Ipazia: Riflessioni Filomatiche
di Danilo Campanella
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La genealogia filomatica
Di Michele Serra Settembre 2013
Sembrerebbe lo spot di una pubblicità un po’ troppo ridondante ma, a pensarci bene, è proprio così: i filomati dal passato ai giorni nostri sono sempre stati selezionati per le loro capacità intellettuali e per il loro desiderio di apprendere. Non sono un’associazione “aristocratica” come Platone avrebbe voluto, e nemmeno plutocratica. Nelle associazioni filomatiche potevano accedere soltanto persone che fossero state riconosciute come “amanti dell’apprendimento” e “desiderose di apprendere”. Vediamo come.
Ipazia di Alessandria nel IV secolo aveva riunito intorno a sé un gruppo di promettenti studenti. Ebrei, cristiani, pagani. Il suo scopo? Quello di realizzare in Alessandria d’Egitto una compagnia di intellettuali pacifici, tolleranti, versati nelle scienze e nella filosofia. Più avanti ritroviamo i filomati impegnati in Francia nel costituire l’Enciclopedia (XVII-XVIII sec.) nella cosiddetta “età dei lumi” o illuminismo. Il loro scopo era quello di innalzare il livello culturale delle classi meno agiate costituendo un libro fosse la summa di tutto il sapere, classificando le scienze, le arti liberali e la filosofia attraverso uno schema preciso. E che dire poi dell’impegno dei filomati polacchi, votati alla difesa della Patria contro l’ingerenza della Russia? Quanti studenti e quanti professori morirono assieme per la libertà di stampa e di studio universitario! E che dire dello scrittore Jack London, che li cita addirittura in un suo libro: Il tallone di ferro! I filomati in Italia, dal 1800 in poi si sono impegnati in conferenze, pubblicazioni, costruzione di aziende editoriali che potessero far conoscere anche ai più poveri la bellezza della cultura e l’amore per l’apprendimento. Potremmo dire, senza forzature, che i filomati hanno inventato la prima “cultura di massa” non massificata. I filomati hanno una raccolta di statuti chiamata Ordonation, dove vengono raccolti i precetti, le norme e la storia dell’ Istituzione. Mentre un tempo esistevano diverse accademie nazionali indipendenti, oggi ne esiste una soltanto che le racchiude tutte quante. Ancora oggi i filomati si impegnano come studiosi e studenti, professionisti e amministratori, ambasciatori, scrittori, economisti, filosofi, scienziati, pensatori, a trasmettere la loro storia, costruire la grande Accademia del futuro, molto scrupolosa nella scelta dei propri aderenti, che vengono altresì selezionati con gli anni, man mano che il percorso all’interno dell’associazione si fa più intenso. Quella per entrare nel mondo filomatico è una “porta stretta” alla quale ogni anno molti bussano, ma a pochi è concesso entrare. Come scrisse Pietro Palombara Della Torre “quella dei filomati è una scuola di pensiero e un metodo, libero chiunque di entrarvi, di aderire o andarsene. Ma tra quelli che restano, si chiede di rispettare scrupolosamente certi dettami, come il nostro pensiero che, a suo modo, è radicale”.
Se i sapienti riescono a guidare le università, perché non dovrebbero guidare “politicamente” la società nel suo complesso?
Michele Serra
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