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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 20-11-2006, 22.03.47   #11
Franco
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Riferimento: S.O.S. Pedofilia

Citazione:
Originalmente inviato da cannella
Tra noi e loro ci sarebbe la differenza che intercorre fra chi ha causato una catena di sofferenza e chi, incolpevole, l'ha subita.
Non mi pare poca cosa.
Credo sia necessario tenere conto della sfiducia nelle istituzioni legislative e giudiziarie che di fatto causano insicurezza, paura e impotenza.

Ricordo ancora un'intervista televisiva: riguardava la figlia di un maniaco che aveva ucciso insieme al figlio, un bambino di 8 anni dopo averlo violentato.
Lei raccontava che tutti i figli da sempre erano stati oggetto di violenza sessuale da parte del padre. La madre sapeva e taceva.

Questa ragazza non sembrava più una persona, tutto in lei riportava a una sofferenza impossibile da sopportare e da supportare, nemmeno con l'aiuto di tutti gli psichiatri del mondo.
In lei la vita era spenta, finita, peggio di una morte reale.

Chiedo se chi parla di comprensione nei confronti degli autori di tanta efferatezza può veramente comprendere cosa significhi rendere una persona indifesa inabile alla vita.


cannella,

scrivi:"Tra noi e loro ci sarebbe la differenza che intercorre fra chi ha causato una catena di sofferenza e chi, incolpevole, l'ha subita.
Non mi pare poca cosa"


Dici che tra te e loro ci sarebbe la differenza tra chi ha subito e chi ha causato una catena di violenza. Hai però anche pensato che colui, colei che ha causato tale catena possa essere a sua volta un anello di una catena più lunga?

Scrivi:"Credo sia necessario tenere conto della sfiducia nelle istituzioni legislative e giudiziarie che di fatto causano insicurezza, paura e impotenza.
"
"Sfiducia nelle istituzioni legislative e giudiziarie". Hai pensato al fatto che le stesse istituzioni legislative e giudiziarie potrebbero essere formate da pedofili e pedofili?

Scrivi:"Chiedo se chi parla di comprensione nei confronti degli autori di tanta efferatezza può veramente comprendere cosa significhi rendere una persona indifesa inabile alla vita"

Parli come se da una parte ci fossero le vittime, esseri indifesi, innocenti, immature etc, e dall'altra ci fossero i "carnefici", gli aguzzini, i pedofili, esseri umani maturi, colpevoli, soggetti di qualcosa come una decisione di fare del male, seviziare etc. Ma stanno proprio così le cose? Sono proprio così semplici? Il pedofilo é colui che in tutta coscienza e maturità decide di esser-pedofilo? Il pedofilo é colui che sceglie di avvicinare i bambini e gli adolescenti? di approcciarli, ? seviziarli? torturarli? Il tuo discorso,nel modo in cui é impostato, nei suoi toni, nelle parole di cui é composto, decapita ogni possibilità di porre un problema essenziale:" il pedofilo é stato un bambino!"


Franco
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Vecchio 21-11-2006, 00.21.24   #12
cannella
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Riferimento: S.O.S. Pedofilia

Citazione:
Originalmente inviato da Franco
cannella,

scrivi:"Tra noi e loro ci sarebbe la differenza che intercorre fra chi ha causato una catena di sofferenza e chi, incolpevole, l'ha subita.
Non mi pare poca cosa"


Dici che tra te e loro ci sarebbe la differenza tra chi ha subito e chi ha causato una catena di violenza. Hai però anche pensato che colui, colei che ha causato tale catena possa essere a sua volta un anello di una catena più lunga?

Sì, l'ho pensato; ma a questa stregua i colpevoli di qualsiasi crimine hanno probabilmente una storia pregressa che in qualche modo ne giustifica le azioni.
E allora in questo caso è necessario chiedersi quali siano le responsabilità di chi è malato, o di coloro che a lui sono vicini e permettono a questa persona di poter nuocere. Non credo infatti che un pedofilo non sia consapevole di far del male. Ipocriti coloro che giustificano le loro malsane azioni cercando di convincere l'opinione pubblica che il sesso sia una sana abitudine anche nell'infanzia.

Scrivi:"Credo sia necessario tenere conto della sfiducia nelle istituzioni legislative e giudiziarie che di fatto causano insicurezza, paura e impotenza.
"
"Sfiducia nelle istituzioni legislative e giudiziarie". Hai pensato al fatto che le stesse istituzioni legislative e giudiziarie potrebbero essere formate da pedofili e pedofili?


