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L'aspirante e l'alchimia Interiore

Sul Sentiero II
L'aspirante e l'alchimia Interiore

di Bianca Varelli
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PARTE PRIMA - LA VITA UNA


L'Uni-verso

 

Pur se gli scienziati non sono ancora riusciti a descrivere con sicurezza il primo atto del nostro universo né la sua evoluzione iniziale, sembra che due concetti possano comunque riferirsi all’origine della Manifestazione: il Tutto e la Luce.
La scienza ritiene che nello stato primordiale di aggregazione della materia fosse presente il fotone, e cioè luce. “E luce fu” afferma concordemente la Bibbia ebraico-cristiana: dalla Luce, pertanto, ha avuto inizio la storia del mondo, prima che ogni altra cosa avvenisse.
Analogamente, nelle esperienza di premorte, oggi ampiamente studiate, i morenti riferiscono spesso di essere stati a contatto con una luce ineffabile, come se, uscendo dall’avventura nel mondo tridimensionale della materia, si rifluisse nella Luce da cui tutto è cominciato. Anche l’idea buddista di “realizzazione” si riferisce ad un dissolversi nella Luce.
L’universo (etimologicamente: “verso l’uno”) esiste nella diversità degli elementi che lo compongono, in cui ogni cosa interagisce con il Tutto a formare l’immenso disegno della Vita:


Il tutto è una sfera, anche Dio può essere così rappresentato, il centro di questa sfera è ovunque, la circonferenza non si trova in nessun luogo. La nostra terra è viva, la natura è divinizzata… (G. Bruno, De Immenso)


Nella creazione nulla è separabile e tutto ciò che esiste è connesso al suo contesto, al punto che Einstein affermava “Se solo le api sparissero alla terra resterebbero quattro giorni di vita”.
Recentemente la scienza ha riconosciuto la realtà della “rete energetica” in cui si svolge la vita e alla cui formazione noi tutti, cellule di un più grande Corpo, partecipiamo con il nostro pensiero, le nostre intenzioni, le nostre azioni, le nostre omissioni. Nuove teorie ipotizzano che spazio e tempo sussistono nell’universo in modo “curvo” e non lineare, condizionando gli “oggetti” ad una reciproca influenza.
Questa idea di animazione universale è stata più volte concepita dall’umanità, dalla dottrina neoplatonica dell’“anima mundi” ad una sorta di “Coscienza universale”, presente in tanta parte delle filosofie orientali, delle riproposte teosofiche e delle più recenti ricerche scientifiche:


L’uno, il Tutto Unico sono concetti intorno a cui abbiamo girato intorno per millenni….Questo senso (dell’Uno) può essere recuperato, gli si può conferire credibilità, riconoscendo che non è un’illusione, un “insight”, un “mistico insight” (è anche questo naturalmente) ma che ha una base e che i nuovi scienziati la stanno scoprendo. (E. Laslo, rip. in Notiziario della Buona Volontà mondiale, giugno 2006)


Afferma il poeta Emerson:


Unica è la luce attraverso miriadi di stelle; credo che il potere miracoloso sia solo un potere più grande ma esattamente della stessa natura. Non v’è che una sola forza, una sola forma di potere in tutta la realtà.


Per Antonio Rosmini Dio squaderna all’intelligenza umana “questo universo sì fisico che morale come un grande e sacro libro” nel quale  l’uomo ha il compito, definito e alto, di conoscere e investigare. L’Universo è colmo “di quesiti e difficoltà proposte a risolvere alla umana intelligenza, acciocché coll’investigarne le risoluzioni e le risposte, essa venga accrescendo di cognizione e di appagamento” (Teodicea, Prefazione).
Dio usa con l’umanità una metodologia maieutica; pone interrogativi, muove le nostre menti a ricercare, stimola attraverso le sensazioni e i sentimenti offrendo contemporaneamente gli strumenti per comprendere e risolvere questioni morali, sociali, pedagogiche, psicologiche; l’uomo è così invitato a ripercorrere e interiorizzare i possibili percorsi della Provvidenza e a riordinarne le trame attraverso l’uso dell’intelletto e dell’intuito.
L’esistente tutto è animato e vitale, pur essendo evidente la profonda diversità evolutiva tra le creature abilitate ad una vita legata alla materialità e al senso e l’uomo, che vive anche su un piano intellettivo. L’Universo è collegato da invisibili fili, non da tutti percepiti; bisogna esercitarsi a riconoscere “gli spirituali legami tra le cose che dall’immenso loro  numero ne fanno riuscire mirabilmente un sola” (Introduzione alla Filosofia).


   Bianca Varelli


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