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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 24-01-2006, 23.27.38   #31
Fragola
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Messaggio originale inviato da bside
Io giudico pretese assurde voler stabilire i limiti giusti nell'amore, cosa sia sano e cosa no. Ancora più assurdo parlare di "malattia". Ognuno esprime e vive i propri sentimenti in modo unico.

Dell'amore certamente. Ma quello non è amore. Si tratta, certamente di relzioni. Ma non di amore. Relazioni distruttive, divoranti, manipoltorie. Di relazioni in cui "l'altro" non c'è. C'è solo il bisogno dell'altro. Se chiedi ad una persona che vive una relazione così chi è l'altro, forse ti risponde "è tutto per me", ma non sa chi sia vermente. Cosa pensa. Cosa desidera. Non gli importa se sta bene o sta male. Gli importa solo che ci sia.
Non c'è sentimento. C'è solo sofferenza. Più o meno consapevole. Ma sofferenza. Dove c'è davvero amore, dove c'è sentimento, non c'è dipendenza. Dove c'è dvvero amore, sono d'accordo con te, nessuno si può permettere di giudicare.

Ma anche dove non c'è io non giudico. Non si arriva alla dipendenza per cattiveria. Ci si arriva perchè la vita ti ci ha condotto. Ci si arriva perchè si ha sulle spalle un bagaglio di sofferenza. E a volte la si supera anche. Per alcuni questo fa parte di un percorso evolutivo, che passa di lì e poi va avanti. Non giudico. Constato che la cosa esiste. E che fa soffrire.
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Vecchio 25-01-2006, 09.33.39   #32
feng qi
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[quote]Messaggio originale inviato da Fragola
sono daccordo su tutto ciò che scrivi. assolutamente.
in effetti invece di dipendenza buona potrei dire legame.

però da qui a generalizzare e dire che la dipendenza in toto é negativa..non sono daccordo. Forse si sbaglia nel chiamarla dipendenza..é altro.
Invece quella negativa che genera sofferenza, morbosità, violenza etc..quella sì, é dipendenza nefasta.

Ma tammy,lo ripeto, non aveva aperto il post con il quesito "quando si dice che la dipendenza é buona o cattiva?".
Per niente! LA dipendenza é sempre cattiva,per lei.

ma il rapporto in cui un uomo o una donna stanno bene insieme e sentono il bisogno l'una dell'altra è dipendenza,ma non genera dolore a nessuno dei due. Semmai può generare attaccamento.
Stiamo attenti con le parole!

Tutti noi siamo dipendenti, attaccati a qualcosa o a qualcuno. Ma non sempre questa dipendenza é nefasta.

Siamo dipendenti dal mangiare,dal dormire,dal sentirci apprezzati,voluti bene.Queste sono dipendenze.

E mi vuoi dire che sono dipendenze negative? Sono dipendenze fisiologiche.

Allora se in amore,l'amante ha bisogno di vedere,sentire,toccare,avere cura dell'amato, dunque dipende da questi gesti, non é dipendenza? E mi vuoi dire che é qualcosa di non fisiologico?

Così come certi uomini subiscono la violenza psicologica delle compagne,ugualente brutta come quella fisica, e ne dipendono perché hanno un substrato psicopatologico che li fa dipendere da questo, che cosa vuoi dire..per loro é giusto così.

Allora,vedi ha ragione bside quando dice che non si può emettere facili sentenze su quanto sia giusto il modo in cui ciascuno esprime l'amore, o dire quella é dipendenza patologica e quell'altra no. Ogni atteggiamento é buono o no,per noi; invece per altri é al contrario. Il problema é sempre lo stesso:nel forum si evidenzia con forza la stessa INTOLLERANZA VERSO LE DIVERSITA' che si trova ovunque ormai nel mondo.

tutti dobbiamo essere parte di uno stereotipo di massa, in cui non viene considerata la diversità irripetibile e meravigliosa degli individui. Nè si accetta la propria.