Non lo so, potrebbe anche essere; ma credo sia più probabile trovare nella macchina burocratica il virus che le è comune da sempre: lentezza, ignavia, sordità ai veri problemi della gente, applicabilità del codice, obsolescenza dell'apparato.

Scrivi:"Chiedo se chi parla di comprensione nei confronti degli autori di tanta efferatezza può veramente comprendere cosa significhi rendere una persona indifesa inabile alla vita"

Parli come se da una parte ci fossero le vittime, esseri indifesi, innocenti, immature etc, e dall'altra ci fossero i "carnefici", gli aguzzini, i pedofili, esseri umani maturi, colpevoli, soggetti di qualcosa come una decisione di fare del male, seviziare etc. Ma stanno proprio così le cose? Sono proprio così semplici? Il pedofilo é colui che in tutta coscienza e maturità decide di esser-pedofilo? Il pedofilo é colui che sceglie di avvicinare i bambini e gli adolescenti? di approcciarli, ? seviziarli? torturarli? Il tuo discorso,nel modo in cui é impostato, nei suoi toni, nelle parole di cui é composto, decapita ogni possibilità di porre un problema essenziale:" il pedofilo é stato un bambino!"


Franco

Lo è stato, ma non lo è più. Quindi dovrebbe essere una persona in grado di intendere e di volere. E quello che vuole è sostanzialmente l'appagamento di un proprio istinto, costi anche la vita e la percezione futura della stessa di un bambino.
Per definizione chi fa del male è colpevole.
I bambini non lo sono, ad essere indifesi: sono bambini e come tali non hanno nè gli strumenti fisici nè quelli psichici per affrontare un adulto.
Dal punto di vista prettamente razionale, la priorità assoluta è quella di difendere un essere umano che non può farlo da solo.
La seconda sarebbe quella di aiutare una persona malata (se così fosse) a guarire.
Ma non sono sicura che il pedofilo sia stato un bambino che a sua volta ha subito violenza, come non sono certa che l'omicida non abbia percezione di quello che fa o un'alternativa ad uccidere.
Il traffico di immagini che hanno come soggetti bambini su internet ne è la prova: possibile che migliaia di pedofili siano stati vittime?
Come si può stabilire il limite fra la pura perversione data dalla noia, dalla misoginia, da chissà quale deformazione anche caratteriale, e la malattia?
E non so nemmeno se di fatto un pedofilo potrà mai guarire, se potrà mai guardare un bambino come normalmente si guarda, con tenerezza o almeno con indifferenza.

Credo che questo sia uno di quegli argomenti che richiedono una voce forte e determinata, la comprensione personalmente la lascio a chi si cura delle anime perdute o ai medici della psiche.
cannella is offline  
Vecchio 21-11-2006, 01.10.08   #13
bomber
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Originalmente inviato da debo2210
La pedofilia è spesso considerata una malattia mentale.
Tuttavia, ci sono persone che non credono a questa diagnosi, e che sia solo una scusa per ottenere sconti di pena.
Purtroppo, ultimamente, questo fenomeno è in crescita e si verifica anche nell'ambito famigliare.
E' stata proposta la castrazione chimica per queste persone, l'opinione pubblica si è spaccata e la chiesa ovviamente, è contraria.C'è chi addirittura chiede la pena di morte, e chi, invece, propone un recupero dei pedofili tramite una permanenza nelle carceri e una terapia psichiatrica.
Personalmente, se qualcuno facesse del male a mio figlio, o a un cugginetto ecc. mi prenderei la briga di andare a disintegrare il carnefice e rendergli la vita un inferno per sempre! Quindi, non sono d'accordo con la pena di morte, perchè è troppo facile, ma una castrazione o una pena simile credo sia una punizione adeguata.
Cosa ne pensate? Recuperereste queste persone anche sapendo che rimarrebbero potenzialmente dei pedofili? Oppure punireste queste persone?

Attenzione però da come è stato messo il sondaggio non da la possibilità di dare altre rispposte che nn siano date da quelle in elenco e inoltre da come sono state impostate le domande porgono l'attenzione sopratutto sulla castrazione ....
bomber is offline  
Vecchio 21-11-2006, 11.53.19   #14
Franco
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Citazione:
Originalmente inviato da bomber
Attenzione però da come è stato messo il sondaggio non da la possibilità di dare altre rispposte che nn siano date da quelle in elenco e inoltre da come sono state impostate le domande porgono l'attenzione sopratutto sulla castrazione ....



Sono d'accordo!


