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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 29-08-2006, 09.27.19   #1
piccolaombra
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Un appello disperato (il coraggio di affrontare una separazione)

Rieccomi da voi cari amici
Sono quella “del mobbing”…mi dispiace non essere riuscita a rispondere in tempo reale agli interventi di chi mi ha scritto
Non voglio tediare oltre ma ho un bisogno disperato di sapere questo:
Come si fa a trovare il coraggio di affrontare una separazione se si pensa che, una volta affrontata, probabilmente si starà peggio di prima?
E’ questo che mi sta succendo e che mi sta facemdo sentire davvero in un vicolo cieco: rimanere così è allucinante, lui non accenna a voler cambiare e non fa che ributtarmi addosso la responsabilità totale del fallimento del nostro rapporto e della distruzione della nostra famiglia;ma pensare di stare senza di lui mi fa ancora più paura: significa pensare che mio figlio crescerà senza un padre, significa pensarmi da sola a vita, pensare che non troverò mai più nessuno con cui condividere momenti che comunque con lui sono stati intensi e questo mi terrorizza.
L’unica via di uscita per andare d’accordo con lui è dargli sempre e comunque ragione su tutto, abdicare in maniera incondizionata alla sua volontà, sulle cose banali (che comunque sono sempre foriere di grandi discussioni) e su quelle più importanti. Ma questo mi fa covare una rabbia infinita e poi mi chiedo: ma questa è vita?
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Vecchio 29-08-2006, 10.54.08   #2
freedom
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Riferimento: Un appello disperato (il coraggio di affrontare una separazione)

In che senso tuo marito è un dittatore? Ognuno di noi, potendo, vuole sempre e comunque fare quello che gli pare; puoi dunque descriverci con maggiore chiarezza le problematiche esistenti tra voi?
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Vecchio 29-08-2006, 11.04.33   #3
mark rutland
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Riferimento: Un appello disperato (il coraggio di affrontare una separazione)

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Originalmente inviato da piccolaombra
Rieccomi da voi cari amici

Come si fa a trovare il coraggio di affrontare una separazione se si pensa che, una volta affrontata, probabilmente si starà peggio di prima?

con autostima
non rimarrai sola a vita,non puoi avere la certezza oggi di quello che succederà domani,tanto meno se rimarrai sola.
tuo figlio avrà cmq un padre; semmai sarai tu a non avere un marito-compagno(padre?) e tutti tuoi timori non sono altro che tentativi di giustificare un tuo rimanere con lui.

puoi rimanere con lui, se è troppo doloroso separarti....non significa essere meno dotata di autostima, ma semplicemente stimare di non avere (ancora) la forza necessaria per distaccarti dalla situazione in se ; e nessuno potrebbe fartene una colpa o ritenerti, per questo, una persona non degna di stima.

In fin dei conti....devi fare tu i conti con te stessa e solotu sai quello che vuoi, che vuoi fare e quando/se farlo.

in bocca al lupo
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Vecchio 29-08-2006, 11.39.33   #4
piccolaombra
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Originalmente inviato da freedom
In che senso tuo marito è un dittatore? Ognuno di noi, potendo, vuole sempre e comunque fare quello che gli pare; puoi dunque descriverci con maggiore chiarezza le problematiche esistenti tra voi?

Potrei farne a centinai di esempi per decrivere le problematiche esistenti ra di noi ma non vorrei diventare lagnosa e tediarvi....a titolo di esempio ne riporto solo alcune "esemplificative" di come stiano le cose tra noi....

Lui è una persona a dir poco "ossessionata" dai consumi domestici (luce, gas, telefono...) e quindi mille volte mi ha fatto scentate assurde perchè io usavo troppo l'acqua calda (il boiler della cucina me lo ha fatto staccare 2 anni fa perchè riteneva inutile usare acqua calda in cucina avendo la lavapiatti), oppure perchè io tenevo una luce di troppo accesa, oppure perchè regolavo male la temperatura del condizionatore..queste mie disattenzioni a suo dire non sono tali ma sono segnali del mio disinteresse per l'economia familiare e di menefreghismo....

