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Riflessioni Teosofiche

Riflessioni Teosofiche

di Patrizia Moschin Calvi  - indice articoli

 

Postulati fondamentali de La Dottrina Segreta

Di Roberto Hack

Ottobre 2014

 

Tutte le più grandi verità cosmiche ed universali sono state tramandate dalle epoche arcaiche, preistoriche, per millenni e millenni, mediante un linguaggio universale, figurato, schematico, rappresentato da segni, figure, disegni geometrici, cifre: simboli atti ad esprimere, attraverso le varie generazioni nel mondo, queste verità grandiose, rimaste quale retaggio dell’Umanità intera.

Helena Petrovna BlavatskyRicerche archeologiche presso i diversi popoli ci dimostrano l’esistenza di questo linguaggio simbolico e ci rivelano chiaramente le tracce di tali simboli; simboli che serviranno a far comprendere con maggior facilità certe verità occulte, relative all’origine dell’Universo e dell’Uomo. Tutta La Dottrina Segreta è basata su memorie preistoriche ed H.P. Blavatsky comincia col presentarci questi insegnamenti esoterici mediante alcuni di questi simboli fondamentali che, come Essa stessa dichiara nel Proemio, sono tracciati su foglie di palma, rese inalterabili al fuoco, all’aria, all’acqua mediante processi speciali sconosciuti.

Questo manoscritto arcaico risale ad un’epoca antichissima e, probabilmente, è un frammento del libro “DZYAN”. Gran parte della Dottrina Esoterica è basata sulle Stanze di questo libro, che costituiscono gli annali di un popolo preistorico sconosciuto all’etnologia e sono scritte in una lingua attualmente ignota ai filologi, la cui fonte è evidentemente quella dell’Occultismo.

Sulla prima facciata di detto manoscritto, impresso su foglie di palma, dice Blavatsky, appare un disco bianco immacolato, su fondo nero. Sulla facciata seguente vi è un disco simile, con un punto nel centro. Quale sarà il significato di questi due dischi, così semplici nella loro espressione? Il disco bianco su fondo nero è l’espressione più semplice dell’Assoluto e rappresenta il Cosmo nell’Eternità, prima del risveglio dell’Energia ancora assopita. Spesso l’Assoluto viene chiamato pure “Tenebre Assolute”, quando non vi è ancora la manifestazione. Nella maggior parte dei libri sacri si parla di queste Tenebre Assolute che, secondo gli insegnamenti dell’Occultismo orientale, sono l’Unica Realtà, la base e la radice della Luce, che non potrebbe mai manifestarsi e neppure esistere senza di esse. La Tenebra, nella sua base radicale, è semplicemente una massa di ombre e, non potendo essere eterna, è semplicemente una Maya, un’illusione. Anche nella Genesi (1-2) si legge che la luce è creata dalle tenebre: “E le tenebre erano sulla faccia dell’abisso e su di essa si muoveva lo Spirito di Dio”.

Il cerchio intero rappresenta l’Unità Divina da cui tutto procede ed a cui tutto ritorna. La sua circonferenza, simbolo forzatamente limitato, data appunto la limitazione della mente umana, indica la Presenza astratta, Presenza per sempre inconoscibile, ed il suo piano, l’Anima Universale, quantunque i due siano uno. È su questo piano che hanno inizio le manifestazioni manvantariche e, su di esso, l’Unità apparirà come una Dualità. È in quest’Anima Universale che comincia la manifestazione manvantarica, dopo il lungo Pralaya o periodo di riposo e di non manifestazione; e la durata di un manvantara viene espressa nella cronologia brahmanica mediante un numero composto da ben 15 cifre.

Questo è un periodo di attività della Realtà Unica che si esprime appunto in manifestazioni successive chiamate “periodi manvantarici”; a queste fasi di attività seguono periodi corrispondenti di riposo, detti “Pralaya”. È in quest’Anima Universale che, durante il Pralaya, sonnecchia per così dire il Pensiero Divino, nel quale giace nascosto il piano di ogni futura Cosmogonia e Teogonia.

Trattando di questi argomenti le parole sono assolutamente inadeguate ad esprimere i concetti che trascendono la conoscenza umana comune; non dobbiamo perciò prendere alla lettera i termini con i quali tentiamo di esprimere simili concezioni trascendentali, ma dobbiamo cercare di penetrarne intuitivamente lo spirito ed il significato. Così, quando si parla del Pensiero Divino che sonnecchia, ciò significa che, anche durante il Pralaya, che alla coscienza appare come non-manifestazione, come un Cosmo in dissoluzione, l’Essenza stessa della Vita persiste. L’Essenza Divina si trova allora nel suo stato originale di Coscienza Assoluta, di pienezza di Vita, della vera Realtà illimitata, dell’Unità incondizionata. L’uomo, incapace di formare qualsiasi concetto, salvo nei termini di fenomeni empirici, è impotente a sollevare il velo che cela la grandiosità dell’Assoluto. Siamo capaci di percepire, di registrare gli stati di coscienza continuamente mutevoli, ma solo lo Spirito liberato è in grado di realizzare, per quanto debolmente, la natura della Sorgente da cui proviene ed a cui ritornerà. Quando il Grande Pralaya avrà ricondotto al Principio originale non solo ogni forma materiale, dalla più densa e grossolana, alla più eterea e raffinata, ma perfino gli Ego Spirituali, tutti gli Esseri, come tutte le altre cose, non formeranno più che un’unica e sola realtà. Tutto sarà stato riassorbito dal “Grande Soffio”, ossia sarà ritornato all’Unità Divina e fuso in Essa.

