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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 23-03-2005, 12.39.20   #11
Aristippo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 06-10-2004
Messaggi: 365
Io proprio non comprendo questo concetto : Tutto di tutti...

Porprio non lo concepisco. Non capisco perchè io devo dare quello che ho sudato e ho faticato per guadagnarmelo a qualcuno che magari non ha fatto nula di nulla. Solo perchè, magari, non ha voluto studiare, non ha voluto sbattersi per emergere. Non capisco perchè colui che ha fatto la terza media e fa l'operaio ( sia chiaro che non ho nulla contro gli operai e son sicuro che ve ne sono anche di laureati, ma è un esempio e prendetelo per tale ) deve pretendere oppure avere, ciò che un universitario, magari che ha lavorato durante gli anni di studio ed è divenuto dottore ha gudagnato.

Cioè io dico, tu ti sbatti, tu guadagni...non fai nulla, non hai nulla.

Più semplice di così. Molto spesso sento dire, va quel bastardo, fa l'avvocato e guarda quanti soldi ha. E non ditemi che anche voi non avete mai sentito cose di questo genere...Ora perchè uno che è avvocato e che si è fatto il mazzo per diventarlo, deve essere giudicato, magari ironicamente, bastardo. Da coloro che magari non hanno fatto nulla e pretendono di avere ciò che quello ha. Io non credo che nel mondo siano tutti figli di papà coloro che stanno bene. E anche quei figli di papà che stanno bene, hanno quel che hanno, perchè i loro padri si sono rotti il cxlo... Allora se io non ho è perchè mio padre non se l'è rotto abbastanza o perchè io non me lo sono rotto abbastanza.

Diciamo che ciò che muove la possessività è la gelosia. Quindi il "MIO" e il volere, deriva dall'invidia di qualche cosa che non ho. O sbaglio ? E forse son anche fuori tema....scusate.

Ma così rispondo indirettamente alla domanda di Blue che chiedeva qual'è il limite che ci dice cosa sia giusto avere e cosa no.

Saluti e attendo commenti.

p.s. se poi decido che i beni materiali non sono importanti nell'esistenza dell'essere umano, ben venga, l'importante è cercare di non obbligare anche gli altri a ragionare così. Se io voglio (es. banale) la piscina in ufficio perchè mi dona relax, e ho la possibilità di farlo, non vedo perchè qualcuno mi deve venire a dire che è sbagliato o che è una cosa futile. Lo sarà per quello ma non per me. Credo che l'avere sia una cosa troppo soggettiva da poterla spiegare.

Magari dovremmo puntare di più, sull'aiutare le persone più povere. Quelle che per disgrazie varie non hanno più la possibilità di sostenersi..ma bisognerebbe analizzare bene il perchè non hanno nulla, e cercare delle cause....bò dite che sono uscito troppo fuori dai binari ??

p.p.s Per Rubin : Non mi sarei potuto esprimere meglio, hai colto nel segno quello che intendevo dire.....grazie.

Salutozzi ancora
Aristippo is offline  
Vecchio 24-03-2005, 00.11.01   #12
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Perdonate l'intrusione di un non filosofo

Io penso il concetto di "MIO" esprima esattamente la proprietà, cioè il "poter disporre di qualche cosa.
Ossia il poter esercitare la propria volontà su di un ente, qualsiasi, il quale possa essere non compreso nel concetto, in sè, di Volontà.
La proprietà è "volontà".

Vi segnalo il fatto che, ad esempio, io personalmente non sento "mio" sempre e comunque, ciò che in senso lato mi appartiene.
Non sento "mie" le parole che uso, nè sempre lo sono i concetti che penso.
Non è mia la mia mano quando, contro la mia volontà, trema.
Non sento "mia" la donna che amo, nè sento miei i miei figli, se non quando in essi riconosco la mia impronta.
E' mia l'aria che in questo istante aspiro, ma l'aria in sè non è mia.
Non sono mie le emozioni che provo, quando esse mi travolgono, ma le riconosco del tutto mie quando mi rispecchio in esse.

Vi propongo, insomma, la seguente riflessione e domanda: se la "proprietà" non si circoscriva, sempre e comunque, nell' "avere", ma rimandi, in una certa misura all' "essere".
Weyl is offline  
Vecchio 24-03-2005, 22.42.33   #13
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Se rinunciamo al "mio" ne perdiamo possesso....non lo identifichiamo passiamo direttamente ma soprattutto mentalmente al "tuo" "suo" "nostro" "vostro" "loro" .....limite umano o di una mente...umana.

Ps: si nasce nel mondo della materia per sperimentarla....sarebbe ridicolo che non comprendesse il "mio".....
Kim is offline  

 



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