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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 18-06-2011, 10.10.41   #31
Tempo2011
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Originalmente inviato da Giorgiosan
Sono d'accordo che la metafisica nel tempo attuale non costituisca un "linguaggio" filosofico apprezzato dai più. Nel suo complesso ha elaborato concetti che non interessano quali essenza, sostanza (molto problematico) ecc. e neppure facilmente compresi. Per la parte in cui sono adottati dalla teologia, inoltre, portandosi dietro la loro storia che li ha forgiati anche in funzione della teologia sono tenuti in grande rispetto ma non sono "sentiti", come dici tu, anche perchè non sono legati alla vita, ma più alla "contemplazione filosofica".

Per la parte del post che ho sottolineato è per me chiara ll'allusione al pensiero di Martin Heidegger e in particolare ad "Essere e tempo" nel quale egli sposta il centro focale dalla filosofia dell'essere a quella dell'esserci cioè alla esistenza, alla storicità dell'essere umano...ma è pur sempre un pensiero dalla forte tonalità metafisica....perchè è una riflessione ontica ed ontologica.
Non trovo affatto superato il pensiero di Heidegger...il suo "Essere e tempo" è un must filosofico.
Mi piacerebe dilungarmi su questo autore assai oltre la pià che striminzita sintesi che ne ho fatto.

Sono d'accordo in linea di massima che la filosofia ed il filosofare siano o dovrebbero essere finalizzati alla vita e, secondo me, alla ricerca del giusto agire per "stare bene" ...dove tende ogni aspirazione umana.

Cosa sia lo "star bene" è una preferenza ed una scelta individuale ...ad ognuno il suo. Non è lecito ad alcun imporre alcunchè ad un altro essere umano in questa sfera.

(Devo andare ora ...riprenderò domani probabilmente)
Piacevolmente, sto seguendo il vostro dibattito e, perdonatemi l’intrusione; poiché di vera è propria intrusione si tratta, avendo frequentato altre specializzazioni. Perciò, a onor del vero, un pensiero lo voglio comunque rilevare, ed è questo: nell’ambito tecnico, che è la mia palestra di vita e di sostentamento, per spianare la strada a un qualsiasi progetto che si voglia realizzare, dopo lunghi confronti singoli o di gruppo, alla fine si mettono da parte i nozionismi super specialistici, e si tirano le conclusioni “personali” e contingenti, per realizzare la nuova opera, dove sono inserite anche le nostre idee originali. Ebbene, personalmente, sono anni che frequento forum tematici, e pur non avendo frequentato studi classici, rimango sempre rapito dalle discussioni filosofiche che, però, a mio modo di vedere, non aggiungono mai niente di personale, sotto forma d’idee o teorie. Come se in filosofia fosse già stato chiarito tutto.
Punto di domanda: se veramente è stato raggiunto il limite dei chiarimenti, si è arrivati a una conclusione condivisibile dalla maggioranza, oppure si continuerà a discutere infinitamente sulle teorie portate da altri? A quanto sembra, queste teorie, come tanti raggi di luce riflessi sulle facce di un diamante, ognuna prende una direzione diversa. A quella che io definisco mancanza di nuove idee, da profano, ho provato a darmela una risposta, ed è quella che, probabilmente, poiché i quesiti esistenziali diventano sempre più complessi, l’uomo, rimanendo sempre lo stesso(a parte la tecnologia), evidenzia più difficoltà a individuare tale quesiti. Come se avessimo dei limiti impostati dalla natura stessa e che, in questo senso, non ci permette di andare oltre.

Ultima modifica di Tempo2011 : 18-06-2011 alle ore 13.22.14.
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Vecchio 18-06-2011, 14.40.53   #32
Giorgiosan
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Originalmente inviato da arsenio


Non essere certo che gli “accademici”siano tra loro sempre concordi in certe interpretazioni, che non piglino anche loro qualche cantonata, che condividano stesse fonti, letture ideologie. Inoltre tra due disputanti ci può essere un terzo punto di vista più corretto.

