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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 17-05-2008, 01.04.46   #21
Noor
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chi è questo io che è sorgente,chi è che avrebbe mai bisogno di cosa,se sempre E'?

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
quel “Se”, secondo me e secondo la mia esperienza, non ha bisogno di nessun Dio, di nessun supporto, perché è egli stesso la radice dell’esistenza, l’uno sorgente di cui probabilmente anche tu parli.
Potrei utilizzare altrettanto dialoghi,degli stessi Maestri da te citati,che potrebbero confutare quanto hai esposto…le risposte sono spesso relative all’interlocutore,in quanto Dio come l’Essere, sono termini indefinibili,
Cos’,a volte,per alcuni interlocutori,si ritiene necessario “annullarne” il senso piuttosto che mostrarlo..
Propongo a mia volta una citazione di un altro Maestro della stessa “corrente”(l’Advaita) che sembra confuti quanto da te postato …ma in fondo non ci sono contraddizioni che superficialmente,nel linguaggio:
“Tutto ciò che esiste nell’universo manifesto è un prodotto della Coscienza,sin quando la manifestazione illusoria appare reale, sia a realizzazione avvenuta. Non siamo ,e non siamo mai stati altro se non la Coscienza stessa.
Vi sarà più facile “capire” la Verità ,se ammettete che non c’è mai un “io” e che non esiste altro che Dio o la Coscienza,invece di continuare a ritenervi degli esseri senzienti e di conseguenza separati dalla manifestazione come se questo “io” fosse il soggetto e non l’oggetto.Voi ritenete di essere separati, e come esseri senzienti conoscete l’universo solo attraverso la vostra percezione che funziona per mezzo delle vostre facoltà di cognizione. Questa “percezione”,un aspetto della Coscienza, è una manifestazione diretta della Mente Universale.Per questa ragione non è facile liberarsi dal sentimento profondamente radicato di essere separati dalla manifestazione apparente.
In verità l’illusione (maya) consiste in questo: invece di considerarci collettivamente come esseri senzienti a cui è permesso di conoscere la manifestazione (inclusi gli altri esseri senzienti), ci riteniamo delle entità individuali separate. L’uomo deve a questa illusione tutta la sua sofferenza. Non appena realizziamo che non siamo entità separate,scompare l’illusione e comprendiamo di essere il Noumeno non-manifesto e il Suo riflesso.
La manifestazione nasce dal Non-Manifesto e , a tempo debito, si fonderà nuovamente in esso.In qualità di individui,gli esseri umani sono del tutto irrilevanti,caratteri illusori che sfilano sul palcoscenico del sogno che chiamiamo “vita”, o strumenti tramite i quali la Volontà di Dio avviene”

RAMESH BALSEKAR

Cos'è una goccia se non Mare?
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Vecchio 17-05-2008, 07.41.56   #22
gyta
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Originalmente inviato da Epicurus
noi prima abbiamo l'idea della moralità e poi quella di dio[..]

Penso di comprendere quello che vuoi dire,
ma sentirei la necessità di sottolineare che "l'idea di Dio" viene, penso, subito dopo a quella spinta dal sentimento di Mistero (=Stupore) che avvolge tutta la vita che ci circonda e che risiede in noi.. Forse l'idea di Dio che venga dopo il sentimento di morale è da intendersi verso quel credo che già parte elaborato dalla concezione di un Dio "fine", di un Dio che porta in sé il concetto di finalità e quindi ovviamente, in relazione al sentimento di vita, non potrà che essere inteso anche come "buono", come Dio-Buono.

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
L'ateismo pone sulle spalle dell'uomo tutta la responsabilità dell'esistenza e solo da quella base l'uomo può salire.

Sono d'accordo! Solo partendo da un senso individuale, da un senso di individuale responsabilità si può accedere in modo sano all'esplorazione del proprio sentire, all'indagine sulla propria coscienza e coi piedi saldi alla propria esperienza porre le basi per una ricerca sempre maggiormente approfondita, mirata, di ciò che sentiamo ed immaginiamo, deduciamo, essere quella coscienza, quel sentire di noi e del mondo.

