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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 23-01-2006, 23.15.01   #1
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
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dipendenza psicologica, palliativo dell'amore

il post di odiessa "sei tutta la mia vita" sulla base di una trasmissione radiofonica e gli interventi di alcuni di voi sulla dipendenza psicologica dal partner mi inducono ad aprire questo thread che, sembra argomento già approfondito, ma così non è, sempre e solo di striscio fù affrontato! miiiiii.
Come già evidenziato in alcune frasi tipiche : senza di te io non vivo, se muori tu muoio anch'io (e debitamente mi tocco ), tu sei l'aria che respiro (mi auspico che non divori aglio) ecc.ecc. nel ns. piccolo analizzate, farebbero evidenziare una dipendenza affettiva/psicologica dal partner. Senza contare l'erezione maschile (weyl) quando dice "sei la mia vita" (e te credo!)
Cmq è molto più serio della sola interpretazione di alcune frasi che, volenti o nolenti io credo, se non si son dette si siano almeno pensate, almeno in alcuni momenti.
La dipendenza psicologica della donna nei confronti del partner ha radici molto lontane ed, a quanto pare, difficili da estirpare.
Dapprima nasce sulla dipendenza economica, la donna non deve lavorare, la donna deve pensare alla famiglia, all'accudimento dei figli e soprattutto del marito che la mantiene. La donna in sè non vale gran chè, non vale niente se non come essere utile al solo scopo di sollazzo e pulizia, deve essere necessariamente educata alla "cura degli altri" ma non di sè stessa. E' "normale" quindi che ci si trovi di fronte a donne che non sanno nemmeno chi sono, quali aspirazioni abbiano nella vita, cosa vorrebbero fare di sè stesse oltre all'accudimento "degli altri". Ma parliamo di donne di circa 70/80/90 anni fa. Ciò che hanno fatto della loro vita era ciò che gli è stato insegnato a fare, contente o scontente, poche hanno superato con tutta la testa (Rita Levi Montalcini, solo per esempio la lista è anche lunga) il limite imposto loro dalla cultura e società dell'epoca. Hanno lottato, con caparbietà, forza e intelligenza.
Ecco queste donne hanno avuto delle figlie (oggi di circa 40/50/60 anni) e queste figlie, dall' esperienza delle loro madri le ha solo indotte ad avere sì una indipendenza economica, ma tutt'altro che affettiva. Il padre padrone è esistito, come figura patriarcale, fino ad una cinquantina d'anni or sono , quindi relativamente storico, l'uomo in casa ha sempre avuto il "potere" di dettare legge, il bello e il cattivo tempo (estremizzando un pò, ma nemmeno troppo). In casa (e qualcuno mi ha anche preso in simpaticamente in giro per ciò) la femminuccia veniva presto educata alla "cura dell'altro" (non sono io che la chiamo così, ma un termine usato in psicologia) e cioè: la figlia, nata per prima, si sarebbe presa cura dei fratelli minori ed, in qualche occasione anche del padre, questo perchè la madre doveva lavorare oppure era talmente succube del marito che insegnava loro l'obbedienza e la sottomissione, perchè così doveva essere e punto. non si poteva discutere.
Ma queste cose, alla lunga, han fatto dimenticare alla donna, che si sarebbe formata negli anni, ciò che Lei, come essere umano, era, si considerava, aspirava a diventare. Malgrado l'indipendenza economica c'era e c'è ancora una dipendenza affettiva: "io ti curo e tu mi devi". Non è proprio così.
Il dramma nasce proprio quando l'altro non assicura le aspettative (io ti accudisco, ti venero, dò tutta me stessa e tu....... magari mi metti le corna) c'è un crollo non indifferente, un crollo dell'identità fin quì messa in pratica da esperienze comuni, ereditate. Un'identità che viene a mancare ed allora le donne si interrogano: in cosa ho mancato?
Ancora una volta "la cura dell'altro"
Che dire... ce ne sarebbe ancora molto da dire, ma mi piacerebbe lo fareste voi, col vostro sentire.
In cuor mio auguro, alle giovani figlie di queste madri (40/50/60 anni), di aver ereditato molto di più dell'indipendeza economica ed affettiva. Aver ereditato un consapevolezza di sè stesse che vada oltre l'apparente egoismo di riscatto.

tammy is offline  
Vecchio 23-01-2006, 23.52.23   #2
edali
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Messaggi: 780
A me piace tantissimo questo brano

Alza la fronte e tieni dritta la schiena.
Ama la libertà e difendila da tutto e da tutti; adora la tua autonomia: le dipendenze non fanno crescere, aiutano soltanto a smarrire il senso del viaggio.
Non farti atterrire dall'urto delle tue emozioni, contamina con l'eco di quel rombo magnifico chi, accanto a te, ha abbassato lo sguardo.
Impara che hai diritto a pensare che nella vita si possa e si debba tentare e sbagliare, e che nessuno ti deve poter giudicare per gli errori che commetterai, ma semmai per le omissioni che ammetterai a te stesso. (Paolo Crepet)”
tammy for president

