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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 10-05-2006, 17.02.27   #11
Piero82
Ospite
 
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 20
Citazione:
l'accettazione però la intendo in maniera ben diversa da rassegnazione , la quale implica passività.

Dal vocabolario della lingua italiana:

Rassegnare: accettare con umiltà e pazienza qualcosa di doloroso e inevitabile.

Dunque rassegnazione e una specificazione di accettazione riferita agli avvenimenti dolorosi e inevitabili.

Tuttavia forse tu intendevi dire, si mi rassegno, ma non divento passivo, tradotto: non smetto di agire. Sicuramente è corretto non smettere di agire perchè altrementi verresti meno agli obblighi biologici tra cui l'istinto di sopravvivenza, ma non è una scelta, è un obbligo, comunque questo essere attivi non ridurrà in nessun modo la sofferenza, se non tenendoti la mente impegnata in altri compiti!!!!

Citazione:
attaccarsi alle cose, ai sentimenti buoni o cattivi che siano, agli eventi..genera sofferenza


concordo, ma vedi anche qui non è una scelta, è sempre la natura umana che tu obbliga ad attaccarti a certe cose, comunque, qualunque sia la scelta la sofferenza è inevitabile: ti leghi a qualcosa? Soffri quando la perderai! Non ti leghi a qualcosa? Soffrirai quando penserai che sarebbe stato meglio legarsi a quella cosa!!!

Come vedi è inevitabile, devi rassegnarti e forse, dico forse, dalla tua rassegnazione potrai anche ottenere qualcosa di buono.

Ti faccio un esempio banale e poco impegnativo, io sono rassegnato al fatto che devo lavorare, che mi piaccia o no il mio lavoro lo accetto e basta, chi non lo fà cerca di evitare questa "sofferenza".

Dove stà la differenza? Io cerco il cambiamento in qualcosa di fattibile (magari un lavoro migliore per esempio, o meno faticoso), chi invece non accetta, cerca il cambiamento nello smettere di lavorare, ma siccome deve vivere, sempre per colpa della natura umana (causa prima di tutte le sofferenze), non potra farlo.

Il risultato quale è? Che io vivo la mia sofferenza piatta e costante, l'altro invece prova un euforia effimera che inevitabilmente finisce causando sofferenze ben maggiori della mia piattezza quotidiana. Provare per credere, sai quanti hanno provato a smettere di lavorare col gioco d'azzardo per esempio? Parla con qualcuno di loro finito male e vedi se adesso, a posteriori, avrebbero preferito una piattezza quotidiana o no.

Citazione:
Siamo noi che siamo spiacenti per te che di questo meraviglioso viaggio che é la vita, non vedrai mai niente altro che la sofferenza.

Questo si che è ridicolo, vedere la meraviglia per non ammettere quanto è negativa la natura umana, quanto e latente e nascosto in tutti il desiderio di cambiare la propria natura umana in qualcos' altro. Peccato che questo non sia fattibile e che pochi come me si siano rassegnati al impossibilità di farlo. Sono io che sono spiacente per te che ancora non lo hai capito, ti auguro di non accorgertene troppo bruscamente quando sarà il momento (perchè prima o poi lo capirai è INEVITABILE).
Piero82 is offline  
Vecchio 11-05-2006, 15.01.30   #12
Sirtaki
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Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 203
Citazione:
Dal vocabolario della lingua italiana:
Rassegnare: accettare con umiltà e pazienza qualcosa di doloroso e inevitabile


etimologicamente: "mettersi nelle mani altrui" (e secondo me non necessariamente in caso di eventi dolorosi).

Citazione:
io vivo la mia sofferenza piatta e costante, l'altro invece prova un euforia effimera che inevitabilmente finisce causando sofferenze ben maggiori della mia piattezza quotidiana


è molto soggettivo: c'è chi in questa consapevolezza preferisce comunque di tentare di provare una seppur effimera euforia, come dici tu, piuttosto che rassegnarsi alla piattezza.

io per esempio sono tra questi. sono ben consapevole dei miei limiti e del fatto che anche l'evento più desiderabile e gratificante possa poi spesso scontrarsi con l'esatto opposto, eppure non voglio assolutamente venir meno a questo "slancio" che sento!

Piero, io rispetto la tua riflessione. vorrei solo che tu non la intendessi come una verità assoluta.....ognuno interpreta la vita a modo suo, in base alla propria personalità.


inoltre, credo che tu sia un pò.....arrabbiato
Sirtaki is offline  
Vecchio 13-05-2006, 01.54.34   #13
Piero82
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Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 20
Citazione:
Messaggio originale inviato da Sirtaki
etimologicamente: "mettersi nelle mani altrui" (e secondo me non necessariamente in caso di eventi dolorosi).