Non ho mai asserito che ci sia una sola interpretazione, al contrario credo che tutto sia interpretazione. Non solo ci può essere una terza interpretazione ma una quarta …innumerevoli quante sono le teste pensanti. E questa è prima che una teoria una constatazione che tutti possono fare.

Se uno interpretasse e di conseguenza definisse però la teoria della relatività “newtoniana”, “pretenderei” filosoficamente che la argomentasse.
In alternativa, che ammettesse di averlo detto confondendosi o per un motivo mnemonico qualsiasi.
Non è un “peccato” né tanto meno una cosa di cui doversi vergognare: può capitare a tutti, nessuno escluso.
Ti ho invitato in questa direzione aprendo il post con la frase: "credo che tu abbia confuso Popper con Feyerabend".
Sia chiaro che nessuno è in grado di “padroneggiare” tutta la riflessione filosofica né di conoscere specificatamente tutti gli autori.

Tu invece hai scelto la strada della “toppa” e così hai annaspato tentando una piccola arrampicata sugli specchi,con diversioni e considerazione di ordine diverso.
Però, la mia esperienza di docente, avvezzo a questo tipo di escamotage me li rende facilmente palesi.

Il tuo atteggiamento è stato aggravato (si fa per dire), dai tuoi excursus universal-filosofoci in cui ti proponi quale magister del giusto modo di pensare, del giusto metodo ecc. ecc., stigmatizzando, senza alcuna argomentazione di merito, a destra e a manca.
Fra le altre cose snobbi l’utilizzo di wikipedia , della quale fra l’altro sono stato anch’io un collaboratore ..

Certamente solo chi non sa che wiki raccoglie e mette insieme il contributo, per costituire le sue voci, di tanti, ed, ovviamente, con diversi retroterra ideologici, di diversa capacità sintetizzatrice, ecc. ecc., può non rendersi conto che è solo uno dei tanti punti di partenza, un momento elementare nella ricerca…. che poi va approfondito, comparato, confrontato con altre fonti.

Mi permettarai questa digressione: mi sembri come il figlio di quell’agricoltore che dopo aver studiato in città, tornando al suo nativo ambiente agreste, fingeva di non sapere che cosa fosse la zappa…fino a quando non ci andò a sbattere contro esclamando: “ accidenti alla zappa “…in dialetto.
Sembra che tu ti sia formato esclusivamente e da sempre su tomi e saggi di gran valore….
Ti poni come uno che non ha mai frequentato l’”asilo” o le “scuole primarie” ma è saltato direttamente agli studi universitari.


Citazione:
Originalmente inviato da arsenio

…Specie se si è ansiosi non tanto di collaborare in modo dialettico per pervenire a una “verità” condivisa, ma di avere ragione.

Nella fattispecie hai dimostrato di cadere anche tu in quello che critichi formalmente e su cui sono d’accordo. Per collaborare alla ricerca della verità, secondo me, la prima qualità da far propria, è l’umiltà intellettuale cui ognuno dovrebbe tendere, io sicuramente…ma anche tu.

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio

Uno stesso termine può assumere connotazioni molto diverse
Che ogni parola sia polisemica, almeno in questo forum mi pare verità acquisita da tutti nonostante ogni sforzo razionale e legittimo di delimitare gli ambiti significativi dei termini che si usano.

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio

Il problema per chi partecipa a un forum è chiedersi se vuol partecipare a un dialogo collaborativo e diretto, senza travisare, senza glissare da ciò che non fa comodo, per decidere dove si può essere d'accordo e dove invece si dissente. Senza portare avanti un discorso all'infinito.

Non apprezzo per niente il processo alle intenzioni, che peraltro è una spada a doppio taglio, il dito che punti verso altri, dagli altri può essere, e in questo caso lo è, simultaneamente rivolto contro di te.
Non giudicare per non essere giudicato.