Io mi domando perché una persona si fa venire in testa le paturnie se sente in tv che altri dicono paroloni sull'amore? le possibilità sono due: o se ne sente offesa perché si vede diversa (e questo la fa soffrire),oppure ne é invidiosa.
in tutti e due i casi, non c'è saggezza perché la saggezza le farebbe pensare che quelle persone HANNO BISOGNO di quelle parole. Così come lei/lui ha bisogno di non sentirsele dire affatto. Dipende solo dal grado di maturità personale in un certo ambito come quello affettivo che é il più difficile da gestire nel nostro personale percorso di vita.

la vera democrazia é il rispetto della volontà(e della necessità aggiungo io) degli altri.
Non questo continuo e snervante giudicare le azioni degli altri perché le nostre sono sempre le migliori.Io mi domando come mai nessuno ha osato alzare il ditino e dire:"vedete che io queste cose, tipo sei la tutta la mia vita, le dico sempre!".Nessuno. Eppure io le sento dire spessissimo. E certo che nessuno si é fatto avanti: ormai si é visto come sarebbe stato assaltato da quelle persone che tengon alta la fiamma delle libertà, dell'emancipazione, dell'autodeterminazione.


Dai,cerchiamo di sollevare un po' le suonate, cambiamo noi dentro,profondamente e smettiamola di decidere cosa é giusto e cosa no per noi e per tutto il mondo. Sviluppiamo l'EQUANIMITA' nel considerare che in modi e tempi diversi, tutti tendiamo a raggiungere l'Illuminazione.

feng qi
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Vecchio 25-01-2006, 09.54.48   #33
ancient
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feng qi

La discussione mi sembrava molto pacata, non ho visto nessuno lanciare strali dal pulpito.

E' ovvio che ognuno deve fare il suo cammino, con i suoi tempi di maturazione, ma è anche ovvio che meno cammino si è percorso, maggiore sarà la sofferenza cui si è potenzialmente esposti, anche se in superficie 'tutto va bene'.

Come dice giustamente Fragola:

Citazione:
Per alcuni questo fa parte di un percorso evolutivo, che passa di lì e poi va avanti. Non giudico. Constato che la cosa esiste. E che fa soffrire.

Ultima modifica di ancient : 25-01-2006 alle ore 09.55.54.
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Vecchio 25-01-2006, 11.46.32   #34
edali
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Le dipendenze sono “cattive” quando ci fanno soffrire, noi e quelli che ci circondano.
Adesso visto che è stato aperto il 3d e magari in questo momento qualcuno sta soffrendo e ha bisogno di aiuto, cerchiamo di vedere che cosa può essere chiamato dipendenza “cattiva” (scusate, ma la dipendenza è una malattia vera e propria e quando le si dice così, secondo me, è un sollievo. Non è vizio, non è una cattiva abitudine, ma è una malattia che solo con una grande volontà e solo con l’aiuto, si può curare ovvero fermare) E sì. Tra queste malattie è anche la malattia di “amare troppo”, la quale sicuramente si manifesta in modi molto diversi di come sopra descritto. Dire al amato/a “sei un tesoro” , “sei la luce dei miei occhi” e altre cose del genere, come dire ai figli o ai genitori o alle amiche o a chi vi pare, è un conto. Sentire è un altro conto ancora; sentire uno slancio d’amore, una “fusione” ( e chiedo scusa se le sparo grosse) è sentirsi bene e in armonia. Sentire e dire nello stesso tempo ... Nessuno vuol indagare. Almeno così mi è sembrato. L’altro 3d era improntato sulle dichiarazioni in pubblico, ma anche questo spetta ai singoli ed alla loro educazione di farsi una ragione.
Tornando al nostro tema dove si parla di dipendenza intesa come malattia, che non assomiglia a “vivere sereni” penso che possiamo proseguire. (O no?)

Negli stati uniti sono ormai parecchi anni che esistono diversi gruppi di auto aiuto per questi tipi di malattie. Ci sono anche in Italia, ma non così frequenti. Per chi ne ha bisogno può trovare in rete indirizzi e numeri di telefono, aiuti anche online ecc.
Per esempio qua:

http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/...uto_aiuto.aspx


edali

ps: Put a smile on your face ..

