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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 22-07-2004, 17.48.58   #1
Rocco
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
Wink EDUCAZIONE .....vera ..o ........

Non resisto dal postarvi questa mia riflessione prima della partenza per le ferie....

Sto pensando che molta della nostra educazione è basata ed è connessa con la coltivazione dell'intelletto , del ragionamento , della facoltà del pensiero e quindi con l'accumulazione della conoscenza . Il che , francamente , mi sembra un pò riduttivo.

Mi sembra che si dia pochissima attenzione a ciò che si potrebbe chiamare " sensibilità "

Alcune persone hanno un pò di sensibilità attraverso l'arte , la musica , lo Yoga , ..e altro ancora....

Ma in tutto ciò le persone sono più in relazione verso una forma che verso l'essenza della sensibilità stessa e che si tratta comunque di esperienze effimere......

E' possibile sviluppare la sensibilità attraverso un metodo che non sia effimero e che sia in grado di educarci in modo sostanziale e non formale alla vita stessa ????


Attendo vs feedback e ...quanto prima vi risponderò ..



Rocco
Rocco is offline  
Vecchio 07-08-2004, 15.52.20   #2
Mary
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Messaggi: 2,624
Molta della nostra educazione è basata su di un programma elaborato da una società.

Si basa sulla conoscenza trasmessa da una generazione all'altra. I genitori, per il bene dei figli,(così hanno sempre sostenuto, e forse era vero) hanno sempre fatto di tutto per plasmarli in modo appropriato per essere accettati dagli altri componenti il gruppo.

"""coltivazione dell'intelletto , del ragionamento , della facoltà del pensiero e quindi con l'accumulazione della conoscenza . Il che , francamente , mi sembra un pò riduttivo.""""

Se l'educazione si concretizzasse nel permettere ad un individuo di coltivare, effettivamente, queste capacità la componente sensibilità sarebbe già sufficientemente presente.

Buone Vacanze

Mary
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Vecchio 07-08-2004, 18.28.21   #3
epicurus
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Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
rocco, sicuramente hai ragione nel dire che la scuola insegna, ma non sensibilizza (lasciami passare questa brutale sintesi), anche se arte e musica sono presenti nelle scuole (poi come si fanno è un altro paio di maniche).


comunque il comunicare sensibilità (non uso 'insegnare' perchè non mi sembra adatto) penso che si possa fare senza cambiare di una virgola i contenuti dei programmi scolastici. basterebbe che l'ambiente-scuola fosse un ambiente sereno e armonioso tra sudenti-studenti e professori(o maestri)-studenti.

epicurus is offline  
Vecchio 29-08-2004, 16.06.48   #4
Rocco
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
Cool Riciao a tutti

Ciao a tutti ! Sono tornato dalle ferie.

Vi ringrazio per le risposte anche se mi sembrano un pò pochine .

Che dire ? Tutti ottimi gli interventi e le osservazioni.

Certo anche a me molte volte è sembrato che l'interesse sia fondamentale per renderci sensibili , ma a mio avviso ciò è molto effimero in quanto l'interesse può svanire o calare ed allora ? Rinunciamo ad essere sensibili ?

Come ha detto Epicurus la sensibilità non si può insegnare , forse a limite coltivare.

Io vorrei provare a dare un piccolo spunto : forse la SOFFERENZA e le asperità possono guidarci verso la sensibilità.

Senza di essa difatti la vita è piatta , monotona e vuota e quando tutto è in discesa è davvero difficile trovare dgli spunti e degli stimoli..

Voi cosa ne dite ?

A presto.

Rocco
Rocco is offline  
Vecchio 29-08-2004, 19.59.08   #5
Calumet
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Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
Re: Riciao a tutti

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rocco
Io vorrei provare a dare un piccolo spunto : forse la SOFFERENZA e le asperità possono guidarci verso la sensibilità.

Voi cosa ne dite ?

