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Guy de Maupassant

 

Biografia

Guy de Maupassant (Castello di Miromesnil, Tourville-sur-Arques, 1850 - Parigi 1893), nacque in una famiglia dell’alta Normandia: il padre, Gustave, era il tipico rappresentante della piccola nobiltà provinciale; la madre, Laure Le Poitevin, era figlia di un piccolo industriale di Rouen. Sullo sfondo del paesaggio normanno, la sua infanzia, turbata dagli aspri contrasti che opponevano i genitori, si svolse sotto la guida attenta della madre: colta, sorella di Alfred Le Poitevin, intimo amico di G. Flaubert, amica lei stessa del severo e rigoroso scrittore, si preoccupò soprattutto di sviluppare nel figlio qualità di gusto letterario. Alla separazione dei genitori, nel 1860, il piccolo Guy, che porterà i segni di questo periodo familiare tormentato, rimase con la madre e, poco dopo, fu iscritto al collegio ecclesiastico di Yvetot. Lì, all’età di tredici anni, sperimentò i riti severi della disciplina, a cui tentò di reagire dedicandosi a letture «proibite» di cui conserverà il ricordo e l’impronta: V. Hugo, Ch. de Laclos, Sade. Espulso dal collegio dopo un anno per aver scritto versi «indecenti» in occasione del matrimonio di una cugina, fu iscritto al liceo di Rouen. Conobbe in quel periodo il poeta L. Bouilhet, amico di famiglia e di Flaubert; a lui mostrò i primi versi, richiedendogli consigli di composizione poetica. In quello stesso periodo Guy de Maupassant iniziò un profondo rapporto con lo stesso Flaubert, un legame di tipo familiare. Nel 1869, ottenuta la licenza in lettere, si trasferì a Parigi dove si iscrisse alla facoltà di diritto. La mobilitazione per la guerra franco-prussiana lo ricondusse in armi nei dintorni di Rouen, e quindi in Parigi assediata, fino al novembre 1871. Dopo il congedo, il padre gli procurò un impiego presso il ministero della marina; vi sarebbe rimasto, in qualità di funzionario intermedio, fino al 1879, per poi passare (nel 1880) alle dipendenze del ministero dell’istruzione pubblica.

 

La noia della vita d’impiegato e i continui tentativi di reagire al suo grigiore caratterizzarono il Maupassant di quegli anni inquieti, quando egli era ancora incerto sulle scelte essenziali per la propria vita. Manteneva intanto il legame con Flaubert, che, nel 1873, lo coinvolse nella preparazione dello «stupidario» di Bouvard e Pécuchet, richiedendogli continue informazioni sulle abitudini e le idee degli impiegati ministeriali. Flaubert lo introdusse inoltre presso i maggiori scrittori francesi del momento: E. Zola, A. Daudet, C. Mendès, P. Alexis, J.-K. Huysmans, J.-M. de Héredia, i fratelli Goncourt. Stimolato da questo clima intellettuale, Maupassant iniziò a scrivere articoli di critica letteraria, pubblicandoli sulla «République des Lettres» e sulla «Nation». Pubblicò anche una raccolta di versi, e una sua commedia, Storia del tempo antico [Histoire du vieux temps], fu rappresentata e accolta con favore dalla critica parigina. Ma il suo vero esordio letterario avvenne nel 1880, con la pubblicazione del racconto Palla di sego [Boule-de-suif] nel volume collettivo Le veglie di Médan [Les soirées de Médan], manifesto letterario del naturalismo nascente. A fianco dei racconti di Zola e di altri scrittori a lui vicini, la storia antimilitarista di Palla di sego si distingueva per il crudele realismo della narrazione, e fu salutata da Flaubert come autentico e perfetto capolavoro. Il grande successo riscosso da questa prima prova narrativa indusse Maupassant a intraprendere senza incertezze il mestiere di scrittore. Nei dieci anni che seguirono, egli sviluppò una produzione vastissima: trecento racconti e sei romanzi, pubblicati con un ritmo frenetico. Ogni mese, almeno due racconti per il «Gaulois» e il «Gil-Blas»; ogni anno almeno un volume di racconti, a cui si aggiunsero romanzi e libri di viaggio, da La casa Tellier [La maison Tellier, 1881] a Una vita [Une vie, 1883], a Bel-Ami (1885), Mont-Oriol (1887), Pierre et Jean (1888), Forte come la morte [Fort comme la mort, 1889], Vita errante [La vie errante, 1890]. Si tratta di una serie ininterrotta di tranches de vie nei modi di un naturalismo rigorosamente dominato da un controllo stilistico e intellettuale di derivazione flaubertiana, storie attraversate da temi ricorrenti: la Normandia, bambini abbandonati, amori infelici, le crudeltà della guerra, le mediocrità della vita borghese. L’incessante produzione letteraria fu sostenuta da ripetuti successi. Lavoratore indefesso, dedito all’uso degli stupefacenti, vitalista appassionato, amante instancabile, ebbe un primo cedimento della sua irruente esuberanza nel 1879, quando si trovò costretto a rinchiudere in manicomio il fratello Hervé. In realtà la malattia del fratello era il tragico segno della sifilide, malattia (in quel tempo incurabile) contratta in gioventù anche dallo scrittore. Sconvolto da atroci emicranie, incapace di scrivere, nel 1892 egli tentò il suicidio. Rinchiuso nella clinica psichiatrica del dottor Blanche, in preda alla follia, morì il 6 luglio 1893.

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