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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 09-09-2002, 14.53.05   #1
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
Il “vuoto”

Dedicato ai giovani (soprattutto) non a tutti naturalmente.
Questo è un “vizio” non tragico come tanti altri, perché nel giovane è tutto modificabile.

“Vuoto” qui allude al nichilismo giovanile come speranza delusa circa la possibilità di reperire un senso.
“Vuoto” come inerzia in ordine a un produttivo darsi da fare.
“Vuoto” come abbondanza e opulenza che operano come “addormentatori” sociali.
“Vuoto” come indifferenza di fronte alla gerarchia dei valori, noia, spleen senza poesia.
“Vuoto” come incomunicabilità intesa non come dato di fatto fisiologico tra generazioni, ma come presa di posizione.
Un “Vuoto” pieno di rinuncia, assordato solo dalla musica a tutto volume.
Tutti questi fattori scavano un terreno dove prende forma un particolare genere di solitudine.
Non quella solitudine che attanaglia con un senso di disperazione quanti un giorno avevano sperato.
Ma una solitudine assimilabile ad una sorta di assenza di gravità.
Perché ci si muove nel sociale come in uno spazio in disuso; uno spazio in cui è inutile lanciare alcun messaggio, perché non c’è anima viva che lo raccolga e se si dovesse gridare “aiuto”, ciò che ritorna sarebbe soltanto l’eco del proprio grido.
E’ qui che nascono gesti che non diventano stili di vita, azioni che si esauriscono in gesti, progetti che si dileguano tra i sogni, passioni di un giorno cancellate in una notte, infedeltà ai modelli che si assumono per darsi un contegno, trasgressioni che si rinnovano nel vano tentativo di creare un ordine nuovo, tappe inconcluse in un eterno disordine.
Sensualità imprecisa, dove il cuore ha ancora legami con l’ideale e col sesso, senza riuscire a decidere con chi dei due entrare in intensa relazione.
Sguardo cattivo che non sa dove scatenarsi, se su di sé o sugli altri.
Vigilie di notti in cui si celebra l’eccesso della vita oltre le misure concesse.
Gioiosa confusione dei codici, fino al limite dove è il codice della vita a confondersi con quello della morte.
Malinconie radicali che nessun diario riesce a contenere perché il volume delle sensazioni è troppo al di là delle parole a disposizione.
In questo scenario “il Vuoto”, quando insidioso guadagna spazio, sottraendolo ai progetti costruttivi, assume tendenzialmente tre forme:
a) La freddezza razionale.
b) L’ottimismo egocentrico.
c) L’inerzia conformista.



continua
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 09-09-2002, 21.03.48   #2
schieppwaters
 
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Fantastico...l'hai scritto tu?? sei un grande....veramente ....una delle poche cose che veramente mi ha fatto riflettere in questo forum

Io sono nel freddo razionale cazzo, che schifo ci sono dentro in pieno
 
Vecchio 10-09-2002, 14.14.53   #3
Rommy
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Messaggi: 21
L'adolescenza

TRATTO DAL SITO:

