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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 12-12-2005, 11.43.10   #31
Braveheart
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Io penso che la solitudine sia quasi sempre una scelta, perchè spesso siamo noi con la nostra mente a farci delle paranoie che ci inducono ad avere dei comportamenti volti ad allontananarci dagli altri. E' vero che oggi con questo monopolio che hanno i media sulle menti la società è diventata ancora più intollerante verso chi è diverso, ma alla fine si trova sempre qualcuno affine a noi.
Io perlomeno la penso così.

Ultima modifica di Braveheart : 12-12-2005 alle ore 11.44.17.
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Vecchio 12-12-2005, 13.56.19   #32
Elijah
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Messaggio originale inviato da Braveheart
Sono seriamente tentato di mandare a quel paese queste nuove compagnie che ho conosciuto e tenermi quel paio d'amici che ho, cercando nel contempo amicizie più stimolanti.
Che ne pensate voi?

Penso che in ognuno di noi ci sia qualcosa di positivo... solo che a volte bisogna scavare di più del solito...

Al contrario di quel che alcuni ti hanno suggerito, io non sarei così drastico... ma solo,
se hai voglia e pazienza di lavorare per cercare di migliorare un po' le persone con cui a volte ti ritrovi!

Disprezzare le persone non è mai corretto... cercarne il lato buono invece sì...

Ciao,
Elia

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Vecchio 12-12-2005, 14.17.29   #33
Yam
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Bellissimo thread, volevo solo farvi notare la differenza tra "solitudine" e "isolamento", la prima e' positiva ed e' necessita' di ogni uomo, la seconda e' l'argomento del Topic.

Ultima modifica di Yam : 12-12-2005 alle ore 14.21.30.
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Vecchio 12-12-2005, 14.28.41   #34
Vaniglia
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Messaggio originale inviato da Yam
Bellissimo thread, volevo solo farvi notare la differenza tra "solitudine" e "isolamento", la prima e' positiva ed e' necessita' di ogni uomo, la seconda e' l'argomento del Topic.


Hai ragione...ma essere solo...non ti puo' portare ad uno stato di isolamento?


Vaniglia
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Vecchio 12-12-2005, 14.28.59   #35
Elijah
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si trova sempre ciò che si aspetta di trovare

Si trova sempre ciò che si aspetta di trovare. (Bruno Ferrero)

C'era una volta un uomo seduto ai bordi di un'oasi all'entrata di una città del Medio Oriente. Un giovane si avvicinò e gli domandò: "Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?".
Il vecchio gli rispose con una domanda: "Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?".
"Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là".
"Così sono gli abitanti di questa città" gli rispose il vecchio.
Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all'uomo e gli pose la stessa domanda:
"Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?".
L'uomo rispose di nuovo con la stessa domanda:
"Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?".
"Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli".
"Anche gli abitanti di questa città sono così" rispose il vecchio.
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all'abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: "Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?".
"Figlio mio", rispose il vecchio, "ciascuno porta il suo universo nel cuore. Chi non ha trovato niente di buono nel passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici nell'altra città troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, le persone sono ciò che noi troviamo in loro".

*****

La domanda che ora mi sorge è:
i solitari cosa trovano nel prossimo?

Io - da solitario - devo ammettere che ci ho per tanto tempo trovato il nulla...


Altra domanda che mi sorge:
perché la solitudine?

Risposta provocante che ho trovato scritta nel libro "L'allievo" di Redmond [libro assai bello, che non ha molto a che fare con la solitudine... è un triller...]:
"I tipi solitari tengono gli altri a distanza perché soffrono di un senso di inferiorità"


Un'altra cosa che mi ha impressionato del libro "L'allievo" sono le parole che troviamo di un ragazzo solitario molto carismatico (che non gli fa nulla la solitudine e che viene ammirato dagli altri nonostante - e per il fatto che - lui sia solo):
"Vorrei essere come te, per le cose che fai "(Jonathan)
"Potresti, se tu odiassi abbastanza" (Richard, il solitario carismatico)
"Tu vuoi piacere alle persone. È questa la tua debolezza, da cui gli altri attingono la propria forza. Tu devi imparare a odiare loro e tutto ciò che rappresentano. È così che diventi forte, è così che vinci." (sempre Richard, il solitario)

Non condivido affatto le sue parole, ma ci trovo dentro una potenza incredibile... peccato che sia negativa!

Ciao,
Elia


Ultima modifica di Elijah : 12-12-2005 alle ore 14.35.37.
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Vecchio 12-12-2005, 14.58.48   #36
Vaniglia
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Io non sono una solitaria, anzi, amante della gente, anche se selettiva nelle mie amicizie,...e ho un riscontro in rapporti di amicizia bellissimi e di lunga durata, sia nella citta' dove ho vissuto fino ai diciotto anni, sia dove vivo attualmente...rapporti che vivo e sento con grande reciprocita', forse sono un caso patologico!

