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Vecchio 15-01-2005, 23.54.25   #11
Fragola
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Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
Re: L'ateo morale o amorale?

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Può un uomo che non crede in Dio, nell’anima, nello spirito o in nulla di trascendente essere morale ed etico e se si perché lo fa?

Morale e etica non sono la stessa cosa. Comunque sì, un ateo può avere un comportamento morale o un comportamento etico pur essendo ateo. E' anzi molto frequente che siano gli atei ad avere un comportamento etico. Molto di più dei credenti, i quali magari più spesso hanno un comportamento morale.

Credo che la motivazione sia di un comportamento etico che di uno morale sia la stessa per i credenti e per i non credenti.
La motivazione di un comportamento morale è il desiderio di adeguarsi, di essere ... "normali", di rispettare i valori comuni della società in cui si vive, di essere accettati e per bene.

Il motivo di un comportamento etico, che può anche non essere morale, è una riflessione profonda sui valori che, certo, si acquisiscono con l'educazione ma che poi possono essere rielaborati interiormente.

Non vedo cosa c'entri il fatto di credere in dio. A meno che tu non pensi che l'idea che dio ti guarda possa far sviluppare l'etica. No, questo assolutamente no. Semmai la morale, se coincide con i precetti della religione in questione. Nel caso in cui la religione in questione sia la più diffusa nella cultura di riferimento, i valori coincidono sicuramente.
Fragola is offline  
Vecchio 16-01-2005, 13.00.13   #12
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
Chi definisce sè stesso "ateo" è sicuramente o amorale o superficiale o entrambe le cose.

Chi definisce un altro quale "ateo" è sicuramente morale o superficiale o entrambe le cose.

Chi ammette l'esistenza dell'ateismo è, in ogni caso, un superficiale, perchè non esiste persona più sinceramente votata alla ricerca di Dio di un cosiddetto "ateo". Infatti, essere atei può significare soltanto che non si accetta per "Dio" quello che altri affermano, mentre esistono infinite possibilità che Dio sia altro e questo ogni "ateo" serio lo riconosce tranquillamente... serio: se non si definisce tale solo per dare aria al proprio personaggio.

La moralità prescinde dalla religione ed è condizionata soltanto dalla nobiltà dell'animo.

Può, tuttavia, riscontrarsi un comportamento morale dovuto a convenienza in persone pronte, sempre per convenienza, a trasgredire la morale alla prima occasione favorevole. E' questo il comportamento che rende vincenti nella vita e che rivela quanto l'essere ignobili permetta di procedere nell'evoluzione con maggiori chances dei nobili d'animo, perdenti e prede.

Le religioni di massa, organizzate e dotate di proprie leggi, tendono esattamente a incrementare il numero delle "prede" ed a mantenerle in gruppo e sotto controllo a vantaggio dei "pastori" e dei lupi dietro le quinte.
Mistico is offline  
Vecchio 16-01-2005, 15.09.38   #13
Tornelius
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-01-2005
Messaggi: 134
Se Dio non esiste, tutto è permesso...
Tornelius is offline  
Vecchio 16-01-2005, 16.09.42   #14
edali
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Quante affermazioni! Allora una persona etica e/o morale è così soltanto per la paura di Dio?
Mistico che vuol dire superficialità dal tuo punto di vista? Ci sono delle persone che magari non dicono Dio, ma dicono vita, amore per la vita, per la natura e per gli essere umani per tutti e neanche giudicano come uno è più superficiale di me oppure si sentono evoluti. Non si mettono questi quesiti mentre hanno un comportamento naturale, civile e molto umano, non imposto da dalla religione o dalla spiritualità.

A non confondersi morale e/o etica con conformismo. Devo riconoscere che a volte faccio un po’ di confusione tra la parola etico e la parola morale. So distinguere solo quando uno mi fa la morale…

Qua qualcuno dovrebbe dare le definizioni precise: morale, etica, ateo e ..spiritualità.
edali is offline  
Vecchio 16-01-2005, 17.22.16   #15
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
ho cambiato idea un'altra volta, ma questa volta sono più sicuro.
con questo post voglio mostrare che non è possibile essere cristiani per paura di andare all'inferno, ma solo per amore di Dio e che il precetto "non fare all'altro ciò che non vorresti fosse fatto a te" si fonda, per il cristiano, sull'amore divino, per l'ateo sulla convenienza (e si fonda ben poco), e per l'educato sul senso di colpa. anche se non credo che con queste possibilità tutte le possibilità siano esaurite.


"non fare all'altro ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso" è una norma comportamentale che può essere applicata se una delle tre condizioni è soddisfatta:
1) credere in Dio
2) seguire il principio della convenienza
3) aver interiorizzato la norma durante l'educazione


spiegazione punto 1)

Questo motto è, in questo caso, una deduzione dal più generale "ama il prossimo tuo come te stesso", che è applicata dal cristiano non, per timore dell'avverarsi della minaccia-inferno, ma come spontanea conseguenza del sentirsi amati da Dio: infatti è impossibile che una minaccia faccia amare, una minaccia del tipo "ama o ti faccio patire le pene dell'inferno" è assurda, assolutamente inefficace.

- come si arriva, a partire dall'amore divino, all'applicazione della morale che Lui desidera.


Almeno inizialmente, il cristiano sa che l'amore di Dio non è la ricompensa dovuta al suo essere virtuoso: infatti è un peccatore.

Se Dio lo ama quindi, è solo perchè E' infinitamente generoso.

