Tratto dall'introduzione del libro "Islam interiore" di 'Abd al.Whaid ((non lo conosco)
<Le pretese "meditazoni trascendentali", avulse da qualsiasi contesto religioso,non sono che le conseguenze di chi vorrebbe prescindere dalla propria collocazione religiosa, diretta precisamente a una determinata tipologia ontologica> (non possono eserci ,quindi, le conversioni) Siccome mi sento chiamato "in causa" rimango un pò perplesso; affermazioni del genere mi sembrano settariche e vanno a ledere la libertà personale.
Gradirei un parere.....continuando il libro si fa interessante Claudio

Toc...Toc....c'è nessuno....!!!??
Troppo intelliggente!!??
Troppo stupida!!??
Ciao Claudio

Non l'ho letto quel libro...

Quando lo finisci me lo racconti? Così lo posso criticare.

Già una volta i tuoi amici pellegrini di questo forum mi hanno indotto a comprare con miei soldi buoni due pessimi libri di Osho: li sto ancora cercando per farmi risarcire la spesa...

Me pare 'na colossale strunz..
Ovvero.. la "meditazione" è FUORI (a mio avviso!)
da un qualsiasi parziale contesto "religioso"
poiché (sempre a mio avviso) appartiene alla "ricerca" spirituale personale! E se la meditazione è una "modalità" di "connessione" non può certo essere un autostrada a dieci corsie..!
La "collocazione" religiosa (e non!)è la morte stessa della "ricerca" spirituale.. Non si abbraccia la "tipologia" dell' Essere, ci si pone in ascolto (all'Essere').
Si può certo scoprire d'essere più o meno vicini ad una certo sentire spirituale e sentirsi cristiani o buddisti o quant'altro..
Ma ogni ricerca profonda deve vagliare e prescindere da ogni rappresentazione che non sia il dedurre attraverso un proprio percorso..

Questo a commento delle poche righe da te riportate, non conosco il libro..! Se senti sia interessante ricordiamoci che spesso molte perle non sempre sono perfettamente rotonde.. ovvero, può esserci di molta utilità una determinata lettura a prescindere che sia totalmente risplendente di verità spirituali.. Prendiamo ciò che di buono vi è, ovunque vi sia.. Senza pretendere comunque la perfezione.. Ognuno ha il proprio personale percorso.. (anche gli "illuminati"! )




Gyta

P.S x Mistico:
..Mi spiace!Ho finito i soldi..!

Ciao Gyta ! Le tue risposte mi giungono sempre "assonanti" con quello che E'!! Ciao Claudio
Ps il libro è interessante e un pò "ostico" parla dell'Islam (molto bello e duro) lo sto leggendo....
Arips L'autore è un Italiano convertitosi si chiama Pallavicini ed un grande esponente dela comunità Islamica in Italia

Sono felice di poter condividere ciò che conta.. !

Un sorriso..



Gyta

E' importante che i pareri non siano vocali ma... "consonanti"... Anche per non fare sempre i soliti 5 commenti...

x Mistico
Sono, appunto, commenti su un tratto di un introduzione di un libro......tu mi hai chiesto una recensione che cercherò di fare quando avrò finito di leggere è un pò tosto e non ho molto tempo Claudio
Ps per l'esattezza è un commento solo

...... che venga aperta
Ho finito di leggere la prima parte del libro e da questa "ho" evinto che l'autore non rinnega la ricerca individuale (ci sono eremiti islamici) ma la non condivisione di una religione-gruppo che sarebbe causa-effetto di iper-trofia dell'io....è un pensiero su cui dovrò lavorare, mi aiutate? Claudio

Ma va che roba strana..
Prima dice (nell'introduz) che la meditazione non è possibile fuori dal contesto religioso di provenienza a causa di una certo preconcetto riguardo all"Essere.. Poi dice però di condividere la ricerca personale ma al di fuori del contesto religioso poiché questo tende a rafforzare l'ego.. Giungerà ad ammettere che l'unica strada sia dunque la meditazione del ricercatore 'eremita'??
Mi pare uno di quelli che per giungere a dimostrare le proprie conclusioni faccia proprio un bel lungo giro di considerazioni intorno.. Beh, se non altro c'è d'aspettarsi sia ben argomentato..!

Consiglio riguardo all'io rafforzato nella condivisione religiosa??
Beh.. penso che sia presto spiegato! Poi dipende lui cosa nel particolare intende, sia per "io", che per "condivisione di gruppo"..!
Personalmente in un certo senso condivido..(il suo pensiero, quest'ultimo)! In presenza di un senso comune di livellamento religioso avviene una sorta d'identificazione col gruppo scelto e l'io apparentemente celato dall'io del gruppo, diviene in realtà un super-io nel quale si scompare solo superficialmente rafforzando invece un super-io dalle dimensioni gigantesche sorretto dal potere simbiotico col gruppo, in una stretta interdipendenza che non dando spazio ad una messa in discussione profonda personale accentua la personalità predominante del gruppo (ovvero il pensiero religioso) rendendo il discepolo schiavo del suo nuovo super-io..
Beh.. questo brevemente..
(non so se sono stata chiara nel trarre le mie deduzioni..)



Gyta