Consiglio del giorno: ricordatevi che c'è una bella differenza tra l'abitudine e la dipendenza. Per esempio, se vostra moglie compera un tavolo di cristallo per il salotto e voi continuate a metterci i piedi sopra, è un'abitudine. Se continuate a metterci il naso, è dipendenza. (Rich Hall)
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Vecchio 25-01-2006, 11.52.56   #35
Fragola
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[quote]Messaggio originale inviato da feng qi
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Messaggio originale inviato da Fragola
sono daccordo su tutto ciò che scrivi. assolutamente.
in effetti invece di dipendenza buona potrei dire legame.

però da qui a generalizzare e dire che la dipendenza in toto é negativa..non sono daccordo. Forse si sbaglia nel chiamarla dipendenza..é altro.
Invece quella negativa che genera sofferenza, morbosità, violenza etc..quella sì, é dipendenza nefasta.

Ma tammy,lo ripeto, non aveva aperto il post con il quesito "quando si dice che la dipendenza é buona o cattiva?".
Per niente! LA dipendenza é sempre cattiva,per lei.

ma il rapporto in cui un uomo o una donna stanno bene insieme e sentono il bisogno l'una dell'altra è dipendenza,ma non genera dolore a nessuno dei due. Semmai può generare attaccamento.
Stiamo attenti con le parole!

Tutti noi siamo dipendenti, attaccati a qualcosa o a qualcuno. Ma non sempre questa dipendenza é nefasta.

Siamo dipendenti dal mangiare,dal dormire,dal sentirci apprezzati,voluti bene.Queste sono dipendenze.

E mi vuoi dire che sono dipendenze negative? Sono dipendenze fisiologiche.

Allora se in amore,l'amante ha bisogno di vedere,sentire,toccare,avere cura dell'amato, dunque dipende da questi gesti, non é dipendenza? E mi vuoi dire che é qualcosa di non fisiologico?

Così come certi uomini subiscono la violenza psicologica delle compagne,ugualente brutta come quella fisica, e ne dipendono perché hanno un substrato psicopatologico che li fa dipendere da questo, che cosa vuoi dire..per loro é giusto così.

Allora,vedi ha ragione bside quando dice che non si può emettere facili sentenze su quanto sia giusto il modo in cui ciascuno esprime l'amore, o dire quella é dipendenza patologica e quell'altra no. Ogni atteggiamento é buono o no,per noi; invece per altri é al contrario. Il problema é sempre lo stesso:nel forum si evidenzia con forza la stessa INTOLLERANZA VERSO LE DIVERSITA' che si trova ovunque ormai nel mondo.

tutti dobbiamo essere parte di uno stereotipo di massa, in cui non viene considerata la diversità irripetibile e meravigliosa degli individui. Nè si accetta la propria.

Io mi domando perché una persona si fa venire in testa le paturnie se sente in tv che altri dicono paroloni sull'amore? le possibilità sono due: o se ne sente offesa perché si vede diversa (e questo la fa soffrire),oppure ne é invidiosa.
in tutti e due i casi, non c'è saggezza perché la saggezza le farebbe pensare che quelle persone HANNO BISOGNO di quelle parole. Così come lei/lui ha bisogno di non sentirsele dire affatto. Dipende solo dal grado di maturità personale in un certo ambito come quello affettivo che é il più difficile da gestire nel nostro personale percorso di vita.

la vera democrazia é il rispetto della volontà(e della necessità aggiungo io) degli altri.
Non questo continuo e snervante giudicare le azioni degli altri perché le nostre sono sempre le migliori.Io mi domando come mai nessuno ha osato alzare il ditino e dire:"vedete che io queste cose, tipo sei la tutta la mia vita, le dico sempre!".Nessuno. Eppure io le sento dire spessissimo. E certo che nessuno si é fatto avanti: ormai si é visto come sarebbe stato assaltato da quelle persone che tengon alta la fiamma delle libertà, dell'emancipazione, dell'autodeterminazione.


