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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 29-01-2008, 17.29.25   #1
Koli
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Quale futuro per la Metafisica?

(Non siete stati fortunati).

Si sta verificando sempre più una disillusione nei confronti della scienza dei primi principi e del soprasensibile, intesa nella sua accezione teologica, quindi provvidenziale. Nietzsche non aveva torto nell'annunciare la morte di Dio e delle relative certezze che l'accompagnavano.
Perfino i credenti, soprattuttto in Occidente, sembrano tali solo in virtù di un retaggio culturale invece che "vocazionale". Si crede perchè "nel dubbio"...
Bisogna credere alla (grande) tradizione religiosa, che ci invita ad aprirci a Dio, scommettendo su di lui e confidando nel suo potere salvifico oppure ha ragione Severino a porre la tecnica (l'apparato tecnico-scientifico) come l'unico Dio rimasto in quanto (erronea) volontà di potenza, persuasa della manipolabilità degli oggetti? E se alla fine tale volontà rivelerà il suo lato autodistruttivo, come sembra indicare nei suoi scritti, in che cosa crederemo?
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Vecchio 07-02-2008, 15.35.49   #2
emmeci
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Prendiamo pure il termine “metafisica” nel senso che è invalso in Occidente anche se non era quello col quale ci sono state tramandate, dagli allievi di Aristotele, le sue opere. Credo. Koli, che anche i più ostili a quella che tu chiami una visione metafisica o religiosa - che dico? anche i nichilisti integrali, quelli che non credono né di vedere e pensare né di non vedere e pensare - infatti dove può arrestarsi il dubbio? – anche loro debbano credere che una verità assoluta esiste.
Ripeto quella che mi pare un’argomentazione sorprendente ma incontrovertibile. Infatti, qualunque cosa tu possa pensare sia la verità - che verità sia l’essere o il nulla, che sia fisica o metafisica, che sia grande come il leviatano o piccola come una farfalla, con tutte le possibili variazioni sul tema – che ci sia una verità assoluta non è contestabile, anche se non potremo conoscerla mai, anche se essa dovesse essere il contrario di tutto ciò che noi possiamo dire o pensare….vado ancora più avanti: la verità assoluta potrebbe essere perfino che una verità assoluta non c'è, e sarebbe questa l'assoluta verità, che quindi esiste senza ombra di dubbio, basata su una logica che può superare qualsiasi formula in cui uno la voglia racchiudere e può sorpassare anche sé stessa. E’ questo l’unico punto sicuro, ed è forse quello che ci stimola a cercare quella verità, sospesi sull’abisso del dubbio, prossimi a precipitarci dentro magari sperando per disperazione che la verità sia nel fondo di quell’abisso. O sia una scommessa in cui siamo attratti inconsapevolmente e che non si risolverà mai, perché nessuna posta sembra sufficiente a svuotare il banco, ossia a far calare l’ultimo velo su quella intoccabile nudità. Sì, io dico che il nostro pensiero non potrà mai arrivare a stabilire qual è l’assoluta verità (che sia la scienza o la tecnica mi pare talmente improbabile, Koli, che non vi credono neppure i tecnici e gli scienziati) – ma che una verità assoluta ci sia non è contestabile, forse, neppure da Dio. Ho detto “forse”, però, perché potrebbe esserci qualcuno superiore a Dio, cioè quel “Dio sopra Dio” che i mistici hanno talvolta inseguito e che, contrariamente agli dei delle religioni, non ha nessun attributo e forse neppure può essere chiamato Dio (un demonietto mi insinua che non ha neppure quel supremo attributo che sant’Anselmo chiamava “esistenza”).
E’ questa comunque l’ultima metafisica, la sola che può ancora avere diritto a quel nome e che nessuno – neanche un nuovo e più agguerrito Nietzsche – può illudersi di eliminare. (Del resto neanche Nietzsche era un nichilista integrale: infatti che cosa di meno nichilistico di una volontà di potenza che dovrebbe sostituire Dio? E figurarsi se potrebbe uccidere ciò che non ha volto né nome perché è totalmente altro da noi, cioè è l'Assoluto?).
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Vecchio 08-02-2008, 00.22.15   #3
Koli
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Credo. Koli, che anche i più ostili a quella che tu chiami una visione metafisica o religiosa - che dico? anche i nichilisti integrali, quelli che non credono né di vedere e pensare né di non vedere e pensare - infatti dove può arrestarsi il dubbio? – anche loro debbano credere che una verità assoluta esiste.