Oppure, io voglio acquistare un seggiolone per mio figlio e ne abbiamo già uno....lui ritiene superfluo il mio acquisto (anche se fatto a mie spese o anche se avrei avuto che me lo avrebbe regalato), e mi vieta di prenderlo....io trovo il modo di averlo lo stesso (perchè mi sono stufata di subire per queste cavolate...) e lui dice che se lo trova in casa se ne va via....

Potrei continuare al'infinito.....per non parlare dei modelli educativi su nostro figlio che per fortuna è ancora piccolo...ma sono sempre stata criticata per ogni scelta che facevo nei suo confronti, da come allattavo, alle medicine che gli davo quando aveva le coliche, al modo che ho o o che hanno i miei genitori di intattenerlo....

Non mi voglio dilungare ma l'elenco è ancora lungo....e se ho fatto esempi di banale vita quotidiana è solo per farvi capire quanto anche cose così' banali possono fare scattare dinamiche malate....da un interruttore aceso o spento possono dipendere gli sviluppi di una serata o di 1 intera settimana....ora per la questione del seggiolone non mi parla da sabato....
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Vecchio 29-08-2006, 14.04.23   #5
freedom
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Riferimento: Un appello disperato (il coraggio di affrontare una separazione)

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Originalmente inviato da piccolaombra
....ora per la questione del seggiolone non mi parla da sabato....

Parli di <totale fallimento del vostro rapporto e di distruzione della vostra famiglia>.

Vorrei che tu rileggessi, rileggessi e ancora rileggessi questa frase. E' assolutamente esagerata e fuori luogo. Mi pare, in buona sostanza, che tu tenda a drammatizzare.

E' dunque più importante un seggiolone della pace familiare?

La mia opinione è la seguente: quando si tira una fune da due parti ci si fa male in due. Colui/ei che, alla fine, vince si ritrova con l'amaro in bocca. In pratica si risulta sconfitti in due.

Prenderla persa è sinonimo di grande intelligenza. Con special riguardo per le banalità della vita. Che, guarda caso, sono spesso i teatri della battaglia decisiva.

Potreste anche separarvi per quel seggiolone. Mi domando se tra qualche anno ne sarete soddisfatti o dareste chissà cosa per tornare indietro..........
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Vecchio 29-08-2006, 15.22.37   #6
piccolaombra
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Originalmente inviato da freedom
Parli di <totale fallimento del vostro rapporto e di distruzione della vostra famiglia>.

Vorrei che tu rileggessi, rileggessi e ancora rileggessi questa frase. E' assolutamente esagerata e fuori luogo. Mi pare, in buona sostanza, che tu tenda a drammatizzare.

E' dunque più importante un seggiolone della pace familiare?

La mia opinione è la seguente: quando si tira una fune da due parti ci si fa male in due. Colui/ei che, alla fine, vince si ritrova con l'amaro in bocca. In pratica si risulta sconfitti in due.

Prenderla persa è sinonimo di grande intelligenza. Con special riguardo per le banalità della vita. Che, guarda caso, sono spesso i teatri della battaglia decisiva.

Potreste anche separarvi per quel seggiolone. Mi domando se tra qualche anno ne sarete soddisfatti o dareste chissà cosa per tornare indietro..........