Franco
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Vecchio 21-11-2006, 12.45.02   #15
Franco
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Citazione:
Originalmente inviato da cannella
Lo è stato, ma non lo è più. Quindi dovrebbe essere una persona in grado di intendere e di volere. E quello che vuole è sostanzialmente l'appagamento di un proprio istinto, costi anche la vita e la percezione futura della stessa di un bambino.
Per definizione chi fa del male è colpevole.
I bambini non lo sono, ad essere indifesi: sono bambini e come tali non hanno nè gli strumenti fisici nè quelli psichici per affrontare un adulto.
Dal punto di vista prettamente razionale, la priorità assoluta è quella di difendere un essere umano che non può farlo da solo.
La seconda sarebbe quella di aiutare una persona malata (se così fosse) a guarire.
Ma non sono sicura che il pedofilo sia stato un bambino che a sua volta ha subito violenza, come non sono certa che l'omicida non abbia percezione di quello che fa o un'alternativa ad uccidere.
Il traffico di immagini che hanno come soggetti bambini su internet ne è la prova: possibile che migliaia di pedofili siano stati vittime?
Come si può stabilire il limite fra la pura perversione data dalla noia, dalla misoginia, da chissà quale deformazione anche caratteriale, e la malattia?
E non so nemmeno se di fatto un pedofilo potrà mai guarire, se potrà mai guardare un bambino come normalmente si guarda, con tenerezza o almeno con indifferenza.

Credo che questo sia uno di quegli argomenti che richiedono una voce forte e determinata, la comprensione personalmente la lascio a chi si cura delle anime perdute o ai medici della psiche.


cannella,

citando il mio:"Dici che tra te e loro ci sarebbe la differenza tra chi ha subito e chi ha causato una catena di violenza. Hai però anche pensato che colui, colei che ha causato tale catena possa essere a sua volta un anello di una catena più lunga?", hai scritto:"Sì, l'ho pensato; ma a questa stregua i colpevoli di qualsiasi crimine hanno probabilmente una storia pregressa che in qualche modo ne giustifica le azioni.
E allora in questo caso è necessario chiedersi quali siano le responsabilità di chi è malato, o di coloro che a lui sono vicini e permettono a questa persona di poter nuocere. Non credo infatti che un pedofilo non sia consapevole di far del male. Ipocriti coloro che giustificano le loro malsane azioni cercando di convincere l'opinione pubblica che il sesso sia una sana abitudine anche nell'infanzia"


Parlando della catena più lunga, intendevo dire non solo che chi commette uno o più atti pedofili ha probabilmentesubito lo stesso tipo di atti, ma intendevo anche porre il problema del contesto familiare e ed extra- familiare nel quale il pedofilo e la pedofila sono cresciuti.

Scrivi:"Sì, l'ho pensato; ma a questa stregua i colpevoli di qualsiasi crimine hanno probabilmente una storia pregressa che in qualche modo ne giustifica le azioni" Cosa vuoi dire? Intendi dire che siccome "si deve punire colui o colei che ha commesso un omicidio", "si deve" anche punire colui che esercita la pedofilia senza comprenderne - non nel senso del giustificare - il vissuto, la storia?

Scrivi:"Non credo infatti che un pedofilo non sia consapevole di far del male."

Sei proprio così sicura? E in che senso il pedofilo sarebbe consapevole di fare del male? Il pedofilo sarebbe consapevole di fare del male Molto interessante. Qui a mio avviso agisce una mentalità per la quale ci sarebbe un soggetto, maturo, consapevole, , auto-nomo, volente, decidente, libero di scegliere fra il fare del male e non farlo, libero di scegliere se stuprare o non stuprare, libero di scegliere di seviziare un bambino o non seviziarlo Troppo semplice. Cannella, tendi ad associare termini e concetti quali, "consapevolezza del pedofilo", "responsabilità del pedofilo", "la colpevolezza del pedofilo", "la punibilità del pedofilo", in un modo che é tutto da discutere. Qui agisce una mentalità da caccia alle streghe, una mentalità per la quale si parte dalla punizione e dalla colpa - termini ed idee peraltro situati al centro della morale cristiano-cattolica - per finire forse -o mai - alla posizione del problema dell'essenza del soggetto pedofilo, della sua estrazione sociale, della sua "educazione" familiare, della sua "educazione" scolastica etc;
una mentalità per la quale, in fin dei conti, il pedo-filo é un mostro, un diavolo, la cui sessualità é da castrare e non da approcciare concettualmente; una mentalità da preti e non una mentalità avente come scopo la posizione del problema dell'essenza della sessualità del pedofilo, sia essa genitale, sia essa non-genitale. "Che un pedofilo non sia consapevole di fare del male". In che senso lo sarebbe?!