Sono d'accordo. Infatti sia il nichilismo radicale, inteso come negazione della verità (di ogni verità), sia il trivialismo. che sosteneva che tutto fossse vero, presenti entrambi anche al tempo di Arisotele, furono confutati da quest' ultimo (libro 4° della Metafisica), grazie al principio di non contraddizione. Sostenere oggi, ma anche all'epoca, uno scetticismo ingenuo, non sarebbe credibile, nonchè contradditorio.

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Ripeto quella che mi pare un’argomentazione sorprendente ma incontrovertibile. Infatti, qualunque cosa tu possa pensare sia la verità - che verità sia l’essere o il nulla, che sia fisica o metafisica, che sia grande come il leviatano o piccola come una farfalla, con tutte le possibili variazioni sul tema – che ci sia una verità assoluta non è contestabile, anche se non potremo conoscerla mai, anche se essa dovesse essere il contrario di tutto ciò che noi possiamo dire o pensare

Assolutamente d'accordo.


Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Sì, io dico che il nostro pensiero non potrà mai arrivare a stabilire qual è l’assoluta verità (che sia la scienza o la tecnica mi pare talmente improbabile, Koli, che non vi credono neppure i tecnici e gli scienziati) – ma che una verità assoluta ci sia non è contestabile, forse, neppure da Dio.

Qua devo fare una precisazione. Non era mia intenzione affermare che la verità assoluta possa giungerci dalla scienza e dal sua braccio "armato" che si chiama tecnica. Stando all'interpretazione severiniana infatti, la tecnica può essere considerata (erroneamente), l'unico Dio rimasto in quanto ha eliminato ogni epistéme, ovvero ogni volontà che pretendeva trovare un senso globale quindi assoluto, della realtà.

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Ho detto “forse”, però, perché potrebbe esserci qualcuno superiore a Dio, cioè quel “Dio sopra Dio” che i mistici hanno talvolta inseguito e che, contrariamente agli dei delle religioni, non ha nessun attributo e forse neppure può essere chiamato Dio (un demonietto mi insinua che non ha neppure quel supremo attributo che sant’Anselmo chiamava “esistenza”).

Qua non voglio riprendere la critica che ti ho rivolto in un altra discussione circa il predicato di esistenza. Mi interessa farti notare invece, che quello che dici, si avvicina in un certo modo, al discorso di Severino.

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
E’ questa comunque l’ultima metafisica, la sola che può ancora avere diritto a quel nome e che nessuno – neanche un nuovo e più agguerrito Nietzsche – può illudersi di eliminare. (Del resto neanche Nietzsche era un nichilista integrale: infatti che cosa di meno nichilistico di una volontà di potenza che dovrebbe sostituire Dio? E figurarsi se potrebbe uccidere ciò che non ha volto né nome perché è totalmente altro da noi, cioè è l'Assoluto?).

Sarebbe sbagliato credo, dire che Nietzsche (ma anche Leopardi), voleva distruggere la metafisica, intesa come visione globale. E' più corretto dire che voleva distruggere quel tipo di metafisica che pretendeva imporsi sul Tutto in quanto "originata" da Dio.
E' vero che la sua è una visione forte, ma il distacco dalla metafisica tradizionale, credo consista dalla consapevolezza che è l'Uomo che si crea le sue leggi e la sua morale e che inutilmente cerca di conferire a quest'ultime una giustificazione divina.
E' giusto dire, come fai tu, che nemmeno lui fosse un nichilista integrale, (questo lo affrema Nietzsche stesso), ma non dovresti attribuire a questo nome una qualifica ingenua come quella che possedeva ai tempi del Filosofo.
Lo scetticismo della filosofia contemporanea (stando sempre a Severino, e confesso che a me sembra ragionevole su questo punto), è molto più ostico di quello che potrebbe sembrare a prima vista ed ha radici profonde che si nutrono di filosofia greca.
Koli is offline  
Vecchio 08-02-2008, 10.01.45   #4
sileno
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

dire Verità assoluta e dire che questa è conoscibile è secondo me un ossimoro.......poi non penso che la scienza positiva voglia sostituirsi alla metafisica perchè ogni vero scienziato non direbbe mai di poter dare la spiegazione delle cause essenziali dell'Essere ( è molto utile a riguardo leggere ad esempio le opinioni di Russel )...detto questo potrebbe sembrare che ormai la filosofia abbia fatto la sua parte e sia destinata a rimanere lingua morta: niente di più fallace...la filosofia è secondo me una delle discipline più utili per l'umanità
perchè da chiunque è stata criticata e nondimeno la critica che se ne faceva era già filosofia...si pensi alle argomentazioni del Circolo di Vienna o al primo Wittgenstein....sarebbe utile veramente e doveroso sostituire alla metafisica dell'Essere una metafisica della conoscenza umana e procedere su questa strada se si vuole sperare che la filosofia torni ad essere lo splendore della civiltà umana.....

