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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 21-03-2014, 16.22.47   #11
Duc in altum!
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** scritto da maral:


Citazione:
Non sono filosoficamente d'accordo. Non può esservi luogo ove Dio (inteso come essere e non come volontà) non abiti e da cui sia assente, possono esservi invece luoghi in cui se ne vuole l'assenza affinché il divenire con tutto il tormento della sua contraddizione sia possibile.

Ed invece esiste un luogo dove Dio non abita, dove è assolutamente assente: l'Inferno.

--------------

Quando dobbiamo spiegare i dati di fede non sempre è possibile farlo con parole e con concetti esatti, ma in generale dobbiamo utilizzare alla meglio e come si può categorie mentali comuni.

Perciò diciamo che Dio è in ogni luogo perché tutto ciò che esiste «partecipa» del suo essere, in quanto essendo Lui l’unico, autentico e vero essere, ogni altra cosa può esistere solo grazie a un suo atto creativo. Ma ciò non vuol dire che noi siamo ritagliati sul suo essere o usiamo la stessa «pasta» di essere che caratterizza Dio. Noi siamo un essere diverso, al punto che diciamo: fatti ex nihilo, dal nulla.

Si pensi a quanto diciamo nel credo. Del Figlio di Dio le parole sono: «generato, non creato», per sottolineare che il Figlio è dello stesso essere di Dio, è Dio. Invece ogni altra cosa è creata, ossia prodotta con un essere diverso da quello di Dio. E questo nonostante si dica che si partecipi del suo essere, perché l’atto creativo è un atto divino. Ma Dio non occupa spazio, e non è più lì che non sia più o meno di là. Il sole illumina tutte le cose, ma non è che il sole sia più lontano dalla spiaggia che non dalla cima della montagna solo perché è più alta. Il sole è tale ed è diverso dalla spiaggia e dalla montagna, anche se le illumina. Così ogni creatura rispetto a Dio: Dio mantiene nell’essere ogni cosa, ma è diverso, è un’altra cosa, che non c’entra niente con vicino o lantano, alto o basso, buono o cattivo, vero o falso. È Lui la fonte dell’esistenza, ma rispetto a ogni creatura è semplicemente diverso, sebbene si possa dire, come afferma s.Agostino, che è più intimo Lui che noi stessi a noi. Ancora in altri termini, la causa della caduta della mela dall’albero è la "forza della gravità" la quale è presente nell’albero e nella mela, ma non possiamo dire che la mela è la gravità.

L’inferno, poi, non è una località di zolfi e acidi fumanti, non è un luogo dove le anime dannate vanno a spiaggiarsi e lì ad essere torturate e straziate da orde di demoni armati di lanciafiamme e mazze chiodate. Queste cose si dicono per rendere l’idea della drammaticità che deriva all’anima dalla lontananza da Dio, e perché noi esseri umani abbiamo bisogno più di immaginare che di ragionare. Ma ovviamente le cose non stanno così.

L’inferno è uno stato dell’anima, è uno stato dell’essere umano quando decide di fare il male, l’essere «proibito». Non esiste l’inferno come luogo, ma è l’anima quando entra nel peccato, quando l’uomo decide di percorrere la via del male. L’inferno non è più dopo la morte che non prima, l’anima entra nell’inferno ogni qual volta opera il male, che è esistere in forma contraria all’essere di Dio. L’inferno è l’anima stessa nel peccato. In questa vita c’è la possibilità di essere salvati e redenti, dopo la morte sembra che questa possibilità qui non ci sia più e l’anima «entra» nell’inferno, ossia nella dannazione eterna, che è la piena coscienza di non poter mai più comunicare con Dio. E siccome nell’anima sorge un desiderio grandissimo, assoluto e bramoso di Dio, è questo desiderio che brucia l’anima, la tormenta, la consuma come fiamma.

