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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 13-11-2007, 11.57.09   #11
andre2
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

dialogo intereligioso? dipende di che tipo. se ci si mette a confrontare le vekkie scritture, per trovarne analogie, differenze, ecc, mi sembra una cosa piuttosto oziosa. se invece significa rispettarsi, farsi presente ciò che è buono e nocivo in ciascuna di esse per l'uomo, questo si. ma se lo scopo è il bene dell'uomo, il dialogo porterebbe in sintesi alla conclusione enunciata da j. krishnamurti. ovvero che credo, fedi, speranze, supestizioni, sono illusione e divisione e sono nocive all'umanità. e minerebbe le fondamenta a tutte le religioni che si basano su questi presupposti.
quindi il dialogo è solo una finta, per farsi belli, per essere "in", perchè oggi è di moda così.
le autorità delle religioni istituzionalizzate si guardano bene dal instaurare un vero dialogo. l'ambiguità è il loro sostentamento, predicano il bene, l'amore, ecc. ma poi dicono che solo la religione a cui aderiscono salva.... quindi divisione, chiusura....
andre2 is offline  
Vecchio 13-11-2007, 16.30.06   #12
Giorgiosan
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

Citazione:
Originalmente inviato da andre2
quindi il dialogo è solo una finta, per farsi belli, per essere "in", perchè oggi è di moda così.

Tu dialoghi per queste ragioni?
Giorgiosan is offline  
Vecchio 14-11-2007, 10.29.53   #13
andre2
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Tu dialoghi per queste ragioni?
no. non sono un ambiguo. per es. non abbraccio il dalai lama davanti alle telecamere per poi diramare ai miei parroci (che non ho! ) considerazioni del tipo che i buddisti sono dei nichilisti senza dio e quindi un pericolo pubblico al pari o quasi dei relativisti....
andre2 is offline  
Vecchio 14-11-2007, 11.56.50   #14
Giorgiosan
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Citazione:
Originalmente inviato da andre2
no. non sono un ambiguo. per es. non abbraccio il dalai lama davanti alle telecamere per poi diramare ai miei parroci (che non ho! ) considerazioni del tipo che i buddisti sono dei nichilisti senza dio e quindi un pericolo pubblico al pari o quasi dei relativisti....

Veramente ti ho chiesto solo quale sia ragione per cui dialoghi?
Giorgiosan is offline  
Vecchio 14-11-2007, 13.52.45   #15
MIMMO
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interessante Yam, credo di aver capito dove vuoi andare a parare...

continua ti prego....e grazie
MIMMO is offline  
Vecchio 14-11-2007, 23.14.04   #16
Yam
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

Non voglio andare a parare da nessuna parte Mimmo, voglio solo comprendere le ragioni che stanno alla base del dialogo interreligioso per i Cristiani. Non pensavo che ci fossero delle radici cosi antiche...(vedi Abramo e Melchisedek..). Dovete pero' pazientare, inseriro' qualche cosa su cui riflettere.
Nel frattempo se Elijah ci desse anche lui una mano...
Ringrazio intanto giorgiosan per i preziosi interventi.
Yam is offline  
Vecchio 15-11-2007, 01.00.11   #17
Elijah
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Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Nel frattempo se Elijah ci desse anche lui una mano...
Ringrazio intanto giorgiosan per i preziosi interventi.
Una mano?
Io noto già solo tra persone che di comune accordo decidono di iniziare a dialogare, come sia difficile mantenere questo dialogo vivo e acceso, senza che si trasformi in qualcosa di negativo. Viviamo in una realtà triste, dove ad esempio 1 matrimonio su 2 finisce con il divorzio.
Come mai?
Difficile a dirsi.

Però se già due persone che si amano (o dovrebbero), che la pensano in ugual modo, che si vogliono bene, hanno difficoltà di questo genere (arrivando alla fine ad interrompere il dialogo), figuriamoci se le due parti che devono iniziare a dialogare provengono da culture diverse, da credi diversi, da mentalità diverse.

La cosa non è affatto semplice, se non impossibile.