http://www.hermescuole.na.it/scuole/...za%202%20E.htm



L’adolescenza non è, come molti pensano, una stagione della vita, ma è una modalità ritorsiva dell’esistenza, dove i tratti dell’incertezza, l’ansia del futuro, l’irruzione delle istanze pulsionali, il bisogno di rassicurazione e insieme di libertà, si danno talvolta convegno per celebrare, in una stagione, tutte le possibili espressioni in cui può cadenzarsi la vita. Per questo l’adolescente conosce gesti che non diventano stili di vita, azioni che si esauriscono nei gesti, progetti che si dileguano tra sogni, passioni di un giorno cancellate da una notte, incertezze di un corpo che si fa e si disfa a seconda delle ore del giorno, infedeltà ai modelli che si assumono per darsi un contegno, trasgressioni che si rinnovano per la creazione di un ordine nuovo, tappa in conclusa dell’eterno disordine. Sensualità imprecisa dove il cuore ha ancora, con l’ideale e con il sesso, senza riuscire a decidere con chi dei due entrare in intesa relazione. Sguardo cattivo che non sa dove scatenarsi : se su di se o se su gli altri, vigilia di notti in cui si celebra l’eccesso della vita oltre le misure concesse, gioiosa confusione dei codici, fino al limite dove è il codice della vita a confondersi con quello della morte. Malinconie radicali che nessun diario riesce a contenere perché il volume delle sensazioni è troppo al di la delle parole a disposizione. L’adulto guarda questa inquietudine che muta. Ma il suo sguardo è fermo. I suoi reiterati alla vita sono stati riformulati sotto il sigillo dei principi. Non più azioni esaurite nei gesti, ma azione inghiottite dall’abitudine; progetti non più dileguati nei sogni, ma costruzioni, mattone dopo mattone, in cui reperire quel compenso alla felicità mancata che si chiama sicurezza. Notti senza sogni, perché le passioni hanno abbandonato non solo le notti, ma anche i giorni. Il corpo continua a farsi e soprattutto a disfarsi, ma la cosa non angoscia più. L’identità degli adulti si è allontanata dal loro corpo per consegnarsi alla loro funzione. L’ordine ricaccia il disordine della cantine della memoria e alle trasgressioni accedono solo nei giorni festivi, rassicurati dal fatto che tutte la feste sono comandate. La cadenza del rito, sotto il quale pigrizie e abitudini giocano la loro tresca, viene da loro fatta passare per coerenza, una coerenza che gronda in ogni dove di mancanza di creatività. Sessualità precisa, ben separata da idee e ideali, così la sensualità diventa licenzia, e l’idea, che più non osa sfiorare l’ideale, si vanta di realismo, il realismo di concretezza, la concretezza di efficacia, l’efficacia di affidabilità, l’affidabilità di maturità raggiunta. Se questo è lo scenario, vedi in quale stagione della vita ti è più facile essere felice.

Oggi ma come anche in passato, è difficile usare la parola “amore”. Per alcuni l’amore è una risorsa, la forza motrice della vita. Per altri è rischio, una passione distruttiva dalle conseguenze devastanti. Più in genere si pensa che l’amore non è soltanto una relazione con una particolare persona ma un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, e non verso un oggetto d’amore. Se una persona ama solo un’altra persona, ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore ma un egoismo portato all’accesso. Quando si ama veramente una persona si ama al mondo, si ama la vita perché si ama anche il resto dell’altra persona. Dicendo, quindi, che l’amore è un orientamento che si riferisce a tutto e non a uno, non si vuole dire che non ci sono delle differenza tra le varie forme d’amore. La forma più fondamentale d’amore, è l’amore fraterno. Con questo amore si intende il senso di responsabilità, le premure, il rispetto e la comprensione per il prossimo; esso è caratterizzato dall’assenza di esclusività. Nell’amore fraterno c’è il bisogno di fusione con tutti gli uomini, c’è il bisogno di solidarietà umana. Si fonda sul principio di unione con i nostri simile. Le differenze di talento, d’intelligenza, di comprensione, sono trascurabili in confronto a quello che c’è in comune tra tutti gli uomini. D’altronde le parole possono essere banali e straordinarie, secondo come sono dette. E il modo dipende dalla profondità di un essere umano, dalla quale scaturiscono senza che la volontà sia in grado di far nulla. L’amore fraterno è amore tra esseri simili, ma in realtà, anche tra simili che non cono sempre simili: infatti poiché siamo esseri umani, siamo tutti bisognosi di aiuto. L’amore per l’essere indifeso, per il povero e per lo straniero, sono il principio dell’amore fraterno. L’amore materno è una forma incondizionata della vita del bambino e dei suoi bisogni. È in contrasto con l’amore fraterno e con l’amore erotico, che sono amori sullo stesso piano, i rapporti della madre col bambino sono, per la stessa natura, su un piano diverso, in cui uno ha bisogno d’aiuto, e gli altri lo aiutano. È per questo carattere altruistico che l’amore materno è stato considerato la più alta forma d’amore e il più sacro dei vincoli affettivi
Rommy is offline  
Vecchio 14-09-2002, 23.34.05   #4
firenze
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per FalcoAntonio

Come si fa a riempire il vuoto?
firenze is offline  
Vecchio 16-09-2002, 08.32.03   #5
FalcoAntonio
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Messaggi: 128
Re: per FalcoAntonio

Citazione:
Messaggio originale inviato da firenze
Come si fa a riempire il vuoto?

