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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 03-05-2009, 14.09.46   #1
Il_Dubbio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
Cos'è una domanda?

IL ciclo delle domande è all'epilogo, domandarsi perfino cos'è una domanda lascerebbe tutti sbigottiti, me compreso.
Purtroppo dietro o dentro una domanda vi è un'altra domanda, poi un'altra ancora e così via.
Alla fine non possiamo che chiederci cosa sia una domanda.

Prima di ogni cosa si può dire che una domanda contiene una risposta (positiva o negativa).

Nel guscio interno, ovviamente, vi è la risposta, mentre il perimetro esterno è la domanda.
Per farmi capire uso spesso immagini che tutti possono evocare, spero però che oltre all'immagine si riesca anche ad evocare la simbologia che applico.

Il perimetro rappresenta la domanda!

Esso non ha uno spessore, lo spessore lo ha la risposta,
se la domanda-perimetro non ha risposta, non avremo alcun spessore.

I sostenitori dell'oggettività del mondo esterno pensano che le domande siano state costruite nell'alto periodo evolutivo, pressapoco con la nascita dell'uomo. Pensate come analogia agli anelli di un albero, più anelli ha e più è adulto.
Si pensa che l'ultimo anello nato in quest'albero genealogico abbia contenuto anche la domanda.
Questa corteccia non ha spessore poiché il contenuto è tutto all'interno o (al massimo) all'esterno ove si pone la risposta.

Una domanda non ha mai ammazzato nessuno, si dice, ma non può nemmeno essere ammazzato perché pur essendo un confine essa non ha spessore. E' un limite senza confine.

Ipotizziamo un paio di domande: esistono i lupi vegetariani?

Qualcuno potrebbe dire che non vi è risposta (vero o falsa), quindi la domanda non ha alcun spessore.

Altra domanda: esistono le balene?

Questa ha una domanda con spessore, la domanda-perimetro contiene una risposta. La domanda però continua a rimanere senza spessore.

Così mi sono chiesto se è possibile dare spessore ad una domanda...

Per cui: ammettendo che le balene esistano in che modo esiste una domanda sulle balene?

p.s.
sperando di non farvi ammattire più di tanto , pensate che questa domanda non ha spessore, contenga o meno una risposta, essa sembra non esistere...
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 04-05-2009, 19.48.49   #2
Crono80
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
Riferimento: Cos'è una domanda?

hai badato bene a non cadere nei secolari giochi dialettici autoreferenziali, distinguendo piano sintattico da quello semantico chiamando domanda il contenitore (perimetro) che puo' portare o meno ad un contenuto (la risposta).

stando così le cose si puo' dire che è sensato chiedersi cosa sia una domanda (contingentemente è ovvio, ma anche in via generale e astratta) basta appunto definire come essa funziona e che peculiarità presenta invariabilmente.

non ho capito bene la frase secondo cui essa sarebbe un "LIMITE SENZA CONFINE".

comunque proseguendo per questa via secondo me non possiamo non rifarci a Popper: una domanda (implicitamente la sua proposizione-risposta, celata in essa, da vagliare) ha senso (e già qui siamo spinti a dire che "senso" non è ogni velleità mentale ma è cio' - per stare sul terreno sicuro , dato che l'esperienza insegna! - che è fattuale) se è falsificabile.

se non lo è, resta comunque aperta la possibilità che si finisca a parlare di questioni di gusto e come tali indirimibili alla luce dei soli fatti.


cmq qsto argomento è intimamente collegato a quello sulla natura della conoscenza dato che essa si perpetua per domande.

la domanda è la sintesi stessa dell'atto conoscitivo nel suo senso così nobile e stupefacente che è quello a cui è portato l'intelletto umano:
in essa vi è un'ipotesi (ricavata dai fatti), una costruzione di un modo possibile in cui le cose vanno data l'ipotesi e ... appunto il senso critico che vuole vagliare l'ipotesi e che si interroga, non accontentandosi della prima istanza percettiva ma elaborandola.
Crono80 is offline  
Vecchio 04-05-2009, 23.03.45   #3
S.B.
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Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
Riferimento: Cos'è una domanda?

Bella domanda!

