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Vecchio 28-06-2007, 10.33.57   #1
trismegistus
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Filosofia & Economia

La Filosofia è stata per molto tempo il filo conducente della vita morale, etica e giuridica della società.
Successivamente con il distacco e la specifizzazione delle varie discipline eese si sono allontanate sempre più dal loro filo conduttore filosofico.
A mio detto l'ultimo tentativo di imbrigliare le discipline socio-economiche (in particolare le economiche) sotto un sistema è stato nell'opera "Il Capitale" di Marx, ovviamente però il più grandee completo di tutti i sistemi è stato però quello di Hegel.
La società ha preso però differenti strade (non spetta a me dire se giuste o sbagliate) e attualmente ci ritroviamo in una società in cui il denaro e l'economia dominano rispetto alle altre discipline che in passato hanno più o meno esercitato una forte influenza sugli usi e costumi delle differenti società.
Ritengo (qualcono mi giudicherà stupido) che tali discipline non hanno "diritto" a tali posizioni, tanto per dare un esempio, esse riescono a rimanere nella loro posizione solo per il loro carattere corruttore e per il fatto che permettono di giungere facilmente al potere economico e anche quello polito-sociale.
Ne consegue che discipline magari meno legate a tali settori siano discriminate, esempio la Filosofia non ben vista a proposito proprio per la sua inutilità ed inutilizzazione al fine di ottenere guadagno e crescita di capitale; nel senso che le discipline filosofiche ricercano il puro sapere non per fini economico-pretici ma per il "gusto di farlo" senza che tali ricerche siano motivate da fini differenti rispetto al piacere.
Da tale situazione sono poi derivate vari apetti della società moderna, esempio la ricerca dell'uomo del facile guadagno in modo che esso possa inserirsi nella società, l'indifferenza e la stereotipizzazione di ciò che è contro o non produce denaro (data la nostra attuale situazione culturale anche ciò che non deriva direttamente dalla cultura anglo-americana del secondo dopoguerra), lo spirito del denaro e della monetarizzazione al punto che si possa parlare di un "Dio denaro" che ha molta più presa sulle coscienze rispetto un'etica religiosa più classica.
Gli esempi sarebbero poi molteplici, ma alla fine noi filosofici dovremmo domandarci: e noi che fine facciamo?
Questo sistema ci mal vede, ci stereotipizza, ci pregiudica e tiene in poca considerazione di quelli come noi o affini alla nostra situazione; basti esempio pensare alla ricerca scientifica che oltre vari ostacoli di diversa natura deve affrontare poblemi economici di differente natura, uno di questi il è fatto che molti progetti validi non vengano finanziati perchè o non sono utili a fine pratico (quindi atti a produrre capitale) oppure il guadagno che ne deriva è irrisorio o a lungo termine; da tale situazione appartiene esempio il settore della ricerca di fonti alternative di energia.
Mi chiedo quindi: noi ma noi filosofi che dobbiamo fare?
Forse spetta noi il compito di denunciare tale società la quale non ci vuole e in virtù di questo non ne siamo ancora succubi e che quindi non ci ha ancora ipnotizzati.
In virtù di questo noi dobbiamo reagire e giudicare; questo e quanto detto sopra è quello che propongo in questo mio J'accuse.

P.S.
A proposito sull'aromento dello spirito del denaro vorrei proporre il libro:

"Lo spirito del denaro e la liquidazione del mondo. Antropologia filosofica delle transazioni"

del professore Andrea Zhok del dipartimento di Filosofia dell'Università Statale di Milano, cito di seguito testualmente il giudizio di un lettore preso dal sito http://www.ibs.it :
Citazione:
Originalmente inviato da gianluca garreffa
Straordinario saggio di storia e filosofia della pratica monetaria che non esita a denunciare i rischi umani ed ecologici prodotti dall'inarrestabile inesorabile e irresistibile monetarizzazione del mondo.
Voto: 5 / 5


Ultima modifica di trismegistus : 28-06-2007 alle ore 15.16.18.
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Vecchio 29-06-2007, 08.17.33   #2
emmeci
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Riferimento: Filosofia & Economia

