IL gioco é confronto, scontro e incontro...dipende da come si gioca, con che spirito si gioca e se veramente si ha la consapevolezza di giocare.
I giochetti possono durare poco, ma il gioco della vita é eterno.
Non esiste né il superiore né l'inferiore, ma esistono, per me, momenti di esperienza, passaggi di comprensione, stati di consapevolezza che differenziano, ma solo nel momento, i cosiddetti giocatori di questo meraviglioso invisibile gioco.
Quindi fare i minimalisti, i moralisti, i sapientoni, ecc...fa parte del giocare.
Sta a noi, se ci va, e se possiamo cogliere con sensibilità e intelligenza il senso, attraverso lo scambio e l'attenta osservazione, costruire, creare e disfare nel gioco della comunicazione umana.
Tutto ciò, per essere ben gustato, presuppone un atteggiamento fondamentale di fiducia in sé e nell'altro.
Nel gioco si nascondono spesso insegnamenti...nascosti.
Senza umiltà né arroganza, come sono, ti saluto e ti apprezzo.

Stavo facendo una riflessione mentre leggevo il tuo messaggio che peraltro condivido in pieno. Il linguaggio è una forma di comunicazione. Attraverso di esso comunichiamo il nostro modo di essere, comprese le nostre contraddizioni così straordinariamente umane. Ma la comunicazione non avviene solo attraverso il linguaggio verbale. (del resto tu giustamente parli sempre e solo di linguaggio senza specificare esattamente a quale tipo di linguaggio fai riferimento.) Ti faccio un esempio. Siamo io e te l'uno di fronte all'altro e io ti dico: "ti voglio bene" e te lo dico con il tono di voce di uno che al bar domanda "ehi Gigi è pronto il caffè?", te lo dico fumandoti in faccia e grattandomi il naso, bè certamente tutto recepisci tranne che io ti voglia veramente bene. Siamo ancora io e te, seduti l'uno a fianco all'altro, immagina la musica che ti piace di più in certe circostanze, bene quella musica è di sottofondo, ti guardo negli occhi, lascio che il silenzio e la musica in sottofondo parlino un po', ti appoggio una mano sul viso e, con un tono di voce molto lieve, ti dico: "ti voglio bene". E' chiaro che ora ti sto comunicando qualcosa di ben diverso rispetto a quello che, con le stesse parole ti avevo comunicato nell'esempio precedente. E vedi restando nel tema dell'argomento "Insegnamenti", questa mia riflessione è nata grazie all'insegnamento che io ho tratto nelle splendide parole del tuo post precedente e attraverso queste mie parole nate dalle tue, probabilmente anche tu trarrai un "insegnamento" che potrai con tue nuove riflessioni arrichire e rimandarmi o rimandare ad altre persone. Perchè di una cosa sono pienamente convinto: nelle relazioni umane, si è insegnanti e alunni allo stesso tempo. Il segreto sta nella reciprocità. Con grande affetto Nicola

Nell'eterno gioco della vita ci sono infiniti giocatori e infinite parti da interpretare. Credo sia nostro dovere giocare la Nostra fino in fondo, ma quando cominciamo coerentemente a giocare a fondo la Nostra, inevitabilmente stiamo cominciando a giocare anche tutte le altre. Nicola

mi piace molto ciò che hai scritto.
Hai espresso il concetto della reciprocità in una maniera tanto semplice quanto efficace.


E' stato chiarissimo anche l'esempio che hai usato per approfondire il concetto di linguaggio.
Quello che hai scritto sul "gioco della vita" poi.........
....mi stai lasciando senza parole!

