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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 01-09-2002, 22.25.45   #1
hertz
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L'essere altro-da-sè e i relativi punti di vista

Meditando un poco sulla mia condizione, mi rendo conto che, nonostante tutti i miei sforzi, l'eroina mi ha effettivamente lasciato qualcosa, uno strascico esistenziale. Io ho ancora bisogno, come allora, di emozioni forti, che alterino nell'immediato la mia condizione, il mio essere-nel-mondo e insieme agli altri. Ed eccomi allora a bere vino, non per il gusto di berlo, ma perchè modifichi il mio sentire il mondo, e soffochi l'odio insopportabile verso la noia e l'inedia di un percepire abituale, stanco, insoddisfatto, che non riesce affatto a godere, come vorrebbe, delle semplici cose della vita. E' il ragionamento che mi avvelena lo spirito.
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Vecchio 01-09-2002, 22.48.42   #2
schieppwaters
 
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grazie hertz....davvero!!.....
 
Vecchio 01-09-2002, 23.24.18   #3
tammy
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L'essere altro-da-sè e i relativi punti di vista

se stai scherzando...forse mi trovi daccordo.
se stai scrivendo seriamente...un pò meno.
se sei uscita/o da uno stato di dipendeza dall'eroina e ti tuffi nell'alcool allora....hai bisogno dell'associazione alcoolisti anonimi.
se invece non ho capito niente del tuo post....chiarisci.
grazie
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Vecchio 01-09-2002, 23.24.38   #4
Cora
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Re: L'essere altro-da-sè e i relativi punti di vista

Citazione:
Messaggio originale inviato da hertz
Meditando un poco sulla mia condizione, mi rendo conto che, nonostante tutti i miei sforzi, l'eroina mi ha effettivamente lasciato qualcosa, uno strascico esistenziale. Io ho ancora bisogno, come allora, di emozioni forti, che alterino nell'immediato la mia condizione, il mio essere-nel-mondo e insieme agli altri. Ed eccomi allora a bere vino, non per il gusto di berlo, ma perchè modifichi il mio sentire il mondo, e soffochi l'odio insopportabile verso la noia e l'inedia di un percepire abituale, stanco, insoddisfatto, che non riesce affatto a godere, come vorrebbe, delle semplici cose della vita. E' il ragionamento che mi avvelena lo spirito.


Bene, e dopo che ha modificato nell'immediato la tua condizione, il tuo essere-nel-mondo e insieme agli altri che succede???

Ma sai come senti il mondo di solito???

Che cosa percepisci abitualmente???

E come vorresti godere le semplici cose della vita???
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Vecchio 02-09-2002, 00.31.20   #5
hertz
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rispondo e chiarisco

No, non stavo scherzando. Ma non mi sono affatto tuffato nell'alcool. Non bevo così tanto. Semplicemente sento la condizione dell'ebbrezza come qualcosa che mi facilita l'intuizione, e per questo la ricerco non per non pensare, come si potrebbe banalmente supporre, al contrario per pensare meglio. Ecco io sento di pensare in maniera più dischiusa, più aperta al tutto quando il vino ha stimolato una parte del mio sè. Questo non toglie che io abbia bisogno di rimanere per maggior tempo nella condizione abituale, perchè solo in essa può applicarsi il regolare processo di apprendimento che è al fondo della mia crescita spirituale. E tuttavia nel momento dell'ebbrezza, una percezione più affinata, più precisa e risoluta, si sostituisce al semplice capire, o memorizzare. Il rapporto con il tutto si fa più stringente, senza arrivare mai a una fusione completa, estatica; ciò che in parte è messo in discussione è il "principium individuationis", in un tentativo di ritorno all'uno originario.
Tutto questo molto più difficilmente avviene nella quotidiana percezione, e ciò che più mi tormenta è la ricerca di un Senso a cui fare riferimento, coordinate guida, valori. Ciò che più mi dispiace, è il non trovare, come potevano i Romantici, nella Natura questo Senso universale, e il vedere, con atroce rimpianto, che il rapporto autentico con essa è del tutto precluso. Questo sarebbe stato godere delle semplici cose della vita, anzi, della Vita, unica cosa fra tutte che possiamo affermare con certezza.
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Vecchio 02-09-2002, 01.10.15   #6
Cora
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Colui che non beve alcool, si assicura la piena possibilità di agire col suo IO sul sangue;colui che beve alcool, fa proprio come chi volesse abbattere un muro e, mentre spinge da una parte, colloca al contempo qualcun altro a spingere dall'altra.
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Vecchio 02-09-2002, 01.24.00   #7
hertz
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Devo ammettere di non aver compreso appieno il senso della metafora del muro. In ogni caso, l'ultima cosa che avrei voluto era passare per un apologeta dell'alcoolismo; mi dispiace per non essermi espresso chiaramente.
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Vecchio 02-09-2002, 10.28.38   #8
schieppwaters
 