Le parole sono importanti ad esprimere queste grandiose Realtà, a far concepire ciò che trascende il potere di comprensione della coscienza comune. Occorre innalzarsi al di sopra del piano della ragione, bisogna rivolgersi all’intuizione per potere afferrare e percepire queste sublimi verità. Tuttavia, siccome siamo nel piano della manifestazione, dobbiamo servirci, forzatamente, dei mezzi a nostra disposizione, cercando però di non cristallizzarci, di non fermarci al significato apparente della parola, ma sforzandoci invece di penetrarne il senso intimo, profondo, l’essenza reale e sottostante.

Il simbolo, come dice Blavatsky, rappresenta la VITA UNICA eterna, invisibile e tuttavia onnipresente, senza principio né fine eppur periodica nelle Sue manifestazioni regolari tra le fasi nelle quali regna l’oscuro mistero del Non-Essere; incosciente e tuttavia Coscienza Assoluta, irrealizzabile e tuttavia l’Unica Realtà Autoesistente: insomma “un caos per i sensi, un cosmo per la ragione”. Questo simbolo così semplice esprime dunque la Verità più grandiosa, la Realtà più sublime: la VITA UNICA. Vita Unica che permea di sé ogni atomo dell’Universo manifestato e quindi le infinite miriadi di forme derivanti dall’aggregazione successiva e graduale di questi atomi nei vari piani della natura; Vita Unica che si rivela e si manifesta attraverso ogni forma e grado di coscienza.

Orizzonti sconfinati si dischiudono all’individuo che sente e percepisce realmente e profondamente il significato di questa realtà; ed è questa realtà, questa Vita Unica, che rappresenta la Divinità, l’Essenza Assoluta che costituisce la base principale della Fratellanza umana ed universale. Ogni sentimento di amore, tanto il più elevato, quanto il più semplice, è espressione di questa Realtà che appare in tutti i gradi di coscienza; ed è su questo principio unico ed assoluto che sono basate tutte le grandi religioni del passato e del presente; ed è pure da questo che il Movimento Teosofico trae la sua forza e le sue realizzazioni di coscienza. Gli infiniti mondi siderali che si rivelano all’esame del telescopio sono tutte espressioni di questa unica, eterna Realtà.

Quando gli uomini giungeranno a comprendere non solo intellettualmente, bensì per intuizione, il significato di questo concetto sublime dell’Unità della Vita, quando tutto ciò diverrà un’effettiva realizzazione di coscienza, allora la Fratellanza Universale di tutti i regni della natura sarà una realtà vivente anche sulla terra. La Fratellanza Universale è una realtà spirituale, è un fatto da riconoscersi: realtà che esiste in ognuno di noi, in ogni cosa. Sul piano fisico, questa realtà comincia a rivelarsi anche attraverso lo studio delle Scienze: per esempio, nella ricerca della costituzione della materia si riduce la materia stessa, nelle sue infinite varietà, alla più semplice forma di un’energia unica, universale. La scienza riconosce sempre più che sotto a tutte queste forme materiali vi è una realtà spirituale. Spirito e materia sono i due aspetti indivisibili, inseparabili di una realtà unica che non è né spirito, né materia, ma una Essenza Assoluta che possiamo intuire, seppur non descrivere, poiché ogni rappresentazione sarebbe una limitazione di ciò che trascende il piano della manifestazione. Quando questa Essenza Assoluta si manifesta, appare la dualità di spirito e materia: spirito e materia che sono coeterni e non debbono essere considerati come realtà indipendenti ma come due aspetti o simboli dell’Assoluto costituenti le basi dell’Essere condizionato.

Nel secondo simbolo, il disco bianco immacolato su fondo nero, appare un punto nel centro. Questo punto nel circolo fino allora immacolato, Spazio ed Eternità in Pralaya, indica l’aurora della differenziazione. Sta ad indicare l’Uovo del Mondo, come dice Blavatsky, e rappresenta il Germe che diverrà l’Universo, il Tutto illimitato e periodico; Germe che è ciclicamente ed alternativamente latente ed attivo e simboleggia l’impulso creatore che comincia col risveglio dell’Ideazione Cosmica, la quale si traduce in azione e dà inizio alla manifestazione; da questo Germe si svilupperà, grado a grado, ciò che noi chiamiamo il Cosmo Universale.