Non credo ci sia una regola.
Posso molto sinteticamente e frettolosamenete (purtroppo ho poco tempo) descriverti il mio punto di vista.

1) Avere avuto un'infanzia con riferimenti affettivi positivi e sani.
2) Avere avuto in dono, soprattutto dai propri genitori, un buon"sistema di valori di rifrimento."
3) Progettualità: progettare e aggiornare continuamente il "progetto della propria vita" nel breve e nel lungo termine.
4) Fiducia, autostima e iniziativa nel mediare il nostro mondo con quello esterno.
5) La gratificazione affettiva credo sia fondamentele: per me è l'affetto verso gli altri che riempie di senso la mia vita.

Ciao
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 17-09-2002, 08.13.23   #6
FalcoAntonio
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Messaggi: 128
Re: L'adolescenza

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rommy
TRATTO DAL SITO:

http://www.hermescuole.na.it/scuole/...za%202%20E.htm



L’adolescenza non è, come molti pensano, una stagione della vita, ma è una modalità ritorsiva dell’esistenza, dove i tratti dell’incertezza, l’ansia del futuro, l’irruzione delle istanze pulsionali, il bisogno di rassicurazione e insieme di libertà, si danno talvolta convegno per celebrare, in una stagione, tutte le possibili espressioni in cui può cadenzarsi la vita. Per questo l’adolescente conosce gesti che non diventano stili di vita, azioni che si esauriscono nei gesti, progetti che si dileguano tra sogni, passioni di un giorno cancellate da una notte, incertezze di un corpo che si fa e si disfa a seconda delle ore del giorno, infedeltà ai modelli che si assumono per darsi un contegno, trasgressioni che si rinnovano per la creazione di un ordine nuovo, tappa in conclusa dell’eterno disordine. Sensualità imprecisa dove il cuore ha ancora, con l’ideale e con il sesso, senza riuscire a decidere con chi dei due entrare in intesa relazione. Sguardo cattivo che non sa dove scatenarsi : se su di se o se su gli altri, vigilia di notti in cui si celebra l’eccesso della vita oltre le misure concesse, gioiosa confusione dei codici, fino al limite dove è il codice della vita a confondersi con quello della morte. Malinconie radicali che nessun diario riesce a contenere perché il volume delle sensazioni è troppo al di la delle parole a disposizione. L’adulto guarda questa inquietudine che muta. Ma il suo sguardo è fermo. I suoi reiterati alla vita sono stati riformulati sotto il sigillo dei principi. Non più azioni esaurite nei gesti, ma azione inghiottite dall’abitudine; progetti non più dileguati nei sogni, ma costruzioni, mattone dopo mattone, in cui reperire quel compenso alla felicità mancata che si chiama sicurezza. Notti senza sogni, perché le passioni hanno abbandonato non solo le notti, ma anche i giorni. Il corpo continua a farsi e soprattutto a disfarsi, ma la cosa non angoscia più. L’identità degli adulti si è allontanata dal loro corpo per consegnarsi alla loro funzione. L’ordine ricaccia il disordine della cantine della memoria e alle trasgressioni accedono solo nei giorni festivi, rassicurati dal fatto che tutte la feste sono comandate. La cadenza del rito, sotto il quale pigrizie e abitudini giocano la loro tresca, viene da loro fatta passare per coerenza, una coerenza che gronda in ogni dove di mancanza di creatività. Sessualità precisa, ben separata da idee e ideali, così la sensualità diventa licenzia, e l’idea, che più non osa sfiorare l’ideale, si vanta di realismo, il realismo di concretezza, la concretezza di efficacia, l’efficacia di affidabilità, l’affidabilità di maturità raggiunta. Se questo è lo scenario, vedi in quale stagione della vita ti è più facile essere felice.