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Originalmente inviato da arsenio

Quindi il dibattito termina.
Se ti fa piacere concludere che ne sei riuscito vittorioso, ebbene ne ho piacere per te.

Il dibattito riguardo ai post pubblicati termina solo quando il 3d è chiuso e mi auguro che non lo sia.

Preferirei un atmosfera irenica pur nella diversità delle opinioni, ed una condivisa tendenza alla ricerca del senso dell’essere, senza pregiudizi, senza preconcetti, senza disprezzo, senza snobismo, ed essere attento agli stimoli ed alle intuizioni che vengono dagli altri… e contribuire anch’io a provocarne.
Ci piacerebbero tante cose....speriamo comunque che questa disputa ci faccia fare un piccolo passo verso questa meta. Vedremo.

@ Tempo2011. Ho letto il tuo post. Bisogna che rifletta ... Edit: avevo scritto la risposta ma non mi ha convinto e non l'ho postata.

Ultima modifica di Giorgiosan : 18-06-2011 alle ore 22.59.52.
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Vecchio 19-06-2011, 10.13.56   #33
Il_Dubbio
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Originalmente inviato da Tempo2011
Punto di domanda: se veramente è stato raggiunto il limite dei chiarimenti, si è arrivati a una conclusione condivisibile dalla maggioranza, oppure si continuerà a discutere infinitamente sulle teorie portate da altri?

Non mi sembra che si sia giunti il limite dei chiarimenti.



Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
A quanto sembra, queste teorie, come tanti raggi di luce riflessi sulle facce di un diamante, ognuna prende una direzione diversa. A quella che io definisco mancanza di nuove idee, da profano, ho provato a darmela una risposta, ed è quella che, probabilmente, poiché i quesiti esistenziali diventano sempre più complessi, l’uomo, rimanendo sempre lo stesso(a parte la tecnologia), evidenzia più difficoltà a individuare tale quesiti. Come se avessimo dei limiti impostati dalla natura stessa e che, in questo senso, non ci permette di andare oltre.

Personalmente la mia "tattica" è questa: ciò che sembra complesso in realtà ha (o dovrebbe avere) dei fondamenti comprensibili. Quindi dirigo i miei quesiti sui fondamenti.

Una delle mie prime analogie usate su questo forum (e presa ad esempio altre volte) è quella del significato di "città". Potrei chiedermi come nasce questo significato e perchè esistono città con pochi abitanti che vengono chiamate "citta" e paesini con molti più abitanti di alcune città che vengono chiamati paesini. Sarà la complessità a rendere città una città e paese un paese oppure il significato sorge per altri motivi?

La questione dei fondamenti non è ancora stata chiarita. Anzi dirò di più, non è stata per nulla presa in esame in modo onesto e dignitoso. Si è subito saltati dal fondamento al complesso. Il complesso è diventato quindi, senza alcuna ragionevolezza, una realtà fondamentale.

O meglio, una ragione c'è. La difficoltà di comprendere l'interazione di due o tre strutture fra di loro, in modo che sia prevedibile il loro comportamento, ha fatto si che non lo si prendesse più in esame. Si è pensato invece che i "grandi sistemi" siano più comprensibili e più prevedibili.

L'idea, per esempio, che la maggioranza sia l'entità più comprensibile ha fatto si che i problemi della minoranza fossero lasciati al loro destino. E questo in tutti i contesti, politico, economico, sociale ecc.

Faccio un esempio banale, il problema degli "zingari" in se non è un problema se questi non influiscono negativamente sulla maggioranza. Quindi fino a che gli zingari, pur vivendo al di fuori delle condizioni necessarie per vivere dignitosamente, non diventano un peso per la maggioranza, sono lasciati al loro destino. Il "grande sistema" sopporta le piccole inquietudini fino a che queste non diventino piaghe da estirpare (come il cancro) o da curare (come un piccolo raffreddore).