Ciao Rocco!
Io dico che in parte la tua affermazione è vera, nel senso che nel momento in cui ti confronti con delle difficoltà, sei costretto a cercare dentro di te una soluzione, e nella ricerca scopri anche le parti più sensibili del tuo essere. Ma è solo una delle possibili reazioni che innesca la sofferenza.
In effetti non è la sofferenza in sé, a creare sensibilità, quanto la REAZIONE alla sofferenza che, come ben sappiamo, varia da persona a persona. Quindi ci sono persone che, tramite la sofferenza, sono diventate più sensibili, più attente a ciò che sta loro attorno; mentre ci sono altre persone che in seguito alla sofferenza, si sono solo incattivite. Questo, ovviamente, non significa che non siano sensibili, ma che, forse, hanno appreso un modello di comportamento che le porta a soffocare la loro sensibilità per difesa.
Moltissimi serial killer, ad esempio, hanno avuto un'infanzia travagliatissima, e hanno sofferto enormemente. Quindi, non sempre la sofferenza è utile a insegnare all'essere umano a manifestare sensibilità.

Credo che la si possa solo apprendere attraverso le persone che ci stanno attorno e che contribuiscono alla nostra formazione (genitori, figure familiari importanti, amici). Proprio come si trasmette la passione per qualcosa, forse si può trasmettere la sensibilità - per qualcosa e in generale - .
Bisogna anche essere oggetto di sensibilità, poi, per poterla applicare, penso. Intendo dire che se c'è qualcuno che sarà sensibile con me, ripetutamente, e mi farà scoprire questo sensimento, probabilmente sarò più incline a farlo mio e manifestarlo in seguito, e trasmetterlo a mia volta.

La stessa domanda poteva essere posta sull'amore, e le risposte avrebbero potuto essere simili. Chi riceve amore impara a donarlo (in linea di massima...diciamo che almeno è più propenso).

Che dite, può filare il discorso?
Calumet is offline  
Vecchio 31-08-2004, 15.40.02   #6
Rocco
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
Talking RE-AZIONI.......

Ciao Calumet e benvenuto in questo bel sito di riflessioni.....

Ho apprezzato molto il tuo intervento e gli spunti.

Innanzitutto mi dai occasione di parlare di REAZIONI , ossia non di azioni vere e proprie ma di comportamenti che si innescano come risposta ad un altra , spesso in contrapposizione , e quindi , diciamolo poco intelligenti .

Rendo l'idea ? Ci avete mai pensato e ve ne siete resi conto di come a volte reagiamo per istinto o per paura di soccombere ..di essere giudicati..e poi ..a freddo ....ci rendiamo conto della ns scarsa sensibilità e rimuginiamo su ciò che abbiamo fatto o detto , per nulla convinti ?

Chiamatele reazioni o azioni condizionate ..o come volete.

Quando poi dici che bisogna essere oggetto di sensibilità.....concordo e non ..nel senso che può essere utile , ma per avere costanza in certi comportamenti e conservare la sensibilità , bisogna innanzitutto " VEDERE" con la V maiuscola.

Se vedo che il fumo uccide , smetto all'istante.

Ricordo un altro esempio eccellente : l'uomo che sta sul bordo di un precipizio , non ha bisogno di pensare cosa fare ! Si scosta e basta ........

Noi pensiamo troppo , lavoriamo troppo di fantasia , forse ..chissà....basterebbe vivere la vita per quello che è , senza pensare troppo ciò che è bene e che è male ....ma fare quello che intuitivamente sentiamo bisogna fare ........

O sono uscito fuori tema ??

Aloha !


Rocco
Rocco is offline  
Vecchio 01-09-2004, 13.21.07   #7
Calumet
Ospite
 
Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
Re: RE-AZIONI.......

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rocco
Quando poi dici che bisogna essere oggetto di sensibilità.....concordo e non ..nel senso che può essere utile , ma per avere costanza in certi comportamenti e conservare la sensibilità , bisogna innanzitutto " VEDERE" con la V maiuscola.

Se vedo che il fumo uccide , smetto all'istante. Aloha !