Ti ringrazio per avermi inviato personalmente il tuo messaggio con la nota sull’economia e i riflessi dannosi che l’esorbitante interesse per i valori economici, se non unicamente….monetari, produce sulla sopravvivenza della filosofia. (Antonio Baldini nel suo spiritoso dizionario citava il verso petrarchesco: “povera e nuda vai filosofia”, aggiungendo però l’altro verso: “dice la turba al vil guadagno intesa”). Mi sembra che una speranza viene però proprio da questo forum, dove affluiscono idee e personalità diverse, profili di giovani che salveranno e spargeranno il seme….
Mi pare di constatare (ma tu lo saprai meglio di me) che ciò che qui prevalentemente interessa sono temi che riguardano scienza e religione – pochi vanno oltre, e quindi capisco che tu abbia voluto puntualizzare separatamente un argomento come l’economia, che esce da questi registri. Però devo in parte deluderti: di economia mi sono occupato solo per quanto riguarda i grandi movimenti che incidono sulla cultura e la storia – dall’economia dei primitivi al liberalismo, marginalismo e naturalmente al marxismo: dell’economia nei suoi effetti concreti non ricordo che ciò che imparavamo ai miei tempi in liceo (si chiamava economia politica); poi, all’università milanese, non ricordo se qualche insegnante ne avesse trattato e in ogni modo Antonio Banfi, il luminare dell’epoca, aveva altri precipui interessi , essendo uno dei pochi maestri di filosofia che, in regime fascista e in una serra culturale sbarrata da Croce e Gentile, parlasse di fenomenologia, esistenzialismo, di Nietzsche e Kierkegaard (Sartre non era ancora apparso all’orizzonte dei media). Ma tutto questo è passato, per me, come un lampo d’inverno: l’inverno era la guerra che per cinque anni mi ha tolto agli studi e anche se mi ha concesso (chi sa per quale fortuna) di non sapere alla fine come usare un’arma, ha interrotto i miei rapporti col mondo della cultura, costringendomi a riguadagnarli faticosamente. Certo oggi tutto è diverso e voi avete davanti reali possibilità di coronare i vostri sogni di conoscenza e forse anche (economia permettendo) di materiali soddisfazioni.
Auguri trismegistos!
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Vecchio 29-06-2007, 10.35.46   #3
trismegistus
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Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Però devo in parte deluderti: di economia mi sono occupato solo per quanto riguarda i grandi movimenti che incidono sulla cultura e la storia – dall’economia dei primitivi al liberalismo, marginalismo e naturalmente al marxismo: dell’economia nei suoi effetti concreti non ricordo che ciò che imparavamo ai miei tempi in liceo (si chiamava economia politica); poi, all’università milanese, non ricordo se qualche insegnante ne avesse trattato e in ogni modo Antonio Banfi, il luminare dell’epoca, aveva altri precipui interessi , essendo uno dei pochi maestri di filosofia che, in regime fascista e in una serra culturale sbarrata da Croce e Gentile, parlasse di fenomenologia, esistenzialismo, di Nietzsche e Kierkegaard (Sartre non era ancora apparso all’orizzonte dei media).

Questa non è una delusione (anch'io tratto poco o per nulla l'economia dato che stusio Filosofia Teoretica) dato che è una prova che riconferma quanto ho detto, che economia, potere e politica sono delle "armi direzionali" contro il Sapere e la Filosofia, in quanto essendo scomodi a questi o li trascurano o cercano di dirigerli verso "canali chiusi" in modo che non esondino contro di loro (inteso verso politici ed economisti).

Ultima modifica di trismegistus : 29-06-2007 alle ore 11.30.13.
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Vecchio 02-07-2007, 15.26.00   #4
trismegistus
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Nel già citato libro di Zhok l'ultimo capitolo di qusto libro offre un'interessante relazione tra Uomo-Ambiente-Economia, ora si sa che l'economa non guarda in faccia nessuno, neppure l'ambiente.
Ora non sono un ambientalista, però vedere il Mondo sfruttato in questo modo non mi pare giusto per via di insignificanti "pezzi di carta" capaci di corrompere anche le menti più brillanti.
Ora dico che il Filosofo essendo più acuto e sensibile, rispetto agli altri esseri umani in relazione alle varie problematiche che gli si presentino, anche se esso è in stato di stasi o neutralità rispetto al mondo si dovrebbe sentire in un certo senso coinvolto per quel che riguarda l'ambiente naturale che lo circonda.
Certo è vero che l'universo delle astrazioni è il Bello, è immenso e glorioso però anche se ve ne siamo immersi non possiamo scinderci dal fatto che siamo immersi in una realtà fisica e che quindi l'ambente a noi cicostante va conservato così com noi lo abbiamo trovato, in perfetta e pura neutralità.
Ora Io sono un'aspirante Filosofo e non un Druido, per cui non faccio dell'ambientalismo ma tento di fare della filosofia; perciò penso che il Filosofo abbia il potere e la necessità di condizionare la vita Intellettuale (Razionale) e Sociale (quindi anche economica) dell'uomo, penso quindi che il Filosofo debba contrastare il pugno corrosivo dell'economia in virtù del fatto che essa economia non solo corrompe l'ambiente ma anche la mente stessa dell'uomo.

