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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 08-10-2005, 01.25.23   #1
Braveheart
Ospite abituale
 
Data registrazione: 20-09-2005
Messaggi: 162
Perchè il debole perisce?

Sicuramente vi sarà capitato tante volte di sentire discorsi come "nella società odierna le persone deboli vengono schiacciate e non sopravvivono" e cose simili. Potrei fare l'esempio della scuola: un ragazzo timido, impacciato, quindi "debole", al 90% verrà preso di mira dai compagni di classe.
La cosa che mi chiedo è questa: perchè i deboli vengono calpestati? Se una persona è più debole di me, non può ostacolarmi in nessun modo. Perchè quindi uno o più individui alla vista di qualcuno debole caratterialmente sentono la necessità di sopraffarlo? QUal è il meccanismo psicologico che porta le persone ad agire in questa maniera?
Braveheart is offline  
Vecchio 08-10-2005, 02.13.28   #2
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
Gi animali di branco, come i lupi, i cani, i maiali, i topi, ...giù giù giù fino all'uomo ( eheheh! ), hanno un organizzazione sociale gerarchica innata. Il più forte non è mai il più violento perchè ha bisogno di ogni alleanza, anzi, nelle azioni (se non nell'indole) è il più equilibrato, mentre, nei ranghi subito sotto il suo, compare prima il più aggressivo, poi il meno, fino all'ultimo della scala gerarchica, sottomesso a tutti.

La "cattiveria" è un modo di risalire la scala sociale:

"Guardatemi, sono cattivissimo con questo quì, dunque temetemi voi che siete gerarchicamente sopra di me e cedetemi il vostro status, e voi, inferiori, non azzardatevi a mirare alla mia posizione, se non volete finire come questa mia attuale vittima."

Chiaro il senso?
Mistico is offline  
Vecchio 08-10-2005, 09.40.26   #3
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Talvolta accade che sia presa di mira una persona non proprio debole, che però inizia a vacillare e a indebolirsi per i ripetuti attacchi dell'esercito nemico.
Il processo di indebolimento può innescarsi più facilmente nei periodi critici dello sviluppo personale e sociale (come l'adolescenza) periodo in cui la personalità ha bisogno di essere accettata e rinforzata da amici per poter crescere solida e fiduciosa nel mondo e in se stessa.
Invece, se si ritrova nel mezzo di un'arena circondata da belve feroci, probabilmente inizierà a dubitare della cordiale ospitalità del mondo, e di conseguenza potrebbe cancellare la sua fiducia in un mondo che inizia ad apparirgli decisamente ostile, e non riuscendo a parare tutti i colpi, forse inizierà a dubitare anche della propria capacità di affrontare il mondo, nonchè potrebbe dubitare della propria "amabilità" (se non mi accettano forse è colpa mia), con conseguente messa al tappeto dell'autostima, e generale indebolimento se non depressione.
A questo punto il nemico potrà iniziare a calpestare il debole.


Comunque, una mia spiegazione di alcune forme di attacco al debole.
In alcuni casi, secondo me, la motivazione che spinge l'aggressore ad aggredire il debole è la necessità di catarsi alla sua propria insicurezza interiore. Ha bisogno di sentirsi forte perchè sotto sotto è un debole dentro (come molti adolescenti). Questa debolezza la percepisce confusamente come senso d'ansia che causato da una minaccia, un nemico, ossia la sua debolezza. Per eliminare l'ansia interiore che minaccia di sopraffarlo, ma stando ben attento ad evitare di prenderne atto per non indebolire la propria autostima, proietta il senso di debolezza che causa l'ansia all'esterno, su una persona con caratteristiche analoghe a quelle della sua debole persona interiore, e la domina, dominando di riflesso la propria debolezza interiore.
Quindi prima temeva di essere meno forte della sua debolezza interiore, era insicuro in quanto non era certo di avere la forza necessaria per tenere a freno l'impetuosità di questa prorompente debolezza, che minacciava seriamente di sopraffarlo. Ora invece, che ha sotto gli occhi (e sotto i piedi) la prova della sua forza, è rassicurato circa la sua capacità di non farsi sopraffare dalla debolezza, e si sente meglio.
Il debole un pò meno.
r.rubin is offline  
Vecchio 08-10-2005, 10.24.27   #4
rodi
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
Citazione:
Messaggio originale inviato da Mistico
Gi animali di branco, come i lupi, i cani, i maiali, i topi, ...giù giù giù fino all'uomo ( eheheh! ), hanno un organizzazione sociale gerarchica innata. Il più forte non è mai il più violento perchè ha bisogno di ogni alleanza, anzi, nelle azioni (se non nell'indole) è il più equilibrato, mentre, nei ranghi subito sotto il suo, compare prima il più aggressivo, poi il meno, fino all'ultimo della scala gerarchica, sottomesso a tutti.
...
Chiaro il senso?