"Esistono le balene?": questo enunciato non esprime forse la stessa proposizione di "Le balene esistono. Voglio che tu confermi o infirmi questa proposizione."?

Forse ci facciamo ingannare dal segno "?" e dal tono di voce che convenzionalmente accompagnano le domande, mentre in realtà potremmo benissimo esprimerle come un enunciato apofantico, dichiarativo, accompagnato da un'esortazione ad attribuirgli un valore di verità o ad un'ammisione della propria ignoranza su quel valore di verità.

Del resto forse questo spiega domande simili a queste, ma non altre come "Perchè?", almeno apparentemente.


Ma per Popper, forse ricordo male, la falsificabilità non era solo criterio di scientificità? Non mi sembrava fosse anche di sensatezza, ma potrei sbagliarmi.
S.B. is offline  
Vecchio 04-05-2009, 23.34.53   #4
Il_Dubbio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
Riferimento: Cos'è una domanda?

Citazione:
Originalmente inviato da Crono80
cmq qsto argomento è intimamente collegato a quello sulla natura della conoscenza dato che essa si perpetua per domande

Certo, è collegato (per me è tutto collegato, ma essendo un forum con argomenti selezionati è giusto tentare una divisione...), ma è possibile scollegarlo in un modo: diremo che la conoscenza è la risposta. Se il punto focale di quell'argomento è la conoscenza e quindi si parla in qualche modo di risposte anche giustificate, la domanda rimaneva fuori. Quindi parliamone

Io partirei dal supporre che le domande siano giustificate se all'interno vi sono le risposte; esistono tuttavia anche domande che sembrano non essere giustificate perché non vi sono risposte possibili. Ciò che noto è che non solo nel secondo ma anche nel primo caso, le domande rimangono non contemplate nelle risposte; nel primo caso infatti parlaremo di una risposta oggettiva che non ha bisogno di una domanda per essere oggettiva. ( e quel punto non si capisce di cosa sia fatta questa domanda).
Mentre, nelle domande senza risposte (quelle assurde per esempio), la domanda perde di qualsiasi significato, ma pur non avendo nulla di oggettivo, che le giustifichi, esistono in qualche modo.
Quindi la domanda sembra nascere dal nulla, poiché nel primo caso la risposta è oggettiva ed è tutta interna all'anello (ricordiamoci l'esempio fatto all'inizio) e non ha bisogno di una domanda per esistere; nel secondo caso, non essendoci nemmeno una risposta, la domanda, a maggior ragione, diventa non solo inutile ma assurda (assurda che esistano).
Nel primo caso, quindi, la risposta dovrebbe sommare tutto l'anello comprensivo di domanda, che però è inutile,ovvero non aggiunge nulla alla risposta.
Lo spessore della domanda quindi è invisibile,praticamente inesistente.
Ecco perché la domanda diventa il limite invisibile di una risposta. Non è nemmeno un confine e per confine intendo tipo steccato, muro o semplicemente perimetro, come l'ho chiamato.

La domanda, nonostante tutto, sembra, in mano agli uomini, lo strumento per arrivare alla conoscenza, però non sembra interna alla conoscenza!
E' un anello tanto sottile che possiamo supporre invisibile. Tanto invisibile da farci supporre che se esse (domande-anelli) non fossero mai esistite, non sarebbe successo nulla alle risposte.
Io trovo che la conseguenza di tutto questo ragionamento sia che le domande non nascono dalle (o nelle) risposte, ovvero non nascono dal (o nel) mondo oggettivo ...quindi un uomo è sì un uomo fisicamente parlando e la risposta oggettiva sull'uomo è interna all'uomo; la domanda invece, che nasce dall'uomo, non è da cercare nell'oggetto uomo.

Perché ho detto, quindi, che sembra un limite senza confine? Perché oltre la risposta non sembra debba esserci contenuto altro, tanto meno una domanda.
O che vi sia una risposta, reale, e la conoscenza sarebbe oggettivamente ciò che è reale, o che non vi sia risposta, la domanda non trova posto oggettivo. Sembra un ennesimo anello... mancante!