Dai,cerchiamo di sollevare un po' le suonate, cambiamo noi dentro,profondamente e smettiamola di decidere cosa é giusto e cosa no per noi e per tutto il mondo. Sviluppiamo l'EQUANIMITA' nel considerare che in modi e tempi diversi, tutti tendiamo a raggiungere l'Illuminazione.

feng qi

Ripeto che secondo me non esiste una dipendenza buona. In una coppia dove c'è una relazione profonda e di autentico amore, i due hanno reciprocamente desiderio dell'altro, non bisogno o dipendenza. Lo ha espresso molto bene Odissea in un altro post dove diceva che, per quanto amasse l'altro e per quanto le fosse capitato di soffrire per amore, dentro di sè aveva sempre saputo che poteva vivere anche senza l'altro.
L'amore dice "ti amo e ho desiderio di stare con te, ma non ho bisogno di te, non ti carico addosso il peso del fatto che non posso vivere senza di te. E' bello vivere insieme, accompagnandosi e condividendo. Ma la ia vita è Vita indipendentemente da te. Quindi, il mio amore per te è un dono gratuito. Ti offro di condividere ciò che è, se tu lo vuoi."
La dipendenza dice :"Non posso vivere senza di te. Se tu non ci sei io non esisto. Tu sei responsabile della mia felicità e se non ci sei, se non ci puoi essere, se non mi dai quello che voglio, io soffro per colpa tua. Ti lego a me con il senso di colpa e con la sofferenza." E arriva anche a dire "se mi lasci mi ammazzo". E' terribile! Vi è mai capitato che qualcuno ve lo dicesse?

Non si tratta di giudicare o di non giudicare. Io non giudico qualcuno che ha la polmonite, ciò non toglie che la polmonite non è sana! Che se una lo ha, o si cura o ne muore.

Non bisogna confondere la dipendenza affettiva con la condivisione e con l'intimità! Si distinguono perchè l'amore è una cosa che fa stare bene. La dipendenza è una cosa che fa stare male. Non voglio giudicare la sofferenza di nessuno, ma bisogna fare attenzione a non cadere nella distorsione di pensiero tipica della cultura catto-occidentale per cui la sofferenza è un valore.

Non giudico, ma secondo me chi si macera nella sofferenza e "offre" all'altro la sua sofferenza come un "dono d'amore" sta in realtà offrendo un calice di veleno. Può non esserne consapevole, può non essere in grado di fare altro in quel momento. Ma non posso dire che sia una cosa bella, sana e vitale.
E chi accetta di bere quel veleno è assolutamente complice, immerso nello stesso male. Vittima della stessa visione distorta dell'amore.

L'amore, l'amore vero, è dono che nasce dalla pienezza. Non domanda che nasce dalla carenza. E chi vive nella pienezza non vive nel bisogno. So che l'amore vero è raro. Quasi tutti gli esseri umani, chi più chi meno, vivono nel bisogno più spesso che nella pienezza. Ma per tendere a quella che tu chiami "illuminazione" e io pienezza di vita, bisogno per prima cosa rendersene conto.
In una relazione equilibrata, può capitare che ci siano momenti di bisogno e momenti di pienezza. Ma se si è solo nel bisogno, in quella relazione di amore non c'è traccia.

Ovviamente parlando di adulti. Per i bambini, il discorso è diverso. Ma qui si sta parlando di adulti.
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Vecchio 25-01-2006, 12.28.51   #36
cannella
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Visto che si parla di dipendenze:

da: http://www.anagen.net/internet.htm

.....

E' un argomento interessante che interessa sempre di più anche la medicina.

In questi ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova tecnologia che ha ampliato le possibilità di comunicazione e di accesso alle fonti di informazione fino ad ora sconosciute. Il processo che stiamo vivendo apre scenari che fino a poco tempo fà erano impensabili e sicuramente i vantaggi che si trarranno da questo nuovo mezzo tecnologico permetteranno all'uomo di sviluppare capacità e potenzialità fino ad ora non immaginate. Sembra che questo processo stia producendo dei fenomeni psicopatologici che si esprimono con una sintomatologia simile a quella che osserviamo in soggetti dipendenti da sostanze psicoattive.