Scrivi:"Non lo so, potrebbe anche essere; ma credo sia più probabile trovare nella macchina burocratica il virus che le è comune da sempre: lentezza, ignavia, sordità ai veri problemi della gente, applicabilità del codice, obsolescenza dell'apparato.


Sono le persone, é la gente come tu dici a fare le istituzioni legislative e giudiziarie. Sordità ai veri problemi della gente? E la gente - per mezzo di un voto politico - a determinare la formazione di quelle autorità dalle quali pretendi e/ o ti aspetti il contrario di ciò di cui ti lamenti. Adolf Hitler non giunse alla guida del "popolo tedesco" con il solo proprio "voto". Adolf Hitler giunse al vertice di una nazione, di un popolo, di una razza, cominciando "semplicemente" ad alzare la voce nelle piazze, piazze che pullulavano di "gente" evidentemente bisognosa di quell'autorità che la portò all'olocausto.

Continua......
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Vecchio 21-11-2006, 13.52.57   #16
Franco
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Citazione:
Originalmente inviato da cannella
Lo è stato, ma non lo è più. Quindi dovrebbe essere una persona in grado di intendere e di volere. E quello che vuole è sostanzialmente l'appagamento di un proprio istinto, costi anche la vita e la percezione futura della stessa di un bambino.
Per definizione chi fa del male è colpevole.
I bambini non lo sono, ad essere indifesi: sono bambini e come tali non hanno nè gli strumenti fisici nè quelli psichici per affrontare un adulto.
Dal punto di vista prettamente razionale, la priorità assoluta è quella di difendere un essere umano che non può farlo da solo.
La seconda sarebbe quella di aiutare una persona malata (se così fosse) a guarire.
Ma non sono sicura che il pedofilo sia stato un bambino che a sua volta ha subito violenza, come non sono certa che l'omicida non abbia percezione di quello che fa o un'alternativa ad uccidere.
Il traffico di immagini che hanno come soggetti bambini su internet ne è la prova: possibile che migliaia di pedofili siano stati vittime?
Come si può stabilire il limite fra la pura perversione data dalla noia, dalla misoginia, da chissà quale deformazione anche caratteriale, e la malattia?
E non so nemmeno se di fatto un pedofilo potrà mai guarire, se potrà mai guardare un bambino come normalmente si guarda, con tenerezza o almeno con indifferenza.

Credo che questo sia uno di quegli argomenti che richiedono una voce forte e determinata, la comprensione personalmente la lascio a chi si cura delle anime perdute o ai medici della psiche.


Al mio:"Il tuo discorso,nel modo in cui é impostato, nei suoi toni, nelle parole di cui é composto, decapita ogni possibilità di porre un problema essenziale:" il pedofilo é stato un bambino", hai risposto con:"Lo è stato, ma non lo è più. Quindi dovrebbe essere una persona in grado di intendere e di volere. E quello che vuole è sostanzialmente l'appagamento di un proprio istinto, costi anche la vita e la percezione futura della stessa di un bambino.


"Lo é stato ma non lo é più". Non lo considero un gran che come approfondimento. Certo, il pedofilo é un "adulto"che non é più bambino. Il mio discorso intendeva spostare l'attenzione sul fatto che il pedofilo è stato bambinoSappiamo qualcosa del modo in cui si é sviluppato il suo vissuto di bambino e di adolescente? Dov'erano i genitori? Dov'era la scuola? Frquentava il catechismo? Qual'era il rapporto tra il bambino, l'adolescente poi diventato pedofilo, come soggetto sessualee il suo ambiente familiare e non familiare? Come ci si curava di lui, di lei? Ci si curava? I genitori delegavano alla scuola e la scuola ai genitori in materia de educazione sessuale?

Quindi dovrebbe essere una persona in grado di intendere e di volere.

Troppo semplice! Essere adulto, osia essere un 20 enne , un30 enne, un 40 enne significa, necessariamente, essere in grado di intendere e di volere? E in che senso? Intendi forse dire che un pedofilo di 40 anni in quanto pedofilo di 40 anni non può non essere lo sviluppo intellettuale e morale per non commettere atti pedofili? Che con un po' di sforzo potrebbe sottrarvisi? Che potrebbe scegliere di togliersi la maschera da mostro e diavolo?