Proprio internet è diventato invece un canale dove anche le piccole piaghe fanno "eco" per i grandi sistemi.

Pensa ai disoccupati ed anche ai precari. Questi non hanno "rappresentanti", sono completamente lasciati soli dai grandi sistemi, che invece li sfruttano.
I sindacati che ieri chiedevano meno tasse (se pur giusto ma molto più per per i grandi sistemi) non ha dato alcuna risposta per i precari e per i disoccupati, in quanto loro rappresentano i "lavoratori" e no chi questo "privilegio" non ce l'ha. Qualora tutti i disoccupati e i precari scendessero in piazza senza autorizzazioni....si scontrerebbero con i grandi sistemi (che polizia e carabinieri rappresentano).

Dopo un bel po' di esempi "concreti" quale insegnamento ne possiamo ricavare? Che i grandi sistemi, quelli che consideriamo "complessi", altro non fanno che soffocare le realtà fondamentali e soggiogarle alle loro esigenze.

Tutto questo ci fa comprendere perchè si è spostato il problema dalle realtà fondamentali ai grandi sistemi: per "interesse" di questi ultimi. Le realtà fondamentali (l'uomo per esempio) sono diventate cellule al servizio dei grandi sistemi, i quali per non essere disturbati, tentano esclusivamente di accontentare, in modo subdolo, chi ha più voce.

I limiti della natura qui non credo c'entrino molto. Il limite invece è rappresentato dalla ideologia dei grandi sistemi. Purtroppo, e lo dico con molto dispiacere, la scienza è uno dei colpevoli, se vogliamo di "riflesso".
I grandi sistemi li hanno creati loro. L'economia, la finanza, la borsa ecc. sono modelli di una scienza che studia proprio i grandi sistemi. La filosofia è invece giunta al capolinea, messa da parte (con un: tu non capisci niente ) dalla grande questione fondamentale, cioè l'uomo e la sua interazione con il mondo. Oggi abbiamo una filosofia che studia questi sistemi in cui l'uomo è diventata (da protagonista) "pedina". Possiamo però dire con tutta sincerità che dell'uomo, a parte qualche concetto biologico, non sappiamo nulla, ma di riflesso ci arrivano notizie (proprio dalla scienza) che questo elemento (uomo) lo contestualizza in una realtà più grande (l'evoluzione) senza però tentare di spiegarlo.