PS: adesso so già che mi verrete a dire "ma conosci una Verità assoluta: che cioè non è possibile conoscere una Verità assoluta".....ma se si dovesse ridurre la Verità assoluta alle condizioni di pensabilità delle possibilità della Verità assoluta allora che Verità assoluta sarebbe??????? se si facesse distinzione tra Verità e certezza reggerebbe più la confutazione aristotelica? e poi il principio di contraddizione è davvero condizione imprescindibile della Verità? cioè un principio basilare della correttezza del ragionamento è anche principio della Verità? l'Essere non può che essere non-contraddittorio? e via dicendo tanti interrogativi che abbisognano di una scansione concettuale necessaria dalla quale potrebbero sorgere le basi per una discussione disinteressata che magari potrebbero far approdare a risposte condivise...chissà....

PPS: non sono nichilista nè un puro empirista....secondo me davvero la conoscenza umana può approdare a certezze fondamentali...il problema è che penso che miliardi di certezze non costituiscono un miliardesimo della Verità
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Vecchio 08-02-2008, 18.49.37   #5
Koli
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Citazione:
Originalmente inviato da sileno
dire Verità assoluta e dire che questa è conoscibile è secondo me un ossimoro.......poi non penso che la scienza positiva voglia sostituirsi alla metafisica perchè ogni vero scienziato non direbbe mai di poter dare la spiegazione delle cause essenziali dell'Essere

Io non ho detto che l'Apparato scientifico vuole sostituirsi alla metafisica. E' il contrario. La Scienza e la tecnica, (seguendo il discorso di Severino), negano qualsiasi epistéme, ovvero qualsiasi discorso totalizzante che pretende di imporsi su di esse e sugli uomini. E' proprio il rifiuto, da parte della Scienza di ogni metafisica tradizionale, che le permette di non sentirsi limitata da nessuna etica. L'unica certezza che manda avanti essa, è la persuasione che gli oggetti sono domimabili, che sono quindi predisposti ad essere annientati e creati dal nulla. E' questo il vero Nichilsmo dell'Occidente per Severino. In esso egli vede il più grande errore che abbiamo (il pensieo greco per primo), commesso.

Citazione:
Originalmente inviato da sileno
sarebbe utile veramente e doveroso sostituire alla metafisica dell'Essere una metafisica della conoscenza umana e procedere su questa strada se si vuole sperare che la filosofia torni ad essere lo splendore della civiltà umana.....

Ma noi non possiamo prescindere dal concetto dell'essere il quale è quello più generale in assoluto. Siccome però, vedo che lo hai scritto in maiuscolo, forse intendevi il Dio dalla tradizione. E' Cosi?

Citazione:
Originalmente inviato da sileno
... il principio di contraddizione è davvero condizione imprescindibile della verità.
Tale principio non intende certo porsi come la chiave della verità, bensì come uno strumento valido per studiare ed eventualmente correggere, le nostre asserzioni o teorie.

Citazione:
Originalmente inviato da sileno
L'Essere non può che essere non - contraddiotrio?
Se si intende con contradditorio, logicamente impossibile, probabilmente si. Se si intende invece come mutevole, no.

Citazione:
Originalmente inviato da sileno
PPS: non sono nichilista nè un puro empirista....secondo me davvero la conoscenza umana può approdare a certezze fondamentali...il problema è che penso che miliardi di certezze non costituiscono un miliardesimo della Verità

Infatti, può essere che miliardi di certezze siano, tutte o quasi, erronee.
Koli is offline  
Vecchio 08-02-2008, 22.35.21   #6
Dasein
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Argomento interessante, vedo che Koli fa riferimento al discorso di Severino (e anche di Galimberti), e difatti la tecnica non ha altro scopo se non l'incremento della capacità di realizzare scopi, di aumentare la potenza, presupponendo da principio la caducità delle cose e come conseguenza l'abbattimento di ogni pensiero stabile, immutabile, che freni il divenire su cui la tecnica (e la sua essenza, la volontà di potenza) si fondano.
Nietzsche aveva ragione, ma una cosa bisogna dirla: se tutto diviene anche la certezza diveniente non può essere una certezza stabile, quindi il divenire si contraddice da sè stesso, per cui la certezza del divenire è intesa come non-diveniente (e anche per altri motivi, ma rinvio agli scritti di Severino, soprattutto Tautotes). La Metafisica intesa nel senso di scienza che studia i principi primi, col sottinteso che il principio primo sia tale per cui esso si porta al di sopra e domina il divenire (che in realtà è esso stesso principio primo, certezza mai discussa, nel senso specifico del divenir altro da sè da parte del qualcosa), non ha nessun futuro. La tecnica è il futuro.

