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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 29-06-2006, 16.19.00   #1
Heraclitus
Panta rei...
 
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Data registrazione: 28-01-2006
Messaggi: 181
Come si discute di filosofia

come si discute di filosofia?

Beh, sarà una banalità, ma quasi quasi vorrei discutere con voi sui consigli (non comandamenti, sia ben chiaro!) su come sarebbe ottimo discutere di filosofia (o discutere in generale...).

Ecco i miei:

1)Il consiglio numero uno è che si deve ricordare che il filosofo è una specie di viaggiatore-ricercatore nel mondo dell'esistenza. Sa che il mondo non sempre è quello che sembra ai più nè è sempre quello che vogliamo che esso sia. A lui non interessa granchè quello che trova in tale mondo, gli interessa il come lo trova. Perciò ad ogni frase che usa per affermare una tesi dovrebbero corrispondere due frasi per argomentarla. Non dà ad altri il pesce che lui pesca ma insegna ad altri come costruire la sua canna da pesca. Da ricordare che non sempre i pesci possono essere graditi...
2)Evitare di usare fallacie
3)Allargare le conoscenze a ogni materia di studio (fisica, matematica, biologia...) che tocca l'argomento e non dire "a me basta saper ragionare" se no sarebbe come se un matematico dicesse a un atleta "io corro più veloce di te! Te lo dimostro misurando la lunghezza delle nostre gambe, il nostro peso, e le calorie del cibo che mangiamo, e poi applico una formula matematica apposita!" Insomma, le gare di corsa non si vincono scrivendo formule su lavagne!
4)Ricordarsi che spesso ciò che all'inizio pare "ovvio" o "assurdo" può, indagando poi, diventare il contrario (si pensi alla scoperta che la Terra gira attorno al sole o al paradosso dei gemelli della "teoria della relatività"), evitare perciò questi due termini!
5)Evitare di dire le parole"x è buono/bello/utile/cattivo/brutto/inutile senza dire rispetto a quale contesto. Un ciliegio è enorme rispetto a una formica, piccolo rispetto a una balena.
6)Evitare di dire "questa idea/forma di pensiero/-ismo è buono/cattivo" perchè (anche se si precisa rispetto a quale persona/situazione tale forma di pensiero è buono/cattivo) è una personificazione che può portare a equivoci all'interlocutore. Cattive sono certe azioni compiute da certe persone rispetto ad altre persone, una copia di Mein Kampf nel mio scaffale di per sè non è nè buona nè cattiva.
7)distaccarsi dalle passioni e non regire a male a chi la pensa diversamente. L'ideale sarebbe mettersi nei panni in chi ha idee contrarie alle proprie è chiedere a lui come mai la pensa così e se sono solo le passioni o anche ragionamenti che lo spinge a tali idee.
8)prima di dire "la teoria x è sbagliata" occorre sempre almeno riassumere la dimostrazione per la quale x è sbagliata e magari dire se le dimostrazioni di non-x convincono o no.
9)avvisare che tutte le frasi che si dicono in realtà finiscono sempre con"...forse", anche se spesso è sottinteso per non annoiare! Forse...
10) Rivedere le teorie vecchie e andare a volte anche al di fuori degli schemi. Ad esempio nelle liste e categorie evitare di arrivare sempre a dieci...

E secondo voi? Cos'altro fa una discussione costruttiva? Che altre difficoltà trovate voi nello discutere?
Heraclitus is offline  
Vecchio 29-06-2006, 16.38.34   #2
turaz
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nessuna difficoltà
turaz is offline  
Vecchio 30-06-2006, 20.10.45   #3
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
io ho come problema l'essermi creato un vocabolario anche etimologico, che a volte limita la mia conversazione usando vocaboli non comuni o resi irriconoscibili dall'uso dei loro significati originali. è vero però
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 01-07-2006, 10.24.45   #4
Dito
Ospite
 
Data registrazione: 30-06-2006
Messaggi: 11
Credo che la filosofia sia ciò che ci si porta dietro. La mia filosofia sono io. Quello che penso, quello a cui tendo, quello che respiro, che sento, che mangio, che faccio, produco.

