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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 04-03-2009, 08.33.19   #1
emmeci
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Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
Non esorcizzare la morte

Il tema mette in causa sia la religione sia la filosofia. La religione in quanto tende a strappare la morte al suo orrore e a farne addirittura uno strumento di grazia o comunque qualcosa che porta l’uomo all’eternità: la filosofia perché se essa è nata come un mezzo per sollevare l’uomo dal terrore dell’avvenire e dai pericoli che incombono su di lui – primo fra tutti il pericolo della morte – anch’essa si trasforma in uno spirituale e raffinato esorcismo. E gli antropologi ci possono ricordare le infinite varianti di questa operazione di cosmesi applicata alla morte, dai miti inventati per spiegarne l’origine ai riti per superare il trauma che essa provoca in una tribù trasformando i morti in benefici e talvolta malefici spiriti. Fino ad arrivare ai mirabolanti sforzi delle grandi religioni che inducono ad affrontare la morte con la certezza di una futura giustizia o di nuove avventure nell’aldilà, mentre la filosofia ammonisce a considerare la possente continuità della vita, capace di travolgere e ricreare ogni forma nella sovranità della storia. E se questo sa un po’ ancora di sogno o di lezione libresca, possiamo rivolgerci agli scienziati che, nella loro cristallina lucidità, ci dimostreranno che la morte è un fatto naturale, se non un mezzo che la natura ha adottato per dar vita all’evoluzione del cosmo….e con questo siamo veramente arrivati a un esorcismo da adulti: non fosse che in tal modo rischiamo sì di superare il terrore della morte ma anche l’affascinante mistero in essa racchiuso, e farci provare un po’ di delusione, non diversamente da ciò che può essere capitato agli spettatori ateniesi delle grandi tragedie, vedendo le Erinni trasformarsi poeticamente in Eumenidi, facendo sì svanire il terrore, ma anche il fascino di quel terribile evento. E allora godiamoci, finché possiamo, questo mistero, prima che la poesia della morte veramente svanisca ed essa diventi realtà.
emmeci is offline  
Vecchio 04-03-2009, 11.17.59   #2
LinJi
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Data registrazione: 18-04-2007
Messaggi: 16
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
possiamo rivolgerci agli scienziati che, nella loro cristallina lucidità, ci dimostreranno che la morte è un fatto naturale, se non un mezzo che la natura ha adottato per dar vita all’evoluzione del cosmo….e con questo siamo veramente arrivati a un esorcismo da adulti: non fosse che in tal modo rischiamo sì di superare il terrore della morte ma anche l’affascinante mistero in essa racchiuso, e farci provare un po’ di delusione