Se trovate qualche neuroscienziato che vi sa dire che forma e che consistenza ha una domanda nel nostro cervello, allora cambierò idea su quello che fin qui ho espresso. Sempre che qualcuno riesca a farmi cambiare idea prima, modificando il ragionamento espresso in modo che la domanda assuma una compatibilità con la realtà oggettiva, che a quel punto deve sforzarsi anche di spiegare cos'è una domanda.

Spero di non aver confuso ancora maggiormente le idee a qualcuno
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 05-05-2009, 10.11.35   #5
Crono80
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
Riferimento: Cos'è una domanda?

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
...la domanda sembra nascere dal nulla,

...Lo spessore della domanda quindi è invisibile,praticamente inesistente.
Ecco perché la domanda diventa il limite invisibile di una risposta.

La domanda, nonostante tutto, sembra, in mano agli uomini, lo strumento per arrivare alla conoscenza, però non sembra interna alla conoscenza!
E' un anello tanto sottile che possiamo supporre invisibile. Tanto invisibile da farci supporre che se esse (domande-anelli) non fossero mai esistite, non sarebbe successo nulla alle risposte.

di certo lo spirito della domanda resta un qualcosa che trascende i fatti in sè, ma forse non è totalmente esterna alla conoscenza.
E' esterna come cogli lucidamente tu (e sn daccordo) all'oggetto della conoscenza, ma essa è parte della conoscenza (di quella cosa sfuggevole che ci spinge ai perchè delle cose) ed è per questo forse che la stessa definizione di conoscenza è cosi problematica e travalica sempre i limiti descrittivi che vogliono imbrigliarla.


Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Io trovo che la conseguenza di tutto questo ragionamento sia che le domande non nascono dalle (o nelle) risposte, ovvero non nascono dal (o nel) mondo oggettivo ...quindi un uomo è sì un uomo fisicamente parlando e la risposta oggettiva sull'uomo è interna all'uomo; la domanda invece, che nasce dall'uomo, non è da cercare nell'oggetto uomo.

Perché ho detto, quindi, che sembra un limite senza confine? Perché oltre la risposta non sembra debba esserci contenuto altro, tanto meno una domanda.
O che vi sia una risposta, reale, e la conoscenza sarebbe oggettivamente ciò che è reale, o che non vi sia risposta, la domanda non trova posto oggettivo. Sembra un ennesimo anello... mancante!


....

appunto sembra l'ennesimo quid che trascende le cose, tipico di noi uomini, che quindi inerisce e da senso alla conoscenza.
Non c'è domanda senza che vi sia prima un significato (presunto, reale, contraddittorio che sia).
Crono80 is offline  
Vecchio 05-05-2009, 13.04.48   #6
Giorgiosan
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Messaggi: 2,009
Riferimento: una carenza di essere.

Il desiderio insoddisfatto ha il suo esito intellettuale nella domanda.

I desideri, di qualsiasi ordine siano, si riferiscono alla mancanza dell'oggetto a cui è rivolto l'appetito, e l'appetito è l'aspirazione di ogni essere umano, anzi di ogni essere vivente, verso il suo fine contingente o verso un più ampio orizzonte.

La domanda è la manifestazione simbolica di un bisogno, di una carenza, di un desiderio ed è causata da una mancanza di essere.

Per Spinoza il desiderio è la tristezza che riguarda la mancanza della cosa che amiamo, quindi la domanda, che è il corrispondente simbolico del desiderio, riguarda l'amore insoddisfatto.

Credo che il piccolino che sugge il latte dal seno materno sia un esempio di amore soddisfatto, ha tutto quello che desidera, non ha richieste, non ha domande....almeno credo.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 05-05-2009, 22.07.13   #7
S.B.
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Messaggi: 486
Riferimento: Cos'è una domanda?

Citazione:
Io partirei dal supporre che le domande siano giustificate se all'interno vi sono le risposte; esistono tuttavia anche domande che sembrano non essere giustificate perché non vi sono risposte possibili. Ciò che noto è che non solo nel secondo ma anche nel primo caso, le domande rimangono non contemplate nelle risposte; nel primo caso infatti parlaremo di una risposta oggettiva che non ha bisogno di una domanda per essere oggettiva. ( e quel punto non si capisce di cosa sia fatta questa domanda).
Mentre, nelle domande senza risposte (quelle assurde per esempio), la domanda perde di qualsiasi significato, ma pur non avendo nulla di oggettivo, che le giustifichi, esistono in qualche modo.

