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Se Dio è uno, perché tante religioni?

Di Franco Capone

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Abramo e la Mecca

La festa più importante dell’Islam, la ‘id aI-adha, ricorda proprio il sacrificio di Abramo, simbolo della sottomissione a Dio, ma anche della misericordia divina. Abramo e Ismaele, secondo il Corano, avrebbero insieme fondato la Kaaba della Mecca (la struttura che conserva la Pietra Nera), a confermare lo strettissimo grado di parentela fra ebrei (da cui si distaccarono i cristiani) e musulmani. “Che si riflette anche dal punto di vista culturale” spiega Ska. «Abramo, che a 75 anni, su chiamata del Signore, lascia la casa del padre (un venditore di idoli) per fondare il popolo di Dio, è l'uomo che rompe i ponti con il passato, è il superamento del mito di Ulisse e del concetto greco dell'eterno ritorno. Con Dio non si torna indietro, si bruciano le navi e si va avanti, verso il cambiamento. Con Abramo la religione diventa storia. Infatti se prima la religione era legata a una dimensione mitica della creazione, in un tempo indefinito, al di fuori di una dimensione storica, nella Bibbia Dio si muove nella storia e, anzi, ne determina con gli uomini gli avvenimenti. Da modo per affrontare eventi particolari. come il cambiamento delle stagioni, le carestie o la morte, la religione diventa con Abramo pratica quotidiana. portatrice di etica e di valori che tutti devono rispettare nella società.
Il fatto di dettare uno stile di vita e di proiettarsi nella costruzione della storia umana, oltre al gusto per la scienza, accomuna le tre grandi religioni.

 

Jesus Christ superstar

Un altro dato stranamente poco noto in Occidente è la popolarità di Gesù nel mondo musulmano.
“Per i musulmani” chiarisce l'imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, direttore della Comunità religiosa islamica italiana “Gesù è un profeta molto particolare, perché ha portato (di persona) la parola di Dio a un livello analogo al Corano. Molti sapienti musulmani fanno un parallelo fra l'eucarestia dei cristiani e la recitazione dei versi del Corano. Nell'Islam si ritiene che Gesù sia il maestro del soffio divino della vita. Inoltre, il Corano riconosce grande importanza a Maria di cui si sottolinea lo stato di verginità”.
E’ il ruolo di Gesù (lbn Mariam, cioè figlio di Maria), nato si a Betlemme, ma sotto una palma, e che per il Corano non è mai morto in quanto Dio lo avrebbe elevato in cielo da vivo, è fondamentale per i musulmani. Anche loro credono nel giorno del giudizio, ma non pensano che a giudicarli verrà il loro amato profeta Muhammad (Maometto). Chi allora? A tornare sulla Terra sarà proprio il padre della religione cristiana: “Il compito, è scritto nel Corano, sarà di Gesù” spiega Pallavicini, che non vede in ciò alcuna contraddizione. “L'Islam riconosce i profeti biblici della tradizione ebraica, la figura di Gesù e molti santi cristiani. Siamo tutti discendenti di Abramo, ma ancor prima di Sem (altra figura biblica), dal quale vengono i popoli semitici”. Una discendenza confermata anche dalla scienza: la moderna genetica ha dimostrato che ebrei e palestinesi sono geneticamente uguali, hanno gli stessi antenati.

 

Rivolte a tutti

La dimensione etica delle tre grandi religioni non deriva solo da un concetto di parentela. più importante ancora è il loro carattere universale, cioè aperto a tutti.
San Paolo, il grande promotore della religione cristiana e colui che prese le distanze dal mondo ebraico. nella sua Lettera ai Romani e in altri documenti fa riferimento ad Abramo con un numero di citazioni inferiori solo a quelle dedicate a Gesù. E sottolinea che Abramo scoprì Dio ben prima del patto della circoncisione (praticata poi anche dai musulmani) e che pertanto non è necessario circoncidersi e far parte della stirpe ebraica per seguire il Signore. “Ma va ricordato che la vocazione universalistica c'è sempre stata fra gli ebrei” spiega il rabbino di Venezia. Universalistica è anche la religione musulmana (“Che non fa alcuna discriminazione di razza o di censo” ribadisce Pallavicini).

 

Umili, schiavi, oppressi

Le tre grandi religioni non sono nate "aristocratiche" e hanno la caratteristica di rivolgersi a tutti con una certa attenzione ai problemi sociali. Quella ebraica è stata la religione di un popolo di schiavi, quella cristiana inizia come speranza per gli oppressi, quella musulmana ha pure fondato il suo successo fra gli umili.

 

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