Secondo me questa rappresenterà la nostra più grande sconfitta, quando ci saranno troppi "arsenio" a fare da scudo per entità non ben definite da cui però, senza esserne coscienti, dipenderemo.
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Vecchio 20-06-2011, 10.55.41   #34
Tempo2011
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Originalmente inviato da Tempo2011
Punto di domanda: se veramente è stato raggiunto il limite dei chiarimenti, si è arrivati a una conclusione condivisibile dalla maggioranza, oppure si continuerà a discutere infinitamente sulle teorie portate da altri?
Citazione:
Il_Dubbio]Non mi sembra che si sia raggiunto il limite dei chiarimenti.
Personalmente la mia "tattica" è questa: ciò che sembra complesso in realtà ha (o dovrebbe avere) dei fondamenti comprensibili. Quindi dirigo i miei quesiti sui fondamenti.
Una delle mie prime analogie usate su questo forum (e presa ad esempio altre volte) è quella del significato di "città". Potrei chiedermi come nasce questo significato e perché esistono città con pochi abitanti che sono chiamate "città" e paesini con molti più abitanti di alcune città che sono chiamati paesini. Sarà la complessità a rendere città una città e paese un paese oppure il significato sorge per altri motivi?
Sicuramente il paragone che hai postato tra città e paese ha altri scopi, ma, in realtà, i motivi di quest’apparente contraddizione si conoscono. Ovvero: ogni zona - Regione, Provincia o Land che sia, deve avere il suo sito abitativo più numeroso, sia per posizione geografica/strategia ecc., e a tale motivo, avrà un numero di abitanti maggiore. Tutti gli altri siti di quello stesso territorio, con numero di abitanti inferiori a quelli della “Città”, sono stati definiti paesi.
Mentre, se il paragone lo allarghiamo a più territori, allora avremmo che alcuni paesi insistenti in un altro territorio, della stessa Nazione, possono aver un numero superiore di abitanti di una città. Addirittura, per esempio, a Roma vi sono dei quartieri che superano il numero di abitanti di città come Cagliari.
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La questione dei fondamenti non è ancora stata chiarita. Anzi dirò di più, non è stata per nulla presa in esame in modo onesto e dignitoso. Si è subito saltati dal fondamento al complesso. Il complesso è diventato quindi, senza alcuna ragionevolezza, una realtà fondamentale.
O meglio, una ragione c'è. La difficoltà di comprendere l'interazione di due o tre strutture fra loro, in modo che sia prevedibile il loro comportamento, ha fatto si che non si prendesse più in esame. Si è pensato invece che i "grandi sistemi" siano più comprensibili e più prevedibili.
L'idea, per esempio, che la maggioranza sia l'entità più comprensibile ha fatto si che i problemi della minoranza fossero lasciati al loro destino. E questo in tutti i contesti, politico, economico, sociale ecc.
Faccio un esempio banale, il problema degli "zingari" in se non è un problema se questi non influiscono negativamente sulla maggioranza. Quindi fino a che gli zingari, pur vivendo al di fuori delle condizioni necessarie per vivere dignitosamente, non diventano un peso per la maggioranza, sono lasciati al loro destino. Il "grande sistema" sopporta le piccole inquietudini fino a che queste non diventino piaghe da estirpare (come il cancro) o da curare (come un piccolo raffreddore).
Proprio internet è diventato invece un canale, dove anche le piccole piaghe fanno "eco" per i grandi sistemi.
Pensa ai disoccupati ed anche ai precari. Questi non hanno "rappresentanti", sono completamente lasciati soli dai grandi sistemi, che invece li sfruttano.
I sindacati che ieri chiedevano meno tasse (se pur giusto ma molto più per i grandi sistemi) non hanno dato alcuna risposta per i precari e per i disoccupati, perché loro rappresentano i "lavoratori" e no chi questo "privilegio" non ce l'ha. Qualora tutti i disoccupati e i precari scendessero in piazza senza autorizzazioni...si scontrerebbero con i grandi sistemi (che polizia e carabinieri rappresentano).
Dopo un bel po' di esempi "concreti" quale insegnamento ne possiamo ricavare? Che i grandi sistemi, quelli che consideriamo "complessi", altro non fanno che soffocare le realtà fondamentali e soggiogarle alle loro esigenze.
Tutto questo ci fa comprendere perché si è spostato il problema dalle realtà fondamentali ai grandi sistemi: per "interesse" di questi ultimi. Le realtà fondamentali (l'uomo per esempio) sono diventate cellule al servizio dei grandi sistemi, i quali per non essere disturbati, tentano esclusivamente di accontentare, in modo subdolo, chi ha più voce.
I limiti della natura qui non credo c'entrino molto. Il limite invece è rappresentato dall’ideologia dei grandi sistemi. Purtroppo, e lo dico con molto dispiacere, la scienza è uno dei colpevoli, se vogliamo di "riflesso".
I grandi sistemi li hanno creati loro. L'economia, la finanza, la borsa ecc. sono modelli di una scienza che studia proprio i grandi sistemi.
In questo tuo lungo "promemoria", più semplicemente, non si vede altro che il proseguimento di un inizio che parte da molto lontano. Ovvero: il più forte ha sempre sovrastato il più debole, come d'altronde avviene in natura da milioni di anni. Allora, perché i più forti dovrebbero rinunciare a questo loro privilegio? Per altro, è vero che tra gli animali noi siamo i più evoluti, ma di questo ancora non ce ne siamo accorti; e quando questo avverrà, secondo me, solo allora potremmo chiamarci...genere umano.
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La filosofia è invece giunta al capolinea, messa da parte (con un: tu non capisci niente ) dalla grande questione fondamentale, cioè l'uomo e la sua interazione con il mondo. Oggi abbiamo una filosofia che studia questi sistemi in cui l'uomo è diventato (da protagonista) "pedina". Possiamo però dire con tutta sincerità che dell'uomo, a parte qualche concetto biologico, non sappiamo nulla, ma di riflesso ci arrivano notizie (proprio dalla scienza) che questo elemento (uomo) lo contestualizza in una realtà più grande (l'evoluzione) senza però tentare di spiegarlo.
Secondo me questa rappresenterà la nostra più grande sconfitta, quando ci saranno troppi "arsenio" a fare da scudo per entità non ben definite da cui però, senza esserne coscienti, dipenderemo.
Allora condivide con me che la filosofia è arrivata a un capolinea, anche se si tratta di un tragico capolinea, deciso da uomini forti ma, purtroppo, imbecilli.
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Vecchio 20-06-2011, 13.20.13   #35
Koli
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Non sono molto sicuro che si sia rimasti in tema con il post originale. Smentitemi oppure cercate di non andare off-topic.

