto, qui o altrove, quando apparentemente mi metto al centro, è che cerco l’attenzione di qualcuno. Di un'unica persona. Che spero lo comprenda, al di là di ciò che appare."
mi sembra un modo non diretto.

2-Non saprei, chiedilo a te stessa, nel caso decidessi di risponderti, oltre ad osservare la domanda.

3-Ipotizzavo.

4-Anche chi e' diretto può temere il rifiuto certo.

5- Come la 4, rigirata: anche chi teme il rifiuto può essere diretto certo.
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Vecchio 09-12-2011, 18.58.32   #22
nevealsole
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Riferimento: Acting life

Citazione:
Originalmente inviato da jador
Citazione di nevealsole
"“Perché non sei diretta?” richiede una risposta o è sufficiente l’osservazione della domanda?

Beh se osservi la domanda, poi sarai tu a decidere se darti una risposta o limitarti ad osservarla.


Citazione di nevealsole
5 perché. Perché credi che non sia diretta? Perché dovrei temere il rifiuto? Perché mi stai chiedendo se temo il rifiuto? Perché chi è diretto non dovrebbe temere il rifiuto? Perché chi teme il rifiuto non dovrebbe essere diretto?"

1- Perchè:
""La mia esperienza quando mi racconto, qui o altrove, quando apparentemente mi metto al centro, è che cerco l’attenzione di qualcuno. Di un'unica persona. Che spero lo comprenda, al di là di ciò che appare."
mi sembra un modo non diretto.

2-Non saprei, chiedilo a te stessa, nel caso decidessi di risponderti, oltre ad osservare la domanda.

3-Ipotizzavo.

4-Anche chi e' diretto può temere il rifiuto certo.

5- Come la 4, rigirata: anche chi teme il rifiuto può essere diretto certo.

Grazie.
Io non devo darmi una risposta, semplicemente perché non è la mia domanda...
Dalla domanda che facciamo, capiamo a che punto stiamo nella nostra evoluzione, in un rapporto, in un percorso. Capiamo cosa ci preoccupa, cosa è importante, cosa non lo è...
Trovo che le domande siano sempre infinitamente più importanti delle risposte perché definiscono il centro della questione. Osservalo. Facci caso nella tua vita.
Ed in effetti, tecnicamente, l'osservazione della domanda dovresti farla tu, perché la domanda l'hai posta tu, e dietro ci sta un mondo - sono seria - in questo caso il tuo mondo: cosa sei, cosa vuoi, cosa è importante per te, cosa non lo è.
I 5 perché sono una tecnica sui processi, che tentavo di applicare alle domande esistenziali, ma sono ancora in fase di verifica della fattibilità dell'esperimento...
In ogni caso grazie, per l'interessamento.
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Vecchio 04-02-2012, 09.33.54   #23
nevealsole
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Sorriso

Ogni anno facciamo un gioco, con le amiche, peschiamo una carta-parola per l’anno a venire… una sorta di stella polare ad indicare la rotta, su cosa in quell’anno possiamo fare per crescere consapevolmente.
Sorriso. La mia carta dell’anno.
Sorriso. Solitamente parto dall’analisi dei significati. Le parole hanno mille significati, differenziati. Il sorriso no, è semplice, nessun doppio significato, tutt’al più due sinonimi, ho scoperto, grazia e letizia.
Sorriso. E’ semplice, troppo semplice, non mi piace. Ho pensato.
Ho pensato che avrebbe voluto dire semplicemente quello che sta volendo dire: tienilo quel tuo sorriso, senza che diventi un ghigno, nelle prove che verranno.
E lo sento che l’anno sarà complesso, difficile, faticoso. Lo sento da un pezzo. E ci sto provando a tenerlo, questo mio sorriso.
Ingenua a pensare che non avrei avuto motivo per perdere il sorriso.
Sorriso. Siamo solo a Gennaio.
Sorriso. Mi sveglio nel mezzo della notte credendo di soffocare. Sono terrorizzata, potevo morire. Non è così, solo un attacco di panico, sarà lo stress per il super lavoro. Il lavoro mi rende infelice, mi toglie energia vitale. Una trappola che non posso mollare perché è già una fortuna averlo, questo lavoro “ottimo”. E’ già una fortuna pagare tutte le spese a fine mese. E’ già una fortuna riuscire a far fronte alle emergenze. Eh, già. Una vera fortuna svegliarsi di soprassalto credendo di stare per morire. Sorriso.
Sorriso. Simo ne ha combinata una grossa, e non è mai arrivato, ma è vivo. Sorriso.
Sorriso. Paolo ha tradito Chiara. Dopo una vita da coppia perfetta, che poi tanto perfetta mi sa che non era. L’ho vista, sta a pezzi. Non avrei mai pensato di poter provare così tanto dolore, mi ha detto. Ha perso 10 chili in due mesi e non ha ancora capito da che parte ricominciare… forse ricomincerà da lui. E’ amore? Sorriso.
Sorriso. “Ciao dimmi”.. “La zia ha fatto il controllo, pare sia un principio di Alzheimer”. Sorriso.
Sorriso. Marta ha perso il lavoro, non sa come fare col mutuo. Sorriso.
Sorriso. Quattro funerali, in gennaio. Sorriso.
Sorriso. “Ma quel tizio delle foto?”… “Ho passato il Capodanno da sola a piangere, poi ho mollato”. Sorriso.
Sorriso. “E quello con cui dovevi uscire martedì?”.. “Sparito”. Sorriso.
Sorriso. La nonna sta facendo le valige, lascia detto cosa dovremo fare, regala gli oggetti. Nel libro dicono che van lasciati fare. Devono mettere a posto le cose, e quando son certi di non avere più questioni irrisolte se ne vanno. Ne deve ancora mettere a posto molte, vorrebbe vedere il pronipote. Forse Elisa riesce a tenerla ancora qua per un po’. Sorriso.
Sorriso. La mia vita, come è oggi. Porta pure il carico che vuoi, ti cederò volentieri parte del mio. Si chiama condividere. Sorriso.
Sorriso. “Nel 2012 ci sarà la fine del mondo”… “E’ così terribile?”
Sorriso.
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Vecchio 03-04-2012, 00.26.22   #24
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La danza del fuoco