Parole incoraggianti.
edali is offline  
Vecchio 24-01-2006, 01.06.52   #3
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Secondo me se dico ancora una parola su questo argomento...qualcuno prende la mira e spara
Mi prendo una pausa di riflessione e così siamo tutti contenti? Poi vediamo.
Tammy, mi piace l'idea di ragionare sulla generazione delle nostre figlie. E mi piacerebbe farlo anche sui ragazzi che stanno crescendo insieme a loro. Visto che ho un figlio maschio.
Da quali dipendenze li abbiamo esonerati e con quali invece li abbiamo eventualmente ingabbiati?
Quali sono i modelli femminili e maschili che hanno avuto di fronte?
Che tipo di relazioni di coppia e famigliari si stanno delineando?
Speriamo che nel 3d ci aiutino a farlo ragazzi di quell'età.
Come immaginavate...lobelia per farla tacere a volte occorre proprio abbatterla
notte!
lobelia is offline  
Vecchio 24-01-2006, 01.15.11   #4
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Re: dipendenza psicologica, palliativo dell'amore

Citazione:
Messaggio originale inviato da tammy
Ancora una volta "la cura dell'altro"
Che dire... ce ne sarebbe ancora molto da dire, ma mi piacerebbe lo fareste voi, col vostro sentire.
In cuor mio auguro, alle giovani figlie di queste madri (40/50/60 anni), di aver ereditato molto di più dell'indipendeza economica ed affettiva. Aver ereditato un consapevolezza di sè stesse che vada oltre l'apparente egoismo di riscatto.


la cura dell'altro, la cura del mondo, non è oblatività per forza.
può essere solo amore. e vale sia per gli uomini che per le donne. e ha senso solo se spontanea, sincera, altrimenti è schiavitù: ma non confondiamo le cose... sono due realtà profondamente diverse.

l'indipendenza fredda e distaccata, l'amore di sè, bella cosa!
quando si confonde il rapporto umano, il riconoscimento dell'interdipendenza che tutto lega a tutto con la schiavitù... allora la libertà è una galera fredda.

sinceramente questo orgoglio femminile vi ha rovinate... le ragazze si vestono come ragazzi, se le guardi per più di due secondi ti lanciano uno sguardo che sembrano pronte a venirti sotto a fare a cazzotti, spavalde, arroganti, bella roba!

l'indipendenza è una grande rovina per il nostro mondo, intendendo l'indipendenza nella sua accezione negativa.. cioè: io basto a me stesso. vale sia per gli uomini che per le donne.
regna l'arroganza oggi, la competizione, non si sa più vivere bene in comunità, dove tutti badano a tutti, ciascuno cura sè stesso, e gli altri, e se stesso attraverso gli altri, e gli altri attraverso se stesso.


bah, in giro si vedono troiette che se la tirano da paura, ragazze che i mafiosi sono più femminili, boh..
r.rubin is offline  
Vecchio 24-01-2006, 01.18.34   #5
tammy
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a lobè!

Citazione:
Messaggio originale inviato da lobelia
Secondo me se dico ancora una parola su questo argomento...qualcuno prende la mira e spara
Mi prendo una pausa di riflessione e così siamo tutti contenti? Poi vediamo.
Tammy, mi piace l'idea di ragionare sulla generazione delle nostre figlie. E mi piacerebbe farlo anche sui ragazzi che stanno crescendo insieme a loro. Visto che ho un figlio maschio.
Da quali dipendenze li abbiamo esonerati e con quali invece li abbiamo eventualmente ingabbiati?
Quali sono i modelli femminili e maschili che hanno avuto di fronte?
Che tipo di relazioni di coppia e famigliari si stanno delineando?
Speriamo che nel 3d ci aiutino a farlo ragazzi di quell'età.
Come immaginavate...lobelia per farla tacere a volte occorre proprio abbatterla
notte!
Se avessi risposta a tutte stè domande altro che "tammy for president" ma sarebbe meglio "tammy for berlusca"! alias padre di Gesù.
Lassamo perdè và.
ma dicci, dicci, ditteci, ditteci, la vostra esperienza in merito
tammy is offline  
Vecchio 24-01-2006, 09.46.06   #6
feng qi
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Re: a lobè!