è molto soggettivo: c'è chi in questa consapevolezza preferisce comunque di tentare di provare una seppur effimera euforia, come dici tu, piuttosto che rassegnarsi alla piattezza.

io per esempio sono tra questi. sono ben consapevole dei miei limiti e del fatto che anche l'evento più desiderabile e gratificante possa poi spesso scontrarsi con l'esatto opposto, eppure non voglio assolutamente venir meno a questo "slancio" che sento!

Piero, io rispetto la tua riflessione. vorrei solo che tu non la intendessi come una verità assoluta.....ognuno interpreta la vita a modo suo, in base alla propria personalità.


inoltre, credo che tu sia un pò.....arrabbiato

Quanto alle definizioni di vocabolario non so cosa dirti (io ho fatto copia incolla), ogniuno può ridefinire le parole a proprio piacimento, basta che poi faccia capire a che definizione si riferisce! Anche la tua ha un suo senso.....

Quanto alla mia rabbia..... io non provo più rabbia, come non provo più piacere, più che arrabbiato sono appunto rassegnato (nella accezione mia)!!!

Prima pensavo che la colpa era della società, che fosse lei a fare gli uomini in un certo modo, ora ho capito che la società è figlia della natura umana, quindi si ha ben poco da arrabbiarsi con qualcuno. Disprezzare la natura umana, questo si è corretto!!!
Piero82 is offline  
Vecchio 15-05-2006, 13.43.53   #14
odissea
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ma non è consolante il prendere coscenza di quanto siamo limitati, infimi, miseri? non è un sollievo già di per se? non dobbiamo essere perfetti, non possiamo essere i migliori: possiamo soffrire, possiamo sbagliare, possiamo concederci di essere deboli.

sono (incredibilmente) d'accordo con Weyl.

l'uomo come dignitosa intenzione e ciò che ne viene di più è grande.....ma è grande per davvero.

E poi esistono le persone che amiamo; quello che lasciamo nelle persone che amiamo.....il senso della nostra vita, in fondo.
quando ci rendiamo conto che lasciamo una traccia negativa in chi ci circonda, soffriamo, no? Ma si può lavorare su noi stessi per diventare un po' migliori, e lasciare qualcosa di bello e postivo nel prossimo. Non è in fondo questo uno dei principali motori che ci fa muovere? Magari soffriamo per migliorarci un po' in questo senso, ma chissenefrega, magari qualcun'altro ne trarra giovamento: forse i nostri figli, forse i nostri amici, i nostri fratelli, potranno trarre da noi qualche insegnamento, e staranno un po' meglio.
Non ne vale la pena?
odissea is offline  
Vecchio 20-05-2006, 05.09.39   #15
Piero82
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Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 20
Citazione:
Non ne vale la pena?


Tutto si può perdere e nulla si può acquisire senza impegno e fatica, capire che non ne vale la pena è doloroso oltre che difficile, ma è anche il primo passo necessario per capire che non si agisce perchè ne vale la pena, ma perchè non si ha altra scelta!!!

E' così difficile ammettere che non si è liberi, siamo tutti in primo luogo schiavi della nostra natura più primitiva, poi della società che abbiamo creato per soddisfarla!!!


Inoltre è ancor più difficile ammettere che non si può migliorare e l'aiuto degli altri è e sarà sempre inutile, i problemi nascono dalla nostra immutabile natura di base, mi spiace ma non c'è soluzione, è proprio la natura ad essere così, non ti lascia nemmeno la possibilità di farla finita e non conta il caso di chi c'è riuscito, è una minoranza che nasce con questo dono, per la maggioranza è impossibile anche se lo vorrebbe.

La maggioranza può solo farlo lentamente e gradualmente!!!
Piero82 is offline  
Vecchio 20-05-2006, 10.32.43   #16
odissea
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Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
dire che siamo schiavi della nostra natura e della società è un po' scoprire l'acqua calda.
Non è difficile ammetterlo, non è neanche terribile come condizione.

Siamo esseri limitati, e allora?
lo saremo sempre, un nostro piccolo miglioramento è un cucchiaino nell'oceano, saremo sempre passibili di migloramento (o peggioramento: anche al peggio non c'è fine), è un percorso che non finiremo mai. Qual'è l'elemento drammatico, non capisco.