Caro/a Freedom,

capisco che leggendo queste mie frasi e non potendo tu conoscere la situazione nel dettaglio (anche volendo, non potrei in qs forum essere esaustiva perchè riassumere in qualche pagina 10 anni di vita diventa difficile...) la mia frase possa sembrare fuori luogo e, da un punto di vosta "oggettivo", lo è davvero. ma vedi, il fatto è che NON SONO IO A DIRE CHE HO DISTRUTTO LA FAMIGLIA E IL NOSTRO RAPPORTO PER UN SEGIOLONE (O COSE SIMILARI). E' il mio compagno che ormai da 1 anno (cioè da quando è nato nostro figlio) non perde occasione per dare ad ogni cosa anche banale che faccio o non faccio significati che la trascendono. Io compero un seggiolone e lui non voleva? Significa che io me frego del suo punto di vista e sono una consumista che non trasmetterò mai dei valori positivi a nostro figlio. Io Io uso troppa acqua calda? significa ancora una volta che non tengo conto del fatto che per lui gli sprechi sono assolutamente da evitare nonchè offensivi e contro ogni logica....capisci? è lui che vede in ogni mia disattenzione inerente alla vita quotidiana, o in ogni mia iniziativa che si discosta dal suo punto di vista, un attacco personale, una volontà di contraddirlo. Non accetta che io possa avere una visione mia e per questo mi accusa ripetutamente di essere distruttiva nei confronti della nostra famiglia 8secondo lui non avere il senso del risparmio è contrario all'idea di famiglia, e così su molte altre cose...). Io non ho mai detto niente di simile a lui, è solo che dopo 14 mesi in cui mi sento dire questo e altro (anche peggio) inizio a covare una tale rabbia e un tale risentimento che comperare un seggiolne che lui non vuole diventa quasi un modo per attuare una "vendetta". Capisco che anche il mio non è un atteggiamento maturo, ma ho provato tante volte a fargli capire che litigare per queste cose è una follia, che a volte potrebbe anche soprassedere ed essere più tollerante, ma non mi ha mai dato retta e ha sempre continuato ad incalzarmi su ogni cosa facevo.
Ti ho scritto queste cose solo per farti capire che non sto affatto drammatizzando:vivere con una persona di cui hai paura mi sembra più che drammatico, soprattutto se la paura è ingenerata dal fatto di sapere che se ti discosti anche un filo dal suo punto di vista si scatenano liti furibonde.
Ci separeremo per questo seggiolone? Forse. Io non sarò di certo contenta. Ma non potrò mai dire di avere perso il mio uomo perchè non gli ho dato abbastanza retta quando mi ha "ordinato" di spegnere la luce della camera.
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Vecchio 29-08-2006, 16.06.47   #7
freedom
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Originalmente inviato da piccolaombra
Ci separeremo per questo seggiolone? Forse. Io non sarò di certo contenta. Ma non potrò mai dire di avere perso il mio uomo perchè non gli ho dato abbastanza retta quando mi ha "ordinato" di spegnere la luce della camera.

Comprendo pienamente il tuo punto di vista. Ed anche il suo.

Non so sinceramente se accetterai le mie (seguenti) parole, tuttavia, ne sono certo, sarebbero la corretta medicina.

La mia opinione è che state semplicemente vivendo la crisi da primo figlio (è il primo, giusto?). E' durissima. Ci sono passato anch'io (lo so è una frase fastidiosa ma dovrò pur comunicarti che ho provato anche io ciò che stai provando tu) e so che le responsabilità schiacciano. Credimi: passerà! Passerà e sorriderai di questi momenti. Ti ispireranno addirittura tenerezza.

E tuo figlio, un giorno, lo guarderai negli occhi vedendo, in quelle pure e limpide pupille, il beneficio che ha tratto dal vivere in una famiglia stabile. Che, per tutta la sua vita, rappresenterà il dono più prezioso ricevuto in dote.

Ascoltami. Ascolta te stessa.



P.S.
per dovere di cronaca: quando attraversai anche io quel campo di battaglia dovetti riconoscere, ahimè, che pur essendo dalla parte della ragione passavo da quella del torto. (Non condividevo alcune sue azioni e, vista l'impossibilità di farle mutare atteggiamento, facevo "sciopero". Poi litigavamo ed io, addirittura, alzavo la voce.) Ora so che è impossibile costringere gli altri ad agire in un certo modo. Pensa che nemmeno con i figli ci si riesce! E, forse, non è nemmeno giusto.

Sarà forse il nostro l'unico comportamento che ci è dato (ed è giusto!) modificare?
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Vecchio 29-08-2006, 16.13.27   #8
VanLag
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Lui è una persona a dir poco "ossessionata" dai consumi domestici (luce, gas, telefono...) e quindi mille volte mi ha fatto scentate assurde perchè io usavo troppo l'acqua calda (il boiler della cucina me lo ha fatto staccare 2 anni fa perchè riteneva inutile usare acqua calda in cucina avendo la lavapiatti), oppure perchè io tenevo una luce di troppo accesa, oppure perchè regolavo male la temperatura del condizionatore..queste mie disattenzioni a suo dire non sono tali ma sono segnali del mio disinteresse per l'economia familiare e di menefreghismo....