[quote]Messaggio originale inviato da tammy
devo dire che di fronte a questa questione della dipendenza rimango ancora uin po'..turbata.
Mi domanda perché si continui sempre e continuamente a parlare di questa famigerata dipendenza della donna dal rapporto con l'uomo.
Ma perché, forse l'uomo non dipende dalla donna in un rapporto di coppia?
Questo continuare a mettere per iscritto la necessità di indipendenza della donna..di autonomia della donna..di alterigia della donna e di sua superiorità e distacco dalla emotività e dalla cura dell'altro..cosa sta a significare se non il fatto che alcune donne si continuinio a sentire minacciate nel loro ruolo paritario rispetto al maschio?
io non vedo i problemi che vedono queste donne, mi sento assolutamente femminile e so che il mio essere accogliente, paziente, dipendente e tenera nulla toglie alla mia grande forza interiore e alla consapevolezza di me come essere umano.

feng qi
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Vecchio 24-01-2006, 11.46.49   #7
Fragola
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Scusate. sono un una situazione in cui non posso permettermi di scrivere un intervento lungo ed esaustivo. Vorrei però precisare che la dipendenza affettiva può essere considerata una vera e propria patologia. Sono stati scritti dei libri a riguardo, esistono addirittura degli studi che vengono fatti nell'ambito dello studio delle dipendenze in genere, come l'alcoolismo, la tossicodipendenza, gruppi di auto-aiuto etc.

E' cosa ben diversa dalla normale interazione tra due persone che si vogliono bene.
Vi scrivo qualcosa di più completo stasera, se posso.
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Vecchio 24-01-2006, 11.55.07   #8
r.rubin
può anche essere...
 
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Messaggio originale inviato da Fragola
la dipendenza affettiva può essere considerata una vera e propria patologia.

la dipendenza affettiva è una cosa sana.
quella di cui parli esiste ed è deleteria, ma spero vivamente che abbia un nome diverso..
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Vecchio 24-01-2006, 12.14.58   #9
Fragola
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Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
la dipendenza affettiva è una cosa sana.
quella di cui parli esiste ed è deleteria, ma spero vivamente che abbia un nome diverso..

Cito un intervento preso da un forum più prettamente psicologico perchè non ho modo di raccogliere ora documentazione.

"Per dipendenza affettiva, altrimenti definita come "Love Addiction" gli studiosi intendono proprio la forma patologica dell'amore (vedi Dipendenza affettiva e spettro impulsivo-compulsivo di Luigi Jamiri e Sergio de Risio). Attualmente, la dipendenza affettiva (Love Addiction), non è inserita nei vari sistemi nosografici, come il DSM IV e si cerca di farla rientrare nei vari disturbi contemplati in essi, anche se ricerche svolte in questo campo, come quelle di Giddens, la vorrebbero vedere come un disturbo autonomamente inserito. Tra l'altro, Giddens ne delinea anche delle verie e proprie caratteristiche come "l'ebrezza", "la dose", "il basso grado di autostima" e "la perdita dell'io"."
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Vecchio 24-01-2006, 12.26.53   #10
tammy
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andando oltre la semplice affermazione della donna sull'uomo

E' universalmente noto che la violenza sia un fenomeno invasivo, denso di luoghi comuni difficilissimi da sfatare, è un fenomeno ricorrente, molto più diffuso di quanto non appaia, alimentato, spesso, dal terreno fertile dell'ignoranza e dell'indifferenza.

Per questo motivo l'unica arma efficace è la conoscenza delle situazioni, la conoscenza degli effetti devastanti delle violenze, la conoscenza degli strumenti, anche legislativi, per contrastarle e, soprattutto,il coraggio di esigere dei rinnovamenti radicali.

Spesso, occupandosi di questo fenomeno, si è distinta la violenza fisica dalla violenza psicologica, relegando quest'ultima ad un ruolo marginale, rilevabile soltanto nei casi più gravi e comunque più conclamati, priva del tutto, almeno in Italia, di una tutela giuridica.

Partire con questa premessa sarebbe già riduttivo, sarebbe un errore, poiché, ogni violenza fisica, ogni maltrattamento su una donna produce sempre una serie di danni psicologici spesso irreversibili , occulti ma gravissimi; cosi come la violenza psicologica, subdola, insospettabile, nasconde spesso violenze fisiche.

Così come sarebbe riduttivo ignorare che una violenza su una donna, sia fisica che psicologica si ripercuote, inevitabilmente, sui familiari, in particolar modo sui figli, con danni inaccettabili e devastanti. Mi riferisco, ad esempio, alla così detta violenza assistita, ovvero alla violenza che subiscono tutti quei bambini che sono costretti ad assistere ai quotidiani maltrattamenti che la madre,e/ o altri familiari subiscono nell'ambito familiare; si è autorevolmente affermato, a questo proposito, che i bambini che assistono alla violenza tra genitori è come se la subissero personalmente.
www.vertici.it
tammy is offline  

 



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