Non vedo come. Il semplice fatto che sia una cosa 'naturale', il che di per sé è abbastanza evidente, dovrebbe far svanire il mistero (e con esso la paura)? L'autocoscienza, di fronte alla morte così come la si può osservare, si ribella all'idea del proprio annullamento. É come se qualcosa in essa sapesse con certezza che è impossibile che l'elemento autocosciente scompaia. Questo cozza con ciò che si osserva: il corpo smette di vivere e di interagire. Tutto ciò, per quanto naturale, resterà sempre un mistero. E la mente continuerà a immaginare un elemento immortale di sé, e a chiedersi cosa percepirà (e -come- percepirà) 'dopo' lo 'spegnimento' del corpo. E magari anche a rispondersi che l'emento immortale non c'è, che anche quell'autocoscienza che istintivamente si ribella all'idea di annullamento alla fine si annullerà, e che tutto (di sé stessi) cesserà di percepire alcunché, ma questa risposta, in quanto puramente ipotetica, a sua volta non fa diminuire minimamente né il mistero né la paura.
LinJi is offline  
Vecchio 04-03-2009, 14.38.13   #3
emmeci
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Il motto stesso che tu hai scelto, LinJi, dovrebbe dissolvere quell’aura di mistero che circonda la morte e che forse è soltanto l’ultimo esorcismo che ce la può rendere meno terribile. Ultimo? Forse l’ultimo esorcismo sta nel pensare che la morte sia soltanto un simbolo, anche se non sappiamo di che cosa, e se la realtà è il paradiso o l’inferno.
Per intanto mi basterebbe sapere perché la morte assume sempre un’ambigua figura, cioè una figura positiva e negativa: perché, insomma, se estinguendo una vita si spengono tutte le possibilità che un essere ha di arrivare alla verità e al bene, cioè a quell’assoluto di cui sembra andare in cerca fin dalla nascita, e quindi è un mortale peccato, la morte può apparire anche come una grazia - la sola, certo, che può cancellare il dolore e il destino di essere nati con l’unico scopo di arrivare alla fine.
Naturalmente può darsi che tu sii dotato di una vera fede e credi che tutto questo affannarsi intorno alla morte sia un frutto dell’ignoranza di fronte a ciò che ci è stato rivelato e promesso se obbediamo a una chiesa…Ma io resto al tuo richiamo di guardare ciò che è e non ciò che vorremmo che fosse, e allora è come se fossimo generati da qualcuno che ha bisogno, come Zeus, di vapori di grasso e di innumerevoli corpi stesi ad aspettare il colpo di grazia.
Colpo di grazia? Sì, perché proprio questa espressione raccoglie in un unico nodo non solo ciò che martiri e santi hanno indicato come prova della bontà divina, ma l’ambiguità ironica della morte, che se la infliggi violi un comandamento assoluto, e se la ricevi è un mezzo di purificazione e un olocausto al signore.
(E con questo finisco, non volendo lasciarmi afferrare dalle spire sataniche dell'eutanasia).
emmeci is offline  
Vecchio 09-03-2009, 18.32.17   #4
Ermione44
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 02-03-2009
Messaggi: 1
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Salve a tutti, aggiungo qualche considerazione.
Lasciando da parte le mie convinzioni personali, che sicuramente sono dettate sia dalla mia indole che dalle mie esperienze vissute, mi sento vicina razionalmente alla legge di Lavoisier anche per quanto riguarda l'argomento filosofico. Credo cioè che veramente niente si crei e niente si distrugga in questo universo, e quindi neanche la nostra anima nè il nostro corpo.
Per il corpo è facile immaginare come avvenga; per l'anima un po' meno, ma comunque non è impossibile che il tutto avvenga anche se con mezzi diversi, ma analoghi.
E' certo che questo implichi un postulato di fondo, e cioè che la Realtà non sia solo quella che vediamo e tocchiamo con le mani corporali, ma anche quella che non si vede ma dà dimostrazione di sè in modi diversi, e che forse è lasciata volutamente ed indispensabilmente al proprio sentire.
Un campo in cui la ragione tace e lascia un po' di spazio a qualcosa che lei stessa sa di non poter schematizzare.
Ermione44 is offline  
Vecchio 09-03-2009, 20.17.32   #5
Marius
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Su questo tema il cristianesimo pone una questione del tutto originale rispetto ad altre religioni e, cioe', la persistenza dell'identità corporea, oltre che spirituale, dopo la morte. In effetti, a pensarci bene, è difficile pensare il proprio se distinto dal corpo in quanto è fondamentalmente l'esperienza sensoriale che "costruisce" un'identità autoreferente. D'altronde senza un se' potenziale, l'esperienza sensoriale andrebbe dispersa in semplici riflessi vegetativi. Il corpo, tuttavia, si corrompe e, alla fine, si disfa....Di cio' abbiamo prova tangibile...Non sappiamo con certezza cosa succede al se e alla memoria delle sue esperienze...

Puo' esservi un se senza un corpo ?
Marius is offline  
Vecchio 10-03-2009, 08.37.45   #6
emmeci
Ospite abituale
 
L'avatar di emmeci
 
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Una volta ho detto, in questo stesso forum, che l’onnipotente è il desiderio, che ci fa credere in quello che vorremmo che fosse piuttosto che in quello che è: ed è ciò che si manifesta nel modo più evidente di fronte alla morte, che gli altri animali neppure comprendono, forse non temono e alla fine subiscono, mentre l’uomo pensa alla morte, sa che c’è un buco nero davanti a lui….Del resto la filosofia è nata – si dice – proprio per esorcizzare la morte, elevando una specie di barriera davanti ad essa. Io non sono d’accordo su questa interpretazione della filosofia, che preferisco credere nata non dal terrore ma dal bisogno di conoscere la verità, costi quello che costi, cioè abbattendo tutti i mezzi che l’uomo ha inventato per esorcizzare la morte – in poche parole, tutte le fantasie e le leggende che mitologia e religione hanno ispirato dall’epoca paleolitica ad oggi per rendere meno duro il trapasso e quindi ottenere proprio quell'eutanasia vituperata dai buoni credenti. Si dirà che basta la fede a far sognare un mondo migliore di questo, ed è vero, ma a costo di tradire la verità cioè di compensare quel sogno di un mondo migliore di quello che la natura ci ha dato con la chiusura dei nostri sensi e della nostra ragione, fornendoci un’eternità fittizia, una specie di divina commedia al posto di una divina tragedia. Che sta nel fatto che a ognuno è data almeno una volta l’occasione di dimostrare quello che vale, e se ha la forza di vincere le illusioni e andare incontro alla verità.
Del resto, chi è da ritenere più onesto e più coraggioso – colui che sa che il suo atto sarà premiato in cielo o colui che opera bene anche se sa che nessuno lo saprà mai ed egli avrà la stessa sorte del malvagio, la morte? Mi pare – per essere giusti e non passare per eretici o libertini - che almeno in qualche punto i Vangeli dicano proprio questo.
emmeci is offline  
Vecchio 10-03-2009, 15.13.14   #7
Anakreon
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
Negazioni ed astensioni.