Winnie

Gli insegnamenti si traggono, non si danno. Dove lavoro io, c'è un ragazzo che è stato assunto attraverso l'Usl perchè ha dei problemi psicologici abbastanza seri. E' iper ansioso, una vera macchina da lavoro, ma quando gli vengono spiegate delle cose, soprattutto dal mio responsabile, che non è esattamente la sensibilità fatta a persona, si blocca completamente e non capisce nemmeno le cose apparentemente più banali. La cosa curiosa è che il mio responsabile, vedendo quell'altro in ansia, si fà cogliere dall'ansia anche lui, (senza peraltro rendersene troppo conto) e per metterla a tacere diventa ancora più aggressivo, alzando la voce, convinto che in quel modo l'altro riesca a capire quello che gli sta spiegando. Anche a me è successo talvolta di dover spiegare delle cose a questo ragazzo (che poi ha 28 anni) e in effetti all'inizio, per quanto io sia una persona molto paziente, era esasperante farsi capire. Ma poi gradualmente ho compreso il perchè, ho compreso, anche chiacchierando con lui, che quando a casa sua non capiva qualcosa, il padre gli dava botte da orbi, ho compreso che lui continua a vedere padri che gli danno botte da orbi, e invece non sa per esempio cosa vuol dire avere dei fratelli, dei suoi pari, non insegnanti cazzo, persone diverse ma come lui allo stesso tempo. E quando ho compreso questo, per fargli vedere un lavoro, mi siedo con lui, gli appoggio una mano sulla spalla, gli dò una scrollatina affettuosa e insieme lo cominciamo, insieme lo continuamo e insieme lo finiamo. E da quando io ho cominciato a non fare più l'insegnante il mio amico e collega e fratello ha cominciato a imparare e soprattutto a fidarsi. Nicola

Si traggono, e si danno. A diversi livelli, inifinite sfacciettature.

Ciao, Giulio

Belle parole.. affettuose, idonee, conclusive, messaggistiche..e oltre. Mi piacerebbe sapere però se riusciamo sempre a operare con le stesse...tanto per dire che le intenzioni intellettive sono una cosa, ma la realtà (nel sogno..o gioco della vita) è ben altro. Questo un attento "giocatore" o ricercatore dovrebbe ben scorgerlo da se stesso nella continuità del suo "gioco-lavoro".

L'Insegnamento, tornando al discorso iniziale, è ben diverso dall'insegnamento quotidiano e divulgativo inserito nella vita sia essa lavorativa che relazionale.
Chi ha avuto un vero Insegnante (o Maestro) potrà comprendere...per gli altri, beh..è un invito all'esperienza
Perchè esistono diversi Insegnamenti?
E' sempre questione di ego...o rafforzarlo ..o trascenderlo.

Gli insegnamenti sono vari, e a diversi livelli, e possono avere infinite sfacciettature.
Il Maestro c'è, ma bisogna saperlo trovare.
E poi c'è la vita, vero Maestro.
E poi c'è Dio, sempre e comunque.

Anzi, senza "e poi".


Ciao, Giulio

certo il (i) Maestro c'è..e bisogna saperlo trovare...diciamo allora che sarà lui a "trovarci" e noi a "offrirci" più o meno consapevolmente...
e poi la Vita...vera maestra, ma per riconoscerla c'è bisogno di una vera indagine seriosa..e a volte di qualche aiutino "esterno"..perchè la mente nostra tende sempre a portare imbroglio a suo favore..tende sempre ad autogiustificarsi..a compiangersi ed è difficilissimo apprendere Solamente dalla vita stessa...quello sarà un passo successivo e compenetrante ad una vera Ricerca Interiore..ma un maestro su cui specchiarsi necessita... fino a trovare il nostro maestro Interiore...ossia Dio in noi..ossia la Connessione, quel filo dorato sottile che ci connette sia con l'Esperienza del risveglio che con il Mondo..Universo stesso....
Ehhh si caro Amico Giulio...questo Viaggio infinito è una meraviglia ma è anche pieno di tranelli, di punti d'arrivo e di continue partenze...o espansioni..e giocato nel "qui e ora", senza l'ansia del divenire, rende omaggio e gloria all'eternità....
Non trovi?

un saluto...