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Il Sabbat: incontri di streghe e riposo religioso. Dalla protostoria ai giorni nostri

Riflessioni sul Paganesimo

di Monica Casalini   indice articoli

 

Il Sabbat: incontri di streghe e riposo religioso. Dalla protostoria ai giorni nostri

Maggio 2012

  • Un po' di cultura

  • Dai culti arcaici

  • Passando per il Medio Evo

  • Ai giorni nostri

  • Tanto per capirci

  • Conclusioni

Il “Sabba delle streghe” è, nell’immaginario comune, una riunione notturna tra donne malefiche, adepte del culto di Satana, in combutta con diavoli e altre figure demoniache. Secondo le dicerìe, queste streghe si accoppiavano carnalmente con Lucifero in persona e a lui sacrificavano animali o neonati. Insomma un bel quadretto terrificante. Questa discutibile visione prese piede nel pieno del Medioevo, quando il fanatismo cristiano e l’odio per la donna toccarono l’apice più alto di tutta la storia umana. La domanda è: esistevano davvero queste riunioni notturne, o era solo il frutto della sfrenata fantasia dei bigotti del tempo?

A dire il vero gli incontri c’erano e come! Ma ovviamente non si svolgevano così come vennero poi descritti dai cronisti di allora. E molti di voi si sorprenderanno nell’apprendere che il Sabba ci sono ancora, in tutto il mondo… anche dietro casa vostra! Ma andiamo per ordine.

 

Un po’ di cultura

Innanzi tutto il Sabbat (o sabba) è una celebrazione sacra, generalmente officiata da un/a sacerdote/ssa che coinvolge più persone (Cerchio o Congrega [1]) in cui si onorano gli Dèi pagani in occasione di una particolare festività, che può essere solare o lunare. Quelle solari sono le otto festività antiche legate al ciclo del Sole e delle stagioni, chiamate rispettivamente Sabba Minori (solstizi ed equinozi) e Sabba Maggiori, ovvero: Imbolc, Beltane, Lammas (o Lughnassadh) e Samhain. Poi ci sono i sabbat lunari, ovvero la celebrazione delle 12 o 13 lunazioni annuali [2].

I sabbat solari, per quanto a prima vista possano sembrarci molto lontani o incomprensibili, sono in realtà a noi decisamente famigliari. Si da il caso che le vecchie festività pagane furono completamente sostituite con quelle cristiane; stiamo parlando di centinaia di feste (sì, anche quelle per i santi), ma tanto per darvi un veloce esempio ecco quelle maggiori che abbiamo testé nominato:

 

Solstizio Invernale (o Yule) – Natale
Imbolc – Candelora
Equinozio primaverile (o Ostara) – Pasqua
Beltane – Calendimaggio
Solstizio estivo (o Litha) – San Giovanni
Lammas – Feste del pane
Equinozio autinnale (o Mabon) – Giorno del ringraziamento
Samhain (o Halloween) – Festa dei Morti e Ognissanti
Le date, le ritualità, i simbolismi e le tradizioni: tutto coincide.

 

Insomma i sabbat, così come sono nella realtà, non trattano sacrifici né la tanto romanzata “magia nera”. I sabbat sono momenti religiosi solenni, durante i quali si festeggia il ritorno alla vita, l’importanza del Sole, i raccolti e così via.

Ma allora perché nell’immaginario collettivo abbiamo tutti l’idea di riunioni volte al compimento del male?

 

Dai culti arcaici

SabbatAnticamente, quando l’umanità era da poco scesa dagli alberi e cominciava a dare un volto alle manifestazioni naturali, la donna era la Dea Madre, colei che tutto può (quella che in seguito prese il nome di Potnja Theron kai Phiton [3]), Signora della vita e della morte, Padrona assoluta di cielo, terra e mari, Generatrice degli uomini, eccetera eccetera… In questo status matrifocale la donna godeva di ogni rispetto ed amministrava la vita sociale e spirituale. Le 13 lunazioni, in relazione al ciclo mestruale, costituirono il primo calendario, e il numero 13 divenne così importante che, nonostante i millenni, è giunto sino a noi ancora permeato di quel senso mistico che ben conosciamo [4].

Perciò era cosa molto antica e consolidata quella di incontrarsi fra donne per celebrare il Divino e rendere omaggio agli Spiriti; e per secoli tali avvenimenti non diedero fastidio a nessuno, nemmeno quando il patriarcato si impose violentemente sulle arcaiche tradizioni sacre femminili.

Sin da tempi remoti in tutta l’Eurasia e in Medioriente si celebravano le 8 festività connesse alla ciclicità del sole e delle stagioni. Mentre nell’Antica Roma le donne si riunivano ogni plenilunio per onorare Diana e il suo potere lunare.