Di sicuro sì: << Senza "io" tutto è possibile >> ! [Mirror]
Ma il cammino va fatto.

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Originalmente inviato da VanLag
L’illusione di chi crede in Dio di non essere soggettivo è comunque un’illusione, perché quel Dio nel quale si crede, è comunque una nostra proiezione, una nostra emanazione.

Tutto è una nostra "proiezione", tutto per forza di cose è "soggettivo" e soprattutto, tutto si avvale di un linguaggio che vede attraverso i nostri sensi.. Compresa questa lente, non è detto che la visione sia totalmente priva di fondamento, ma senz'altro interpretazione.. obbligata!
E' vero molte fedi (dalle quali anch'io ho tratto spesso ispirazione) lasciano quasi in disparte il concetto di Dio mirando prima d'ogni altra cosa alla strada di realizzazione di una coscienza in grado di aprirsi a visioni maggiormente integranti, meno unilaterali! E mi sembra sia un'ottima base di partenza! La strada cosiddetta "devozionale" esiste pur sempre perché giustamente ogni individuo ha il suo particolare carattere, la sua particolare inclinazione verso il "mistero", verso la visione dell'esperienza di essere, verso l'esperienza della vita!

Forse dovremmo prendere anche in considerazione che il sentimento specifico di Dio-concetto diventa necessario di una cultura allorché venga a mancare alla base dell'esistenza quella qualità del vivere che renda Sacra sino ogni più piccola azione del vivere stesso!


Gyta
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Vecchio 17-05-2008, 08.42.17   #23
gyta
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A proposito trovo quest'articolo decisamente interessante:
http://www.innernet.it/neuroscienze-...a/#comment-923
[“Neural Buddhism” di David Brooks dal New York Times -> tradotto(!) da "Eckhart"]

Inerente al problema del senso di Assoluto..
Un po' a far pulizia di "dogmi" spesso.. fuorvianti!

Gyta
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Vecchio 17-05-2008, 09.22.10   #24
Noor
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Originalmente inviato da gyta
A proposito trovo quest'articolo decisamente interessante:
http://www.innernet.it/neuroscienze-...a/#comment-923
[“Neural Buddhism” di David Brooks dal New York Times -> tradotto(!) da "Eckhart"]
Scusa gyta ,cosa significa quel "tradotto(!)" visto che l'ho tradotto io?
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Vecchio 17-05-2008, 09.37.39   #25
VanLag
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Originalmente inviato da gyta
Forse dovremmo prendere anche in considerazione che il sentimento specifico di Dio-concetto diventa necessario di una cultura allorché venga a mancare alla base dell'esistenza quella qualità del vivere che renda Sacra sino ogni più piccola azione del vivere stesso!
O forse è proprio quel Dio-concetto che ci ha deprivati della sacralità di ogni piccola azione del nostro vivere quotidiano.

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Originalmente inviato da Noor
Potrei utilizzare altrettanto dialoghi,degli stessi Maestri da te citati,che potrebbero confutare quanto hai esposto…le risposte sono spesso relative all’interlocutore,in quanto Dio come l’Essere, sono termini indefinibili
Che anche i maestri adavaita facciano concessioni ai devoti sono stato il primo a dirlo, ma questo non deve trarre in inganno sul loro insegnamento, il cui monismo viscerale formula già nel paradigma Dio/devoto una dualità contraria a quella filosofia. Tra Dio e il devoto uno dei due deve essere “non esistente” altrimenti cade quel principio di unità sul quale l’Advaita stessa basa le sue fondamenta e, visto che il devoto, cioè l’”io sono”, è innegabile ,ad essere falso deve essere certamente Dio.

RAMESH BALSEKAR per mè è più l’imitazione di un maestro, che un maestro compiuto, ma qui mi rendo conto che andiamo nel campo delle preferenze personali e che se volessi fare leva su questa affermazione tu stesso potresti dirmi che secondo te non è un maestro Nisargadatta o Ramana o altri che io cito. D’altro canto i mat shankariani hanno riconosciuto come grandi testimoni della tradizione, Ramana Maharishi, Raphael ma non Nisargadatta, per esempio questo a dimostrazione di quanto nel discorso incida la nostra valutazione personale.

