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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 04-10-2004, 17.27.56   #11
bert
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-06-2004
Messaggi: 105
Re: Lo scietticismo assoluto: problematica grammaticale o fattuale?

il mio pensiero sul tema vuole essere di natura quasi "pratica". penso che il dubbio assoluto sia molto interessante, ma castrante, nel senso che alla fine rieschio di non poter dir nulla.

tanto vale a questo punto identificare due "possibili" diramazioni:

1) se io mi occupo di problemi di base, allora ci penso alla questione dello scietticismo assoluto

2) se invece io devo dire delle cose su certe realtà, applico una teoria del senso più sociale, come quella della comunità interpretativa, e mi muovo dagli assunti storicizzati di chi è venuto prima di me.

Se rientro nella 2), allora ho già detto tutto.

Se rientrop nella 1) allora ci devo pensare.

immaginiamo quindi di essere nella categoria 1). Se ammetto che esista la possibilità dell'analisi, allora dico che, per quanto com'plicata possa essere una certa situazione, posso arrivare alla sua comprensione globale. Se non ammetto l'analisi, allora (almeno io) vado a casa e faccio altro nella vita.

Se lo scietticismo mi porta ad ammettere che non c'è analisi finale legittima, allora anche la stessa analisi che mi ha portato allo scietticismo potrebbe essere fallace. Insomma un casino.

Come sai già, io credo che se ci si mette d'accordo, se ci mettiamo di fronte ad un tavolo e decidiamo che un a certa serie di proposizioni le diamo per accettabili, vere, ecc, allora mi creo una piattaforma, e ci lavoro sopra. In questo modo almeno nella mia piccola nicchia riesco a dire qualcosa che ha senso per quella particolare nicchia.

In più, al di sopra della lista degli assiomi minimi comuni, ci mettiamo quello per cui ammettiamo che possa esistere una analisi finita di quello che riteniamo essere il fenomeno che vogliamo studiare.
Quindi mi metto a scrivere e parlare di filosofia in modo serio, ordinato, accurato, attento. A questo punto gli altri mi dicono che sono un filosofo analitico, e che rientro in quella categoria. Ma quella categoria non è altro che l'ennesima comunità interpretativa. E quindi la mia distinzione iniziale 1) e 2) è, forse, falsa.

Dunque la questione che poni è alquanto difficile da derimere.

Se valgono anche le opinioni, io non sono uno scettico totale, anzi. Se lo fossi, per me, sarebbe un gran problema!




Citazione:
Messaggio originale inviato da epicurus
Cosa ne pensate dello scietticismo assoluto?
I pro e i contro di tale posizione quali potrebbero essere?

Anticipo che io ritendo il problema "Quella cosa esiste davvero?" e, allargato, "Il mondo esiste davvero?", come un problema strettamente ed esclusivamente linguistico (grammaticale) e non conoscitivo.

Aspetto interventi...

bert is offline  
Vecchio 04-10-2004, 21.30.32   #12
kantaishi
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Rispondo a Epicurus.

Om!Epicurus OM!
a proposito di scetticismo ti faccio il riassunto dei capisaldi della dottrina Indù dell'Advaita:

1 Qualunque cosa tu pensi è sbagliata.
Sì perchè il computer -cervello è programmato solo e soltanto per la matematica e derivati come fisica,chimica ecc.
Il cervello non può comprendere assolutamente nulla che riguardi la psicologia,la religione e la filosofia(nel senso etimologico di amore per la saggezza).

2- Il pensiero non può assolutamente risolvere nessun problema umano in quanto è stato lui a creare tutti i problemi.

3-La soluzione di tutti i problemi personali e dell'umanità è possibile solo e soltanto con l'arresto del pensiero.

4-Quello che i cristiani chiamano peccato originale consiste nell'impossibilità di spegnere una radio dentro il cervello(il pensiero)che è accesa notte e giorno.

