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Riflessioni sui giornalisti

Di Georges Gurdjieff

Da: “Incontri con uomini straordinari” - Adelphi Edizioni
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Come venni a sapere in seguito, un certo industriale di Baku - il tipico raffinatore di petrolio, che aveva fatto fortuna - aveva anticipato una bella somma ad alcuni giornalisti, promettendo di raddoppiarla se fossero riusciti a rendere celebre la sua amante, fino a poco tempo prima cameriera presso un ingegnere russo che egli aveva sedotta in occasione delle sue visite di affari.
Ed ecco un altro esempio:
Leggevo di tanto in tanto, su un giornale tedesco molto diffuso, lunghi panegirici di un certo pittore, e questi articoli mi portarono a pensare che quest’artista fosse una specie di fenomeno dell'arte contemporanea. « Siccome mio nipote si era fatto costruire una casa nella città di Baku e aveva deciso, in previsione del suo matrimonio, di farla arredare in modo sontuoso, gli consigliai di non lesinare sul denaro e di mandare a chiamare quell'artista famoso perché dirigesse i lavori di decorazione e dipingesse alcuni affreschi. (Sapevo che quell'anno egli aveva avuto la fortuna di trivellare alcuni pozzi di petrolio ad alta resa che lasciavano sperare in un rendimento ancora migliore). Così le enormi spese sarebbero perlomeno servite ai suoi discendenti, che avrebbero ricevuto in eredità gli affreschi e altre opere di questo maestro eccelso.
Così fece mio nipote. Andò lui stesso a cercare l’illustre artista europeo. E presto giunse il grande pittore, trascinandosi appresso un'intera schiera di assistenti e operai e, così mi sembrò, perfino il proprio harem - nel significato europeo della parola, beninteso. Poi, senza fretta, si mise all'opera.
Il risultato del lavoro di questa celebrità contemporanea fu, innanzitutto, che il matrimonio venne rimandato, e, in secondo luogo, che si dovette spendere parecchio denaro per risistemare tutto, facendo poi ridipingere e decorare le pareti in modo più conforme alla vera pittura da semplici artigiani, persiani questa volta.
Nel caso presente, bisogna rendere giustizia ai giornalisti: fu quasi disinteressatamente che essi aiutarono quel pittore da strapazzo a far carriera, da modesti imbrattacarte quali erano.
Come ultimo esempio, vi racconterò una fosca storia di cui fu responsabile uno dei pontefici di quella specie di letteratura contemporanea particolarmente perniciosa.
Nel periodo in cui abitavo nella città di Khorasan, un giorno incontrai a casa di un comune amico due giovani sposi europei, e strinsi amicizia con loro. Essi si fermarono parecchie volte a Khorasan, ma ogni volta per pochissimo tempo.
Mentre viaggiava in compagnia della giovane moglie, il mio nuovo amico raccoglieva osservazioni faceva delle analisi per determinare gli effetti del nicotina di vari tipi di tabacco sull'organismo e lo psichismo degli esseri umani.
Avendo raccolto in vari paesi dell'Asia tutte le informazioni di cui aveva bisogno, ripartì per l'Europa con sua moglie e si mise a scrivere un'opera importante in cui esponeva le conclusioni delle sue ricerche.
Ora, per mancanza di esperienza, la giovane donna non aveva ancora imparato a prendere in considerazione l'eventualità che si presentassero “periodi neri” e, durante quei viaggi, aveva dato fondo a tutte le loro risorse. Così, per permettere al marito di portare termine il suo libro, si vide costretta a lavorare con dattilografa in una grande casa editrice.
Questa casa editrice era frequentata da un certo critico letterario che la incontrava spesso. Innamoratosi di lei, come si suol dire, o semplicemente desideroso di soddisfare la sua concupiscenza, egli tentò di indurla ad avere un legame con lui. Ma lei, da donna onesta che conosceva il proprio dovere, non cedette alle sue proposte.
Mentre in questa sposa fedele di un marito europeo trionfava la morale, quel tipico individuo contemporaneo, sudicio in ogni senso, nutriva, tanto più forte in quanto la sua concupiscenza non era stata soddisfatta, il desiderio di vendetta abituale in gente del suo stampo, cosicché egli riuscì, con i suoi intrighi, a farle perdere il posto senza il minimo motivo. Poi, quando suo marito ebbe terminato e pubblicato la sua opera, per rancore, quel critico si mise a scrivere sui quotidiani di cui era collaboratore e perfino su altri giornali e riviste tutta una serie di articoli in cui dava del libro un'interpretazione assolutamente falsa.
In breve, egli lo screditò a tal punto da farne un fiasco; nessuno si interessò di quel libro né lo comprò.
Gli intrighi di uno dei rappresentanti malefici di una letteratura priva di princìpi ebbero questa volta il risultato di spingere un onesto ricercatore a porre fine ai propri giorni. Quando questi ebbe esaurito tutte le sue risorse e non ebbe più neanche da comprarsi il pane per sé e per la sua cara moglie, dopo essersi messi d'accordo, tutti e due si impiccarono.
I critici letterari, a causa dell'influenza che la loro autorità di scrittori esercita sulla massa degli uomini ingenui e facili da suggestionare, a mio avviso sono mille volte più nocivi di tutti quei mocciosi di giornalisti.
Per esempio, io conoscevo un critico musicale che per tutta la sua vita non aveva mai toccato uno strumento, e che dunque non aveva nessuna comprensione pratica della musica: non sapeva neppure che cosa fosse un suono, né quale fosse la differenza esistente tra le note do e re. Ciò nonostante, le anomalie inerenti alla civiltà contemporanea gli avevano consentito di occupare un posto di responsabilità come quello del critico musicale, e di diventare successivamente un'autorità per i lettori di un giornale in piena prosperità la cui diffusione era considerevole. I suoi giudizi del tutto incompetenti avevano finito per inculcare nei lettori opinioni definitive, mentre la musica sarebbe potuta essere per loro ciò che essa è in realtà: una fonte di corretta comprensione di uno degli aspetti della conoscenza.

 

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