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Vecchio 26-04-2008, 20.55.11   #1
Socrate78
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-05-2007
Messaggi: 107
Il Male è solo una deficienza di Bene?

Spesso mi chiedo quale rapporto ci sia tra la realtà del Bene, con le sue varie espressioni di felicità, piacere, altruismo, ecc. e quella del Male, anch'esso estremamente vario e multiforme.
Apparentemente Bene e Male sembrano due realtà opposte ma allo stesso livello, quasi due forze che lottano nel sistema del mondo, senza che nessuna riesca mai definitivamente a prevalere.
Ma.... a riflettere bene la realtà mi appare diversa;infatti mentre il Bene mi sembra una realtà autonoma, ciò che chiamiamo Male in fin dei conti è il risultato di una mancanza di bene, un limite costitutivo presente nelle cose.
Il dolore fisico non esisterebbe, infatti, se il nostro corpo non fosse vulnerabile e fragile, allo stesso modo anche la sofferenza morale deriva da una nostra fragilità di fondo, un limite che alcuni filosofi (gli Stoici ) pensavano di poter addirittura annullare fino ad arrivare alla cosiddetta "Apathèia ", la mancanza di passioni.
Anche la malvagità dell'uomo può essere vista come la conseguenza di un'incapacità (quindi una deficienza dell'animo ) nel valutare ciò che veramente è importante, per cui si viola un bene più grande (la dignità umana,l'incolumità altrui, ecc. ) per ottenere un vantaggio in fin dei conti meschino.
Di conseguenza mi sembra di dedurre che il Male non è affatto allo stesso livello ontologico del Bene, ma è anzi una deficienza di Bene, un po' come il buio è assenza di luce.
Che cosa ne pensate di ques'analisi?
Socrate78 is offline  
Vecchio 27-04-2008, 07.45.40   #2
Noor
Ospite di se stesso
 
L'avatar di Noor
 
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Il grande limite di questo tipo di analisi è,secondo me,che sono sempre antropocentriche.
E allora bisogna sempre stabilire, che ci si riferisce ad un piano eminentemente umano e limitato dalla mente dualistica, che legge tutto per contrapposizione ,ed ove l'unica unità di misura è il corpo diviso tra piacere-dolore,vita e morte ecc.
In un quadro del genere non è difficile concludere cosa è bene e cosa male..
E se quindi ci rapportiamo unicamente alla visione del corpo come inizio e finitezza e facciamo coincidere il nostro essere ,identificandoci esattamente con quel corpo,non ci sono troppi ragionamenti da fare..
Ma noi siamo davvero quel corpo che nasce e che muore oppure ciò è solo una costruzione mentale?
Nei primi mesi di vita,quando ancora l’io non è strutturato ,il bambino si identifica con la madre,ma anche con tutto lo spazio che gli sta intorno:vi è una totale fusione con lo spazio circostante…
E se quindi si tornasse per un attimo a quella condizione senza io,ma stavolta con consapevolezza,cosa vedremmo,cosa saremmo?
Ora,tornando al tema,se ad esempio in questo “Viaggio” dentro noi stessi,che di solito ci fornisce la meditazione, scopriamo di essere “altro” da quel corpo (senza per questo negarlo o cercare di distaccarcene:sarebbe comunque un desiderio dell’ego) è chiaro che certe leggi che ci si è creati da sé,per “essere corpo” nello spazio e nel tempo, verranno totalmente sfalsate,perdendo consistenza e valore assoluto.
E forse qui allora comincia a nascere una “nuova Visione” del Bene assoluto a cui nulla si contrappone ,ed ove tutto è “ Suo Gioco” .Dicevo,ad esempio ad emmegi,che sentirsi consapevolmente parte di questo grande Gioco,è in fondo il Tao. Ma ci sono svariati modi per dirlo..
Noor is offline  
Vecchio 27-04-2008, 22.51.10   #3
Dasein
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-11-2007
Messaggi: 192
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Credo bisognerebbe meglio inquadrare cos'è il bene o il male. Nella maggior parte delle riflessioni su questo tema vedo una sostanziale ragione dalla parte di nietzsche: bene e male sono ciò che è più o meno utile per una nostra migliore sopravvivenza, e allora sono concezioni soggettive, nessuna delle quali può rivendicare uno status di assolutezza e valenza trascendentale. Per alcuni è bene fare sacrifici agli dei, per altri credere in un Dio che ci salva e ci scarica (alla domenica, gli altri giorni si pensa al dio denaro) la coscienza. Sono concetti strettamente legati ma se ne dovrebbe dare una definizione più profonda e meno contingente. E questa di nietzsche mi trova abbastanza concorde.
Dasein is offline  
Vecchio 28-04-2008, 08.06.39   #4
Noor
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Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Citazione:
Originalmente inviato da Dasein
bene e male sono ciò che è più o meno utile per una nostra migliore sopravvivenza, e allora sono concezioni soggettive, nessuna delle quali può rivendicare uno status di assolutezza e valenza trascendentale. Per alcuni è bene fare sacrifici agli dei, per altri credere in un Dio che ci salva e ci scarica (alla domenica, gli altri giorni si pensa al dio denaro) la coscienza. Sono concetti strettamente legati ma se ne dovrebbe dare una definizione più profonda e meno contingente. E questa di nietzsche mi trova abbastanza concorde.
Certo,se si fa coincidere Dio (persona) come Bene,inteso come "comodo" per la nostra contingenza personale..
non può che essere come dici tu.
Noor is offline  
Vecchio 28-04-2008, 14.38.24   #5
ornella
farabutta
 