Il tormento dunque è l’assenza di Dio. Fanno ridere le frustate e le sbruciacchiature dei demoni a confronto della sete che l’anima ha di Dio e non trova come mitigarla. Si pensi a un innamorato perso per l’amata: ciò che lo tormenta è l’assenza dell’amata e sarebbe disposto a ogni sevizia pur di riabbracciarla. Così l’inferno è dentro l’anima bramosa di Dio, ma dove Dio è assente. Che cosa scaccia Dio dall’anima? La sua scelta per il male, per quell’essere o esistenza proibita, cioè diversa da Dio e che Dio stesso non può fare, appunto perché è male. Dio lì nel male non c’è, ma c’è solo l’uomo colla sua volontà di portare in essere ciò che è proibito e contrario a Dio. Ricordiamo Genesi: quando l’uomo e la donna peccarono Dio non c’era. Dice Genesi che Dio andava a trovarli ogni giorno, ma durante il peccato e subito dopo Dio non c’era. Proprio per sottolineare che Dio abita l’essere che è contrario all’esistenza dove è presente il male. Qui l’uomo vi può andare, ma Dio no. Perciò quando l’anima entra nello spazio del male, o fa il male, Dio lì non la segue, e quello è l’inferno. Speriamo che non ci sia nessuno, ma di principio dobbiamo affermare, per rispetto della grandezza dell’uomo, che se l’uomo vuole può di rifiutare Dio, e Dio è capace di fare i salti mortali per salvarlo, ma sembra che tale «diritto» di scegliere quello che vuole, anche il rifiuto, Dio all’uomo non lo toglie. Ecco dunque l’inferno: la scelta dell’uomo di rifiutare Dio. Ma la conseguenza che ne deriva è drammatica, perché nell’uomo sorgerà un gran desiderio di Dio che non verrà più eliminato e brucerà per l’eternità l’anima dannata. Con buona pace dei demoni che possono riposarsi, perché, a bruciarsi, l’anima ci pensa da sé.

(padre Athos Turchi, docente di filosofia alla Facoltà teologica dell'Italia Centrale)
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Vecchio 21-03-2014, 20.36.43   #12
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** scritto da oroboros:


Citazione:
La tua è una interpretazione morale, originata dalla visione che tenta di ridurre uno dei due elementi di un'opposizione al proprio contrario, nello specifico l'opposizione è quella tra il bene e il male.


No, l'opposizione è tra verità e menzogna.
Inoltre di che dio stiamo parlando se non si interpreta moralmente?
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Vecchio 22-03-2014, 09.30.44   #13
oroboros
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Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da oroboros:





No, l'opposizione è tra verità e menzogna.
Inoltre di che dio stiamo parlando se non si interpreta moralmente?

Non importa quale sia l'opposizione interessata, perché ogni opposizione è sottomessa agli stessi princìpi universali.
Di quale Dio stiamo parlando se non si interpreta moralmente?
Starà scherzando vero? Ogni interpretazione corrisponde a una distorsione della verità unica.
L'assoluto non ha morale, ma esprime le sue infinite possibilità creative modulandone l'attuazione attraverso princìpi di ordine universale. La morale o, per essere precisi, "le morali", sono il risultato dell'intrusione nei princìpi del sentimentalismo originato dalle diversità latitudinali in cui le diverse culture hanno definito la loro forma esteriore. I princìpi non possono essere toccati dal sentimentalismo, proprio perché sono universali e applicabili, dunque, a tutta la manifestazione dell'esistenza, che è il risultato dell'unicità dell'Assoluto il Quale, oltre a Non essere, non partecipa ai suoi propri effetti.
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Vecchio 22-03-2014, 19.48.44   #14
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** scritto da oroboros:


Citazione:
Non importa quale sia l'opposizione interessata, perché ogni opposizione è sottomessa agli stessi princìpi universali.

Ma questa (tra la verità e la menzogna) non è opposizione, è una guerra, in cui ognuno ha la sua battaglia da combattere, permettendo alla Verità Assoluta, che ritiene persuasiva, di abitare o meno in lui.


Citazione:
Di quale Dio stiamo parlando se non si interpreta moralmente?
Starà scherzando vero? Ogni interpretazione corrisponde a una distorsione della verità unica.