Ho passato buona parte della mia vita a cercare di capire gli altri. Da circa tre anni ho capito che prima di capire gli altri devo capire me.
Per capirmi, ho cercato di raggiungermi attraverso ciò che mi piace, ed ho preso ad interessarmi di arte terapia.
L’arte terapia mi affascina, combina quello che più amo splendidamente, in molti modi, e in molte discipline: dal disegno alla pittura, dalla danza al teatro, dalla musica alla fotografia.
Da circa sei mesi sto sperimentando la danza terapia. E’ stata una scelta indotta dal percepire che il mio corpo e la mia testa stavano “su due pianeti diversi”.
Mi hanno spiegato che talvolta a causa di traumi e/o shock più o meno intensi le emozioni si bloccano, in qualche parte di noi, e cominciano a far danno... E così le nostre ferite emotive diventano disagi fisici.
Ed in effetti era da un po’ che osservavo i blocchi e studiavo i legami.
Ad esempio, talvolta vorrei urlare. Ogni volta che vorrei urlare contro qualcuno ciò che penso, ma non lo faccio e fingo che vada tutto bene così… compare un herpes sul labbro. Potrei affermare che è una sorta di “vaff…” tatuato sulla mia faccia per circa una settimana.
Mesi fa, dopo un litigio furioso col mio capo in cui mi sentivo assolutamente nel giusto, ho detto che avrei fatto come voleva lui, visto che era il capo ma… la mia schiena si è bloccata e non potevo neppure alzarmi da letto, tanto forte era la fitta alla schiena. Durata circa dieci giorni, il tempo sufficiente a rendere inutile l’intervento che mi era stato richiesto. Questo nonostante le punture di antidolorifici in dosi da cavallo. Ed è lì che ho capito.
“Saranno state le difese immunitarie basse” insisteva mia madre. “Difese immunitarie basse un bel niente, io sono sana come un pesce, non ho mai avuto bisogno di un farmaco e non ho intenzione di iniziare a rovinarmi la salute adesso, per un lavoro che neppure mi piace.”
E così…
Introduzione al trauma work: i blocchi energetici sono emozioni non vissute, per scelta o per casualità, che stagnano nel nostro organismo impedendoci di stare bene. Si concentrano specialmente vicino alle articolazioni (certo, mi viene da pensare, mi sono talmente arrabbiata che ti avrei preso a calci, ma non l’ho fatto, quindi l’energia che avrei messo per sferrarti un pedatone è rimasta tutta nel ginocchio, che guarda un po’ adesso mi duole… sarà la troppa carica accumulata).
Vero o non vero ho creduto utile provare, e ho deciso di affidarmi alla danza movimento terapia.
Capire chi siamo, da come ci muoviamo… wow…
Questo succedeva un po’ di tempo fa.
Devo dire che mi ha portato risultati stupefacenti, in termini di riemersione di vissuti totalmente rimossi, e tutt’ora sono nel caos, che cerco di riordinare (dopo il caos, c’è il nuovo ordine, ho imparato).
Ci sono centinaia di studi sui ritmi e vibrazioni associati all’essere umano.
Ognuno di noi vibra su una frequenza prevalente, in relazione all’energia che lo domina, e per riequilibrare l’energia basta… la musica (giusta).
I tamburi caricano, gli archi elevano. E poi ci sono i suoni della natura…
Nella danza movimento terapia si susseguono esercizi di meditazione in movimento, di consapevolezza guidata, di ballo, di gioco di gruppo.
L’insegnante un po’ mi osserva ed un po’ mi interroga.
“Come ti senti con l’acqua?” “Alla grande, direi che è il mio elemento.”
“E con l’aria?” “Altrettanto bene, vivo la metà della mia vita totalmente scollegata dalla dimensione terrena, credo da sempre. E non mi dispiace.”
“La terra?” “Mi serve, riprendo il contatto col mondo, il mettere radici mi fa capire dove sono, e mi aiuta a starci”.
“E il fuoco? Ti ho osservata, e... non vedo il fuoco.”
(Rispondo lievemente stizzita) “Non vedi il fuoco?? Beh, ci credo che non vedi il fuoco, passo la metà della mia esistenza a nasconderlo e l’altra metà a controllarlo.”