Ultima modifica di trismegistus : 02-07-2007 alle ore 18.56.37.
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Vecchio 03-07-2007, 19.12.34   #5
trismegistus
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Sopra hocitato i Druidi, i sacerdoti della natura, essi però rappresentano anche una particolare specie di filosofo, il filosofo della natura.
Con questo termine non intendo la classica Filosofia della Natura che sarà poi riconosciuta come il germe creatore della Fisica e delle altre Scienze Naturali ma una categoria di filosofi contemplanti il rapporto uomo-natura e la loro reciproca coesistenza.
In tale rapporto di delicato equilibrio però il fattore soldi e quindi economia, gioca il ruolo di forte sbilanciatore poichè questi implica una rottura del delicato equilibrio e il sopravvento dell'avidità umana che per il corruttore denaro distruggerebbe l'ambiente che lo circonda, fino a renderlo invivibile e mortale addiritture per sé stesso.
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Vecchio 05-07-2007, 14.32.36   #6
TheDruid
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Sentendo parlare di druidi mi sono sentito in causa.

Su questo argomento ci sarebbe da discutere per mesi, e amio riguardo è il nodo gordiano della decadence umana attuale, nietszcamente parlando.
E continuando sulla falsariga del filosofo, devo per forza esprimere certi miei "risultati" di mie riflessioni.
L'economia, in se, fino a certi storici punti non ha mai causato danni all'umanità, ma anzi maggior progresso che regresso, il punto focale invece è l'industrializzazzione, o come va di moda, il consumismo.
Io trovo in esso un movimento, ispirato, coscientemente o no, alla cristianità, la nostra è un economia cristiana, e purtroppo la sua espansione è arrivata anche dove il cristianesimo non è arrivato. Cercherò di esprimermi in punti:

1-La creazione del bisogno, è comune a entrambe, ed è alla base di entrambe.
2-La soddisfazione forzata del bisogno attraverso il creatore del bisogno stesso, è comune a entrambe.
3-La decadence dell'uomo che asseconda questo processo, è comune a entrambe( questa immagino sia più una mia opinione).

Il fatto che i filosofi perdono di influenza nella tessitura sociale, non è forse un elemento comune comune al cristianesimo? che ha sempre rinnegato le idee di questi "sensibili"?
Il dio-denaro, non va messo tra virgolette, esso è la parola giusta per chiamare, un credo(quello economico) che cerca di investirsi anche della funzione "redentrice" dello spirito dell'uomo moderno.
I risultati sul piano sociale si sono visti,(senza sulla mia amata natura), la sensibilità rinchiusa in una bruttura dell'immagine filosofica, il processo del potere deviato verso i comodi economici(trattato dal più grande druido moderno, Kaczynski). Il vero problema, forse è il "cardiogramma dell'umanità" che a mio parere perde colpi dall'inizio del secolo e prima.
Il fatto che il boom economico sia coinciso con l'ultima danza dionisiaca, forse potrebbe non essere una mera coincidenza, ma l'urlo di un umanità oppressa che sente il coltello affondare più in profondità....
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Vecchio 05-07-2007, 16.19.30   #7
trismegistus
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Concordo con TheDruid sul fatto che l'industrializzazione ed il consumismo siano il nodo gordiano della decadenza umana poichè essa è resa schiava di un dio-denaro i cui sacerdoti-economisti rendono schiava l'umanità al suo culto; come ogni religione tiranna essa condanna gli eretici alla derisione e all'emarginazione (volendo anche alla crocifissione), gli eretici moderni sono i Filosofi e tutti coloro che si pongono contro il loro sistema.
Perciò io ti chiedo o sacerdote della natura (TheDruid) perchè l'uomo dovrebbe inveire contro la ragione pura e la natura?
Perchè secondo te è ancora schiava dell'idolo-denaro?
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Vecchio 05-07-2007, 17.35.43   #8
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Caro trismegistus, rispondo alla tua domande puntualizzando la rozza rappresentazione della "mia" teoria che ho appena scritto.Quello dell'economia non è un nuovo regno ispirato, ma piuttosto un passaggio di fiaccola.

Ti sei accorto che ad aumentarsi del potere economico il potere religioso è diminuito incredibilmente? Molti danno il merito alla scienza moderna, ed è vero, il pensiero grazie alle nuove nozioni si è evoluto, ma chi l'ha portato? l'economia.
La grande scienza, spara dove gli dice l'economia, e molto spesso prende anche i preti.
Ora non è più la religione a cullare i malaticci e moribondi, ora è economia.
Anche se il sign.Rossi va in chiesa alla domenica, è veramente contento solo al lunedì perchè è arrivata la mensilità.
La domanda è... e ora ? cosa succederà a questi due importantissimi pilastri del sistema? Starne fuori, non basta...
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Vecchio 05-07-2007, 18.00.24   #9
TheDruid
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Scusa per la risposta fuori tema, ma ogni tanto ste cose mi prendono la mano, le vivo in modo abbastanza "morboso"
e mi capita di finire a parlare di altre cose.Questa è la tua risp corretta.