Per qualsiasi classico cristiano comunque vale "solo Cristo", cioè solo attraverso Cristo si può arrivare a Dio. (IO sono la via..., nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Gesù in Giovanni 14:6)
E anzi, quando Martin Luther osò dire questo, la Chiesa Cattolica Romana vide bene di ribattere: No, solo attraverso la Chiesa di Cristo si può arrivare a Dio.
Curioso è infatti notare come i cattolici siano quasi più aperti al dialogo con altre fedi piuttosto che cristiani non-cattolici.

Insomma, è un mondo difficile.

Non si può dialogare molto a parole. Il dialogo interreligioso non è e non deve sfociare inoltre nel proselitismo. E per evitare questo, il miglior dialogo interreligioso è il silenzio e l'amore, con l'aspirazione e la consapevolezza di quanto ha Giorgiosan nella sua firma: ut unum sint.

Senza dimenticarci che:

Un giorno, uscendo dal convento, san Francesco incontrò frate Ginepro. Era un frate semplice e buono e san Francesco gli voleva molto bene.
Incontrandolo gli disse: "Frate Ginepro, vieni, andiamo a predicare".
"Padre mio" rispose, "sai che ho poca istruzione. Come potrei parlare alla gente?".
Ma poiché san Francesco insisteva, frate Ginepro acconsentì. Girarono per tutta la città, pregando in silenzio per tutti coloro che lavoravano nelle botteghe e negli orti. Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola con i più anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante recipiente pieno d'acqua.
Dopo aver attraversato più volte tutta la città, san Francesco disse: "Frate Ginepro, è ora di tornare al convento".
"E la nostra predica?".
"L'abbiamo fatta... L'abbiamo fatta" rispose sorridendo il santo.

Se hai in tasca il profumo del muschio non hai bisogno di raccontarlo a tutti. Il profumo parlerà in tua vece.
La predica migliore sei tu.

(Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù)

-> La predica migliore sei tu.

La parola troppo spesso divide persone che in realtà non la pensano nemmeno in modo troppo differente, solo che usano terminologie non conciliabili tra loro.

Ma come troviamo ad esempio nel libriccino "Sulla imitazione di Cristo", ciò che alla fin fine fa di un uomo un cristiano vero non è di certo il fatto che egli conosca a memoria la Bibbia o meno, o che sappia spiegare cosa significano i termini "peccato", "grazia", "perdono", ecc. tutto nei minimi dettagli, oppure ancora che conosca tutti i pensieri filosofici della storia. Ciò che fa diventare un uomo un vero cristiano, detto in un altro modo, ciò che dovrebbe caratterizzare ogni cristiano è una vita virtuosa.

Come diceva Gesù:
Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.
(Giovanni 13:35)

E qual modo migliore di dimostrare questo amore, se non amando e rispettando il credente di fede diversa, cercando di trovare quel minimo comun denominatore condivisibile da tutti?

Di cosa parlo?

Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.
L'amore non verrà mai meno.

(Paolo in 1 Corinzi 13:8.9)

È l'Amore che non verrà mai a meno. Mentre le nostre divergenze dottrinali non sono che passeggere.

Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Voglio solo comprendere le ragioni che stanno alla base del dialogo interreligioso per i Cristiani.
Alla base del dialogo religioso non può starci alcuna ragione, ma l'Amore.

L'Amore unisce, la parola divide.

Elijah is offline  
Vecchio 15-11-2007, 11.03.08   #18
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da Elijah
Alla base del dialogo religioso non può starci alcuna ragione, ma l'Amore.

L'Amore unisce, la parola divide.


Grazie Elijah, sono daccordo, tuttavia c'e' una visione Teologica legata alla Rivelazione, alle scritture quindi, al Logos che mi interessa approfondire.
In particolare la figura di Melchisedek...e il concetto di religioni Cosmiche.
Yam is offline  
Vecchio 15-11-2007, 18.13.49   #19
Giorgiosan
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Per Yam.