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Data registrazione: 05-02-2008
Messaggi: 327
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Io credo che esista il concetto di Bene o Male Assoluto. Il problema è la nostra inconsapevolezza.
La domanda è, perchè esistiamo, viviamo, siamo? Le due estremità di una linea immaginaria delle scelte che possiamo fare nella Nostra vita si pongono su questa linea in relazione se ci avvicinano allo scopo ultimo, qualsiasi esso sia.
Alla nascita siamo completamente dipendenti da altri individui, sicuramente chi ci presta delle cure ci fa del Bene.
Prestare delle cure a chi non sopravviverebbe senza di Noi è quindi bene.
Uno scopo che darei per certo è soppravvivere, e riprodurci. Poi la cosa si fa più difficile.

Gandhi disse:

« È meglio essere violenti, se c'è violenza nei nostri cuori, piuttosto che indossare l'aureola della non violenza per coprire la debolezza. La violenza è sicuramente preferibile alla debolezza. C'è speranza per un uomo violento di diventare non violento. Non c'è questa speranza per i deboli. »


Gandhi insisteva spesso sulla distinzione tra la non-violenza del debole, che consiste nel subire passivamente e vigliaccamente l’oppressione o nell’opporsi a essa con la semplice “resistenza passiva”, e la non-violenza del forte: quest’ultima è il satyagraha, l’attiva e coraggiosa ribellione all’ingiustizia. Per lui i satyagrahi dovevano essere dediti anima e corpo alla causa rivoluzionaria. Gandhi non predicava la non-violenza come forma di passività e rassegnazione all’ingiustizia, perché assoggettarsi vigliaccamente all’oppressione significa annientare la propria umanità. Di fronte all'ingiustizia la via indicata dall'ahimsa è invece quella di lottare per la verità, facendo di tutto per cambiare ciò che è sbagliato (senza ricorrere alla violenza).