Vaniglia
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Vecchio 12-12-2005, 15.17.09   #37
Vaniglia
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ARTICOLI E RELAZIONI

Le nuove solitudini

E' uno dei tanti paradossi della nostra società. Viviamo nell'era della tecnologia, della comunicazione globale, nell'era di internet che ci permette in un solo istante di metterci in contatto con chiunque in qualsiasi parte del nostro pianeta. Eppure la nostra è un'epoca di solitudine, o meglio di nuove solitudini.
Agli inizi del terzo millennio stiamo infatti assistendo alla nascita di tante solitudini completamente diverse da quelle che vivevano le precedenti generazioni. Sono forme di disagio tipiche del nostro tempo, frutto di contraddizioni di un'epoca in cui i rapporti umani non solo sono sempre più difficili da mantenere ma, in quanto rapporti troppo spesso "mediati", non sono autentici e profondi. Viviamo a stretto contatto con la gente, ma è come se ne avessimo paura, difendiamo i nostri spazi per timore che vengano invasi, poniamo dei limiti alla nostra disponibilità a "dialogare" con l'altro, difficilmente scendiamo in profondità, l'intimità ci confonde e ci sottrae energie da destinare alla frenetica quotidianità. In questo contesto si inserisce l'uso eccessivo di strumenti come il telefono, il cellulare, gli sms, internet, le chat, che consentono una comunicazione verbale in cui però il corpo è totalmente assente, una comunicazione spesso falsa e mascherata che rischia di favorire l'isolamento e l'incapacità di sostenere un autentico confronto con gli altri.
La solitudine non ha un'età e non ha una condizione sociale. Tutti, in qualsiasi momento della nostra vita possiamo sperimentare questo sentimento.

Chi lo puo negare?

Vaniglia
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Vecchio 12-12-2005, 19.44.37   #38
tammy
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Talking io

ovviamente è uno scherzo, ma qualche eccezione l'avrei, nel senso che veramente la solitudine la vogliamo, E' L'ESCLUSIONE o ISOLAMENTO che non accettiamo, e dico giustamente al momento.
Vedi, secondo me tutto questo universo fatto dal mondo di internet paradossalmente, come scrivi, dovrebbe favorire gli incontri, ma così non è e mi chiedo "perchè"?
Risposta mia: per diffidenza, per paura, per semplice voglia di NON RELAZIONARE e punto.
Per chi NON E' DIFFIDENTE non esiste paura e non esiste nemmeno la paura di relazionarsi agli altri.
QUANDO non siamo diffidenti? quando siamo in sintonia con noi stessi (es. "io" ((ipotetico)) non ho paura di incontrare o conoscere cose/persone nuove, non ho paura del confronto)) sono "aperta" all' "ASCOLTO".
Ok, allora TI (sempre ipotetico) VUOI ISOLARE, TI VUOI ESCLUDERE, non "amalgamare" o "adeguare" agli altri, ai loro pensieri, alle loro abitudini, pur mantenendo salde le proprie/nostre ideologie, convinzioni, verità ecc.ecc.
Qui non ci sono "eventuali" COMPROMESSI, tali che entrambi comunichiamo. VUOI ISOLARTI/ESCLUDERTI (il semplice "voglio star solo"è diverso) NON VUOI COMUNICARE o non VOGLIAMO COMUNICARE.
sentirsi esclusi=incomunicabilità con l'altro
escludere gli altri da noi=voglia di star soli da tutto e da tutti
ma gli "altri" si sentiranno esclusi dal ns. escludere loro dalla ns."vita"o solo "pensiero"
QUINDI per evitare tutto sto baillame perchè non spiegare prima?
eccheccavolo e budini a merenda!

Ultima modifica di tammy : 12-12-2005 alle ore 19.53.05.
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Vecchio 12-12-2005, 19.45.39   #39
hava
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sono d'accordo con Cannella che la solitudine puo' essere voluta. Ci sono casi di persone insicure in compagnia, o che si sentono escluse o poco apprezzate, e ci sono quelle che sviluppano vere ansie a stare fra la gente. E in tali casi l'isolarsi sarebbe un metodo di auto-difesa per evitare ansie e disperazione. Insomma non si puo' fare a meno di considerare la nostra responsabilita' in un processo di auto-esclusione.

A VAniglia voglio dire quanto sono contenta della piega che prende la tua nuova amicizia.
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Vecchio 12-12-2005, 19.55.29   #40
Elijah
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A mio avviso, la strana cosa che sta succedendo al giorno d'oggi è che...

... alcuni solitari vivono da soli ma non si sentono soli...

... mentre a volte chi sta in gruppo o in compagnia non sta mai solo, ma si sente solo...

Detto in altre parole...

... la "nuova" solitudine è caratterizzata da una vita in cui ogni giorno si vive in stretto contatto con una miriade di persone... ma alla fin fine non si conosce proprio nessuno!!! E ciò è "tipico" delle città...

Per un "campagnolo", salutare uno sconosciuto quando lo incontra in un mezzo di trasporto è normalissimo... mentre per il cittadino fare l'indifferente e non cagare nessuno - magari anche quando c'è qualcuno che conosce di vista - è normalissimo...!!!

Sono due approcci completamente differenti... e nelle città noto che il leggere il giornale - sulla metro - va alla maggiore che discutere con il vicino di posto - nonostante non lo si conosca...

Viviamo in un mondo strano...

Elia


Ultima modifica di Elijah : 12-12-2005 alle ore 19.56.49.
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