Questa immeritata (e mai completamente meritata, perchè l'amore di Dio è infinito, così che servirebbe un merito infinito per meritarselo, mentre l'uomo è limitato, imperfetto) generosità, per se stessa ispira un senso di gratitudine.

(definizione di "gratitudine" : sentimento che comporta un impegno affettivo verso chi ci ha reso un beneficio e desiderio di ricompensarlo").

E' impossibile che il cristiano, se tale, non provi gratitudine nei confronti di Dio: se non la provasse non si sentirebbe un peccatore immeritevole a cui Dio concede un'amore infinito, e quindi non sarebbe cristiano.

La gratitudine, per definizione, ispira nell'uomo il desiderio di ricompensare Colui che, attraverso il Suo dono, l'ha resa possibile.

La ricompensa avviene attraverso l'obbedienza alla Legge, e non per costrizione, ma per attivo desiderio, ispirato dalla gratitudine, di agire in Sua consonanza.

Come volevasi dimostrare.


punto 2)

Senza Amore Divino, è possibile l'applicazione del motto "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" (molto più del "ama il prossimo come te stesso"... ma non ho pensato se questo sia possibile per qualche altra causa oltre l'amore divino), sorretto dal principio della convenienza.

Tradotto secondo questo principio suonerebbe così: "è più conveniente fare il bene agli altri e così farseli amici, che fare il male e farseli nemici: perchè l'amico può ricompensare, il nemico può vendicarsi".

un principio di questo tipo, però, non comporta non solo, l'amore per gli altri, ma nemmeno il loro rispetto.

infatti il principio della convenienza consiglia di compiere quell'azione che, in cambio di un piccolo nemico, apporti un grande vantaggio.


punto 3)

Se il precetto è stato interiorizzato attraverso l'educazione, il senso di colpa agirà per dissuadere la devianza e favorire la sua applicazione. Agirà quindi come minaccia, e non comporterà necessariamente l'amore per gli altri.
r.rubin is offline  
Vecchio 16-01-2005, 17.57.48   #16
edali
frequentatrice habitué
 
L'avatar di edali
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Non mi convinci molto rubin. Soprattutto al punto 3) può essere un’educazione amorevole, non con la frusta. Un educazione più con gli esempi che con le parole. Un educazione verso il senso del dovere e la gioia del diritto.
Ci sta l’educazione della vita in genere. Vedi persone anziane che hanno visto di tutto, che hanno vissuto la guerra, che hanno visto morire figli, parenti, amici e nemici. Non lo so.
Io sto facendo solo presupposti perché personalmente non sono atea.
edali is offline  
Vecchio 16-01-2005, 18.13.51   #17
iris_1
Ospite abituale
 
Data registrazione: 09-06-2004
Messaggi: 493
Re: Re: Re: L'ateo morale o amorale?

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
ciao, ma secondo te i valori si sviluppano spontaneamente nell'interiorità dell'individuo, o risultano da un apprendimento?

Ciao rubin...
secondo me derivano da entrambi.
Man mano che un individuo cresce e apprende forma in sè un sistema di principi e valori morali (la coscienza) che lo rende in grado di distinguere ciò che è bene da ciò che è male.
L'ambiente in cui un individuo cresce influisce notevolmente nella formazione di tali valori, ma non si tratta di un apprendimento "passivo", perché poi è la persona stessa che sceglie cosa e come far proprio ciò che ha appreso.
Credo che per raggiungere tale scopo, cioè quello di creare un sistema di principi e valori, l'esperienza e gli insegnamenti ci forniscono una serie di opzioni e solo con l'elaborazione personale siamo in grado di scegliere quello che per noi è giusto e ciò che è sbagliato.
Senza l'apprendimento non saremmo mai in grado di conoscere le possibili strade da seguire, ma senza l'elaborazione personale non saremmo mai in grado di produrre una propria coscienza e personalità. Quindi, secondo me, avvengono entrambi i processi, perché uno non può escludere l'altro.
ciao
iris_1 is offline  
Vecchio 16-01-2005, 19.01.31   #18
Maurizia
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Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 23
L'ateo è morale

Io lo sono e nego l'esistenza di un essere soprannaturale , seguendo un mio percorso. personale . E chiaro che i valori possono variare da persona a persona e non seguo di certo una fede atea che di fatto non esiste.
Nè seguo alla lettera i dieci comandamenti ma nel complesso li giustifico in maniera differente e in un contesto umano e personale, contrariamente ad un credente che li riconduce solo al suo credo.
Maurizia is offline  
Vecchio 16-01-2005, 21.19.45   #19
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Re: Re: L'ateo morale o amorale?

Citazione:
Messaggio originale inviato da Fragola
Morale e etica non sono la stessa cosa.

Fragola qual’è, secondo te, la differenza?

P.S. Leggo con interesse gli apporti......e concordo con chi dice che una persona, che non crede in nulla di trascendente, può essere etica e/o morale esattamente o anche più che un credente.

VanLag is offline  
Vecchio 16-01-2005, 21.25.37   #20
dana
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Messaggi: 0
Ciao Rubin, la tua spiegazione mi crea alcune perplessità.
Penso che sia possibile che una persona non credente possa amare e rispettare gli altri in modo disinteressato ( e non solo per convenienza!).
Non credo neppure che sia sufficiente l'educazione (che pure è importante) per attivare un comportamento etico e morale, come ha scritto Iris sono convinta che sia necessaria anche l'elaborazione personale, la scelta personale di far proprio un comportamento corretto.
Infine non è sufficiente credere in Dio per non fare del male agli altri, quanti massacri sono stati fatti nel nome di Dio?
dana is offline  

 



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