Caro Mario,

domandi:

"Puo' esservi un sé senza un corpo ?".


E' difficile negare che noi abbiamo sempre e solo esperienza di corpi animati o se, si preferisce, d'anime incorporate:
se mai sopravviva l'anima nostra o lo spirito o l'intelletto o qualche cosa di noi, che abbia coscienza di ciò, che siamo stati innanzi che moriamo; nessuno fino ad oggi consta n'abbia data altra dimostrazione, che allucinazioni sognanti o congetture incerte, fondate sulle nostre speranze e sui nostri timori.

E' ben vero che nessuna prova contraria è possibile dare; ma, perciò che, senza dimostrazione certa, in qualsiasi allucinazione possiamo essere irretiti, a me pare più prudente od inclinare alla negazione che alcunché di noi sopravviva cosciente, dopo la morte, ovvero, al meno, astenersi dal giudizio.

Anakreon.
Anakreon is offline  
Vecchio 10-03-2009, 16.52.58   #8
Marius
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
....Del resto, chi è da ritenere più onesto e più coraggioso – colui che sa che il suo atto sarà premiato in cielo o colui che opera bene anche se sa che nessuno lo saprà mai ed egli avrà la stessa sorte del malvagio, la morte?.....

La domanda è retorica, ma ritengo ugualmente utile sottolineare l'eroismo dell'uomo che opera per il bene certo di non averne alcun ritorno.
Forse anche per questo non ci è dato conoscere, se non per fede, alcun segno di una vita ultraterrena.
Marius is offline  
Vecchio 10-03-2009, 19.11.05   #9
Giorgiosan
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Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Citazione:
Originalmente inviato da Marius
Su questo tema il cristianesimo pone una questione del tutto originale rispetto ad altre religioni e, cioe', la persistenza dell'identità corporea, oltre che spirituale, dopo la morte. In effetti, a pensarci bene, è difficile pensare il proprio se distinto dal corpo in quanto è fondamentalmente l'esperienza sensoriale che "costruisce" un'identità autoreferente. D'altronde senza un se' potenziale, l'esperienza sensoriale andrebbe dispersa in semplici riflessi vegetativi. Il corpo, tuttavia, si corrompe e, alla fine, si disfa....Di cio' abbiamo prova tangibile...Non sappiamo con certezza cosa succede al se e alla memoria delle sue esperienze...

Puo' esservi un se senza un corpo ?

Sono d'accordo.
Senza corpo non siamo e ciò che siamo lo siamo anche per il corpo.
Se si supera l'ingiustificato disprezzo per il corpo appare persino ovvio.

Un corpo non più biologico, comunque sia la sua "natura" , sarà un corpo, vale a dire identificabile in qualche modo con il corpo biologico perduto.

Ci sono state mentalità diverse da quella greca e, si può senz'altro dire, più umili della mentalità greca che hanno saputo cogliere meglio questo misterioso aspetto della vita.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 14-03-2009, 13.05.04   #10
Alék
alék
 
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Data registrazione: 28-03-2007
Messaggi: 23
Riferimento: Non esorcizzare la morte

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Sono d'accordo.
Senza corpo non siamo e ciò che siamo lo siamo anche per il corpo.
Se si supera l'ingiustificato disprezzo per il corpo appare persino ovvio.


... senza corpo non siamo? allora non credi in uno spirito che ti dia un'identità ? si pensa che noi abbiamo un corpo con un'anima, ma mai il contrario.
se io abito in una casa, io non sono la casa. e i senza tetto hanno un'identità.
Alék is offline  

 



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