L’unica via di uscita per andare d’accordo con lui è dargli sempre e comunque ragione su tutto, abdicare in maniera incondizionata alla sua volontà, sulle cose banali (che comunque sono sempre foriere di grandi discussioni) e su quelle più importanti. Ma questo mi fa covare una rabbia infinita e poi mi chiedo: ma questa è vita?
Non è l’unica via di uscita….. almeno io ne intravedo un’altra che, non è detto che abbia successo però, è percorribile.

Da quanto hai scritto colgo, in tuo marito, un vezzo che conosco in altre persone, e che, a suo tempo, ho dovuto contrastare anche io, per cui mi permetto di darti qualche riflessione ben conscio dei limiti delle mie parole, dei limiti del mezzo e soprattutto dell’ignoranza che io ho sulla tua/vostra realtà, ma ciò che dico male non dovrebbe fare.

Si tratta di comprendere le motivazioni al risparmio di tuo marito e di fargli vedere come il tutto si basi su dei presupposti anacronistici che ora ti spiego.

Molte persone sono state cresciute con una mentalità che pone il bene materiale (consumi vari, vettovaglie della casa, la casa stessa), come valore primario, perché un seggiolone, (tanto per rimanere in tema), in un passato non tanto remoto, conteneva ore di lavoro e di impegno e la fatica ed il sudore dell’artigiano. E’ ovvio che, per chi non abbia preso atto dei cambiamenti della società, quel seggiolone sia “sacro” ed averne in casa due, quando non è strettamente necessario, sembri un insulto al lavoro ed alla fatica di altri uomini.
Oggi i beni sono fatti in serie, sono "usa e getta", cioè se si guastano vanno sostituiti perché è più facile produrli che riparali, perché il valore della società oggi si basa non sulla produzione ma sul consumo e quindi quella sacralità del "bene materiale" non ha più motivo di esistere.

Tuo marito, come altri, non ha preso atto di questo cambiamento, perché arroccato sui suoi valori e quindi occorre che qualcuno lo porti a capire, che i risparmi sulla bolletta del gas, sono il residuo di una cultura che ha lottato con lo spettro della fame, ma che oggi non è più così.

Se avete capacità di dialogo, quel qualcuno che può guidarlo verso la comprensione, potresti essere tu, ma bada che può non essere facile, perché vai a toccare i suoi valori, quindi devi farlo con calma e pazienza. Se lo capisce, mi sembra di intuire, che ti sei tolta una bella fetta di contrasti tra voi e forse potrebbe tornare anche la voglia di andare avanti assieme, ma questo lo dovete vedere voi.

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Vecchio 29-08-2006, 16.58.56   #9
maxim
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Originalmente inviato da VanLag
Non è l’unica via di uscita….. almeno io ne intravedo un’altra che, non è detto che abbia successo però, è percorribile.

Da quanto hai scritto colgo, in tuo marito, un vezzo che conosco in altre persone, e che, a suo tempo, ho dovuto contrastare anche io, per cui mi permetto di darti qualche riflessione ben conscio dei limiti delle mie parole, dei limiti del mezzo e soprattutto dell’ignoranza che io ho sulla tua/vostra realtà, ma ciò che dico male non dovrebbe fare.

Si tratta di comprendere le motivazioni al risparmio di tuo marito e di fargli vedere come il tutto si basi su dei presupposti anacronistici che ora ti spiego.

Molte persone sono state cresciute con una mentalità che pone il bene materiale (consumi vari, vettovaglie della casa, la casa stessa), come valore primario, perché un seggiolone, (tanto per rimanere in tema), in un passato non tanto remoto, conteneva ore di lavoro e di impegno e la fatica ed il sudore dell’artigiano. E’ ovvio che, per chi non abbia preso atto dei cambiamenti della società, quel seggiolone sia “sacro” ed averne in casa due, quando non è strettamente necessario, sembri un insulto al lavoro ed alla fatica di altri uomini.
Oggi i beni sono fatti in serie, sono "usa e getta", cioè se si guastano vanno sostituiti perché è più facile produrli che riparali, perché il valore della società oggi si basa non sulla produzione ma sul consumo e quindi quella sacralità del "bene materiale" non ha più motivo di esistere.