Approfitto di questo post (sperando di andare anche qui OFF TOPIC) per esporre un dubbio, a voi che frequentate un forum di riflessioni da più di me:
E' possibile trasmettersi veramente qualcosa? Troppo spesso le parole si prendono gioco di noi...
Dito is offline  
Vecchio 02-07-2006, 23.47.08   #5
odos
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Io ci aggiungerei qualcosa, una sorta di abito unificante che ci guiderebbe nelle argomentazioni senza complicare tutto in una griglia di prinicipi normativi.


Individuo un grandissimo vincolo al ragionamento onesto: la paura di negare sè stessi, il proprio lavoro intellettuale, le proprie preferenze, le proprie esperienze, le proprie scoperte. Questa paura.

Tutto ciò agisce in modo controproducente. Se si è disposti a mettere in pericolo questa protezione, allora si acquista lucidità.

Provare a scrivere o pensare senza un occhio esterno, senza l'aspettativa di raccontare o far leggere ciò che pensiamo, scrivere e pensare con la consapevolezza della possibilità dell'ammissione non romantica, bensì realmente dolorosa, della nostra incapacità o del nostro errore, questo sì ci apre la mente. Accumulare tanta esperienza, scaturente da questo abito, fa il resto del lavoro.

La ritengo una garanzia per la piena messa in atto delle capacità a disposizione di ciascuno.

Secondo me non basta ciò che tu riporti, e spesso non è garanzia di nulla se non di un atteggiamento condiviso, sopratutto tra i filosofi (non tutti i bravi pensatori sono studiosi di filosofia).


Ciao
odos is offline  
Vecchio 05-07-2006, 21.15.59   #6
giovanni
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Forse sarebbe stato meglio chiedersi come si "dovrebbe" non tanto "discutere", verbo che troppo facilmente rimanda alla contrapposizione d'irriducibili opposti, quanto "argomentare", a sua volta forse un po' in disuso ma almeno privo di un facile rimando allo scontro. Tra l'altro, così sarebbe pure più facile ricordarsi dell'esistenza di una "teoria dell'argomentazione" che lega insieme i fili della logica e della retorica/dialettica in una cornice di riferimento comune, tenendo inoltre conto degli arricchimenti forniti dalla moderna psicologia.
Forse si dovrebbe anche tenere conto dei motivi che spingono a discutere di filosofia, il perseguimento dei quali non è detto richieda la ricerca della verità, o almeno di un soddisfacente compromesso, ma è magari limitato alla mera difesa della propria opinione, o al semplice desiderio di ribadire la propria presenza con "fuori tema" inutili ai fine della discussione.
Certo, già evitare fallacie sarebbe ottimo, anche se dubito che in molti, anche qui, sappiano a cosa ci si riferisce. (magari questo link può aiutare anche i più saputelli: http://www.linux.it/~della/fallacies/ )
Non sarebbe neanche male evitare di argomentare in "filosofese" (odos mi dispiace ma ce l'ho con te) visto che le arzogogolazioni linguistiche nulla aggiungono alla validità degli argomenti, ma tutto tolgono alla possibilità di una loro agevole valutazione.
Comunque, fermarsi un po' a riflettere su come riflettere non può che far bene. Infatti ora mi fermo anch'io...
giovanni is offline  
Vecchio 05-07-2006, 21.46.13   #7
odos
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Messaggio originale inviato da odos


Provare a scrivere o pensare senza un occhio esterno, senza l'aspettativa di raccontare o far leggere ciò che pensiamo, scrivere e pensare con la consapevolezza della possibilità dell'ammissione non romantica, bensì realmente dolorosa, della nostra incapacità o del nostro errore, questo sì ci apre la mente. Accumulare tanta esperienza, scaturente da questo abito, fa il resto del lavoro.

La ritengo una garanzia per la piena messa in atto delle capacità a disposizione di ciascuno.





Giovanni, prova a rileggere attentamente, e vedrai che non è così incomprensibile.