“Sì, ma non c’è passione, quando balli, non si vede la passione” (mi viene istintivamente di rifugiarmi in commenti dal passato: “quando balli sei uno spettacolo” ma questo non mi aiuta a farmi passare la stizza - colpita e affondata? Grrrrrrr) … “La passione non la vedi perché la controllo, non so se hai presente cosa voglia dire sentire tutto al massimo, nel bene e nel male, è un po’ difficile da gestire nel quotidiano...”
“Sì infatti, il problema è l’integrazione, le emozioni vanno integrate, hai presente luce e ombra…”
Ci ho rimuginato su per un bel po’ continuando ad essere stra-arrabbiata, e offesa “Ma come non si vede il fuoco… ora vedi se lo vedi, faccio scoppiare un incendio…”
Insomma, ho rimesso insieme i pezzi, e questa rabbia continuava a non passare, poi abbiamo fatto una meditazione mirata… abbastanza tosta. Mi si chiedeva di immaginare di distruggere tutto ciò che mi faceva arrabbiare.
Alla fine, come al solito, le ho prese io. E’ uscita fuori una me arrabbiatissima con un’altra me che l’ha pestata di santa ragione.
Dopo mi sono ritrovata come Biancaneve, nella bara di cristallo, apparentemente morta, con tutti quelli contro cui avevo sfogato la rabbia a cercare senza successo di rianimarmi.
“Svegliati, dannazione, la meditazione sta per finire e tu non puoi rimanere morta in quella cavolo di bara”. Improvvisamente è apparsa a fianco alla bara un'altra me, vestita da Matrigna, con una bella mela rossa in mano. Ho aperto la bara e... mi sono data da mangiare la mela. E così Biancaneve si è svegliata mordendo la mela (consapevolezza) della Matrigna (consapevolezza della raggiunta integrazione?)
Mi sono alzata, ne è nato un abbraccio fusionale tra Biancaneve e la Matrigna, una serenità ritrovata e... la mia trasformazione in Cenerentola (cavoli, sembra di essere a Disneyland).
Vestita da Cenerentola ho scorto accanto a me un viso familiare, trasformato in Principe Azzurro per l’occasione, certo che vestiti così facevamo un po’ ridere. Gli ho porto la mano, e lui l’ha tenuta, eravamo seduti sul prato, a contemplare lo scorrere del fiume, al tramonto.
Seduti su un prato, vestiti come due cretini, mano nella mano, nel silenzio assoluto: “C’è un silenzio irreale qua, non trovi?”
“Sì, credo sia perché siamo dentro un libro”
“Mi spieghi perché continui a stazionare nei miei sogni in tenuta da principe se non sei destinato a far parte della mia vita?”
“Quando sarà il momento lo saprai”.
Il mio inconscio riemerso, così limpidamente traboccante di simboli mi ha quasi commosso.
La verità è che la danza terapia funziona, ha sciolto un sacco di nodi facendo riaffiorare vissuti ed emozioni sepolte.
Ho realizzato che saranno passati almeno dieci anni dall’ultima volta che ho chiesto aiuto a qualcuno in carne ed ossa. Ho passato gli ultimi dieci a non chiedere niente, per evitare di dovermi confrontare col non ricevere.
Ho capito che appoggiare la mia mano su quella del Principe, e sentire la stretta, mi fa sentire protetta.
La scorsa settimana abbiamo fatto un nuovo esercizio, con gli elastici.
Dovevamo in qualche modo annodarci l’un l’altro, osservando come ci sentivamo nell’essere legati.
Contrariamente ad ogni mia convinzione, e paura, nel legame mi sono sentita al sicuro: protetta e fiduciosa, lieta di essere lì, senza nessuna voglia di scappare. Senza nessuna voglia di guidare.
Semplicemente essere lì, a godere della realtà.
nevealsole is offline  
Vecchio 04-11-2012, 16.48.23   #25
oroboros
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Messaggi: 175
Riferimento: Acting life

Dubito che la recitazione implichi la perdita di controllo su di sé, credo che al contrario ci sia la necessità di mantenere un controllo attivo, in modo da impedire al proprio ego di immischiarsi nelle faccende che ha deciso di intraprendere il sé. Se così non fosse l'astrarsi avrebbe, come conseguenza, l'inutilità della recitazione.
oroboros is offline  

 



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