5-E allora?Come facciamo a spegnere quella radio?
Allenandosi all'attenzione e alla consapevolezza:
se io sono consapevole di ciò che sto pensando per 24 ore su 24 e sono totalmente attento a tutto ciò che mi circonda,capirò che il mio pensiero è privo di senso e che il mondo che mi circonda è pura illusione, nel senso che è composto da elettroni che ruotano attorno al nucleo.
Se riesco a realizzare ciò,il pensiero sventola bandiera bianca e se ne va per sempre.Ma quel vuoto che si forma verrà riempito dalla Saggezza Cosmica che può essere chiamata Amore o Brahman o Shiva o Buddha o Cristo o Dio.
Se in me c'è la Saggezza cosmica(A'nàndà)posso dare a Dio qualunque nome,anche Pierluigi o Adriano.
Ma,se quel Dio è inventato dal pensiero,allora deve avere un nome ben specifico,un nome che indichi esattamente il totem della tribù a cui appartengo.
Esempio di rituali di alcune tribù che conosci:

1-Tribù nazifascista.Rituali:
sterminio di Ebrei,dissidenti,zingari,omose ssuali,handicappati.

2-Tribù comunista .Rituali:
sterminio di Ebrei,dissidenti,zingari,omose ssuali,handicappati.

3.tribù cristiana.Rituali:
sterminio di Ebrei,eretici o pagani,zingari,omosessuali,han dicappati.

I tre totem: svastica,falce e martello,croce.

Om S'iva OM!

Kantaishi.
kantaishi is offline  
Vecchio 06-10-2004, 11.19.33   #13
nefertari82
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Data registrazione: 04-10-2004
Messaggi: 1
(innanzitutto ciao a tutti, sono nuova! )

vedo che siete tutti preparatissimi... riporto il mio semplice punto di vista.

Lo scettico NON crede necessariamente che tutto sia un’illusione, che ci siano solo “immagini del mondo”.
Lo scettico pensa che non sia possibile affermare verità assolute…..
E’ il rifiuto di ammettere una verità in senso forte!

Io la trovo una posizione più che ragionevole.
In pratica uno scettico NON ESCLUDE CHE QUESTA SIA LA REALTA’ VERA, MA SA CHE NON POTRA’ MAI ESSERNE SICURO!
E il dubbio può essere esteso ad ogni cosa, perché tutto potrebbe essere appunto un sogno, un inganno, un'illusione, una percezione errata o incompleta….

Poi è ovvio che PER VIVERE, bisognerà ADATTARSI alle regole del nostro sistema.
abbiamo tutti bisogno di punti (relativamente) fermi.
coltiveremo quindi delle certezze RELATIVE al sistema Mondo, alla cultura.....
Lo scetticismo è anche relativismo, problematicismo, pragmatismo ……

io sono una scettica.... nel senso che non sono sicura al 100% di ciò che E'.
Eppure credo in molte cose, vuoi per il loro fascino (un criterio puramente estetico) , vuoi per la loro utilità e funzionalità(pragmatismo)
Io dico NON SI PUo' ESCLUDERE NIENTE.

Ciò di cui io dubito è la realtà nel complesso.
Non condivido le “certezze del senso comune” della logica aletica.
Dire che la nostra realtà è “vera” è un’affermazione FORTE.
L’uomo è all’interno di un sistema, deve sottostare a leggi fisiche, è un osservatore interno…
Chi ci assicura che ciò che sperimentiamo esista/sia proprio così?

Per ipotesi, una volta morti, forse avremo un punto di vista diverso, percezioni diverse… e tutto ciò che riconoscevamo come “Vero” cadrà inesorabilmente!

Per quanto riguarda la verità delle proposizioni, anche la filosofia della conoscenza fa una distinzione tra logica minor (la logica formale, che guarda alla COERENZA) e la logica maior (che si occupa della verità del CONTENUTO).
È ovvio che non tutto ciò che è logicamente valido è anche vero e non tutto ciò che è vero è anche logicamente valido.
nefertari82 is offline  
Vecchio 06-10-2004, 13.26.25   #14
bert
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-06-2004
Messaggi: 105
Re: Rispondo a Epicurus.

Rispondo brevemente su alcuni punti

... ma secondo te la matematica e la chimica come si differenziano dalla filosofia??? stai forse dicendo che stanno su piani differennti?? e se così fosse spiegheresti il motivo???