C'è un teologo di cui non ricordo il nome (non ricordo neppure in quale rassegna antologica comparisse perché mi è capitato sotto gli occhi una quindicina di anni fa) che sosteneva questo: gli eventuali abitanti di altri mondi hanno a loro volta ricevuto la Rivelazione e questa rivelazione è cristica...non nel senso che sono stati visitati da Gesù di Nazareth ma dal Logos incarnato nella carne di quegli esseri che Dio ha voluto illuminare
C'era qualcosa in questo che mi affascinava ma non ho poi avuto modo di approfondire.
Ciao
Giorgiosan is offline  
Vecchio 15-11-2007, 18.33.16   #20
veraluce
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Ciao a tutti!
Riporto qualcosa che ho trovato sulla figura di Melchisedek (a me è piaciuto leggerlo, ma non avendo avuto mai modo di poter approfondire questo specifico personaggio, mi piacerebbe sapere se secondo voi quanto viene riportato qui "rende" bene l'idea circa chi egli fosse):

Un mitico re, Melchisedek, offre sul monte pane e vino, non animali. Abramo dovrà sacrificare, al posto del figlio, un ariete, un animale. Qui, invece, Melchisedek non sacrifica nulla: offre pane e vino, che sono i frutti della cultura umana. Il pane e il vino, a differenza dell’animale, sono un prodotto essenziale della cultura dell’uomo, comportano – come diciamo nel rito – la fatica e il lavoro dell’uomo. Il vino e il pane sono anche il simbolo dello scambio del banchetto fraterno. Da dove è uscito fuori Melchisedec? È come una interpolazione strana nel racconto biblico, che invece, dal punto di vista culturale, risente normalmente della civiltà sacrificale di cui vi ho detto. Abramo riceve la benedizione di Melchisedec che non è un sacerdote di una religione, è il sacerdote dell’Altissimo, è il sacerdote cosmico, è il sacerdote dell’umanità che ha abolito i sacrifici cruenti e compie il suo gesto di adorazione a Dio, e di fraternità con Abramo, con l’offerta del pane e del vino. Questo è – a mio giudizio – un punto fermo della memoria cristiana che si riallaccia e si confonde con la semplice memoria umana. Quando vogliamo ritornare (è un meccanismo che naturalmente deve fare i conti con la scienza ma al livello del linguaggio simbolico è sempre bello e importante) ad una età dell’oro, per dirci come vorremmo che fosse il mondo domani, noi dobbiamo ritornare non ad Abramo ma a Merchisedek, cioè ad un tempo in cui l’umanità non versava il sangue ma manifestava la sua piena intima essenza e il suo modo più profondo di rapportarsi a Dio con l’offerta del pane e del vino, cioè del banchetto. C’è un archetipo di fondo nella nostra storia, il banchetto fraterno, che è insieme il vero culto di Dio al di fuori degli schemi rituali e sacrificali e il vero culto dell’uomo per l’uomo, senza il «capro espiatorio», senza il meccanismo dell’aggressività. Simbolo fortissimo, anche perché noi sentiamo, per una necessità storica, il bisogno di rifarci a dei simboli che non appartengano a questa o a quella religione, a questa o a quella cultura ma abbiano su di sé la luce dell’universalità. Siamo gli uni vicini agli altri. Non possiamo più combattere – anche per l’evidenza storica che ce lo impone – le altre religioni ma dobbiamo risalire alle sorgenti che non sono Abramo e non sono Budda, e non sono Melchisedek, sono l’uomo. L’uomo primordiale. Finché non risaliamo lungo il torrente che è il nostro fino alla vetta da cui i torrenti sono discesi, noi saremo sempre interni alla religione sacrificale. Non ci dimentichiamo che i fedeli di Gesù Cristo andarono a scannare gli infedeli convinti di andare in Paradiso se morivano in battaglia. La sopraffazione della cultura di guerra è stata spaventosa. Per liberarcene non bastano gli accomodamenti superficiali, c’è da fare – come la chiamavo – l’inversione di rotta. Per una simile inversione questo archetipo è veramente essenziale. Dinanzi a quest’uomo mitico, all’Uomo, Abramo ha pagato la decima, come dire si è riconosciuto inferiore. La religione ebraico/cristiana, e così ogni religione, deve riconoscersi inferiore all’uomo. Non è l’uomo che deve pagare la decima alla religione, è la religione che deve pagare la decima all’uomo. Cambiano le cose! Se la religione è davvero secondo Dio io la capisco non da quanto sono affollati i templi, da quanti quattrini si fanno nei santuari, ma, all’inverso, da come questa religione serve l’uomo, i suoi bisogni fondamentali di fraternità e di pace, come serve ad eliminare dall’uomo la spinta aggressiva verso il sangue…

Ernesto Balducci – da: «Il Vangelo della pace» vol. 3 – anno C

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veraluce is offline  

 



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