Cosa significa "una risposta oggettiva che non ha bisogno di una domanda per essere oggettiva"?
Io posso dire "La mela e sul tavolo" e qualcun altro può chiedermi "Dov'è la mela?E' forse sul tavolo?".

Secondo me stai cadendo in un tranello, uno dei tanti tranelli, della filosofia. Quello di innamorarsi di un'analogia, come la tua dell'anello, che non è necessariamente giusta, e poi da questo mito dedurre conseguenze e problemi che si staccano completamente dalla pratica. Come ha spiegato magnificamente il secondo Wittgenstein.

Citazione:
Prima di ogni cosa si può dire che una domanda contiene una risposta (positiva o negativa).

Nel guscio interno, ovviamente, vi è la risposta, mentre il perimetro esterno è la domanda.
Per farmi capire uso spesso immagini che tutti possono evocare, spero però che oltre all'immagine si riesca anche ad evocare la simbologia che applico.

Il perimetro rappresenta la domanda!

Esso non ha uno spessore, lo spessore lo ha la risposta,
se la domanda-perimetro non ha risposta, non avremo alcun spessore.

Questa immagine è del tutto arbitraria. Perchè la risposta dovrebbe avere più "consistenza" della domanda? Non è forse il linguaggio ugualmente problematico? Ma poi, non ci sono domande con più risposte? Ad esempio: "Per chi hai votato?" cambia rispetto ad ogni interlocutore. Perchè poi non dovrei interpretare una domanda, come ho proposto nell'altro intervento nei termini di un'affermazione+un'esortazione a confermarla?

"C'è il quadrato con tre lati?" non è forse altrettanto problematica di "Esiste un quadrato con tre lati." ?

Le domande fanno evidentemente parte della funzione performativa del linguaggio e analizzarle dimenticando la loro funzione mi sembra del tutto fuorviante.
S.B. is offline  
Vecchio 06-05-2009, 11.16.56   #8
Il_Dubbio
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Messaggi: 1,706
Riferimento: Cos'è una domanda?

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Cosa significa "una risposta oggettiva che non ha bisogno di una domanda per essere oggettiva"?

Te lo spiego più avanti... anche se l'ho già spiegato al meglio delle mie possibilità, ma ci ritenterò


Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Secondo me stai cadendo in un tranello, uno dei tanti tranelli, della filosofia. Quello di innamorarsi di un'analogia, come la tua dell'anello, che non è necessariamente giusta, e poi da questo mito dedurre conseguenze e problemi che si staccano completamente dalla pratica.

Come ho detto all'inizio (puoi rileggerlo) è solo un'immagine simbolica, una che ho preso a caso, potevo prendere un numero invece di un anello, ma il numero essendo solo un simbolo senza immagine è piu difficile,appunto, da immaginare. Quindi se ti va bene prendi un numero. La risposta potrebbe quindi essere 1 e la domanda 0. Ora domandati, quante volte va lo zero nell'1? L'1 ha bisogno dello zero per esistere o si regge da solo?

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
non ci sono domande con più risposte? Ad esempio: "Per chi hai votato?" cambia rispetto ad ogni interlocutore.

Le domande le ho divise per semplicità in due tronconi, quelle che hanno una risposta (anche se non la si conosce) e quelle che non hanno risposta (anche se si pensa che ne abbia una).
Nel tuo esempio non vedo una contraddizione con la mia definizione. Possono anche esserci domande retoriche, dove la risposta è già assicurata, o domande generiche che hanno più risposte. C'è sempre la divisione tra un fatto oggettivo (come viene chiamato), ovvero la risposta a domande generiche, selettive, retoriche ecc., e la domanda in quanto tale. Essa non ha nulla a che vedere con la risposta, è sempre un numero (perché lo zero è sempre un numero) ma non contemplato nella quantità della risposta (come lo zero che non è contemplato nell'1).
Qui si accenderebbe una diaspora matematica, ben venga... io ho tentato di dare immagine e sostanza alle cose, mentre i numeri non hanno sostanza, e lo zero (che vuol dire assenza, inconsistenza, nullità ecc) è ancor più inconsistente. Quindi credo possa anche andar bene come simbolismo da scegliere l'importante che qualcuno non mi venga a dire che matematicamente nell'1 è contemplato lo zero.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Perchè la risposta dovrebbe avere più "consistenza" della domanda? Non è forse il linguaggio ugualmente problematico?

