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Siamo Dio

Di Bruno Franchi
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Dargli voce in questo nostro parlare, mi consente di sviluppare la continuità dal suo lavoro al mio modo di vedere le cose, perché grazie a lui non sarei qui a dialogare con te, per affermare qualcosa di completamente nuovo e autentico. Ma tolta questa premessa indispensabile, sai cosa disse Galileo ai suoi oppositori?
Bé questo non lo so.
“Io credo che al mondo non vi sia odio maggiore di quello dell’ignoranza verso il sapere  ”. Devi sapere che il padre di Galilei, matematico e maestro di musica, non  aveva simpatia per i leccapiedi delle cosiddette autorità scientifiche e li contrastava quando questi intervenivano nelle discussioni scientifiche. Egli salvaguardò il diritto a poter discutere chiaramente e liberamente. Lo stesso Galilei si attirò l’ostilità dei professori, i quali asserivano che la verità scientifica era da ricercarsi nei libri e non negli esperimenti. I professori si basavano sulla filosofia del greco pagano Aristotele. I Greci come tu sai avevano studiato la statica e le leggi dell’equilibrio, Galilei invece le leggi del moto, la dinamica, le leggi sulla caduta dei gravi. In uno dei suoi scritti si legge, “ Nella natura non vi é forse nulla più antico del moto  ”. Devi sapere che in questo secolo Wilhelm Reich ( 1897-1957 ) dimostrò che é l’immensa energia orgonica cosmica da lui scoperta, cioè un’energia primordiale, che muove l’intero Universo ed é priva di massa, mentre la reale formazione di materia avviene soltanto tramite la sovrapposizione orgonomica di due o più unità d’energia rotanti su se stesse a spirale. Ma Galileo dimostrava con i suoi famosi esperimenti che la velocità di caduta é indipendente dal peso e quindi, non era più valida la affermazione di Aristotele che gli oggetti pesanti cadono più velocemente di quelli leggeri. Chi metteva in discussione le affermazioni di un Aristotele, valide da ben 2000 anni, suscitava timori e non veniva preso sul serio. Ma Galileo non si arrese a nessuna autorità tradizionale e a soli 25 anni professore di matematica a Pisa era già assai malvisto, perché aveva attaccato i suoi avversari scienziati con spietata ironia. Due anni dopo dovette lasciare Pisa e divenne professore a Padova. Qui nel 1609 Galilei puntò per la prima volta verso il cielo un telescopio che aveva costruito egli stesso. Ma devi sapere che i professori dopo aver messo in dubbio quanto essi avevano visto e avrebbero potuto vedere con i propri occhi lo costrinsero a lasciare anche l’università di Padova. Quei severi professori temevano evidentemente una verità scientifica che contraddiceva il pensiero tradizionale. La maggior parte di loro si rifiutò di guardare nel telescopio di Galileo oppure considerò tutto ciò che vedeva come un’illusione. Galileo scoprì, come tutti sanno oggi, che la luna ha monti e valli come la terra, scoprì quattro lune di Giove, l’anello di Saturno, le macchie solari. Ma per i suoi nemici di allora erano frottole e agli insegnanti era proibito anche solo accennare alle sue scoperte. Questa tattica mio caro gemello, dell’ignorare e del porre in ridicolo si é conservata fino ad oggi e viene usata nei confronti di scoperte ed invenzioni considerate spiacevoli. Alcuni, come si usa fare anche ai giorni nostri con gli innovatori poco graditi, gli diedero del pazzo. “Che pensereste voi ” domandò Galileo “di illustri scienziati ai quali mi sono offerto migliaia di volte di mostrare i miei studi e che però con l’incurante ostinazione di un serpente sazio non hanno  mai acconsentito a guardare o pianeti o la luna attraverso il mio telescopio? In verità così come le serpi chiudono le loro orecchie, così gli uomini chiudono i loro occhi dinanzi alla luce della verità”.  Indipendentemente da Galileo e solo due mesi dopo di lui, il gesuita, astronomo e matematico Christoph Schreiner (1575-1650 ) scoprì le macchie solari. Il suo superiore lo mise in ridicolo con queste parole: “Ho letto tutte le opere di Aristotele dall’inizio alla fine e non vi ho trovato nulla di quanto tu affermi. Tranquillizzati, figlio mio. Le tue macchie solari non sono altro che difetti delle  tue lenti e dei tuoi occhi ”. Galilei però entrò in conflitto con Schreiner, quando questi dichiarò che le macchie solari erano soltanto piccoli pianeti. Anche Cristoph Clavius, un professore di matematica a Roma assai conosciuto, pensava che le scoperte di Galileo provenissero da un difetto delle sue lenti e tentò di accordare le osservazioni di Galileo con l’antica concezione aristotelica che voleva la luna piatta e non rugosa, come Galilei cercava di dimostrare con il suo telescopio. Ma secondo Clavio, Galilei sarebbe stato ingannato dallo strato cristallino che ricopriva queste presunte montagne e valli. Galileo giudicava ironicamente questa opinione come una fuga dalla verità nella fantasia. Un professore di filosofia all’università di Pisa di nome Boscoglio, invece, affermava che se anche le osservazioni di Galileo rispondessero a verità, sarebbe stata eresia pura accettare il Sole al centro dell’Universo. Non so se tu sai che Galileo al contrario diceva: “ Il mio  stupore é infinito e così pure la mia riconoscenza verso Dio per avermi permesso di vedere per primo cose tanto stupende e nascoste per secoli ”.  Il grande “crimine” di Galilei fu l’aver provato sulla traccia di Copernico (1473-1543 ), che la terra non é il centro dell’universo bensì che essa ruota in realtà intorno al sole. Tutto ciò non era solo pericoloso, in quanto provocatorio nei confronti dei teologi e filosofi della Scolastica, poteva esistere anche il pericolo che venissero ad essere falsate la fede e le sacre Scritture. Ingannevole per Galileo se tu non lo sai fu una lettera inviata nel 1615 a Cristina, la nonna del granduca Cosimo II de Medici, nella quale manifestava l’opinione, che la Bibbia non dovesse esser presa alla lettera. Non dovrebbe essere permesso a chiunque menzionare passi delle Sacre Scritture, che contraddirebbero ciò che noi possiamo percepire con i sensi. “Non é la Bibbia a sbagliare” egli disse “ ma chi la interpreta ”.

 

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