E il cristiamnesimo non è forse sempre stato un movimento a combattimento degli istinti naturali dell'uomo?
La ragione pura non è sempre stata la sua più grande paura?
Il fatto che poi si vada a toccare la natura anche fisicamente dal fatto che non vi è più rispetto per essa,
ma non nel senso comune, il fatto è che essa prima era chiamata Dio, per cercare un identità umana nel flusso
dell'infinita potenza creatrice della natura, perchè la natura simil-umana glorificava e testimoniava il predominio
che esso aveva appena cominciato ad avere su di essa(apparentemente).
Ora l'economia,ci da da bere, che con la stessa decisione con cui essa distrugge essa può ricreare, esso non
è assolutamente vero.L'uomo ha creato uno squilibrio enorme, ed esso si vede per chi è attento, ma non è alla vista
di tutti, non è scritto nei McDonalds.
E se l'uomo comune crede nel dio-denaro, è solo perchè non è stato educato ad essere forte, ad essere un simbolo
di volontà e potenza, ma un macabro verme da schiacciare(Qui tra l'altro entrebbe anche in campo il terzo pilastro
del sistema:L'istituzione).
prima uno e poi l'altro le associazioni a delinquere dell'uomo si passano la fiaccola, perchè esso non è abbastanza
forte, non conosce il suo istinto, e foraggia pure i suoi malfattori.
Sai cosa cè vicino a un ospedale? Le due cose più vicine?
Un prete che passeggia e le pompefunebri.Entrambi godono dei loro affari, che coincidono oimhè con la morte dell'uomo.


Come citazione ti lascio il santissimo Escrivà, fondatore dell'Opus Dei, che dichiara i suoi obbiettivi..

"viva consapevolezza della chiamata universale alla santità e all'apostolato nella vita quotidiana, in particolar modo nell'esercizio del lavoro professionale e SU UNA PRATICATA DI VITA ISPIRATA DA UN COSTANTE SPIRITO DI
MORTIFICAZIONE"

Potrebbe essere benissimo il motto della General Motors...
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Vecchio 05-07-2007, 19.54.58   #10
trismegistus
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Riferimento: Filosofia & Economia

Citazione:
Originalmente inviato da TheDruid
E il cristiamnesimo non è forse sempre stato un movimento a combattimento degli istinti naturali dell'uomo?
La ragione pura non è sempre stata la sua più grande paura?
Il fatto che poi si vada a toccare la natura anche fisicamente dal fatto che non vi è più rispetto per essa,
ma non nel senso comune, il fatto è che essa prima era chiamata Dio, per cercare un identità umana nel flusso
dell'infinita potenza creatrice della natura, perchè la natura simil-umana glorificava e testimoniava il predominio
che esso aveva appena cominciato ad avere su di essa(apparentemente).
Ora l'economia,ci da da bere, che con la stessa decisione con cui essa distrugge essa può ricreare, esso non
è assolutamente vero.L'uomo ha creato uno squilibrio enorme, ed esso si vede per chi è attento, ma non è alla vista
di tutti, non è scritto nei McDonalds.
E se l'uomo comune crede nel dio-denaro, è solo perchè non è stato educato ad essere forte, ad essere un simbolo
di volontà e potenza, ma un macabro verme da schiacciare(Qui tra l'altro entrebbe anche in campo il terzo pilastro
del sistema:L'istituzione).
prima uno e poi l'altro le associazioni a delinquere dell'uomo si passano la fiaccola, perchè esso non è abbastanza
forte, non conosce il suo istinto, e foraggia pure i suoi malfattori.

Cristianesimo a parte (forse il miglior avversario del Filosofo con la più generale religiosità) penso effettivamente che sia una questione di cultura ed educazione anche se non credo che McDonalds metterà mai nei suoi locali volantini di protezione ambientale; penso comunque che gli idoli prima o poi moriranno e che qualcuno, forse un pazzo o un fantomatico Drago, verrà a dire al mondo intero Dio-Denaro è morto, l'abbiamo ucciso noi!
Peccato però che gli idoli di natura feticcia (come se il denaro aveesse il pregio di una statuetta di un'idolo Incas o di una qualunque altra civilta!) siano i più duri a morire.

Dimenticavo:
Citazione:
Originalmente inviato da TheDruid
"viva consapevolezza della chiamata universale alla santità e all'apostolato nella vita quotidiana, in particolar modo nell'esercizio del lavoro professionale e SU UNA PRATICATA DI VITA ISPIRATA DA UN COSTANTE SPIRITO DI
MORTIFICAZIONE"

Effettivamente potrebbe adattarsi come motto della General Motors, anche se adesso però più che l'inquinamento dei motori è il potere corosivo del denaro e dell'avità che distruggono l'ambiente.
trismegistus is offline  

 



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