In questo senso, secondo me, hanno ragione Severino e Galimberti
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Vecchio 09-02-2008, 13.07.26   #7
Giorgiosan
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

Il pensiero di Severino è squisitamente metafisico...quindi la metafisica ha un futuro perché è un "pensare" ineludibile.

Egli mette a nudo le radici guaste di una metafisica, quella occidentale e quindi anche cristiana....e sono d'accordo con Severino.
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Vecchio 09-02-2008, 16.14.38   #8
Dasein
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

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Originalmente inviato da Giorgiosan
Il pensiero di Severino è squisitamente metafisico...quindi la metafisica ha un futuro perché è un "pensare" ineludibile.

Egli mette a nudo le radici guaste di una metafisica, quella occidentale e quindi anche cristiana....e sono d'accordo con Severino.


Dipende da cosa intendi per metafisico. Perchè il pensiero di Severino con la metafisica come è stata intesa dagli altri pensatori non ha nulla a che fare.

Difatti Severino dice che tutta la metafisica Occidentale è in realtà fisica, perchè cerca una spiegazione al divenire, e non si interroga sul divenire (sul suo peculiare principio primo). Nella metafisica tradizionale nemmeno Dio è principio primo, prima di lui viene la certezza che le cose divengano altro-da-sè e poi si cerca l'immutabile che dia una stabilità al divenire, ma il divenire stabilizzato non è divenire, per cui si devono abbattere anche i principi immutabili che lo reggono, ed ecco che alla fine di questo processo l'avvento della tecnica è una coerente conseguenza
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Vecchio 09-02-2008, 20.34.28   #9
Giorgiosan
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

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Originalmente inviato da Dasein
Dipende da cosa intendi per metafisico. Perchè il pensiero di Severino con la metafisica come è stata intesa dagli altri pensatori non ha nulla a che fare.


Gli essenti sono eterni per Severino... non divengono...l'ente ha un destino eterno. E' super parmenideo.

Questa è la sintesi del suo pensiero tutto metafisico, radicalmente diverso dal pensiero metafisico tradizionale che egli vede come pensiero nichilistico, per il quale l'ente venendo dal nulla è destinato al nulla...in forza di quel divenire per cui qualcosa diventa altro da sé.

Diversa certo la sua da quella metafisica per la quale l'universo viene dal nulla, ex nihilo che tanto male ha fatto alla teologia.
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Vecchio 10-02-2008, 00.42.16   #10
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Riferimento: Quale futuro per la Metafisica?

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Originalmente inviato da Giorgiosan
Gli essenti sono eterni per Severino... non divengono...l'ente ha un destino eterno. E' super parmenideo.

Questa è la sintesi del suo pensiero tutto metafisico, radicalmente diverso dal pensiero metafisico tradizionale che egli vede come pensiero nichilistico, per il quale l'ente venendo dal nulla è destinato al nulla...in forza di quel divenire per cui qualcosa diventa altro da sé.

Diversa certo la sua da quella metafisica per la quale l'universo viene dal nulla, ex nihilo che tanto male ha fatto alla teologia.


Si si stiamo dicendo lo stesso, però secondo me Severino storcerebbe il naso di fronte al termine metafisica associato al suo pensiero, che poi non è suo, altrimenti si negherebbe (il suo presupporrebbe la sua volontà, e sarebbe solo interpretazione). Comunque per Parmenide l'essere è eterno, gli essenti (gli enti) sono illusione, sono nulla. Severino è radicalmente parmenideo perchè allarga quel principio anche all'essente, ma non ridurrei il suo pensiero a questa benedetta eternità che è ovviamente l'aspetto più affascinante, perchè per arrivare ad affermare l'eternità (io me ne sono accorto leggendo Tautotes) bisogna operare una pars destruens non indifferente, e secondo me la parte più importante è proprio quella. Lo stesso divenir-altro-da-sè è contraddittorio sia in quel senso che indichi, sia nel senso che presuppone una relazione tra il termine iniziale e finale del divenire (per poter dire che qualcosa diviene), ma insieme non la presuppone, perchè per poter lasciar essere il risultato del divenire lo stesso termine finale deve presupporre che l'iniziale sia annullato, da cui A diviene B, ma nello stesso tempo è non-A a divenire B, secondo noi poveri mortali occidentali
Buona domenica.
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