Oggi ma come anche in passato, è difficile usare la parola “amore”. Per alcuni l’amore è una risorsa, la forza motrice della vita. Per altri è rischio, una passione distruttiva dalle conseguenze devastanti. Più in genere si pensa che l’amore non è soltanto una relazione con una particolare persona ma un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona col mondo, e non verso un oggetto d’amore. Se una persona ama solo un’altra persona, ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore ma un egoismo portato all’accesso. Quando si ama veramente una persona si ama al mondo, si ama la vita perché si ama anche il resto dell’altra persona. Dicendo, quindi, che l’amore è un orientamento che si riferisce a tutto e non a uno, non si vuole dire che non ci sono delle differenza tra le varie forme d’amore. La forma più fondamentale d’amore, è l’amore fraterno. Con questo amore si intende il senso di responsabilità, le premure, il rispetto e la comprensione per il prossimo; esso è caratterizzato dall’assenza di esclusività. Nell’amore fraterno c’è il bisogno di fusione con tutti gli uomini, c’è il bisogno di solidarietà umana. Si fonda sul principio di unione con i nostri simile. Le differenze di talento, d’intelligenza, di comprensione, sono trascurabili in confronto a quello che c’è in comune tra tutti gli uomini. D’altronde le parole possono essere banali e straordinarie, secondo come sono dette. E il modo dipende dalla profondità di un essere umano, dalla quale scaturiscono senza che la volontà sia in grado di far nulla. L’amore fraterno è amore tra esseri simili, ma in realtà, anche tra simili che non cono sempre simili: infatti poiché siamo esseri umani, siamo tutti bisognosi di aiuto. L’amore per l’essere indifeso, per il povero e per lo straniero, sono il principio dell’amore fraterno. L’amore materno è una forma incondizionata della vita del bambino e dei suoi bisogni. È in contrasto con l’amore fraterno e con l’amore erotico, che sono amori sullo stesso piano, i rapporti della madre col bambino sono, per la stessa natura, su un piano diverso, in cui uno ha bisogno d’aiuto, e gli altri lo aiutano. È per questo carattere altruistico che l’amore materno è stato considerato la più alta forma d’amore e il più sacro dei vincoli affettivi

CIAO ROMMY,
CREDO CHE SIA LO STESSO AUTORE, ALCUNI PERIODI SEMBRANO COPIATI...
CIAO,
a presto
Antonio
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 17-09-2002, 12.52.18   #7
visechi
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Ciao Antonio

Te l'avevo detto che ti stavo inseguendo...
Belle ed appassionanti, le tue discussioni...
Ancora una volta parli dell'uomo...
Stavolta l'adolescenza...

M'interessa...

Ti/vi allego un file... è un commento ad un romanzo di Conrad... parla di un'altra fase dell'esistenza... del passaggio dalla giovinezza all'età matura... forse, dico forse, sono in tema... forse no... la fase è un'altra... ma parla sempre dell'uomo...

Qui sono agvolato... non ho dovuto faticare più di tanto... è un mio commento di un pò di tempo fa... ci sono affezionato...


Ehi, Schiepp... niente miele, stavolta, almeno credo... (ciao anche a te e, come si usa... fanculo! Spero che voglia ricambiare)

Ciao
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visechi is offline  
Vecchio 17-09-2002, 14.05.12   #8
FalcoAntonio
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CIAO VISECHI

Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
Te l'avevo detto che ti stavo inseguendo...
Belle ed appassionanti, le tue discussioni...
Ancora una volta parli dell'uomo...
Stavolta l'adolescenza...

M'interessa...

Ti/vi allego un file... è un commento ad un romanzo di Conrad... parla di un'altra fase dell'esistenza... del passaggio dalla giovinezza all'età matura... forse, dico forse, sono in tema... forse no... la fase è un'altra... ma parla sempre dell'uomo...

Qui sono agvolato... non ho dovuto faticare più di tanto... è un mio commento di un pò di tempo fa... ci sono affezionato...