Grazie

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Vecchio 20-06-2011, 16.58.39   #36
Il_Dubbio
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Originalmente inviato da Tempo2011
Allora condivide con me che la filosofia è arrivata a un capolinea, anche se si tratta di un tragico capolinea, deciso da uomini forti ma, purtroppo, imbecilli.

Questi uomini saranno sicuramente forti, ma gli imbelli sono quelli che li seguono.

Citazione:
Originalmente inviato da Koli
Non sono molto sicuro che si sia rimasti in tema con il post originale. Smentitemi oppure cercate di non andare off-topic.

Una delle cose positive di questo forum è proprio il cercare di non andare off-topic però il senso di questo topic è abbastanza "variabile". Non so tu cosa hai capito...

Mi sa che l'argomento del topic è proprio incentrato sulla possibilità di rimanere in tema con il post originale.
Cioè quali sono i meccanismi che portano a spaziare?
Ne butto giù alcuni
1) non comprendere il tema (potrebbe essere spiegato male oppure chi interviene non ha gli elementi necessari per comprenderlo)
2) il tema non permette alcuna discussione in particolare (quindi qualsiasi va bene)
3) avere diverse interpretazione sul tema (il tema potrebbe suggerire argomenti diversi)
4) ogni tema porta sempre sullo stesso argomento, proprio come "ogni strada porta a Roma"

ce ne saranno altri...?
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Vecchio 20-06-2011, 20.51.13   #37
Koli
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Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Una delle cose positive di questo forum è proprio il cercare di non andare off-topic però il senso di questo topic è abbastanza "variabile".

Il post iniziale mi sembra che verta su quello che è - secondo Arsenio - il livello dei discorsi in ambito filosofico nei forum della rete da lui consultati. Seguono sue considerazioni su come ciò si manifesta.

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Mi sa che l'argomento del topic è proprio incentrato sulla possibilità di rimanere in tema con il post originale.
No, l'argomento - come dicevo - è più specifico. Purtroppo si è finito di discutere di cose che non hanno nessuna inerenza con il messaggio iniziale.
Eventualmente aprite una discussione ad hoc.

Grazie



Aggiunta
Per eventuali chiarimenti risponderò solo via Mp
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Vecchio 21-06-2011, 10.56.02   #38
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Avevo risposto al messaggio di Koli facendo un errore di interpretazione che andava fuori regolamento. Scusate.

Ultima modifica di Tempo2011 : 22-06-2011 alle ore 01.23.05.
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Vecchio 23-06-2011, 11.21.40   #39
Giorgiosan
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In positivo:

-la filosofia dei forum può vedere insieme persone che abbiano una maggior competenza storica e più "allenata" alla riflessione filosofica insieme a persone che siano digiune di conoscenza storiche o principianti e tutte le gradazioni fra questi livelli.
Gli uni possono insegnare agli altri qualche cosa, e gli altri con la loro "freschezza" stimolare intuizioni non avviluppate dalla conoscenza culturale, sempre un poco paludata, con vantaggio di ogni categoria.