Mi puoi dire solo se sei d'accordo, oppure se è fuori luogo ciò che scrivo. Ma ogni parola che ho scritto ha un senso preciso e noto a tutti, e se non lo è, è spiegato. Se si usano certi termini, è perchè in questo forum per fortuna ce lo si può permettere.
odos is offline  
Vecchio 06-07-2006, 17.49.28   #8
epicurus
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Messaggio originale inviato da giovanni
Non sarebbe neanche male evitare di argomentare in "filosofese" (odos mi dispiace ma ce l'ho con te) visto che le arzogogolazioni linguistiche nulla aggiungono alla validità degli argomenti, ma tutto tolgono alla possibilità di una loro agevole valutazione.

ciao giovanni, è da un po' che non ci si sente

putroppo ti devo smentire (o almeno ridimensionare), infatti non mi pare che in questo contesto odos abbia usato un linguaggio filosofese. se lo interpreto bene, odos voleva solamente imporre un vincolo ulteriore che consiste nel non identificarsi troppo con i propri risultati filosofici, non nutrire troppe aspettativa sulle proprie riflessioni, ritenendole sempre fallibili e rivedibili. il punto sta nel non farsi possedere dalle nostre idee, bensì usarle finchè è necessario, e gettarle senza ripensamenti quando non funzionano più.

non posso che condividere al 101% questo punto (come del resto so che lo condividi pure te), ed è proprio per questo che continuo a rivedere le mie idee, modificandole, o, addiruttira, stravolgendole.

tra l'altro, come ha già accennato odos, non vedo che cosa ci sia di male ad usare un linguaggio specifico in filosofia, come non c'è assolutamente nulla di male ad usare un linguaggio specifico in fisica (o in sociologia, o in economia, etc.). il linguaggio da usare deve essere rapportato alle finalità che hanno le nostre conversazioni (e al pubblico ipotetico), ma credo che in un forum di filosofia qualche cosa in filosofese sia concessa (naturalmente non dovrebbe, però, essere mai negata una traduzione dal filosofese al linguaggio ordinario, se richiesta).

in qualche posto ho letto che ogni filosofo dovrebbe scrivere sempre 3 versioni di una propria opera: una per la gente comune, una per studenti di filosofia, e una per i professori di filosofia


epicurus
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Vecchio 06-07-2006, 18.01.34   #9
epicurus
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analisi linguistica

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Messaggio originale inviato da Heraclitus
come si discute di filosofia?

credo che un aspetto importante che hai colto sia quello della natura argomentativa della filosofia: i filosofi non sono tenuti a scrivere solamente le proprie idee (ciò sarebbe adatto per una bibliografia, non per un saggio filosofico). i filosofi dovrebbero mostrare perchè preferire le proprie posizioni alle altre.

naturalmente questa procedura argomentativa non è algoritmizzabile, quindi non è possibile specificare rigorosamente che significhi 'argomentare'. d'altro canto, io credo, che l'analisi linguisitica inaugurata da Wittgenstein (diciamo il Wittgenstein post-Tractatus) sia un ingrediente fondamentale nella pratica del portare argomentazioni pro e contro.


epicurus
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Vecchio 06-07-2006, 21.07.16   #10
giovanni
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Messaggi: 464
Scusate: certo che potevo evitare l'ironia sullo stile usato da odos, nulla avrebbe tolto alla mia opinione sul "filosofese". Tuttavia, questo procurato incidente permette di focalizzare ulteriori problemi:
- se c'è il dubbio che un interlocutore non abbia capito (o non si sia bene espresso), forse sarebbe più costruttivo cercare di rimediare con una riformulazione (o una richiesta di maggiori chiarimenti);
- se si riceve o si crede di ricevere una critica, si deve stare attenti alla naturalissima tendenza a metterla sul personale;
- non credo esista un linguaggio specifico per alcuna materia, esistono sicuramente delle mode linguistiche; utili più a consolidare l'insieme dei membri che le condividono che a veicolare specifiche conoscenze;
- occhio alle trappole cognitive! Noi tendiamo a dare rilevanza a ciò che conosciamo meglio, è recente alla mente, supporta la nostra autostima, ecc. Purtroppo non sempre ciò dà rilevanza ad argomentazioni che siano anche pertinenti all'argomento in discussione.
E devo troncare qui...
A presto
giovanni is offline  

 



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