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La Peste Emozionale

Da: "Analisi del carattere" di Wilhelm Reich - Sugarco edizioni
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Il termine di " peste emozionale " non ha un significato diffamatorio. Non riguarda la malvagità conscia, la degenerazione morale o biologica, l'immoralità e così via. Un organismo a cui é stata tolta la possibilità sin dalla nascita della locomozione naturale, sviluppa forme artificiali di locomozione. Un simile organismo zoppica oppure si serve di grucce. Allo stesso modo un individuo si muove nella vita servendosi dei mezzi della peste emozionale, se sin dalla nascita sono state soppresse le naturali manifestazioni vitali dell'autoregolazione. L'appestato emozionale zoppica caratterialmente. La peste emozionale é una biopatia cronica dell'organismo. Essa fece la sua comparsa nella società umana insieme alla prima repressione a livello di massa della vita amorosa genitale; essa divenne un'endemia che flagella la popolazione della terra da migliaia di anni. Non vi sono motivi per cui si possa presumere che la peste emozionale venga trasmessa ereditariamente dalla madre al figlio. Essa viene piuttosto inculcata nel bambino nei primi giorni di vita. E' una malattia endemica, come la schizofrenia o il cancro, con la differenza che essa si manifesta essenzialmente nella convivenza sociale. La schizofrenia e il cancro sono biopatie che possiamo considerare il risultato dell'infuriare della peste emozionale nella vita sociale. Gli effetti della peste emozionale sono riscontrabili sia nell'organismo che nella vita sociale. La peste passa periodicamente dallo stato endemico a quello epidemico, allo stesso modo di qualsiasi altra pestilenza, come per esempio la peste bubbonica o il colera. Le esplosioni epidemiche della pestilenza emozionale si manifestano in gigantesche esplosioni di sadismo e criminalità, in piccolo e grande stile. L'Inquisizione cattolica del Medioevo rappresentò una simile esplosione epidemica, il fascismo internazionale del XX secolo un'altra.
Se non consideriamo la peste emozionale come una malattia nel senso stretto della parola, rischieremmo di mobilitare contro di essa il randello della polizia anziché la medicina e l'educazione. E' tipico della peste il fatto che essa renda necessario il randello e che in questo modo riproduca se stessa. Nonostante la minaccia della vita che essa rappresenta, non verrà mai domata dal randello della polizia.
Nessuno si sente offeso quando gli si dice che é malato di cuore o che é nervoso. Nessuno può sentirsi offeso quando si dice di lui che soffre d un " attacco acuto di peste ". E' diventato abituale fra i sessuo-economisti che essi dicano di se stessi. " Oggi non riesco a combinare nulla perché sono appestato." Nel nostro ambiente, gli attacchi di peste emozionale, se sono di natura lieve, vengono superati nel senso che l'individuo colpito si isola e attende che l'attacco di irrazionalismo scompaia. Nei casi più gravi, in cui non servono ragionamenti razionali e consigli amichevoli, si supera il problema vegetoterapeuticamente. Ci si convince che simili attacchi acuti di peste vengono regolarmente prodotti da un disturbo della vita amorosa, e che scompaiono quando si elimina il disturbo. L'attacco acuto di peste é un fenomeno tanto familiare a me e ai miei collaboratori più vicini che lo accettiamo con calma e lo risolviamo obiettivamente. Un aspetto importantissimo é che i vegetoterapeuti imparino durante il loro tirocinio a rendersi conto essi stessi degli attacchi acuti di peste, a non smarrirsi in essi, a non permettere che questi attacchi danneggino l'ambiente sociale in cui vivono e ad aspettare, distaccandosi intellettualmente, che passino. In questo modo si riescono a limitare al minimo gli effetti dannosi quando ci si trova a collaborare con altri. Naturalmente a volte capita che un simile attacco di peste non venga superato e che l'individuo colpito sia la causa di danni più o meno gravi o che addirittura si debba ritirare dal lavoro che svolgeva. Noi accettiamo questi incidenti così come si accetta una grave malattia fisica o il decesso di un caro collega di lavoro. 
La peste emozionale é più vicina alla nevrosi del carattere, che a una malattia cardiaca organica, ma alla lunga può generare il cancro o malattie cardiache. Essa viene alimentata, come la nevrosi del carattere, da pulsioni secondarie. Essa si distingue dai difetti fisici per il fatto che é una funzione del carattere e che come tale viene violentemente difesa. L'attacco di peste non viene percepito, come accade nell'isteria, come un attacco patologico e estraneo all'Io. Se consideriamo che già il comportamento nevrotico-caratteriale é normalmente brillantemente razionalizzato, la stessa cosa vale in misura molto maggiore per la reazione della peste emozionale: la mancanza della sua conoscenza é molto maggiore. Ci si chiederà in base a che cosa riconosciamo la reazione pestilenziale e in base a che cosa la distinguiamo da una reazione razionale? La risposta é la stessa che vale per distinguere una reazione caratteriale nevrotica da una reazione razionale: non appena si sfiorano le radici o i motivi della reazione pestilenziale, si manifesta immancabilmente angoscia o ira. Discutiamo il fenomeno più dettagliatamente.
Un individuo essenzialmente non appestato e orgasticamente potente non sviluppa angoscia, ma vivo interesse quando per esempio un medico illustra la dinamica dei processi vitali naturali. L'appestato emozionale invece diventa irrequieto o si adira quando sente parlare dei meccanismi della peste emozionale. Non tutte le impotenze orgastiche conducono alla peste emozionale, ma ogni appestato emozionale é orgasticamente impotente in modo permanente oppure lo diventa poco prima dell'attacco. In questo modo possiamo facilmente distinguere la reazione pestilenziale dalle reazioni razionali. Inoltre: un comportamento naturalmente sano non può essere disturbato o annientato da nessun intervento veramente terapeutico. Non esiste per esempio nessun mezzo di tipo razionale per "guarire", cioè disturbare, un felice rapporto amoroso.

 

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