Certo che si può migliorare. Migliorare non significa diventare perfetti da un giorno all'altro.
Conosco ex alcolisti e ex tossicodpendenti che una volta erano persone orribili. Adesso sono migliorati, nelle loro abitudini, in loro stessi come persone; il loro grado di sofferenza interiore è diminuito, la loro relazione con la famiglia è migliorata; sorridono di più. Puoi dire che non sono migliorati?
Questo non significa che non soffrono più, non sono mai tristi, non hanno problemi: solo che sono migliorati. non per questo sono diventati immortali: invecchieranno, si ammaleranno, moriranno come tutti noi.
E allora? Secondo te era meglio che restassero ad abbruttirsi nella loro fogna perchè tanto non vale la pena di credere in nulla?
La loro natura li spingeva a farsi del male, la loro natura lì ha anche spinti verso la sopravvivenza: perchè abbia prevalso una e non l'altra....chi lo sa. Forse hanno fatto una scelta, forse una predisposizione genetica, forse una serie di eventi fortuiti: ma quelle persone sono ancora qui, e sono migliorate, non ci sono azzi.

La stessa cosa la posso spostare su situazioni meno eclatanti e drammatiche: vale lo stesso principio.

Mi viene in mente Basaglia: "abbiamo dimostrato che l'impossibile è diventato possibile".
Per me questa affermazione.....è possibile, reale.
odissea is offline  
Vecchio 20-05-2006, 19.03.30   #17
Piero82
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Citazione:
Messaggio originale inviato da odissea
dire che siamo schiavi della nostra natura e della società è un po' scoprire l'acqua calda.
Non è difficile ammetterlo, non è neanche terribile come condizione.

Non è terribile come condizione perchè si è talmente abituati che sembra normale, inoltre per i più non ci sono molte occasioni di rendersene conto. Sai però quante minoranze patiscono questo sistema? Sai quante classi di persone vivono per soddisfare tutto questo quando i loro intimi desideri sono l'opposto? Si parla di tossicodipendenti e di alcolisti, sai quante persone all'apparenza felici e conformate al sistema ci sono che invece vorrebbero sparire? Sai cosa significa essere lodato e gratificato dagli altri e dal sistema per ciò che fai e ciò che sei quando invece vorresti essere e fare tutto l'opposto?

Poi ti rendi conto che non serve a nulla fare l'opposto perchè anche lo facessi qualcuno prenderebbe il tuo posto, nulla cambierebbe. Il sistema ti vuole in un certo modo e tu non scegli proprio nulla, è l'ambiente, o forse la tua natura che scieglie per te.

Ecco perchè il risultato di quegli alcolisti non vale poi molto, in realtà è una scelta obbligata e non è nemmeno detto che nel lungo termine sia la migliore.

La mia vita è un essere ed un fare cose che non mi piacciono, il sistema mi ha voluto cosi, io non posso fare nulla se non adattarmi è imparare a reprimere il rimorso per quello che avrei potuto essere!!!
Piero82 is offline  
Vecchio 20-05-2006, 19.34.48   #18
bside
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>La mia vita è un essere ed un fare cose che non mi >piacciono, il sistema mi ha voluto cosi, io non posso fare >nulla se non adattarmi è imparare a reprimere il rimorso per >quello che avrei potuto essere!!!

Allora perché non provi a fare quello che ti piace invece di continuare a subire passivamente?
Ricorda che sei tu l'artefice della tua vita.
Volere è potere. Se vuoi, puoi...
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Vecchio 27-05-2006, 18.11.39   #19
cielosereno52
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Messaggi: 211


Bhe... che sia un dovere soffrire...come dover esser felici per forza.....
Una sana inquietudine mi basta...la possibilità di percepire quanto è necessario alla vita, le sue implicazioni.
Non credo di essere un vecchio saggio...quando dico che la vita è una montagna da scalare...per raggiungere la vetta... e, quando sei lì...beatamente consapevole di aver raggiunto un buon risultato.... osservare che vi sono altre vette...

La vita odierna ci regala tanti nuovi spazi da raggiungere...
se poi sentiamo di non percorrere la nostra strada....riconsideriamo le istruzioni che ci sono state date
dai nostri genitori... pur con la loro buona fede... non si sono accorti che ci insegnavano solo a vivere come loro avrebbero voluto vivere... e non ci hanno insegnato a scoprire il nostro percorso...

Dunque...caccia all'errore... poi disegniamo nuovi percorsi...
possibilmente migliori e meno accidentati...niente
pareti di sesto grado da scalare per forza...non dobbiamo dimostrare niente a nessuno...che diamine...come si fa a vivere costantemente sotto esame... impegnati ad essere i migliori...
ad arrivare primi...


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Vecchio 28-05-2006, 07.10.18   #20
acquario69
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quando mi accingo a fare qualcosa che mi appassiona in quel momento sono assorbito dal momento fugace del presente e non mi chiedo nemmeno se esiste la sofferenza o il suo opposto..ecco li vengono spezzate tutte le congetture..li' non ha nemmeno piu senso parlare di sofferenza,tantomeno di accettazione.
acquario69 is offline  

 



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