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Le domande fanno evidentemente parte della funzione performativa del linguaggio e analizzarle dimenticando la loro funzione mi sembra del tutto fuorviante

Dovresti essere più specifico e dare più consistenza alla tua proposta. Che vuol dire che il linguaggio è ugualmente problematico?
Molti autori attribuiscono al linguaggio e al simbolismo la causa della, chiamiamola così, dialettica fra gli uomini. Se vuoi si può anche parlare della consistenza di un linguaggio simbolico, e dedurre, da questo simbolismo, la consistenza della domanda. Questo è quello che volevi dire?
Quindi la tua proposta diverrebbe tipo: la domanda nasce dal linguaggio simbolico e si sostanzia in quello.
Se è quello che volevi dire, dovrai farmi comprendere cos'è il simbolismo. Se poi da lì nasce la domanda, e questa perviene attraverso un meccanismo logico conseguenziale dalla simbologia (ma io non ne trovo meccanismi logici conseguenziali, e sarà la risposta anche alla tua prima domanda), bisogna sostanziare la simbologia, e poi verificare il meccanismo che tu presupponi conseguenziale.

Per esempio: ammettiamo che nasca l'1 come simbolo di balena, quindi la domanda dovrebbe essere del tipo: l'1 è simbolo di balena?

Io non credo che la domanda debba essere conseguenziale; anche se io dicessi che le balene sono quelle che per te sono fenicotteri avremo soltanto due sostanze a confronto. La domanda sarebbe: quali sono le balene e quali i fenicotteri? Secondo te la domanda ha una sostanza in sè? Non la vedo, di sostanza sono composte solo le balene e fenicotteri; al massimo la simbologia espressa sarà diversa tra me e te, ma la domanda che ci poniamo viene da un livello superiore alla sostanza, quindi non è la sostanza.
La risposta in quel caso dipende dalla simbologia espressa che dipende dalla sostanza, la domanda invece non ha nulla a che vedere con le sostanze ma dal rapporto tra le simbologie. E come dire che siccome esistono balene e fenicotteri la domanda nascerebbe spontanea: quali sono i fenicotteri e quali le balene?
Ma non mi sembra sia così: la domanda è qualcosa che esula dalla sostanza di cui è composto il fenicottero e la balena. Quindi ne consegue che se anche ammettessimo che il rapporto fosse tra simboli avremmo soltanto spostato il problema senza affrontarlo. Avremo soltanto un rapporto fra sostanze (che ora sono dei simboli delle sostanze)mentre la domanda rimarrebbe sempre esterna alle sostanze ed anche, a questo punto, ai simboli creati per ognuna delle sostanze.

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
La domanda è la manifestazione simbolica di un bisogno, di una carenza, di un desiderio ed è causata da una mancanza di essere

Credo che il piccolino che sugge il latte dal seno materno sia un esempio di amore soddisfatto, ha tutto quello che desidera, non ha richieste, non ha domande....

Anche tu vedo che ti arrampichi sulla simbologia, ma al contrario di S.B. ne fai un esempio concreto: la simbologia nasce da una carenza, un desiderio insoddisfatto. Ancora una volta non riesco a trovare sostanza al desiderio; se esso è una mancanza e quindi uno zero( nullità, assenza) dove sta la sostanza? Ancora una volta io non posso che dividere la domanda dalla risposta; l'unica che avrebbe sostanza materiale è la risposta, la domanda, a maggior ragione, è "assenza",immaterialità... ed è ciò che ho dedotto sin dall'inizio.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 06-05-2009, 12.02.00   #9
epicurus
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Riferimento: Cos'è una domanda?

Sono d'accordo con S.B., mi pare che tu ti sia innamorato di un'immagine che non sembra essere molto fruttuosa.