Esprime benissimo ciò che intendo, ovvero nella realtà, non è evidente ciò che è Bene o Male, ma c'è una scelta giusta e una sbagliata, ed è Nostra responsabilità comprenderlo. A mio avviso tutti i comportamenti distruttivi che mettiamo in atto contro Noi stessi o l'umanità si potrebbero considerare come una forma tumorale. Difficile è distinguere se ciò che facciamo è giusto o sbagliato, ma è a mio avviso doveroso chiederselo.
ornella is offline  
Vecchio 28-04-2008, 15.40.12   #6
Emanuelevero
Utente bannato
 
Data registrazione: 14-04-2008
Messaggi: 169
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Male come assenza di Bene?
E' una questione di livelli, per gli atomi cosa cambia se un uomo muore?
E in questo senso che va inteso quel concetto...

Pur non essendo in alcun modo un principio (manicheismo) esso esiste anche se non "è", appartiene cioè al divenire non all'essere.
Il male non è ma esiste e nei vari livelli di rappresentazione del mondo
ha valenze diverse.
Al nostro livello è quello che sappiamo il cristiano anche quello
evoluto che sa che il male è solo un'apparenza dell'Essere unico nel suo immenso divenire noi cristiani è chiamato a cooperare alla redenzione del mondo in questa rappresentazione a cui siamo destinati, anche se tutto finirà cmq in Dio alla fine dei tempi noi non crediamo a un determinismo che ci deresponsabilizza nè a un nirvana in cui evadere. E poi il male non è solo a un livello perchè tutta la natura geme in attesa del ritorno del Salvatore come dice S.Paolo in uno dei suoi passaggi più mistici.

Io credo all'esistenza di un immenso ciclo al cui termine
la sostanza unica, Dio, ha ottenuto più "energia", (amore in religione,
Amore è "a-mors" ciò che non muore, ciò che è morto è cio che non ha moto) di quanta ne avesse all'inizio. Dunque l'amore in Fisica si chiama energia propriamente detta. In Fisica quindi il male è l'attrito e l'entropia finale.
Recuperare più energia possibile è il compito
che ad ogni livello la creazione ha.
Noi dobbiamo fare il bene per aumentare il profitto finale.

Le ragioni di tutto ciò starebbero nella Metafisica della Sostanza unica.

Al nostro livello dobbiamo fare il nostro dovere
e il bene si esprime non tramite la libertà dell'individuo
ma nell'obbedienza alla nostra specie e alle sue forme
in particolare lo Stato. Un'idea molto hegeliana.

Quindi male e bene non sono assolutamente relativi
al nostro livello li possiamo conoscere tramite la religione
tradizionale che ogni popolo ha, religioni che sono in competizione
per il maggior profitto d'Amore.
E tramite lo Stato che è giusto nella misura in cui riflette
la Tradizione.
Emanuelevero is offline  
Vecchio 01-05-2008, 17.49.16   #7
emmeci
Ospite abituale
 