Sole e Luna erano quindi al centro di grandissime celebrazioni sacre, in cui il Divino si manifestava in ogni sua forma: maschile e femminile, vitale e mortifera, di gioia e di commiato, di luce e di buio a seconda del momento stagionale.

Ma dopo la caduta del Paganesimo in favore del Cristianesimo, voluta dall’Imperatore romano Costantino, passarono appena 3 secoli prima che un cieco bigottismo spazzasse via decine di millenni di sacralità pagana. Il Concilio di Nicea del 325 d.C. pose le basi per quello che secoli più tardi fu la vergogna dell’intera umanità, ovvero la caccia alle streghe.

 

Passando per il Medio Evo

Nonostante il fatto che la maggior parte della popolazione fosse ancora estremamente legata al paganesimo e ai riti contadini, il potere ecclesiastico crebbe a dismisura grazie a due fattori: il saper leggere e scrivere dei prelati e l’ingenua ignoranza del popolino. Una volta sostituite tutte le feste pagane (in un lasso di tempo molto lungo, ma con estrema costanza), l’imposizione di un cattolicesimo ferreo e obbligatorio per tutti fu applicata con spietata forza e cioè a suon di roghi e torture.

L’antica usanza di venerare Diana durante la luna piena era ancora fortemente praticata: 13 donne uscivano di notte con una torcia, si dirigevano verso i boschi e lì danzavano, cantavano e facevano offerte di cibo alla bella Dea. Ma l’ottuso fondamentalismo cristiano vedeva solo rituali pagani proibiti e perversi e per questo andavano demonizzati. Lucibello (il dio silvano della luce e della vita) fu volutamente scambiato con Lucifero (il dio malvagio dei cristiani) e sotto tortura le donne avrebbero giurato e spergiurato qualsiasi nefandezza inventata da clericali senza scrupoli, che con la morte delle accusate espropriavano case e terreni, per prenderne poi possesso. Le poverette venivano torturate per giorni e notti finché stremate e terrorizzate recitavano il copione impostogli: sacrifici umani, commercio con Satana, maledizioni sui raccolti, voli a cavallo di scope… tutto si andava a mescolare nel calderone della sadica follia di chi voleva ad ogni costo eliminare le vecchie tradizioni pagane, costruendo un immaginario mondo satanico da distruggere.

Era nata la “stregoneria” così come la conosciamo oggi. E per secoli fu l’alibi perfetto per togliere di mezzo persone scomode, donne troppo intraprendenti o semplicemente per battere cassa.

Ben presto la giustizia inquisitoria venne applicata a tutto spiano: bastava avere i capelli rossi o essere intelligenti sopra la media per venire etichettate come streghe.

 

Ai giorni nostri

Fortunatamente i secoli bui finirono, seppur con un altissimo numero di vittime innocenti. Con l’avvento della rivoluzione scientifica nel XVII secolo e abbattimento delle teorie aristotelico-tolemaiche, finalmente l’inquisizione perse ogni privilegio e finalmente l’intero mondo riprese la sua crescita verso l’alto.

Ma ormai il gioco era fatto: tutti credevano all’esistenza delle streghe cattive e anche chi non ci credeva, preferiva mettersi al sicuro. Infondo portare in tasca un cornetto rosso insieme al rosario era sempre una protezione in più… “male non fa”, ci si ripeteva. Quello che la gente non sospettava è che i Sabba venivano ancora celebrati, solo che si chiamavano diversamente. Ora c’era la festa dei morti al posto del Samhain; c’era la Candelora al posto dei Februalia; il Natale anziché i Saturnali e la Pasqua al posto dei Tristia. E centinaia di altre feste. Tuttavia i riti e le simbologie sono rimasti identici. Era cambiato il nome, non la sostanza; ma tanto era bastato per non finire sul patibolo.

Oggigiorno i neopagani possono finalmente ricominciare a seguire il proprio percorso spirituale senza essere perseguitati (almeno non penalmente [5]) e le antiche feste hanno ripreso ad illuminare le notti di ogni paese del mondo. Ad oggi non c’è un vero e proprio censimento riconosciuto a livello mondiale, tuttavia si stima che i neopagani siano diverse decine di milioni. Dati questi numeri è facile intuire come i Sabba siano estremamente presenti nella cultura odierna. Magari non vi è mai capitato di vederne uno… ma “quella volta al festival celtico ho visto un cerchio di persone che cantava” ;)

 

Tanto per capirci

Il termine “Sabba” proviene da una mescolanza attiva nel corso dei secoli di varie parole, tutte con lo stesso significato: festa.