Certamente, ma ognuno elegge le proprie scelte e decisioni, e forgia il suo carattere e conforma la sua esistenza in base alla morale che gli indica la sua personale interpretazione della Verità Assoluta.
Quindi, qualsiasi sia l'idolatria, anche l'utopia di un Dio trascendente, dirige la nostra morale: ergo Dio è morale.

Infatti non è uno scherzo constatare (oggi maggiormente!!) che non esiste crisi economica ma morale, proprio perché ognuno segue la morale del diofaidate. Magari fosse un pesce d'Aprile.


Citazione:
L'assoluto non ha morale, ma esprime le sue infinite possibilità creative modulandone l'attuazione attraverso princìpi di ordine universale. La morale o, per essere precisi, "le morali", sono il risultato dell'intrusione nei princìpi del sentimentalismo originato dalle diversità latitudinali in cui le diverse culture hanno definito la loro forma esteriore. I princìpi non possono essere toccati dal sentimentalismo, proprio perché sono universali e applicabili, dunque, a tutta la manifestazione dell'esistenza, che è il risultato dell'unicità dell'Assoluto il Quale, oltre a Non essere, non partecipa ai suoi propri effetti.

La storiella sufi parla di un dio, sostantivo a cui concediamo l'accezione di Verità Assoluta, quindi morale rigida, il problema allora non è che la Verità Assoluta non ha morale, ma, ripeto, che ognuno la discerne come meglio gli pare.
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Vecchio 22-03-2014, 22.26.41   #15
maral
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Originalmente inviato da Duc in altum!
Ed invece esiste un luogo dove Dio non abita, dove è assolutamente assente: l'Inferno.

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Quando dobbiamo spiegare i dati di fede non sempre è possibile farlo con parole e con concetti esatti, ma in generale dobbiamo utilizzare alla meglio e come si può categorie mentali comuni.

Perciò diciamo che Dio è in ogni luogo perché tutto ciò che esiste «partecipa» del suo essere, in quanto essendo Lui l’unico, autentico e vero essere, ogni altra cosa può esistere solo grazie a un suo atto creativo. Ma ciò non vuol dire che noi siamo ritagliati sul suo essere o usiamo la stessa «pasta» di essere che caratterizza Dio. Noi siamo un essere diverso, al punto che diciamo: fatti ex nihilo, dal nulla...

Il punto è che al di fuori della volontà di credere di quella particolare fede ogni argomentazione basata sulla fede non può costituirsi a verità, nemmeno se lo si esige con tutta la forza di convincimento che pretende di esercitare.
Da un punto di vista strettamente filosofico comunque se si asserisce che Dio è in ogni luogo in ogni luogo deve essere, pure all'inferno (che anche se è uno stato interiore nel luogo di quell'interiorità pur sempre si trova). Se poi si dice che Dio è in ogni luogo questo significa pure che non è in nessun luogo e il sentirne la presenza o l'assenza è questione del punto di vista che si può o si vuole assumere. In questo senso è vero che l'inferno è luogo dell'anima, poiché esso potrebbe essere il luogo ove del Dio onnipresente se ne vede solo la onniassenza, ma questo non significa che Dio non vi sia.
Quanto al nulla in che modo può esistere per poter creare da esso qualcosa? A meno che il nulla non sia proprio quel luogo o situazione in cui Dio non è, ossia un assoluto nessun luogo assolutamente inesistente che sempre tale resta.
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Vecchio 22-03-2014, 23.21.31   #16
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** scritto da maral:

Citazione:
Il punto è che al di fuori della volontà di credere di quella particolare fede ogni argomentazione basata sulla fede non può costituirsi a verità, nemmeno se lo si esige con tutta la forza di convincimento che pretende di esercitare.