Lo scopo del linguaggio non è solo quello di descrivere. E' per questo che si è riconosciuto il carattere performativo del linguaggio, perché i proferimenti linguistici sono delle vere e proprie azioni. Con il linguaggio posso pregare, comandare, richiedere, ringraziare, sperare, spiegare, protestare, confessare, etc. etc. e posso anche domandare.

Tu ritieni che "Quella porta è aperta" sia di un certo spessore, mente "Com'è quella porta?" no, perché solo il primo enunciato descrivere un fatto mentre il secondo ha una funzione interrogativa. Ma non capisco perché usare "spessore" per riferirsi alle descrizioni e "senza spessore" per tutti gli altri atti linguistici. Mi pare indubbio che ci siano domane che hanno grande spessore, anzi, alcuni sostengono che è ben più difficile porsi le domande giuste che trovare le risposte giuste (indicando che è in qualche modo più meccanico e semplice rispondere ad una domanda, che scegliere quale domanda è giusto porsi).

Tra l'altro, è giusto che se ci sono 5 alberi in quel giardino allora ci sono 5 alberi a prescindere dall'esistenza degli uomini; mentre non è corretto dire che la risposta "ci sono 5 alberi in quel giardino" esiste a prescindere dall'esistenza di uomini che si possono fare domande e dare risposte: una risposta è un atto linguistico e come tale necessita dell'esistenza dei parlanti per essere proferita.

Comunque mi sembra che l'intera discussione si possa comprimere nella banale osservazione che col linguaggio si possono fare diverse cose, tra cui descrivere e domandare, e Il_Dubbio preferisce più la prima funzione rispetto alla seconda (e a tutte le altre).
epicurus is offline  
Vecchio 06-05-2009, 15.16.02   #10
Il_Dubbio
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Riferimento: Cos'è una domanda?

Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Sono d'accordo con S.B., mi pare che tu ti sia innamorato di un'immagine che non sembra essere molto fruttuosa.

.

Ho già dato una risposta a S.B., forse non l'hai letta perché contemporanea a questa tua risposta?


Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Comunque mi sembra che l'intera discussione si possa comprimere nella banale osservazione che col linguaggio si possono fare diverse cose, tra cui descrivere e domandare, e Il_Dubbio preferisce più la prima funzione rispetto alla seconda (e a tutte le altre).


E' davvero banale :P

Per te, come per S.B., il linguaggio è "risposta", quindi sostanza, descrizione; perché abbia la funzione di una domanda dovrebbe avere anche dei prerequisiti di tipo descrittivo e di sostanza. Proprio quelle che non trovo io in una domanda.

Quindi se per voi nel linguaggio trovate la sostanza di una domanda indicatemi dove essa (anche matematicamente se volete o con qualsiasi simbolismo volete) si fa sostanza. Io ho mostrato che non può esserci alcuna sostanza. Lo rispiego: la domanda non può essere contenuta nel mondo oggettivo, è ovviamente invece un rapporto tra sostanze, ma il rapporto non indica sostanza ma correlazione tramite un nesso invisibile che si fa appunto domanda. E' come la connessione tra una balena e un fenicottero, anche tu presupponi che sia necessario un uomo (che però non può essere solo sostanza) che le metta in relazione,il problema è che tali sostanze non sono in relazione tramite una "oggettiva" domanda. Allora in cosa consiste la domanda?

Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Tra l'altro, è giusto che se ci sono 5 alberi in quel giardino allora ci sono 5 alberi a prescindere dall'esistenza degli uomini; mentre non è corretto dire che la risposta "ci sono 5 alberi in quel giardino" esiste a prescindere dall'esistenza di uomini che si possono fare domande e dare risposte: una risposta è un atto linguistico e come tale necessita dell'esistenza dei parlanti per essere proferita.