L'avatar di emmeci
 
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Mi pare che ogni ragionamento sul male e sul bene impostato nel forum finisce per sboccare nel problema: “esistono il male e il bene assoluto?”, cioè in una nuova versione dell’alternativa assoluto-relativo che ormai non ci lascia più in pace, tanto da generare in qualcuno una comprensibile stanchezza. Dunque mi limito ad esprimere un parere di fondo, mentre lascio ad altri di svolgere quel concetto di male come deficienza di bene che hanno affermato, da Agostino in poi, alcuni filosofi religiosi.
Se ritorno al primo principio della mia filosofia (la verità assoluta c’è anche se non so qual è) e lo allargo dalla sfera teorica a quella morale, mi sembra di dover dire che il bene assoluto c’è anche se non so definirlo ma solo cercare di attuarlo attraverso una scala illimitata di beni relativi. Perché il bene (così come d’altra parte il male) non possono rappresentare delle formule o dei vertici insormontabili. A noi è dato di annaspare nel relativo, tormentarci per il bene e a volte disperare di poterlo raggiungere mentre – sul fronte del male – non ci sono limiti all’immaginazione e alla spietatezza dell’uomo che sembra sempre pronto a precipitare in un abisso che non ha fine. Può darsi che questo sia consustanziale all’uomo, nonostante i milioni di anni trascorsi da quando si è staccato dal genoma animale, tanto da aver ispirato a Kant l’idea che sia in preda a un “male radicale”. Ma questo, forse, è pure una conseguenza del suo sviluppo storico, cioè di quel pensiero dell’infinito che progressivamente lo ha illuminato.
Sì, perché al suo tramonto la Grecia, che nella sua epoca d’oro aveva mostrato orrore dell’infinito (al quale Parmenide aveva chiuso gli occhi conducendo lo stesso Platone a imprigionare la mobilità della vita in splendide ma rigide idee, strette attorno a quell’idea del bene che come un sole le domina) fu influenzata – sulle ali delle religioni orientali - dalla forza misteriosa dell’infinito, e spinta ad aprirsi a nuove esperienze, a superare il formalismo dei suoi ideali e quel modello di sé che l’aveva sublimata ma anche arrestata. Ed è solo così che noi arriviamo a sostenere l’idea che, se non possiamo raggiungere l’assoluto, non ci possiamo esimere dal doverlo cercare non solo nella conoscenza, ma anche nel campo morale – tentare cioè di arrivare al bene attraverso i nostri dubbi, le nostre viltà, i nostri tormenti…. Così è nata l’Europa, e così ci sentiamo noi, mentre mi sembra di poter richiamare quanto ho scritto nell’argomento “Il principio d’Europa non è il cristianesimo”, ove ho cercato di definire che cosa per me identifica fondamentalmente l’Europa – in cui confluisce sì il cristianesimo, ma in quanto esso ha trasformato il fondamento greco che lo precedeva, aprendolo a un concetto dell’infinito in cui ogni epoca storica successiva avrebbe trovato la sua radice.
emmeci is offline  
Vecchio 01-05-2008, 21.06.42   #8
Emanuelevero
Utente bannato
 
Data registrazione: 14-04-2008
Messaggi: 169
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Se ritorno al primo principio della mia filosofia (la verità assoluta c’è anche se non so qual è)


Condivido il tuo principio.
Anche se abbiamo temperamenti diversi non diciamo cose molto diverse.

Che la verità assoluta esista conta non perchè sia dimostrabile o meno
(e in definitiva non conta quindi quanto ciò sia vero) conta perchè l'essere lo pone come requisito indispensabile del conoscere è quindi un atto di sincerità e la sincerità è un valore indispensabile.





Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
A noi è dato di annaspare nel relativo, tormentarci per il bene e a volte disperare di poterlo raggiungere mentre – sul fronte del male – non ci sono limiti all’immaginazione e alla spietatezza dell’uomo che sembra sempre pronto a precipitare in un abisso che non ha fine.


Esiste una mancanza di dualità nel rapporto bene-male che secondo me
è una prova che esiste la Sostanza unica.
Tu dici il bene sembra limitato, poco efficace, il male sembra senza fine
(certe notizie orrende su quel mostro austriaco sembrano confermarlo).
Altre prove di non dualità, il caldo arriva a gradi infiniti il freddo a - 270°


Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Può darsi che questo sia consustanziale all’uomo, nonostante i milioni di anni trascorsi da quando si è staccato dal genoma animale, tanto da aver ispirato a Kant l’idea che sia in preda a un “male radicale”.


E' stato calcolato rapportando i 3 miliardi di anni da cui è esistita la prima cellula all'uomo d'oggi che se la vita avesse un giorno
per quasi tutto il giorno sarebbe unicellulare o pochi batteri, diverse ore sarebbe pluricellulare, forme complesse, nell'ultima mezz'ora ci sarebbe
l'uomo e solo da pochi minuti sarebbe uscito dalle caverne.

Non ricordo perfettamente i passaggi ma il concetto è questo.
Un valore davvero molto limitato.

