Salute e alimentazione naturale
Del dott. Giacomo Bo indice articoli
A Natale siamo (quasi) tutti più buoni.
Altri trucchi per ingannare il consumatore ingenuo e inconsapevole
Novembre 2009
Il mese scorso abbiamo visto come sia possibile far sì che un cibo scadente venga erroneamente visto come di buona qualità attraverso un inganno degli organi di senso e delle relative sensazioni che ci arrivano quando entriamo in contatto con l’alimento in questione. [N.d.r. Si veda l’articolo: L’inganno dei sensi. Piccoli e grandi trucchi per ingannare il consumatore ingenuo e inconsapevole]
Esiste un sistema ancora più subdolo - e quindi efficace - per trarre in inganno il consumatore ingenuo e ne parliamo proprio in questo mese che anticipa il Natale, grande festa nonché terreno più che fertile per ogni tipo di tranello.
Da ormai una cinquantina di anni le neuroscienze hanno dimostrato in modo inequivocabile che la mente umana funziona principalmente per associazioni di immagini. Nonostante la nostra grande capacità di pensiero logico e razionale, sembra che alla base delle scelte e delle decisioni pesi maggiormente questo aspetto del cervello appunto del funzionamento ad immagini.
Facciamo un esempio premettendo che un’immagine non è solo visiva, ma coinvolge la maggior parte – se non tutti – i nostri sensi: una fetta di pane con il cioccolato cosa ci fa venire in mente? Per molti questa è l’immagine simbolo della giovinezza, quando la mamma ci preparava la merenda dopo aver giocato a pallone… era un piacere unico che coinvolgeva i sentimenti e il bisogno di essere amati, riconosciuti, coccolati ecc.
Grazie a questa immagine, ogni qual volta vediamo del cioccolato vi associamo le stesse sensazioni, e creiamo un richiamo irresistibile che va oltre la nostra razionalità perché ci colpisce nel cuore dell’essere – le emozioni. Poco importa se oggi quel cioccolato viene preparato da una multinazionale e contenga un insieme di ingredienti di bassa qualità e dannosi per la salute.
Su questa conoscenza del cervello viene costruita la pubblicità; raramente essa fa appello alla nostra intelligenza o alla razionalità, ma al contrario si dimostra spesso superficiale e banale, con messaggi semplici e ripetitivi. Il suo punto di forza sta proprio nell’immagine che propone, la quale coglie in pieno i nostri sentimenti e diventa perciò estremamente convincente.
Così, solo per fare alcuni esempi, la pasta è sinonimo di casa e di amore familiare; i biscotti richiamano i nostri nonni e il tempo felice dell’infanzia; le bevande la gioventù spensierata, i dolci le coccole per noi stessi… tutto il resto, ossia la qualità del cibo e la salute, passano in secondo piano.
Con questa lunga introduzione arriviamo al nostro Natale, evento dell’anno, carico come nessun altro di immagini a forte impatto emotivo. I cibi tipici sono i dolci, come il torrone, la cioccolata, il panettone in tutte le sue varianti; i vini come gli spumanti; alcuni piatti tipici regionali e nazionali, come il cotechino con le lenticchie, gli agnolotti, il tacchino e così via.
Le immagini associate sono molto semplici e dirette, ed hanno a che fare con i buoni sentimenti come la gioia, la fratellanza, l’amicizia, l’amore… a Natale siamo tutti più buoni. Con questo slogan psicologico è più facile far cadere le barriere razionali, proprio quelle che ci dovrebbero avvertire degli inganni e delle frodi. Il Natale simboleggia la nascita e anche noi, come bambini appena nati, siamo più ingenui e quindi più vulnerabili, così non ci accorgiamo dei molteplici trucchi messi in atto da chi considera il profitto l’interesse principale di queste festività.
Lo scorso Natale in un noto supermercato c’era un offerta strepitosa: un panettone e uno spumante a soli 3,90 euro! In un colpo solo si sistemano due problematiche fondamentali e ci si può presentare al pranzo con la coscienza a posto.
Tale offerta fu presa letteralmente d’assalto, a dimostrazione che i consumatori ingenui si muovono più per immagini che per intelligenza; nessuno controllava l’etichetta di tali prodotti, né verificava in alcun modo la loro qualità. Nessuno si poneva una semplice domanda: “Come è possibile far stare in meno di quattro euro un prodotto di pasticceria che richiede ben 72 ore di lavorazione con uno che deriva dalla complessa e lunga fermentazione dell’uva?”.
Attenzione quindi a tutti i prodotti del Natale; controllate le date di produzione (e scoprirete che i panettoni ‘freschi’ sono stati fatti la scorsa primavera), gli ingredienti (coloranti, edulcoranti, additivi chimici, grassi idrogenati, tutti al posto di ingredienti di qualità) e soprattutto fate attenzione allo zucchero, prodotto economico ed estremamente dannoso per la salute, che abbonda nei dolci di bassa qualità.
Come detto all’inizio, a Natale non tutti sono più buoni, e questo vale anche e soprattutto per i cibi!
Nadia e Giacomo Bo
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