Rocco

Ciao Rocco!
Concordo in parte con la tua affermazione, perché c'è sempre la variabile della soggettività. Altrimenti non si spiegherebbe come mai certa gente che ha i polmoni anneriti dal fumo va avanti a fumare, così come chi ha il fegato oramai distrutto dall'alcol va avanti a bere... Alcune persone hanno la strana "capacità" di non vedere ciò che sta davanti ai loro occhi, e altri riescono a vedere solo se la cosa si applica ad altri, magari se ne preoccupano anche (degli altri) meno di quanto farebbero con se stessi. E' vero, però, che tendenzialmente uno manifesta verso gli altri lo stesso atteggiamento, di base, che ha con se stesso. Quindi se io mi prendo metaforicamente a mazzate sulle palle, probabilmente lo farò in qualche modo anche con gli altri. Se non ho rispetto di me stesso non l'avrò verso gli altri, se non mi riservo trattamenti molto gentili nei miei riguardi, farò lo stesso con gli altri. Accade spesso e lo vedo in continuazione nelle persone (oltre ad averlo sperimentato su di me).

Penso comunque che, come per molte altre cose, lo spirito di osservazione contribuisca alla formazione di un individuo, compreso lo sviluppo della sua sensibilità. Non sempre osservare è sufficiente, d'accordo. Allora ecco che si rivela importante una figura di riferimento che aiuta a osservare e, soprattutto, aiuta o insegna a riflettere su ciò che si è osservato, permettendo anche un processo di consapevolizzazione (che mi sembra piuttosto importante...)

a presto!
Calumet is offline  
Vecchio 01-09-2004, 14.27.48   #8
Salomè
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Data registrazione: 31-08-2004
Messaggi: 0
Salve a tutti, sono appena arrivata.
Questa discussione è molto interessante. Mi sono chiesta tante volte il ruolo dell'educazione e i suoi limiti. Essa serve prima di tutto ad inserirsi adeguatamente nella società, cioè ad omologarsi ed ad accettare i valori comunemente accettati. Questo potrebbe sembrare un limite, ma in realtà è la condizione necessaria per la convivenza. L'educazione ci infonde valori, principi, norme pratiche ma anche etiche e permette che si crei un bagaglio culturale. La sensibilità non è altro che rendere propria,soggettiva,vissuta questa cultura, renderla qualcosa di altro da come ci è stata trasmessa. La sensibilità è qualcosa di intimo non può essere insegnato. L'educazione ci da le basi per coltivarla poi sta a noi scegliere quale ruolo dare ad essa nella nostra vita.
Salomè is offline  
Vecchio 01-09-2004, 17.07.49   #9
Rocco
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Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
Smile Variabili soggettive & figure di riferimento

Grazie Calumet per gli spunti.

In merito alle variabili soggettive di cui parli , davvero non so che dirti......gli esempi che citi mi fuorviano in qualche modo.

Certo che c'è chi fuma e arriva a 95 anni ..( mio nonno ! ) , però che il fumo faccia molto male e sia causa di cancro e non solo , su questo penso ci sia poco da discutere.

Forse a dire il vero ho sbagliato IO a citare l'esempio . Riferisciti a quello del precipizio e al fatto di " VEDERE" ......

Tuttavia ( e non me ne volere ) , quelle "variabili soggettive " sono un pò la nostra difesa quotidiana......e difatti , in questo nostro ridicolo mondo , pare che non esistano molte verità assolute : ossia ciò che è buono per me non lo è per te e viceversa....si tende sempre a rendere soggettivo tutto ed è forse anche perciò che i rapporti umani in generale stanno diventando sempre più difficili e complessi , inutile negarlo.

Con questo però attenzione , non mi fraintendere : non voglio dire che nel mondo non esistono diversità , ma solo che siamo noi ad esasperare tutto e a voler vedere tutto diverso.

Ti cito un esempio : mia moglie è cinese e spesso chiaccherando con la gente , molti mi chiedono come la cultura sia diversa , lo stile di vita sia diverso e la ammirano per come si è adattata qui. Mi sembra che perdano di vista il fatto che al di là della religione , cibo , lingua o altre abitudini , alla fine l'essere umano sia uno solo.

Forse riderai , qualcuno non sarà per nulla d'accordo , ma i sentimenti dell'essere umano sono gli stessi ovunque : in Polinesia come in Nepal , in Cina , come a Napoli : odio, rabbia , gelosia , amore , etc etc ..cambiano solo le "apparenze "

Detto ciò , passo a rifelettere sulla figura di riferimento di cui parli : io di recente ho adottato una sorta di figura di riferimento che mi ha aiutato molto : Jiddu Krishnamurti.