L’unico attributo assoluto della Vita Unica, che è esso stesso movimento eterno ed incessante, è chiamato, nel linguaggio esoterico, il “Grande Soffio”, ed è il movimento perpetuo dell’Universo, nel senso di Spazio illimitato ed onnipresente. Però, in realtà, non vi è niente privo di moto nell’Anima Universale.

Fin dall’inizio dell’eredità umana, dal primo apparire degli Architetti, dei Costruttori del Globo sul quale viviamo, la Divinità non-rivelata fu riconosciuta e considerata sotto un unico aspetto filosofico, il Moto Universale, il Fremito del Soffio Creatore nella natura. Secondo una definizione occulta dell’Esistenza Unica “La Divinità è un arcano, un Fuoco vivente (o mobile) e gli eterni testimoni di questa Presenza invisibile sono la luce, il calore e l’umidità”, poiché questa trinità include ogni fenomeno nella natura e ne è la causa. Evidentemente si parla qui della manifestazione, quando questo Germe dallo stato latente è passato all’attività, dando origine all’Universo stesso. Il movimento intracosmico è eterno ed incessante; il movimento cosmico – quello che è visibile o percepibile – è finito e periodico. Come astrazione eterna è l’Eterno Presente; come manifestazione è finito, tanto nella direzione dell’avvenire quanto in quella del passato, essendo ambedue l’Alfa e l’Omega di successive ricostruzioni.

È interessante osservare, a questo proposito, come proprio in questi ultimi anni insigni scienziati fisici, astronomi e studiosi in genere abbiano preso in considerazione questa realtà sotto un aspetto matematico. Per esempio, nell’Astronomia, studiando la struttura dell’Universo, particolarmente su basi matematiche, alcuni scienziati quali Milne, giungono a conclusioni veramente singolari. Nella Relazione annuale del 1944 alla Reale Associazione Britannica per l’Astronomia, Milne, quale Presidente dell’Associazione stessa, esamina minutamente vari concetti relativi alla struttura dell’Universo, confutando certe parti delle teorie di Einstein. Mediante profonde disquisizioni matematiche egli giunge a dimostrare l’esistenza di due tempi: l’uno, il tempo finito e periodico che si rivela nella costituzione dell’Universo cosmico; l’altro, “un tempo” che tende verso l’infinito, illimitato.

Così, nel campo della pura scienza matematica, si verificano e si realizzano i due aspetti dell’Assoluto: il relativo e l’assoluto. È veramente straordinario vedere come la scienza più esatta, su basi puramente matematiche e fisiche, senza nessuna idea preconcetta di principi spirituali e metafisici, arrivi al riconoscimento della più grandiosa realtà metafisica sul piano della scienza astratta, emettendo ipotesi ed affermando postulati che convergono nell’addurre elementi a conferma dell’evoluzione cosmica, quale è descritta dalla Scienza Arcaica, e intuendo l’Unità Assoluta, base e sorgente della dualità manifesta nell’Universo.

È una cosa stupenda vedere come la coscienza umana, che pur ci appare così limitata, giunga a realizzare, a penetrare gradatamente attraverso un lavoro interiore intenso, ad intuire queste grandiose verità metafisiche. Tali intuizioni ci dimostrano e ci confermano che queste realtà spirituali sono inconsciamente presenti; sono realtà che permeano tutti gli esseri, tutte le cose esistenti. Noi siamo capaci di tradurle in idee, in concezioni intellettive, perché queste realtà esistono latenti in noi e tendono solo a svilupparsi attraverso la grandiosa opera dell’evoluzione.

Questo Germe divino ed eterno esiste, latente, perfino nelle cose più umili e più materiali, come è espresso in un detto orientale: “La Vita Divina sonnecchia nel minerale, si desta nella pianta, sogna nell’animale e giunge, dopo infinite età, alla piena fioritura nella coscienza umana”. Differenziazione di grado, ma identità di sostanza. Si può così capire il concetto dell’uomo “creato ad immagine e somiglianza di Dio”, il cui significato esoterico esprime la più profonda realtà spirituale, la realtà della Vita Unica, che permea di sé ogni cosa esistente; di quell’Essenza Divina, “nella quale viviamo, ci muoviamo e siamo”, l’unica Realtà sottostante alle illusorie apparenze fenomeniche del mondo materiale e nella quale si dissolve ogni senso di separatività.

 

   Roberto Hack

 

Roberto Hack, giornalista e scrittore, padre dell'astrofisica Margherita Hack, è stato Segretario Generale della Società Teosofica Italiana dal 1962 al 1971.

- Tratto dalla rivista “Alba spirituale”, rassegna mensile della Società Teosofica Italiana, aprile 1962.


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