Ehi, Schiepp... niente miele, stavolta, almeno credo... (ciao anche a te e, come si usa... fanculo! Spero che voglia ricambiare)

Ciao

Sono "sincerissimamente" lusingato, perché (anche se frettolosamente) ho intuito il tuo valore e sono certo di non meritare tanta tua attenzione.
Per me è comunque una gioia relazionarmi su tematiche che riguardano l'uomo, sulla sua essenza emotivo-affettiva e sulle problematiche esistenziali più generali.
E' ovvio che sono spinto in ciò da motivazioni personali...
Ho stampato il tuo allegato, lo leggerò e spero di poter quanto prima illustrarti qualche mia impressione, sperando che sia meritevole...
Mi stai inseguendo dici? (spero non per picchiarmi... scherzo, naturalmente)
Credo invece di vederti molto più avanti di me lontano e irrangiungibile...
Un abbraccio amichevole
Antonio
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 17-09-2002, 14.21.46   #9
schieppwaters
 
Messaggi: n/a
x l'amico visechi

ottima la scelta...quel libro e' bellissimo consiglio a tutti di leggerlo




P.s dimentiocavo fanculo anche a te visechino
 
Vecchio 17-09-2002, 22.33.21   #10
visechi
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Messaggi: 1,150
Ciao Antonio

Caro Antonio,
Credimi, non immagini il piacere che provo nel leggere i tuoi interventi… sono anch'io molto interessato a discutere e chiacchierare intorno alle questioni che riguardano l'uomo e la sua essenza. Non l'ho mai nascosto… fra l'altro provo un'inspiegabile (almeno per me) piacere a scrivere mie considerazioni ogni qualvolta mi sento stimolato… i tuoi interventi sono estremamente stimolanti e, quindi, non riesco proprio a tirarmi indietro. Pero', non vorrei offrire di me un'impressione errata… parli di lusinghe… Io? Quando mai? Di mio valore… calma… non correre… ciò che più mi colpisce sono però le due frasi che seguono:

Citazione:
" …e sono certo di non meritare tanta tua attenzione…"

Citazione:
"… Mi stai inseguendo dici? (spero non per picchiarmi... scherzo, naturalmente)
Credo invece di vederti molto più avanti di me lontano e irraggiungibile..."

Che dici? Tu mi stai sopravvalutando creandomi qualche disagio. Non farmi volare troppo in alto… hai una considerazione eccessivamente alta del mio 'valore' (come sempre… caratteri molto ridotti). Io non sono troppo diverso dagli altri amici del Forum… ecco, questo sì, siccome ci prendo gusto e mi piace anche scrivere, sono solo molto più prolisso, magari non mi risparmio… devo anche confermarti che, nello scrivere, non mi affatico troppo.

Ho gradito moltissimo il periodo che segue… è ciò che cerco:

Citazione:
"…Ho stampato il tuo allegato, lo leggerò e spero di poter quanto prima illustrarti qualche mia impressione, sperando che sia meritevole... "

Non nutro dubbio alcuno… sarà più che meritevole… ci mancherebbe altro!

Mi è già capitato, qualche altra volta, di avvertire la sensazione di essere sopravvalutato. Ti 'quoto' un mio vecchio intervento… leggi… non l'ho modificato; il contesto di riferimento era un altro… sappi che non sono minimamente incazzato (ora - ma forse neanche allora - non ero girato di palle nei confronti del mio interlocutore… piuttosto, per un altro intervento che mi aveva infastidito… faccio una fatica immonda a ricordare le circostanze e i momenti in cui esprimo il mio pensiero), spero di non apparirti minimamente infastidito (non è così), però, ti prego, io non so volare più in alto di quanto mi consentano le mie forze.