Questa non l'ho capita, sembra anche più radicale di quella che ho proposto qui
L'atto linguistico è riferito, come ho detto a S.B., a simboli che poi si riferiscono alle sostanze; qui non mi interessa parlare della consistenza della sostanza rispetto all'atto linguistico, perché altrimenti anche l'atto linguistico non avrebbe alcuna sostanza. Io ho presupposto che l'atto linguistico si riferisca a una sostanza, e sia, anche dopo alcuni o molti passaggi noti e non,la sostanza stessa.
E' la domanda, quindi il rapporto fra sostanze, che non ha consistenza o se vuoi "causa".
Ripeto, è come dire che siccome esistono fenicotteri e balene, simbolicamente o meno rappresentate, debba essere conseguenziale la domanda sulle balene e sui fenicotteri. Come se la domanda fosse interna sia ai fenicotteri che alle balene. Sembra assurdo o no?
Il linguaggio è un presupposto obbligato, ma cos'è? E' un rapporto continuo fra simboli che richiamano sostanze. La domanda,invece, non può avere sostanza perché la domanda è il rapporto fra esse. Un rapporto però invisibile e dovuto ad un nesso senza sostanza alcuna. Troviamo questo nesso?

Alcune volte le domande vengono poste anche tra un simbolo, che si presume derivi da una sostanza, e una sostanza (oppure tra diversi simboli vedi matematica) .Il numero per esempio non ha sostanza ma non ditemi che non deriva da una sostanza. Il linguaggio simbolico numerico deriva dalla relazione che certi simboli hanno con le sostanze. Tipo una mela indica 1, due mele indica 2. Poi il 2 e l'1 sono diventate simbolo "generico" di sostanze generiche, ma sempre alle sostanze si sono riferite (è inutile che riprenda qui il discorso sulla realtà di un'equazione matematica, o di una funzione o di altro).
Se io mi chiedo perché due mele sono diverse da una mela non faccio che mettere in "relazione" queste sostanze. Ma tale relazione non è all'interno delle sostanze, deve essere un'altra cosa. Siccome noi non abbiamo modo di conoscere nulla se no attraverso una descrizione, ne consegue che per descrivere una domanda bisogna esibire il rapporto esistente fra due o più sostanze (anche tramite la simbologia). Questo rapporto-relazione (uso questi termini, ma non voglio indicare una operazione aritmetica precisa) causa una domanda. Ora dovremmo tentare di definire e di descrivere che tipo di relazione si instaura.
Potrebbe essere un calcolo, tipo: 1+2=3 dove 1 e 2 sono le sostanze e il 3 è la domanda su esse. Un certo tipo di relazione fra le sostanze dovrebbero causare le domande; in pratica non ci sarebbe bisogno di uomini, le domande esisterebbero di per se, oppure soltanto gli uomini sono capaci di tali operazioni?
Qualcuno, forse Giorgiosan, parlava di "significato", bene questa relazione (di un qualche tipo di operazione) assume il significato di domanda.
Quello che ne consegue è che la domanda non è interna alla sostanza, ma è una relazione il cui nesso non si conosce. Essa avrebbe come significato il rapporto di uguaglianza fra il concetto di (1+2) e (3). Il 3 non può essere interno ne all'1 ne al 2 ma è la somma fra queste due sostanze. Quindi qualcuno potrebbe sospettare che la relazione fra una domanda e una risposta è dovuta alla somma delle sostanze. Quindi la domanda è la somma delle sostanze, e la somma delle sostanze è una domanda. Questo è ovviamente banale ma descrittivo... se fosse così potremmo dar conto sia della risposta che della domanda.
Quindi la domanda è un calcolo?
Questa potrebbe essere un tipo di risposta alla domanda: cos'è una domanda?
Supponiamo sia un calcolo! Che tipo di calcolo? Potrebbe essere la somma delle sostanze?

Se invece pensate che la domanda sia qualcos'altro, non sia un'operazione matematica, ditemi cos'è per voi una domanda.

p.s.
qualcuno potrebbe incominciare col descrivere come viene impostata una domanda in un computer. Un computer sarebbe capace di formulare domande agli uomini? Se si, è sicuro che non siano state già impostate nel computer dall'uomo stesso? Saprebbe farlo in modo automatico, tramite un algoritmo, in modo del tutto inatteso?

Forse un informatico già incomincia a pensare in che modo si possa creare il presupposto per una futura e inaspettata domanda del computer agli uomini.
Quale sarà il calcolo che dovrà compiere?
Il_Dubbio is offline  

 



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