Infatti senza volontà di credere neanche ci domanderemmo dove abita o meno Dio.
Io ho semplicemente argomentato dove abita o meno il Dio in cui io ripongo ogni mia fiducia, il Dio della Chiesa Romana, poi se per qualcuno Dio può avere una diversa interpretazione, che ben venga, saranno le sue esperienze a rivelargli se è verità o se un calesse.
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Vecchio 23-03-2014, 07.18.46   #17
oroboros
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Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da oroboros:




Ma questa (tra la verità e la menzogna) non è opposizione, è una guerra, in cui ognuno ha la sua battaglia da combattere, permettendo alla Verità Assoluta, che ritiene persuasiva, di abitare o meno in lui.




Certamente, ma ognuno elegge le proprie scelte e decisioni, e forgia il suo carattere e conforma la sua esistenza in base alla morale che gli indica la sua personale interpretazione della Verità Assoluta.


Quindi, qualsiasi sia l'idolatria, anche l'utopia di un Dio trascendente, dirige la nostra morale: ergo Dio è morale.

Infatti non è uno scherzo constatare (oggi maggiormente!!) che non esiste crisi economica ma morale, proprio perché ognuno segue la morale del diofaidate. Magari fosse un pesce d'Aprile.




La storiella sufi parla di un dio, sostantivo a cui concediamo l'accezione di Verità Assoluta, quindi morale rigida, il problema allora non è che la Verità Assoluta non ha morale, ma, ripeto, che ognuno la discerne come meglio gli pare.

Tu puoi dare all'Assoluto il significato che ha il termine, che significa privo di parti, totale, non sottomesso ad alcuna condizione, dunque non alla durata né all'estensione e unico proprio perché nulla esclude, dicevo che puoi dargli una valenza morale solo se ignori quale sia il significato del termine, che non è un'attribuzione convenzionale e di comodo, non è una rigidità dogmatica indiscutibile, è il modo che una lingua, relativa perché consequenziale, utilizza per definire, attraverso delle negazioni, una Realtà della quale non si può descrivere altro da ciò che essa non è. Non capire questo ti conduce a dire le cose più insensate senza alcuna possibilità di fare chiarezza nel tuo modo di indagare il Mistero.
D'altronde, la prima qualificazione che occorre avere per consentire alla Verità di esserci vicina, è quella intellettuale, la seconda riguarda la nostra capacità di scansare di lato il nostro orgoglio intellettuale verso tutto ciò che non siamo in grado di comprendere e la terza è in relazione al fatto che si deve essere disposti, una volta vista la Verità principiale, a non degradarla attraverso le nostre invenzioni che chiamiamo "idee personali".
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Vecchio 23-03-2014, 13.05.18   #18
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** scritto da oroboros:


Citazione:
Tu puoi dare all'Assoluto il significato che ha il termine, che significa privo di parti, totale, non sottomesso ad alcuna condizione, dunque non alla durata né all'estensione e unico proprio perché nulla esclude, dicevo che puoi dargli una valenza morale solo se ignori quale sia il significato del termine, che non è un'attribuzione convenzionale e di comodo, non è una rigidità dogmatica indiscutibile, è il modo che una lingua, relativa perché consequenziale, utilizza per definire, attraverso delle negazioni, una Realtà della quale non si può descrivere altro da ciò che essa non è.

Troppo difficile per me, per i miei limiti, questa tua dialettica (chiedo scusa).

Io ritengo semplicemente (attraverso le mie esperienze e riflessioni) assoluto o Verità Assoluta quello che dirige la mia morale e che m'aiuta a combattere e sconfiggere la mia immoralità, ma non può essere solo teorico o filosofico, c'è bisogno dell'agire.


Citazione:
Non capire questo ti conduce a dire le cose più insensate senza alcuna possibilità di fare chiarezza nel tuo modo di indagare il Mistero.


Comprendo che è insensato abbracciare gioiosamente una croce o perdonare chi ha stuprato tua figlia o pregare per chi ti ha fregato l'impiego senza merito, ma io già non cerco più di svelare o indagare il Mistero, io lo vivo.
Questa è l'unica cosa che con chiarezza ti indica dove abita e dove non abita Dio.