Scritto dal sottoscritto il 5 giugno 2002… discussione con un amico che non è più comparso in questo Forum: Hiram777… il suo nick (comunque ciao)
"l'origine del male" (SPIRITUALITA')

Citazione:
"… caz.zo di un caz.zo, stracaz.zo (sono ancora girato di palle).
Passiamo ora ad un’altra novità: Hai trovato molto interessante la mia filosofia di vita? Ciò presuppone che tu ne abbia individuato almeno una; per trovarla interessante dovresti perlomeno averla compresa; caz.zo, fammi un favore, spiegamela… ne ho proprio una gran necessità… riusciresti a spazzar via qualche nube dal mio cervello. Filosofia di vita? Io? Io godo e vivo nella confusione, nel casino cerebrale… ho accumulato troppe tossine che sto riuscendo a vomitare in questo benedetto forum… Io amo la confusione mentale (i miei paradisi artificiali)… per favore non dire eresie… nel mio cervello non sopravvivono neanche le idee che, appunto, scappano e invadono le assemblee sindacali che quel fottuto del Berluska ci costringe a tenere in questo dannatissimo periodo, pervadono stò povero forum… sono idee che vivono di vita propria… che nessuno è così masochista da alimentare con una lettura che non sia quasi infastidita (caz.zo, d’altra parte come faresti a dargli torto). Io ho solo pochi, pochissimi punti fermi… sono lì come fari, inamovibili ed indistruttibili (oramai):
L’esempio di mio padre… misero stipendiato statale, morto ormai da otto anni… la sua onestà, che ora, con colpevole ritardo, ho compreso… non era stupidità o stoltezza (il solito fesso, vedi gli altri che furbi), ma solo onestà allo stato puro, mi piace immaginare e pensare che la sua onestà (vera) fosse (qui ti voglio ancora una volta riportare a casa tua, fra i beati lidi) la quintessenza (quinta essenza… ci spiegheresti tu) dell’integrità. Caz.zo, ho, purtroppo, dovuto attendere che morisse per capirlo… ma lui ora lo sa.
L’altro punto fermo (e ho veramente finito): sai qualche anno fa ho acquistato un saggio di Erich Fromm; Avere o Essere, il titolo… tutti l’hanno letto, tutti, probabilmente, sono rimasti colpiti da questo libro… io no, ne rimasi quasi folgorato (caz.zo, abbi pazienza, ero giovane e molto ingenuo – forse lo sono ancora… ingenuo). Sappi che da quel piccolo libro, da quelle 30.000 parole e forse più, messe lì quasi per caso, una dietro l’altra fino a formare i periodi che si susseguivano l’uno all'altro per costituire i paragrafi che, sommati, hanno composto le pagine; una sull’altra, a loro volta, hanno formato i capitoli e da lì l'intero; qualcosa che non esisteva, che qualcuno, un piccolo noiosissimo uomo che non era lì per pensare a me, ha creato… da lì, da quella carta credo d’aver tratto un grande insegnamento… IO VOGLIO ESSERE E NON APPARIRE… io mi presento per quello che realmente sono (almeno tento)… sono pigro e quindi non ho nessuna voglia di crearmi immagini che non mi rappresentano (neanche il mio Nick è una maschera – rappresenta, per pigrizia, i sette tredicesimi del mio nome e cognome – che fantasia); è meno faticoso essere quel che si è… non mi curo di risultare simpatico (ci riesci così bene, diranno tutti - me ne fotterei in ogni caso - caz.zo spero di non diventare il bersaglio di nessuno); non ho alcun interesse ad essere il migliore e non mi curerei troppo del fatto di essere il peggiore (a pensarci bene un po' potrebbe dispiacermi - spero comunque di non esserlo). Sono molto attratto e spesso posseduto dall’avere; vivo questo mio personalissimo travaglio quotidiano che, piaccia o no, alle volte provoca dolore (non esageriamo però), io vivo con una certa serenità; non posso lamentarmi, ho una vita che mi piace…"


Sono certo che saprai comprendere…

Per Atha… se caso mai dovessi leggere questo mio vecchio intervento (mi farebbe piacere)… scusa le parolacce - ti ho promesso che con te non le avrei utilizzate… Ciao anche a te e grazie per le belle cose che mi hai scritto nella discussione sulla verginità della Madonna.

Un saluto
visechi is offline  

 



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