... mi risulta dalla teologia che il peccato originale sia una cosa un po' diversa ed un po' più complessa. Non è una questione di pensiero, ma di razionalità
"altra" da quella in atto in noi adesso, che avrebbe permesso non una partedipazione al divino (nel senso di tommaso), ma una comprensione alloluta del divino. Dunque con il peccato originale l'uomo avrebbe perso la possibilità di comprendere dio appieno

Citazione:
Messaggio originale inviato da kantaishi
Om!Epicurus OM!
a proposito di scetticismo ti faccio il riassunto dei capisaldi della dottrina Indù dell'Advaita:

1 Qualunque cosa tu pensi è sbagliata.
Sì perchè il computer -cervello è programmato solo e soltanto per la matematica e derivati come fisica,chimica ecc.




Il cervello non può comprendere assolutamente nulla che riguardi la psicologia,la religione e la filosofia(nel senso etimologico di amore per la saggezza).

2- Il pensiero non può assolutamente risolvere nessun problema umano in quanto è stato lui a creare tutti i problemi.

3-La soluzione di tutti i problemi personali e dell'umanità è possibile solo e soltanto con l'arresto del pensiero.

4-Quello che i cristiani chiamano peccato originale consiste nell'impossibilità di spegnere una radio dentro il cervello(il pensiero)che è accesa notte e giorno.



5-E allora?Come facciamo a spegnere quella radio?
Allenandosi all'attenzione e alla consapevolezza:
se io sono consapevole di ciò che sto pensando per 24 ore su 24 e sono totalmente attento a tutto ciò che mi circonda,capirò che il mio pensiero è privo di senso e che il mondo che mi circonda è pura illusione, nel senso che è composto da elettroni che ruotano attorno al nucleo.
Se riesco a realizzare ciò,il pensiero sventola bandiera bianca e se ne va per sempre.Ma quel vuoto che si forma verrà riempito dalla Saggezza Cosmica che può essere chiamata Amore o Brahman o Shiva o Buddha o Cristo o Dio.
Se in me c'è la Saggezza cosmica(A'nàndà)posso dare a Dio qualunque nome,anche Pierluigi o Adriano.
Ma,se quel Dio è inventato dal pensiero,allora deve avere un nome ben specifico,un nome che indichi esattamente il totem della tribù a cui appartengo.
Esempio di rituali di alcune tribù che conosci:

1-Tribù nazifascista.Rituali:
sterminio di Ebrei,dissidenti,zingari,omose ssuali,handicappati.

2-Tribù comunista .Rituali:
sterminio di Ebrei,dissidenti,zingari,omose ssuali,handicappati.

3.tribù cristiana.Rituali:
sterminio di Ebrei,eretici o pagani,zingari,omosessuali,han dicappati.


I tre totem: svastica,falce e martello,croce.

Om S'iva OM!

Kantaishi.

Ultima modifica di bert : 06-10-2004 alle ore 13.29.31.
bert is offline  
Vecchio 06-10-2004, 17.47.39   #15
kantaishi
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Rispondo a Bert.

Carissimo,
il peccato originale sarebbe sarebbe un concetto razionale?
Devi sapere che,alla fine dell'800 sono state scoperte nell'Iraq 30.000 tavole dei Sumeri scritte in cuneiforme e sono state tradotte da Theodor Mommsen e da Zecharia Sitchin.
Circa 200 di queste tavole contengono un racconto che rispecchia i primi 6 capitoli del Genesi ebraico.
Se quest'ultima Genesi fosse un racconto razionale,allora gli"Addetti ai lavori"nel campo della Bibbia non avrebbero impedito,per 100 anni,all'umanità di essere informata sull'esistenza del Genesi Sumero.