"E quello che vuole è sostanzialmente l'appagamento di un proprio istinto,"

Ma volere, decisione, responsabilità, non sono cose che avrebbero a che fare con cose come consapevolezza, coscienza morale, adeguato, maturo sviluppo intellettuale, razionale? E se sì, un essere umano maturo, responsabile, consapevole, coscienzioso, morale, non può appagare un istinto talmente malato da "distruggere" una vita.

Qui bisogna decidere:" se il pedofilo é dominato da un'istintualità malata, perversa, distruttrice ed autodistruttrice, é di conseguenza in-consapevole e necessitato ad un comportamento pedofilo singolo o reiterato."

Scrivi:" Per definizione chi fa del male è colpevole." E chi lo dice? Chi sarebbero stati gli esseri umani a dare la definizione? Chi sarebbero? Il concetto di colpa, di colpevolezza, é parente di idee quali quelle di castigo e di inferno, pilastro di una cultura che pretende di avere in tasca una fondazione religiosa della morale umana. E colpevole e dunque necessariamente da punire anche chi fa del male perchè ha fame?

Scrivi:"Dal punto di vista prettamente razionale, la priorità assoluta è quella di difendere un essere umano che non può farlo da solo."

E quale sarebbe il punto di vista prettamente razionale? Quale sarebbe il punto di vista specifico della ragione? Di quale razionalità vorresti parlare?
Quella di chi non si occupa del modo in cui i bambini crescono sessualmente?
Se proprio devo fare un discorso di priorità "da un punto di vista razionale", ti dico che la mia priorità non sarebbe tanto quella di difendere un essere umano che non può farlo da solo, - il che verrebbe dopo - ma piuttosto quella di far crescere bambini e bambini sani, bambini che crescendo sani, possano diventare adulti non necessitati a sodddisfare voglie, desideri, istinti da adulti rimasti bambini e/ o adolescenti.

Scrivi:"Ma non sono sicura che il pedofilo sia stato un bambino che a sua volta ha subito violenza, come non sono certa che l'omicida non abbia percezione di quello che fa o un'alternativa ad uccidere."

Non solo non lo detto ma é anche piuttosto facile da ammettere. Ma in che senso? Ma tu cannella, cosa intendi con l'espressione "violenza"? necessariamente quella fisica? Intendi "solo" quella dello strattone, del luogo di segregazione ricavato dalla costruzione di un tunnel segreto? Intendi la coercizione all'amplesso? Intendi i vari atti di contatto fisico di tipo coercitivo ma "leggero"? Una sessualità, uno sviluppo psico-sessuale può essere danneggiato più o meno profondamente anche da un "atteggiamento" genitoriale tendenzioso, perverso.

Il pedofilo é in generale cosciente e desideroso di qualcosa come delle alternative nel suo comportamento sessuale? Vorrebbe un rapporto con una donna di tipo maturo e soddisfacente, ma preferisce un rapporto con un bambino? E' capace di soddisfazione sessuale eterosessuale, ma ne preferisce uno pedofilo? La mia rsposta e no. Il contrario sarebbe troppo semplice, cioè rifletterebbe una visione miope.

Scrivi:"Il traffico di immagini che hanno come soggetti bambini su internet ne è la prova: possibile che migliaia di pedofili siano stati vittime?"

Poni il problema non solo in modo semplicistico ma anche in modo da sostenere le mie tesi. Infatti é proprio così. Il traffico di immagini di cui parli potrebbe essere benissimo di soggetti ancora soltanto potenzialmente pedofili.

Scrivi:"Come si può stabilire il limite fra la pura perversione data dalla noia, dalla misoginia, da chissà quale deformazione anche caratteriale, e la malattia?"

E' una frase che non capisco. La noia determinerebbe un atteggiamento, un comportamento così grave come la pedo-filia. Il misogino sarebbe per questo anche pedo-filo nel senso che tu stai dando al termine? Un misogino é anche un pedofilo in atto?

Scrivi:"Credo che questo sia uno di quegli argomenti che richiedono una voce forte e determinata, la comprensione personalmente la lascio a chi si cura delle anime perdute o ai medici della psiche."

A chi ti riferisci con "chi si cura delle anime perdute"? Ai preti cattolici? Non ho dimenticato le parole di Mary. Le abbiamo dimenticate? A chi ti riferisci con le parole"medici della psiche?Per questi ultimi:

a) Non é detto che la questione della pedo-filia sia una questione psichica.
b) Bisogna intendersi sul senso dell'espressione "medico della psiche". Medico in atto o medico perchè in possesso di un titolo da medico della psiche, nonchè perchè esercitante in uno studio da medico della psiche?

Franco
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