Si.

L'organizzazione gerarchica di cui tu fai l'esempio la condivido però per quello che riguarda animali della stesse specie.

Poi ci sono i casi in cui attaccano in branco gli animali in difficoltà di specie diverse dalla loro e perchè sanno che da soli o affrontandoli in una situazione alla pari non ne verrebbero a capo.
Poi alcune volte sbagliano la valutazione e si fanno un po' di corsette inutili...e si ritrovano con più fame di prima perchè, oltre a non catturare e mangiare hanno pure sprecato energie...
e di solito accade perchè si affidano ad un capobranco non affidabile...

anche questo ci mostrano gli animali



che si deve essere capaci anche di fare valutazioni oltre le apparenze...

bello l'esempio di rubin sulla fase adolescenziale, rapportato agli animali lo vedo come l'attacco fatto ai cuccioli quando non hanno una madre o un branco che li difende, o quando si sono staccati da esso...


Ultima modifica di rodi : 08-10-2005 alle ore 10.37.17.
rodi is offline  
Vecchio 08-10-2005, 10.41.13   #5
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Re: Perchè il debole perisce?

Citazione:
Messaggio originale inviato da Braveheart
Perchè quindi uno o più individui alla vista di qualcuno debole caratterialmente sentono la necessità di sopraffarlo?
Perché nonostante i millenni di evoluzione abbiamo mediamente il 98% del DNA degli scimpanzé. Con un delta di solo 2% è facile trovare chi è rimasto al livello degli scimpanzé. Quindi gli scimpanzé si comportano secondo i loro istinti di sopraffazione accanendosi contro i deboli.

P.S. La mia non è un'analisi psicologica.... ma è l'unica risposta che trovo al fenomeno che descrivi.

VanLag is offline  
Vecchio 08-10-2005, 10.55.32   #6
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
Thumbs up

avrei voluto dire che la madre degli stolti è sempre incinta, ma la tua versione, VanLag, è più raffinata

Bell'intervento Rubin, ma non riesco proprio a giustificare il mezzo per raggiungere l'autoaffermazione di sè stessi.

Buona giornata a tutti
tammy is offline  
Vecchio 08-10-2005, 11.06.23   #7
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Se non vi è una minaccia reale, e da uno più debole è ben difficile che avvenga, l'aggressività è solo una forma di profonda debolezza.

Aggredire il più debole, sopraffarlo offre la gratificante sensazione del potere e a volte, credo, anche dell'onnipotenza.

Il campo della politica, attualmente, è di valido esempio: debole con i forti, forte con i deboli.

Non è da dimenticare la componente sadica, spesse volte non chiaramente visibile.
Il bullo, il violento, l'aggressivo sul piano materiale è un debole interiore, uno che cerca di compensare la paura di se stesso schiacciando, dominando con la stessa paura l'altro usando la propria forza fisica.
Ma la violenza, la sopraffazione sadica non è meno dannosa.
Ed anche il sadismo nasce dalla propria debolezza interiore, dal profondo senso di inferiorità che compensa trasformando l'altro in un oggetto che manipola a proprio piacimento.

Il forte, il vero forte, il vero dominante non usa nè il sadismo nè la violenza bruta.

L'attuale società non aiuta certo le nuove generazioni a divenire più forti e a crescere saldamente.


Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 08-10-2005, 12.10.48   #8
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Non fatemi complimenti!
In questo periodo mi destabilizzano


Sadismo, potere (e onnipotenza) e fragilità.
Anche secondo me vanno a braccetto.
Come per il psyco killer sadico che cattura la sua vittima, la trascina in un luogo isolato dove per quanto urli nessuno potrà sentirla (e magari glielo fa sapere), la lega in modo da renderla impotente fisicamente, oltre che psichicamente attraverso la minaccia di morte che lui stesso rappresenta. Questo killer è "onnipotente" nei confronti della sua vittima, perchè dipende solo da lui ucciderla o lasciarla viva (come i vecchi Re, nominati nientemeno che da dio, che avevano potere di vita o di morte sui loro sudditi). Ha in pugno la sua vita. Ha in pugno anche la morte, che è l'imprevedibile e l'ingovernabile per eccellenza. In quella situazione governa (crede di) anche la morte perchè si sente in potere di gestirla: viene rimessa alla sua scelta il farla calare come una mannaia o meno. Non è più imprevedibile, lui non è più lo schiavo perennemente minacciato da una morte invisibile che non sa quando lo colpirà. E' catturata, sottoposta al potere della sua scelta. Forse in questo modo si convince di avere in pugno "la vita", forse si difende da un senso di morte interiore, o dal terrore per la morte, o da uno schiacciante senso di inferiorità, o da altro ancora.

Che poi, allargando la visuale, anche qui ci si potrebbe riportare al primitivo istinto di sopravvivenza, che stabilisce che chi uccide sopravvive a chi è ucciso, e mangiato (un richiamo anche al cannibalismo): uccidere, mangiare la propria vittima è veramente, in un certo senso, assorbire la sua vita, potenziarsi, ricaricarsi di energie per vivere ancora, per sopravvivere alla vittima, alla morte.

(che lugubri discorsi..)
r.rubin is offline  
Vecchio 08-10-2005, 12.45.51   #9
Chimera
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Data registrazione: 31-08-2005
Messaggi: 337
Purtroppo devo dire che concordo con la teoria "animale". Mi piacerebbe pensare che l'uomo sia superiore a queste cose ma è vero.

L'istinto porta all'espansione della propria influenza. Infierire su un più debole ha duplice utilità.

Da una parte “l'affermazione” come è già stato detto.
Dal altra un effetto catartico. Dopo una vita da fratello maggiore con un fratello di 4 anni più piccolo con una certa tendenza a cercar rogne ho notato una cosa.

I prepotenti hanno paura. Questo meccanismo di ostentata prepotenza è un auto difesa perché hanno paura che qualcuno faccia lo stesso con loro. Un prepotente difficilmente attacca chi gli si oppone, anche se è più debole. I prepotenti sono animali paurosi che ringhiano e si fiondano solo contro obbiettivi che si possono ottenere senza alcun pericolo.
I prepotenti non sanno combattere o competere per una carica che come già segnalato, richiede ben altro oltre all'aggressività.

Io sono piccolo, pacifico da giovane ero considerato abbastanza secchione. Mi prendevano in giro ma nessuno mai si è azzardato a farmi una qualsiasi angheria. Le volte che ho fatto a botte è sempre stato per difendere mio fratello o qualche amico. Non sono mai stato costretto ad alzar le mani per difendere me stesso.

Ultima modifica di Chimera : 08-10-2005 alle ore 12.47.42.
Chimera is offline  
Vecchio 09-10-2005, 12.19.19   #10
Vaniglia
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 16-07-2005
Messaggi: 752
L'aggressivita' e la prepotenza sono forme di autodifesa in uomini che non sanno gestire la loro debolezza, anzi che hanno paura della loro debolezza...e questa aggressivita' la rivolgono spesso verso il piu' debole...un semplice esempio e' quello che avviene semplicemente nell'ambito famigliare...quanti genitori riversano la loro aggressivita', la loro prepotenza, il loro potere verso i figli, esseri piu' deboli e in via di sviluppo...



Vani
Vaniglia is offline  

 



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