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci

Ma questo, forse, è pure una conseguenza del suo sviluppo storico, cioè di quel pensiero dell’infinito che progressivamente lo ha illuminato.
Sì, perché al suo tramonto la Grecia, che nella sua epoca d’oro aveva mostrato orrore dell’infinito (al quale Parmenide aveva chiuso gli occhi conducendo lo stesso Platone a imprigionare la mobilità della vita in splendide ma rigide idee, strette attorno a quell’idea del bene che come un sole le domina) fu influenzata – sulle ali delle religioni orientali - dalla forza misteriosa dell’infinito, e spinta ad aprirsi a nuove esperienze, a superare il formalismo dei suoi ideali e quel modello di sé che l’aveva sublimata ma anche arrestata. Ed è solo così che noi arriviamo a sostenere l’idea che, se non possiamo raggiungere l’assoluto, non ci possiamo esimere dal doverlo cercare non solo nella conoscenza, ma anche nel campo morale – tentare cioè di arrivare al bene attraverso i nostri dubbi, le nostre viltà, i nostri tormenti…. Così è nata l’Europa, e così ci sentiamo noi, mentre mi sembra di poter richiamare quanto ho scritto nell’argomento “Il principio d’Europa non è il cristianesimo”, ove ho cercato di definire che cosa per me identifica fondamentalmente l’Europa – in cui confluisce sì il cristianesimo, ma in quanto esso ha trasformato il fondamento greco che lo precedeva, aprendolo a un concetto dell’infinito in cui ogni epoca storica successiva avrebbe trovato la sua radice.


Condivido che il cristianesimo abbia raccolto e trasformato un'eredità classica. Ha una teologia che ha sublimato persino il politeismo.
I teologi stessi hanno riconosciuto platone, grandi madri, trinità
e resurrezioni varie di osiridi, di dionisio, come prefigurazioni.

E' l'uomo è un tutto e quando si afferma l'importanza del cristianesimo
non si vuole negare tutte le altre culture.

Non sono molti a condoividere questa visione aperta del cristianesimo.
Ma la colpa è di motivi prettamente politici.
Emanuelevero is offline  
Vecchio 02-05-2008, 19.29.24   #9
Majeroni
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Messaggi: 5
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Citazione:
Originalmente inviato da Emanuelevero
Esiste una mancanza di dualità nel rapporto bene-male che secondo me
è una prova che esiste la Sostanza unica.
Tu dici il bene sembra limitato, poco efficace, il male sembra senza fine
(certe notizie orrende su quel mostro austriaco sembrano confermarlo).
Altre prove di non dualità, il caldo arriva a gradi infiniti il freddo a - 270°

Non trovo questa mancanza di dualità.
Per dire che una cosa è duale di un'altra non dovresti prima definire delle differenze?
Se tra caldo e freddo non hai alcuna chance, men che meno le hai con la diminuzione dell'entropia universale. Poiché essa è impossibile in quest'epoca di allontanamento delle galassie.
Majeroni is offline  
Vecchio 02-05-2008, 20.02.05   #10
Noor
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Messaggi: 2,064
Riferimento: Il Male è solo una deficienza di Bene?

Credo che si stia facendo un pò di confusione..
La dualità che c'interessa la crea proprio la mente discriminatoria,il pensiero insomma,che non può che ragionar per opposti.
In particolare è quell'identità formulata dalla personalità che chiamiamo ego ,e che se ne appropria in una scala di valore discriminatorio, giudicando "bene " tutto ciò che lo conserva e non ne determina la sua "morte" (ci si aggrappa potentemente a contrastare questa illusoria paura ,in fondo) e rappresentando come male tutto ciò che voi si oppone.
Il male è in fondo una distorsione dell'ego,una sua proiezione e rappresentazione simbolica,ma che presenta "fisicamente" anche un certo "congelamento energetico"..
( e per non peccar di presunzione,aggiungo:"secondo me")
Noor is offline  

 



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