Vale il tuo pensiero varrebbe di più se fosse originale, voglio dire senza tanti riferimenti secolari di cultura che potrebbe anche non valere.

Voglio dire:”parlami del tuo io non di quello che gli altri dicono del tuo e dei loro e vedrai che poi il discorso vale e fra io ci intenderemo.

Lo penso anch'io, ma non trovo poi così calzante chiamarlo imbroglio.



Diciamo che è funzionale per la nostra condizione. Per questo non lo trovo un vero "imbroglio". Le nostre interazioni sono trattabili in modo efficace attraverso questo "imbroglio".

Se è un "imbroglio" l'idea che esista qualcuno che percepisce, è un imbroglio anche l'idea che ci sia qualcosa da percepire... o no?

Esiste una pura presenza (scr. Smrti, tib. Dren-Pa o Rig Pa).
Personalmente ho percorso diverse vie Tradizionali, e il dimorare nella pura presenza e' l'essenza di tutte le vie, e' anche detto filo d'oro o filosofia perenne, ossia l'identita' tra conoscitore, conoscere e conosciuto, detta anche "Mente Naturale" o Stato Naturale.
Ma questo lo trovate in tutte le tradizioni spirituali, cercate bene mi raccomando, ed e' la nostra parte divina da cui ipostaticamente (vedere Plotino e la stessa Trinita') si manifestano tutte le altre "chiamiamole" funzioni. (vedere anche i cinque Skanda della psicologia Buddhista). In occidente vedere Heidegger, Bacone, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Diogene Laerzio, Clemente di Alessandria....per dire alcuni nomi sparsi a caso.

P.S.: diementicavo, da tempo ho scoperto quella pura presenza dentro di me. Provate a rispondere a questa domanda senza usare il pensiero: Chi sono io?

Ciao Vale,

No, io dico percepisco punto e basta. Ciò che esperisco, è la percezione, non "me" (oggettiva in tal senso e non nel senso di non-soggettiva).

"ergo sum" è la deduzione logica, la teoria che mi fa ritenere di esistere, il presupposto della mia coscienza. Quando mi cerco, quando voglio capire chi/cosa sono, non riesco mai ad avere esperienza di me come ho esperienza della percezione, riesco solamente ad immaginarmi come "quello che percepisce". Se proseguo nell'indagine logica, razionale, analitica, tentando di modellizare ciò che, alla luce del fatto che percepisco, dovrei essere, riesco a trovare un sacco di belle definizioni che definiscono "qualcosa"; poi mi chiedo quali siano le caratteristiche che fanno di qualcosa una cosa realmente esistente ed il "qualcosa" che ho modellizato in testa non le ha mai....


Siamo andati OT, statisticamente molto più interessante che restare in tema.

Assolutamente non OT, anzi complimenti...qui sta il "Core" il nucleo di tutta la faccenda spirituale! Il rischio e' solo di sconfinare nel Filosofico....mentre qui si tratta di "sperimentare"...

Sì ma io sono un impiccione e vorrei rispondere anch per me....


Niente di tutto questo, l'IO lo riconosco, e ritengo che sia un ottimo strumento nella mani dell'ammasso organizzato di atomi che mi costituisce. Ritengo altresì che sia uno strumento per vivere e gestire le nostre interazioni, ma che possa essere di intralcio in alcune occasioni come quella di indagare la "verità".
La maschera che si usa con la saldatrice ad arco è un ottimo strumento per eseguire saldature ed un pessimo strumento come maschera per immersioni nel Mar Rosso.


Se si è interessati alla verità, si indaga questa a prescindere da quanto ci possa piacere o meno. Se indagassi la verità allo scopo di contemplarla gioiosamente, allora finirei col costruirmene una da contemplare gioiosamente.....

L'io e' sempre il nostro vero Se', solo e' rivolto all'esterno....

E cosa posso sperimentare oltre alla mia percezione?

etserno rispetto a cosa?

La mente naturale.