Tuo marito, come altri, non ha preso atto di questo cambiamento, perché arroccato sui suoi valori e quindi occorre che qualcuno lo porti a capire, che i risparmi sulla bolletta del gas, sono il residuo di una cultura che ha lottato con lo spettro della fame, ma che oggi non è più così.

Se avete capacità di dialogo, quel qualcuno che può guidarlo verso la comprensione, potresti essere tu, ma bada che può non essere facile, perché vai a toccare i suoi valori, quindi devi farlo con calma e pazienza. Se lo capisce, mi sembra di intuire, che ti sei tolta una bella fetta di contrasti tra voi e forse potrebbe tornare anche la voglia di andare avanti assieme, ma questo lo dovete vedere voi.


Scusami Van...la mia famiglia è monoreddito per scelta...come molte altre.
Peraltro ho la sfortuna della responsabilità del bilancio (sbilancio) familiare e ti assicuro che un seggiolone nuovo (in presenza di uno che comunque ne fa le veci) non ce lo possiamo permettere nemmeno noi.

Il tuo scritto inoltre mi irrita (in senso buono naturalmente) perchè è esattamente ciò che noi, nei nostri momenti benpensanti, andiamo a contestare proprio in questo forum relativamente allo stile di vita consumistico che io, un pò per imposizione di natura economica, un pò per scelta di vita, continuerò sempre e comunque a contestare.

Se una cosa è ancora funzionante nei termine per la quale era stata acquistata un tempo non capisco perchè si debba cambiare....
...dai che poi apriamo anche una bella discussione sul fatto che noi rubiamo l'80% delle risorse del pianeta.

maxim is offline  
Vecchio 29-08-2006, 17.34.32   #10
sunday01
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Riferimento: Un appello disperato (il coraggio di affrontare una separazione)

Sono molto d'accordo con quello che ha scritto Van Lag, io ho avuto mio padre che, figurati, d'inverno non ci lasciava il frigo acceso perchè diceva che era uno spreco.... e che il burro e il latte ecc. si potevano tenere sul davanzale della finestra... coi doppi vetri... e nonostante che avevamo naturalmente la luce elettrica, di sera mi faceva leggere col lume a petrolio, per risparmiare corrente.... e in quanto alla lavatrice.... l'ho avuta finalmente quando mi sono sposata.... ma a parte questo era un uomo meraviglioso... ma fatto all'antica.
Altri tempi, dirai, ma per certe persone è così anche oggi, e se non diventa un'ossessione, non è poi così drammatico...
La mentalità di una persona è molto difficile da cambiare....
Però affrontare una separazione quando c'è un bambino di mezzo è un passo molto difficile...
Ora viviamo nell'era del consumismo e la pubblicità ci propone sempre cose nuove che fanno gola... ma onestamente un seggiolone lo usi solo qualche anno....
Poi dipende anche dalla situazione economica, se è buona queste sono sciocchezze, ma se certe spese che si potrebbero evitare incidono sul bilancio familiare, specie se lavora una persona sola, forse basterebbe un chiarimento fra di voi...
Un'ultima cosa, ma la più importante: lo ami??? Ti ama????
So che sono domande ovvie, ma fondamentali...
Se c'è l'amore tra due persone certe cose si superano...
Se poi si tratta di incompatibilità di carattere e pensi che la sua visuale di vita non sia la tua, ancora una volta cercate di parlarne.... prima di prendere decisioni drastiche.
Se siete giovani può darsi che questa sia solo una crisi di crescita, non è che diventando genitori si è di colpo diventati "adulti e maturi"...
Infatti comperare un seggiolone che lui non vuole solo "per vendetta" non è un atteggiamento maturo...
In quanto all'educazione da dare a vostro figlio, la peggior cosa che potete fare è litigare per il figlio.... e i bimbi piccoli "incamerano" tutti gli umori...
Magari farebbe bene allontanarvi un po' per una pausa di riflessione... se siete proprio ai ferri corti...
Spero tanto che alla fine troviate un chiarimento e fate la pace.
Vi auguro un mondo di bene.

sunday01 is offline  

 



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