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perche'?? perche' si deve sempre giudicare o consigliare?? non si puo' leggere e capire e basta??? e' cosi difficile da capire lo stato d'animo espresso da hertz??? perche' io lo capisco e altri no?? siamo davvero tutti cosi diversi??
 
Vecchio 02-09-2002, 14.02.16   #9
hertz
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E' un gran bene essere diversi, amico schieppwaters; altrimente la dialettica intersoggettiva non esisterebbe. Sono tuttavia molto contento di essere capito, e naturalmente ti ringrazio. Ma ringrazio anche chi, divergendo dal mio punto di vista, mi permette di esprimerlo e rivalutarlo: questa è l'essenza della dialettica. Hans Georg Gadamer diceva, parlando di Platone, che "dietro ogni sforzo di comprensione da parte dell'uomo, dietro ogni discussione, ogni volta si apre un orizzonte verso il quale intimamente si tende", e che "è attraverso questo processo che le discussioni tra gli uomini pervengono infine a risultati, magari non tangibili, ma pur sempre significativi e fecondi. Una discussione è valida anche quando si capisce di essere approdati a qualcosa, benchè gli interlocutori non sappiano esattamente che cosa, e si tratta in realtà di una prospettiva comune, che è venuta formandosi". Insomma, un'avvicinamento, e una fucina di nuove prospettive interpretative! E inoltre aggiunge: "Chi, nel corso di una disputa, concentra la sua attenzione nel chiedersi <<che cosa posso obiettare?>>, non presta ascolto come dovrebbe. Se invece si pensa:<<che cosa intende dire l'altro? Perchè non mi convince?>>, <<Che cosa mi sfugge?>> (e l'interlocutore, adottando a sua volta lo stesso atteggiamento, chiede <<Che cosa vuole propriamente dire?>>) si ottiene che i due partner in gioco siano già molto vicini a una possibile comprensione reciproca. Bisogna essere consapevoli di questa essenza del dialogo, della vera discussione, e del contenuto di verità che può celarsi nel pensiero filosofico".
hertz is offline  
Vecchio 03-09-2002, 21.34.06   #10
tammy
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mah,

l'alcool e la droga creano dipendenza...ed è giusto farsi curare "se ti beccano" perchè finchè nn ti trovano con le mani nel sacco...credo che nessuno voglia farsi curare....proprio per quello che scrivi tu.....ebrezza....fuori dal mondo....più è forte la dose più è la profondità dell"assensza" da questa realtà....più è grande l'eloquacità data dall'alcool...più viene espresso meglio il pensiero...

Quello che nn comprendo è perchè si abbia bisogno di surrogati per dire ciò che si sente....

e poi...perchè dire ciò che si sente?...saranno affari Nostri/Vostri?

forse siamo un tantino così :::: (non cercate di capire...non serve)
tammy is offline  

 



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