Infatti esiste una vera e propria psicopatologia che va sotto il nome di Internet Addiction Disorder (I.A.D.), dovuta all'abuso di Internet che mostra gli stessi sintomi dei tossicodipendenti. E' mai capitato di svegliarsi di notte e sentire il bisogno di controllare la propria email? Di spegnere il computer e sentire un vuoto terribile perché il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza? Di immedesimarsi nel personaggio assegnato al proprio nickname ? Allora è arrivato il momento di rendersi conto della propria patologia, perché questi sono segni evidenti di una vera e propria patologia che varie ricerche americane hanno etichettato Internet Addiction Disorder (disturbo da dipendenza da Internet).

Il termine si deve allo psichiatra americano Ivan Goldberg che propose dei criteri diagnostici. Goldberg con la sua proposta ha dato avvio ad una riflessione che ha incuriosito numerosi psicologi e psichiatri ed ha imposto all’attenzione del mondo il rischio di dipendenza da Internet.

Questi sono i principali sintomi che caratterizzano l’I.A.D.:
1. Bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione;
2. marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet;
3. sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell’uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali;
4. necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all’intenzione iniziale;
5. impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet;
6. dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete;
7. continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete.

Le modificazioni psicologiche che si producono nell'individuo che diviene dipendente dalla rete sono : perdita delle relazioni interpersonali, modificazioni dell'umore, alterazione del vissuto temporale, cognitività completamente orientata all'utilizzo compulsivo del mezzo; il soggetto tende a sostituire il mondo reale con un oggetto artificioso, quasi una sorta di “feticismo tecnologico”, con il quale riesce a costruire un proprio mondo personale e in questo caso virtuale analogo al mondo del tossicodipendente che ha un proprio linguaggio, uno specifico abbigliamento, atteggiamenti e comportamenti diversi e differenti rispetto al mondo reale nel quale è abituato a vivere.
......ecc

Ultima modifica di cannella : 25-01-2006 alle ore 12.29.52.
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Vecchio 25-01-2006, 13.27.16   #37
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Io ci sono dentro fino al collo. Già un po’ di anni fa, avevo fatto il test (sempre su questo forum proposto) e rispondevo sì a molti dei quesiti. Non so però se ci sono gruppi di auto aiuto per questo tipo di dipendenza (magari on line che facciamo prima )
Devo dire “però”? No. Troverei soltanto degli alibi. L’unica soluzione è che a volte (sembra che le feste di natale favoriscono il verificarsi) mi becco un virus “cattivo” e allora passo al format … ma in quel giorno sono più nervosa. Controllo qualcosa ? Mah! Grazie a dio che durante le ore di lavoro non mi posso permettere di entrare in rete. Poi non avendo un portatile, non la posso fare neanche durante il viaggio … ma la sera (oggi è il mio giorno libero ) vai!

Io comunque sono arrivata ad una mia personalissima conclusione (magari l’avrò letto da qualche parte ma ho dimenticato dove – quindi la spaccio come mia (la sento però))

Non basta eliminare una sola dipendenza. Si dovrebbe lavorare ancora più in profondità. Ma non so come
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Vecchio 25-01-2006, 17.07.18   #38
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Messaggio originale inviato da edali

Non basta eliminare una sola dipendenza. Si dovrebbe lavorare ancora più in profondità. Ma non so come



La dipendenza da internet, non saprei proprio se possa essere considerata alla stregua di una tossicodipendenza. La vedo di più nell'ottica di una dipendenza psicologica...

Banalmente, leggo: "vi capita mai di svegliarvi di notte e di voler controllare l'email?". La prima cosa che mi viene in mente è "dipende da che email aspetto!" Certo, quando aspettavo una email che mi doveva comunicare se avevo passato o no i test di ammissione all'università, controllavo spasmodicamente ogni 10 minuti. E se mi svegliavo di notte controllavo. Ero dipendente dalla email? Direi di no. E poi il tutto è durato 48 ore. Il tempo di attesa dei risultati
Ma se mi accade tutti i giorni di non potermi staccare da internet? Ma cosa sto aspettando quando scarico la posta? O meglio: chi sto aspettando?
E questo mi fa venire in mente che chi sta attacato ad internet così tanto da rientrare in quei "parametri" di dipendenza, forse non è da internet che dipende, ma da quelle relazioni virtuali che si creano. (E qui si apre il discorso sulle relazioni virtuali... che è molto ampio. E che è l'argomento su cui un giorno vorrei fare la tesi ma andermmo lontani dal tema)

Ma perchè si "dipende" da relazioni virtuali? Se fosse il caso di guardare com'è la nostra vita lontani dallo schermo del pc?