Non bisogna però attaccarsi mai a nessuno e verificare sempre di persona nella propria vita senza schemi rigidi e mai perdendo di vista SE' STESSI ..che è forse la figura principale nella quale provare a specchiarsi......

Impresa non facile , anche perchè lungo la strada spesso i vetri vanno in frantumi e l'immagine svanisce........

Anch'io difatti a volte vedo Jiddu K diverso da me : un uomo senza famiglia e figli , senza un lavoro "difficile " come il mio , senzs una moglie e che forse facilmente ha scritto di cose sagge....

Comunque trovo la sua descrizione del pensiero molto realistica e spesso mi rendo conto anche io che tendo a "scappare" da certe realtà e non le accetto ..e lo vedo sempre "diverso" da me.....

La fuga verso ciò che "vorremmo" e che è diverso da ciò che abbiamo ed E' costituisce purtroppo una delle immagini-miraggio che più spesso amiamo autocostruirci.


Un saluto

Rocco
Rocco is offline  
Vecchio 04-09-2004, 14.31.11   #10
Calumet
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Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
Re: Variabili soggettive & figure di riferimento

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rocco
In merito alle variabili soggettive di cui parli , davvero non so che dirti......gli esempi che citi mi fuorviano in qualche modo.
Riferisciti a quello del precipizio e al fatto di " VEDERE" ......


Ciao Rocco,
forse ho inteso io male il tuo esempio di partenza. Quando hai parlato che c'è la necessità di VEDERE, e se vedo uno che muore di cancro per il fumo, smetto di fumare all'istante, l'ho inteso così: come tutte le cose importanti, evidenti, (quindi anche la sensibilità), c'è bisogno di vederla concretamente, vederla manifestare, vederla su noi stessi, vederla intorno a noi per poterla imparare, così come il vedere e tastare una cosa pericolosa ce ne fa allontanare all'istante. Per questo che poi ho aggiunto che c'è chi ha un piede nella fossa per cerrosi epatica e va avanti a bere: o non vede ciò che ha davanti, o lo vede negli altri, o evita di applicare a sé la cosa. Quindi magari VEDO anche la sensibilità ma: o non la applico a me, o non l'apprendo, e quindi non l'applico agli altri. Forse non ci siamo intesi sul senso dell'esempio iniziale...

Tuttavia ( e non me ne volere ) , quelle "variabili soggettive " sono un pò la nostra difesa quotidiana......e difatti , in questo nostro ridicolo mondo , pare che non esistano molte verità assolute

Sai che la penso in maniera esattamente opposta? Nella mia esperienza personale (e torniamo alla soggettività, ahimé) sono proprio i concetti di "verità assoluta" e di "oggettività" (di cui è strapieno il mondo) ad essere fuorvianti, perché danno un sacco di finte sicurezze e rassicurazioni, oltre a impedire di accettare le idee degli altri...

è forse anche perciò che i rapporti umani in generale stanno diventando sempre più difficili e complessi , inutile negarlo.

Io ho l'impressione che i rapporti siano difficili perché la gente ama sempre meno fidarsi, e fa fatica a dimostrare amore (che è una cosa di cui abbiamo tutti bisogno, e la cui mancanza ha effetti devastanti sulle persone e sulla società)

Forse riderai , qualcuno non sarà per nulla d'accordo , ma i sentimenti dell'essere umano sono gli stessi ovunque

Ma certo, sono d'accordo, penso che, anche se usiamo termini diversi, quando vediamo una persona adirata, è chiaro a tutti cosa sta provando! Anche se, comunque, ci sono delle distinzioni! In alcuni paesi hanno molti più vocaboli per definire certe emozioni rispetto a noi e viceversa: in altri luoghi certe emozioni che noi definiamo con esagerata minuzia, non hanno neppure un nome..... Sai che hanno da poco aperto un thread in cui si parla di cosa significano le parole "io ti amo"? Se vai a dare una sbirciata, vedrai che il significato che gli si attribuisce varia tantissimo da persona a persona!

io di recente ho adottato una sorta di figura di riferimento che mi ha aiutato molto : Jiddu Krishnamurti.

Devi scusare la mia mancanza di conoscenza sull'argomento...qui non posso dire altro perché sono proprio a digiuno di informazioni!

a presto!
Calumet
Calumet is offline  

 



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