Citazione:
D'altronde, la prima qualificazione che occorre avere per consentire alla Verità di esserci vicina, è quella intellettuale, la seconda riguarda la nostra capacità di scansare di lato il nostro orgoglio intellettuale verso tutto ciò che non siamo in grado di comprendere e la terza è in relazione al fatto che si deve essere disposti, una volta vista la Verità principiale, a non degradarla attraverso le nostre invenzioni che chiamiamo "idee personali".


Mi dispiace, ma grazie a Dio non è così, altrimenti i dotti, gli accademici, gli intellettuali non soffrirebbero dei danni che provoca l'idolatria della menzogna.
La Verità si discerne quando si pensa col cuore e si ama con l'intelletto, tutto il resto è noia e stridor di denti.
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Vecchio 23-03-2014, 19.48.42   #19
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** scritto da oroboros:




Troppo difficile per me, per i miei limiti, questa tua dialettica (chiedo scusa).

Io ritengo semplicemente (attraverso le mie esperienze e riflessioni) assoluto o Verità Assoluta quello che dirige la mia morale e che m'aiuta a combattere e sconfiggere la mia immoralità, ma non può essere solo teorico o filosofico, c'è bisogno dell'agire.





Comprendo che è insensato abbracciare gioiosamente una croce o perdonare chi ha stuprato tua figlia o pregare per chi ti ha fregato l'impiego senza merito, ma io già non cerco più di svelare o indagare il Mistero, io lo vivo.
Questa è l'unica cosa che con chiarezza ti indica dove abita e dove non abita Dio.





Mi dispiace, ma grazie a Dio non è così, altrimenti i dotti, gli accademici, gli intellettuali non soffrirebbero dei danni che provoca l'idolatria della menzogna.
La Verità si discerne quando si pensa col cuore e si ama con l'intelletto, tutto il resto è noia e stridor di denti.


Ovviamente la teoria privata della sua applicazione è pianta sterile senza radici, ma tu sembri dimenticare che è attraverso il loro credere emotivo che i nazisti hanno sterminato il popolo giudaico. L'emozione deve accordarsi all'intelligenza, altrimenti il rischio, quando l'armonia delle due sfere non è stata stabilita, è quello di affidare i propri metri di giudizio all'instabilità degli stati d'animo, oppure a valori sbagliati che l'intelletto non è in grado di valutare. Non per niente il cuore era, per la tradizione di tutti i popoli, simbolo della centralità nella quale intelletto e sentimento stanno tra loro in una relazione improntata al rispetto reciproco, dato dal comune e armonico accordo.
Tutti i peggiori crimini commessi dall'umanità si sono sempre ammantati dell'appoggio divino.
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Vecchio 23-03-2014, 23.27.18   #20
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Ovviamente la teoria privata della sua applicazione è pianta sterile senza radici, ma tu sembri dimenticare che è attraverso il loro credere emotivo che i nazisti hanno sterminato il popolo giudaico.


Infatti le passioni (il credere emotivo dei nazisti) sono spine allacciate intorno al cuore, niente a che vedere con l'amore libero e razionale.
per questo, la fede cristiana ha una sua fisionomia inconfondibile, ed il nazismo&affini sono dimora senza Dio.
Si struttura come dono assolutamente gratuito (Dio fa irruzione nella nostra vita, viene ad abitarci), come decisione pienamente libera (Dio si propone, non si impone), come adesione veramente razionale (il credente, differente da credulone o da cattolico da salotto citando Bergoglio, sa a chi crede e perché crede).
Di conseguenza, non c'è Fede là dove non c'è gratuità, libertà e razionalità.
Fede e conoscenza crescono insieme, non sono alternative.
La Fede è la scienza stessa di Cristo, è il pensiero di Cristo in noi (altro che senza radici).
E' l'essere partecipi della sua stessa mentalità, quale nuovo criterio di giudizio, di decisione e di azione (altro che pianta sterile).
E' il godere di una forma intellettiva nuova: pensare col cuore, amare con la mente (L'emozione deve accordarsi all'intelligenza).


Citazione:
Tutti i peggiori crimini commessi dall'umanità si sono sempre ammantati dell'appoggio divino.

Mentre invece erano crimini sempre appoggiati soltanto dall'Ego.
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