-il continuo esercizio dialettico scaltrisce gli uni e gli altri come non può fare alcuna scuola. Credo che se le "scuole" adottassero la forma del dibattito come si svolge nei forum gli studenti ne avrebbero gran giovamento.

-si hanno a disposizione un gran numero di documento, in rete, compresi libri (e-books), certamente come nel "mondo" vi sono informazioni di ogni genere ed ovviamente non di eguale valore. Anche la conoscenza delle notizie meno probabili contribuisce alla lunga a formare lo spirito critico.

-nei forum si socializza. Anche la socializzazione virtuale ha un suo notevole valore.

Mi sembra più che sufficiente per fare filosofia in rete.

Ultima modifica di Giorgiosan : 23-06-2011 alle ore 14.43.29.
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Vecchio 25-06-2011, 14.14.32   #40
ulysse
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Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
In positivo:

-la filosofia dei forum può vedere insieme persone che abbiano una maggior competenza storica e più "allenata" alla riflessione filosofica insieme a persone che siano digiune di conoscenza storiche o principianti e tutte le gradazioni fra questi livelli.
Gli uni possono insegnare agli altri qualche cosa, e gli altri con la loro "freschezza" stimolare intuizioni non avviluppate dalla conoscenza culturale, sempre un poco paludata, con vantaggio di ogni categoria.

Apprezzo le "sagge" parole di Giorgiosan: è così che dovrebbe essere e così è in parte.
Solo che siamo un pò strani...a ragione o a torto non si sà: credo che manchi la figura del "maestro" riconosciuto, ma nemmeno auspico che ci sia.
Il fatto è che solo dal "maestro" si può imparare e solo al "maestro" si cede e si riconosce la ragione.

S'innescano così discussioni infinite...spesso per argomenti anche insignificanti...a questo punto non è piu' l'argomento del 3d che interessa, ma la contestazione dell'avversario: forse il moderatore ha facoltà di accorgrsi facilmente quando si trova di fronte a questi automatismi!
Spetterebbe a noi fare attenzione ad evitarli e cercare di copmporre i dissidi amichevolmente...magari deviando l'argomento del contendere.
O mi sbaglio?
Citazione:
-il continuo esercizio dialettico scaltrisce gli uni e gli altri come non può fare alcuna scuola. Credo che se le "scuole" adottassero la forma del dibattito come si svolge nei forum gli studenti ne avrebbero gran giovamento.
L'esercizio dialettico si avvantaggia senz'altro ...a meno di non esere di carattere dogmatico e non essere stato abituato già dalla scuola ai contrasti dialettici. Ma credo che spesso lo si faccia anche nella scuola...anche ai bassi livelli: dipende dall'insegnante....e dall'urgenza di programmi cogenti.
A scuola c'è il vantaggio...o svantaggio ...che ad un certo punto il maestro acquieta il simposio e dà la sua soluzione.
Citazione:
-si hanno a disposizione un gran numero di documenti, in rete, compresi libri (e-books), certamente come nel "mondo" vi sono informazioni di ogni genere ed ovviamente non di eguale valore. Anche la conoscenza delle notizie meno probabili contribuisce alla lunga a formare lo spirito critico.
Ecco questo è un grande vantaggio che invoglia anche a cercare ed arricchire le conoscenze...anzi la stessa discussione sul forum incentiva ed è occasione di approfondire in internet i piu' disparati argomenti...io mi ci perdo....anche se ancora molto di ciò che si trova in internet è elementare o soggettivo...e anche non si trova.
Ma....
Citazione:
...Mi sembra più che sufficiente per fare filosofia in rete.
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