Alcuni esempi:
l'albero della conoscenza del bene e del male:si riferiva alla biblioteca-scuola di Ninive.
Il serpente:si riferiva al comandante in capo dell'esercito sumero che aveva sugli scudi il disegno di un serpente e veniva chiamato"Il serpente".
"Facemmo l'uomo a nostra immagine e somiglianza.":
quando gli Ariani-Accadi detti Sumeri invasero la Mesopotamia avevano una civiltà molto progredita e si trovarono di fronte gli uomini di Neardenthal o comunque esseri di scarsa evoluzione.
Potevano fare 2 cose:o il solito genocidio o tentare un incrocio fra i maschi sumeri e le femmine primitive(e gli Elohim videro che le donne erano belle ecc.)e l'esperimento funzionò e nacquero bambini a"nostra"(dei sumeri)immagine e somiglianza.
La cosa fu decisa a maggioranza e il re Enlil(il Geova della Bibbia)
era contrario mentre il capo dell'esercito,Enki,detto il serpente,era favorevole.
Enki vinse la causa e ora gli scienziati continuano a cercare invano l'anello di congiunzione fra l'uomo-scimmia e l'uomo sapiens.

Le traduzioni si trovano,assieme ad altri argomenti,nel libro:
"Il pianeta degli dei" di Zecharia Sitchin.

Saluti.

Kantaishi.
kantaishi is offline  
Vecchio 07-10-2004, 09.04.44   #16
bert
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Messaggi: 105
rispondo a kantaishi

la mia è una questione diversa, e più filosofica. E' l'idea tomista, che per altro trovo molto affascinante, per risolvere un problema non sa doco, ovvero il fatto che la perfezione divina crei enti non perfetti. tommaso a questo punto partendo dal racconto biblico considerato assolutamente vero, mostra che la perdita della di quella idealità porta al fatto che non si possa comprendere dio se non attraverso una partecipazione al suo essere.
bert is offline  
Vecchio 04-07-2013, 23.40.59   #17
paul11
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Riferimento: Lo scietticismo assoluto: problematica grammaticale o fattuale?

Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Cosa ne pensate dello scietticismo assoluto?
I pro e i contro di tale posizione quali potrebbero essere?

Anticipo che io ritendo il problema "Quella cosa esiste davvero?" e, allargato, "Il mondo esiste davvero?", come un problema strettamente ed esclusivamente linguistico (grammaticale) e non conoscitivo.

Aspetto interventi...


Il mio nome è “Nessuno” ed esercito il dubbio.

C’una bella differenza fra scetticismo e dubbio ,addirittura è l’opposto.Lo scettico è sicuro di una posizione, la sua, e contrasta radicalmente le altre posizioni : “ non vuol sentire ragione”.
L’esercizio del dubbio è esattamente l’opposto, io dubito di tutte le affermazioni in quanto non essendoci nessuna come portatrice di verità inconfutabili, mi misuro con esse e attraverso un esercizio critico, logico, razionale di linguaggi accetto o meno una argomentazione. Ma soprattutto nno sono portatore di verità così come nessuno può sentirsene altrettanto”. Questo è il principio di tolleranza che porta al dialogo,e per niente a posizione dogmatiche e quindi fanatiche.

E adesso nello specifico…

Sono d’accordo, l’evidenza della quotidianità almeno per me è la vera validificazione di una teoria, è l’elemento base da cui iniziare . Direi anche che è proprio quì che ha perso la filosofia o almeno una certo modo di filosofare e ha vinto, per così dire, la scienza e la filosofia pragmatica dell’analitica e del linguaggio, perché connettono la teoria e la ricaduta pratica della quotidianità la quale a sua volta è il terreno da cui si ispirano nuove teorie

Mi trovo ancora d’accordo che la definizione di una entità di un “item”, di un oggetto gli costruisce il perimetro intelligibile nella realtà e non gli sfuggenti giochi di parole e di prestigio dell’astrattismo che diventano puro intellettualismo, dove tutto è impossibile e nello stesso tempo possibile. Quindi sono d’accordo sull’ ”esistenza diretta” .

Ma attenzione anche al linguaggio, alla “grammatica” di Wittgenstein.
Se il mondo è la realtà, questa è anche la sintassi in cui si muove la semantica che noi relazioniamo con i linguaggi e questi come si dice giustamente sono mutevoli e addirittura cambia di significati ,quindi un segno non sempre costituisce e definisce per sempre il significato.
La conseguenza è che il linguaggio può sfociare nella retorica nel tentativo della persuasione argomentativa o nella quotidianità della comunicazione, senza minimamente tangere i livelli superiori della leggibilità del mondo, ma semplicemente adeguandosi all’ orizzonte di una conoscenza specifica.