Comunque, qui le questioni possono essere due:
1) una generica tendenza alla dipendenza. Che va indagata.
2) la solitudine nella vita reale.


Ultima modifica di Fragola : 25-01-2006 alle ore 17.11.22.
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Vecchio 25-01-2006, 18.13.01   #39
bside
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Fragola cosa ti fa credere che la tua concezione sia l'espressione vera, buona e giusta dell'amore? Pensi che sia possibile darne un'esatta definizione, stabilire dei criteri "oggettivi" e universali? Tutte le definizioni d'amore sono arbitrarie e soggettive a mio parere. Non c'è un unico modo di amare e i legami d'amore possono avere molte sfumature, come varie possono essere le forme di manifestare l'amore.

Tu puoi ritenere giusto e sano amare disinteressatamente e in modo gratuito, ma non pretendere o giudicare insano o "malato" chi non sempre ci riesce (e direi che ben pochi son capaci!) e forse nemmeno vuole.

Dire "sto benissimo con te, ma posso vivere anche senza di te" è atroce. Una persona che sente dire una frase del genere dal proprio patner come minimo si sentirà mortificata. E' come se gli dicesse, con te o senza di te, posso ugualmente essere felice. In pratica attribuisci alla sua presenza e alla sua assenza lo stesso valore. E come può essere? Come puoi amare se l'altro ti è indifferente? Se ami una persona quella persona diventa parte integrante della tua vita. Un separazione può portare a mettere in discussione profondamente la propria vita.

Scrivi che tutte le dipendenze sono negative, ma anche tu dipendi, se non altro, dal reddito che ricevi per il tuo lavoro o dalle tue convinzioni, dalla cultura ed educazione ricevuta, dal luogo in cui vivi...siamo tutti dipendenti da qualcosa o qualcuno.
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Vecchio 25-01-2006, 18.14.28   #40
edali
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Le relazioni virtuali nella maggior parte dei casi, le ho allontanate esattamente per questo motivo. Evito anche di intervenire per non cadere come oggi nella tentazione di stare tutto il giorno appiccicata al forum. Ho provato a darmi risposte valide, ma non le trovo. Io col pc spento, mi sento come in una casa a buio. Mi ha tolto tutte le abitudini buone che le avevo altri tempi. Leggere tranquillamente un libro, ricamare, uscire con i miei per fare delle passeggiate… Riesco a fare soltanto i lavori impegnativi, quelli che non aspettano.

Io rimango inquadrata nel primo punto.

Citazione:
1) una generica tendenza alla dipendenza. Che va indagata.

Vorrei sapere come indagarla.

Adesso ancora due parole per le persone che casualmente leggono questo 3d. Non tutti sono dipendenti. Non è né da mortificare noi stessi né da buttare le pietre pensando che gli altri salgono sul pulpito a dare sentenze. Così come una persona “normale” può bere tranquillamente un bicchiere di vino e anche può prendersi una volta ogni tanto una piccola sbronza, così come una persona “normale” può amare in modo …come gli piace.. e così via per la maggior parte delle dipendenze. Quindi se si parla di dipendenze e una persona non si sente dipendente, non vuol dire che non esistono e non vuol dire neanche che chi ha la tendenza alla dipendenza lo ha fatto per libera scelta e potrebbe fare in qualsiasi momento in un’altra maniera (o potrebbe sentire/agire).
Io penso che se una cosa viene riconosciuta con la dovuta dignità e le si da un nome e la si studia per sapere il percorso da fare per porre rimedio alle sofferenze e/o alle conseguenze poco piacevoli che si ripercuotono nella vita di tutti i giorni, i problemi si possono risolvere.
Scusate se sono andata o.t.




scherzosamente (ma non più di tanto ) ho l'impressione di aspettare Godot.
edali is offline  

 



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