Detto questo spero di averti almeno un po’ convinto che si può essere atei e spirituali allo stesso tempo e che l’ateismo non esclude necessariamente la spiritualità.

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Vecchio 17-05-2008, 11.17.28   #26
Noor
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Originalmente inviato da VanLag
Che anche i maestri adavaita facciano concessioni ai devoti sono stato il primo a dirlo, ma questo non deve trarre in inganno sul loro insegnamento, il cui monismo viscerale formula già nel paradigma Dio/devoto una dualità contraria a quella filosofia. Tra Dio e il devoto uno dei due deve essere “non esistente” altrimenti cade quel principio di unità sul quale l’Advaita stessa basa le sue fondamenta e, visto che il devoto, cioè l’”io sono”, è innegabile ,ad essere falso deve essere certamente Dio.
Certo non c'è nessun devoto comunque.....ma la Devozione sì,fa parte dell'Advaita,che non è solo Comprensione..ma Bakthi e Jnana insieme come dicevo..
La Devozione è semplicemente l'abbandono al ciò che E' ..è necessaria..perchè consente il vero Passo oltre l'ego..
Il punto è che l'Abbandono è frainteso,come ci fosse un soggetto e un oggetto
(quindi il rapporto uomo-Dio) ma questa è solo una lettura della mente che proietta..
Per me,per la mia mente comunque l'ateismo ,che a questo punto è solo una parola, è sempre stato "altro",
ma penso che poco importi a questo punto..
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Vecchio 17-05-2008, 11.45.21   #27
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Perchè senza io tutto è Dio.
Se togli l'ultima parola alla tua affermazione lasciando: "senza io tutto è...." la tua espressione è vera perché nessuno potrà mai negare l'esistenza. Dicendo "tutto è Dio" hai "colorato" l'esistenza di un colore che piace a te, ma che non è necessariamente vero.

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Vecchio 17-05-2008, 16.42.46   #28
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Originalmente inviato da VanLag
Se togli l'ultima parola alla tua affermazione lasciando: "senza io tutto è...." la tua espressione è vera perché nessuno potrà mai negare l'esistenza. Dicendo "tutto è Dio" hai "colorato" l'esistenza di un colore che piace a te, ma che non è necessariamente vero.


Per me, Dio è il Tutto, non un colore o un attributo con il quale mi piace definirLo. Esso non è definibile da nessun concetto... è ineffabile.
E' il Ciò che è, dunque: sinonimo di esistenza, la quale appartiene al Tutto.
Perciò anche la negazione di Dio stesso è contenuto nella sua modalità d'Essere.
Essere Atei è impossibile. Però è possibile pensarlo.
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Vecchio 17-05-2008, 17.35.27   #29
VanLag
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Originalmente inviato da Mirror
Per me, Dio è il Tutto, non un colore o un attributo con il quale mi piace definirLo. Esso non è definibile da nessun concetto... è ineffabile.
E' il Ciò che è, dunque: sinonimo di esistenza, la quale appartiene al Tutto.
Perciò anche la negazione di Dio stesso è contenuto nella sua modalità d'Essere.
Essere Atei è impossibile. Però è possibile pensarlo.

Non ti sembra pericoloso cercare un sinonimo al “tutto” e all’”esistenza” a “ciò che è” ed usare proprio il termine Dio che purtroppo nella storia l’abbiamo visto schierato al fianco ora di questo ora di quell’esercito?

VanLag is offline  
Vecchio 17-05-2008, 17.37.20   #30
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anche la negazione di Dio stesso è contenuto nella sua modalità d'Essere.
Essere Atei è impossibile. Però è possibile pensarlo.
Concordo.
Può essere solo una negazione linguistica o mentale.
O dell'ego.
Non si può negare il Tutto.
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