Il linguaggio rischia di non precedere l’atto conoscitivo ”nuovo” essendo inadeguato a descriverlo , ma di adattarsi alle realtà ontologiche che altre discipline hanno sancito.
Quindi si adegua alla lettura del mondo , ai nuovi segni che devono trovare le parole per definirlo.

paul11 is offline  
Vecchio 08-07-2013, 10.43.37   #18
tiziano
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Riferimento: Lo scietticismo assoluto: problematica grammaticale o fattuale?

Curiosamente questa conversazione rispunta dal passato...
Io la ritengo filosoficamente affascinante (ci sarebbe molto da discutere su che cosa sia il fascino della filosofia...) ma praticamente irrilevante. D'altronde decenni di meditazione filosofica m'hanno condotto a credere che la migliore dimostrazione è quella, aristotelicamente, "per accidente", per quanto è ovvio che sia epistemicamente nulla. Mi spiego: il mondo esiste? Prendi una bella rincorsa a vai sbattere la testa contro il muro, poi decidi se esiste o no. Lo so che Cartesio replicherebbe che potrebbe esistere un dio maligno che mi illude della consistenza del muro e del mio dolore, ma io - per puro atto fideistico - ritengo che non esista un dio maligno, anzi che non esista proprio un dio (posso invece discutere su un creatore sprovveduto).
Però ora aggiungo un pseudoargomentazione filosofica. La conoscenza assoluta non può essere umana, potrebbe solo essere divina, olimpica; per il semplice fatto che chi sta nel mondo può conoscere solo ciò che sta nel mondo, con una prospettiva, appunto, mondana. Per questo Nagel intitolò un suo bel libro in cui sosteneva che la conoscenza assoluta è possibile "Uno sguardo da nessun luogo", però il nostro è uno sguardo da questo luogo.
Conseguentemente anche lo scetticismo assoluto può solo essere divino (e lasciamo perdere che sarebbe bizzarro un dio che contraddice se stesso). Dunque poiché la conoscenza umana è relativa anche lo scetticismo umano è relativo. E' talmente umano che talvolta, anzi spesso, anzi quasi sempre, confondiamo lo scetticismo con l'errore, l'argomentazione sbagliata, le false e peseudo credenze, le opinioni di vari guru più o meno fasulli, ecc.
tiziano is offline  
Vecchio 08-07-2013, 23.21.00   #19
maral
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Riferimento: Lo scietticismo assoluto: problematica grammaticale o fattuale?

Lo scetticismo assoluto muore della sua autocontraddizione di possibilità che non può mai essere certezza, dunque non può mai realizzarsi nel modo assoluto con cui si proclama.
Il punto è che se pur sempre ci muoviamo nell'ambito delle rappresentazioni e siamo noi stessi rappresentazione, qualcosa che viene rappresentato non può mancare (non può esserci finzione se non vi è qualcosa di vero da fingere), dunque quel qualcosa (la realtà) c'è anche se ogni rappresentazione che costruiamo con il nostro dire (proprio in quanto la rappresenta e dunque la finge) non potrà mai esaurirlo. Dobbiamo solo riuscire ad accettare questo non poter sapere, lasciare spazio al nascosto sul quale si agita l'apparenza multiforme del mondo che costantemente allude alla sua indubitabile, ma inconoscibile realtà.
Lo scetticismo ha senso solo in ambito gnoseologico, non esistenziale e men che meno ontologico, quindi non può essere in alcun modo assoluto se non come estrema e folle volontà che lo sia.
maral is offline  
Vecchio 09-07-2013, 02.44.33   #20
Soren
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Messaggi: 164
Riferimento: Lo scietticismo assoluto: problematica grammaticale o fattuale?

Ho letto la discussione, sembrava interessante e lo è stata. E già che ci sono dico la mia... Non è possibile dubitare che il mondo esista ( cogito ergo sum ) ma piuttosto di che cosa sia: l'esistenza è già posta, sia senza che con i dubbi.
Soren is offline  

 



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