La radice indoeuropea s(w)e-bh(o)- divenne la base di partenza dei termini greci sébomai (venero, onoro) ed esbaton (giorno sacro); e dell’antico termine indiano sabh (assemblea/congrega religiosa). Successivamente il termine passò ai Sabini che discendevano dal dio Sabus ed erano conosciuti per la loro spiccata religiosità.

Da qui la parola latina sabatum (e il nostro italiano sabato) che indicava il giorno dedicato al riposo, dove “sabato” sta per “proprio”, ovvero “il giorno appropriato per il riposo”.

L’etimologia in causa compare anche in lingue più antiche del latino; ad es. sabatu in assiro indicava il settimo giorno della settimana in cui era vietato lavorare. La parola ebraica shabath significa appunto “riposo” e per gli Ebrei il sabato è notoriamente giorno di riposo dal lavoro e da altre attività legate al progresso. Tale imposizione viene dall’Antico Testamento in cui si dice che il settimo giorno Dio si riposò dopo la Creazione del mondo. E senza andare tanto lontani, la parola francese s’ebatre significa festeggiare, divertirsi.

Invece il termine Sabbat o Sabba (che sono intercambiabili dal punto di vista etimologico), e in inglese Sabbath, comparve nel Medioevo pur mantenendo lo stesso significato: giorno di festa. Poco importa che la festa in questione si credesse di empia natura.

In italiano, come abbiamo visto, c’è il termine sabato e l’aggettivo sabbatico che indica un periodo di tempo in cui non si lavora. Chi di voi non vorrebbe un intero anno da passare in panciolle? E infine la popolare sciabbà, parola in disuso che significava festa o sfoggio di allegria.

 

Conclusioni

Lunga è la storia, lunghe le vicissitudini e il tempo in cui i fatti e gli avvenimenti si trasformano parallelamente a noi divenendo diversi e uguali a se stessi. Così come un seme germoglia e nei secoli diventa una robusta quercia: non è più un seme, ma è pur sempre la stessa pianta. E cosa sono nuvole, neve e mari se non un diverso stato dell’acqua?

Se solo riuscissimo a vedere l’interezza del divenire, scopriremmo che il cambiamento è parte di noi così come la ferma immanenza.

 

   Monica Casalini

Ringrazio di cuore Mummia di Zagabria per il suo preziosissimo contributo linguistico.

 

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NOTE
1) La Congrega è un gruppo chiuso di persone che si incontrano in maniera continuativa per celebrare e ritualizzare determinate occasioni. Per farne parte occorre essere accettati da tutti i membri e poi ricevere un’iniziazione. La Congrega ha spesso un codice regolamentare ed è a carattere gerarchico. Il Cerchio è un gruppo aperto di persone che si incontrano in maniera libera sempre con lo scopo di celebrare le feste o ritualizzare un avvenimento. Il numero di partecipanti può cambiare in base a molti fattori, anche personali e per entrare è sufficiente conoscere uno o più membri (ma sempre previa accettazione universale) e non si necessita di iniziazione e non ci sono gradi interni.

2) Le lunazioni annuali possono essere 12 o 13 a causa della differenza temporale tra mese solare e mese lunare. La 13sima lunazione si verifica una volta ogni 3/4 anni (più precisamente 7 volte in 19 anni) e prende il nome di Luna Blu.

3) La frase Potnja Theron kai Phiton significa letteralmente “Potente Signora delle belve e delle erbe”. Tale appellativo serviva per definire la vasta supremazia sul creato dell’antichissima Dea Madre. Piccola specifica: il termine “madre” va inteso in senso di creatrice e non a livello materno. La Potnja era una divinità libera e selvaggia, ben lontana dal concetto di “mamma”.

4) Il numero 13 è da sempre legato ai diversi aspetti della nostra visione spirituale e superstiziosa della religiosità. Sono 13: le streghe della Congrega; le candele sulla corona della dea Brigit e su quella della sua controparte cattolica Santa Lucia; i Cavalieri della Tavola Rotonda; gli Apostoli più Gesù; i 12 segni zodiacali più il Sole… e tantissimi altri rimandi a carattere esoterico.

5) Sono tristemente noti alcuni fatti in era moderna, che rasentano l’intolleranza medievale, di alcuni gruppi cattolici contro le ritrovate usanze pagane. Anni fa in Irlanda un gruppo di fanatici entrò in un negozietto esoterico per distruggere ogni oggetto all’interno di esso fino all’intervento della polizia. Lo stesso Ratzinger ha più volte definito lo Yoga e le attività meditative come attività sataniche, e le persone che le praticano come bisognose di esorcismi…


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