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Vecchio 04-08-2014, 21.44.31   #91
maral
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

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Per evitare che la volontà di potenza diventi un passe-partout retorico, possiamo almeno distinguere volontà cosciente e volontà inconscia? Rientrano ambedue nella volontà di potenza? Se si, mi parrebbe strano. Tutti sanno che conscio e inconscio sono spesso in contrasto. Quindi se c'è differenza fra volontà cosciente e no, esistono almeno due specie di volontà. Se invece ogni volontà rientra nella stessa sfera di volontà di potenza, come si spiega che istinto e ragione fanno spesso a cazzotti?
La volontà di potenza non è un pass-partout retorico, ma semmai la volontà di un pass-partout definitivo. Mi pare di averla già definita, ma mi ripeto affinché non la si trovi un'espressione semantica triviale: è volontà di trasformazione e dunque in ultima analisi di creazione continua dal nulla e annientamento di ogni forma in modo controllabile e prevedibile che vuole in se stessa il proprio fondamento, è dunque volontà di appropriarsi dell'illusione fenomenologica del mutamento a fronte della quale la coscienza albeggiante di ogni essere umano si è trovata esposta alla meraviglia e al terrore. E' quindi fenomeno della coscienza di sé provocato dal proprio emergere separati, dunque del tutto umana. Non c'è quindi volontà di potenza al di fuori della dimensione auto cosciente e l'io (l'io di ogni essere autocosciente) posto di fronte al mondo ne è il nucleo originario, l'archetipo.
La volontà inconscia, pulsionale o istintuale, è solo una rappresentazione razionale e cosciente della resistenza che il soggetto trova in se stesso alla realizzazione efficace della volontà di potenza che in lui si rappresenta, resistenza a cui può trovare più conveniente allearsi non opponendosi, piuttosto che contrastarla per dominarla in termini mitici o razionali. Non vi è alcuna volontà di potenza che possa prescindere da un io cosciente di se stesso, nemmeno se l'io la raffigura in un dio, in un principio razionale, nelle barriere morali, nella tecnica, nell'istinto biologico, nei geni della specie, nel metodo scientifico, nell'amore universale o in qualsiasi altra forma di trascendenza astratta.
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Vecchio 04-08-2014, 23.03.01   #92
maral
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
Grazie per la delucidazione, ma l'uomo di fede non accetta sempre la volontà divina, proprio perché questa volontà, per affermarsi, ti conduce nell'annientare la tua, che contrasta completamente quella divina, anche se Dio ti ama...
Non l'accetta fino in fondo proprio perché la sua fede (la sua volontà) non è sufficientemente forte. Non ha sufficiente fiducia nell'onnipotenza di cui può partecipare, il suo desiderio di potenza è debole, dunque debole è la sua volontà. Può quindi sperare solo nella grazia divina, confidare in essa.

Citazione:
Non devi più desiderare come vorresti, ma come vuole Lui...

Esattamente, perché solo Sua è la potenza che può tutto e il credente a sua volta può tutto solo rendendosi strumento della Sua onnipotenza per la quale è necessaria un totale mettersi a disposizione.
Citazione:
Quindi la volontà onnipotente è a completa disposizione del fedele, ma del fedele che porta all'olocausto suo figlio, che affronta un gigante con una fionda per difendere il suo popolo, che cede la sua patata ad un padre di famiglia in un campo di concentramento nazista, di chi compie atti di carità, non di tutti.
Appunto, negando costantemente nei propri atti ogni propria imperfetta e fallace potenza fino a rimuovere il proprio desiderio imperfetto si partecipa della sola vera potenza che tutto può. La potenza ci sovrasta. Ma il sogno, il desiderio più profondo della fede è quello di una potenza senza limiti, una potenza che per il pagano era pura follia. E il pagano sottovalutò (fino a Costantino) le suggestioni che danno agli uomini i grandiosi sogni di potenza di cui sono capaci, proprio come il cristiano oggi sottovaluta i sogni di onnipotenza di cui la tecnica ci illude ancora maggiormente e ormai, senza nemmeno rendersene conto, a essa si sottomette ben più che a Dio.

Citazione:
Ma gli vogliamo concedere qualche merito visto che ci ha concesso anche il poter sperimentare e vivere l'amare e l'amaci?
Inoltre se il libero arbitrio è una volontà divina, un desiderio onnipotente, chi sono io, limitato, misero e caduco, per biasimarla?!?! Ricominciamo col volerci sostituire a Lui?
Per carità, i meriti sono tutti dell'Onnipotente, che altro può dire chi ha fede. Sarei curioso però come la prenderebbe il Creatore una preghiera di sottrarci dal libero arbitrio. E' certo una preghiera che molti potrebbero rivolgergli, il libero arbitrio è un peso enorme per parecchi. Ci affidiamo a Te, Signore, ma toglici Ti prego ogni libertà di scelta, liberaci dall'angoscia di questa libertà.

Citazione:
Scusa maral, (per quanto ti stimo ed apprezzo i tuoi pensieri e le tue riflessioni!) ma da quando il pensiero tecnico ha superato il messaggio di Cristo? Forse la Chiesa ha chiuso i battenti e tu lavori per News24 e non avete ancora diffuso l'evento?
Scusa Duc, ma ti sembra che l'Occidente e la cultura del mondo globalizzato che ricalca in tutto e per tutto la cultura occidentale possano ancora minimamente considerarsi cristiani? A me sinceramente risulta molto difficile pensarlo e non sono certo i megaraduni alle visite pastorali del papa che possono farmi cambiare idea, una sorta di ( pope superstar) di grande suggestione mediatica (suggestioni che peraltro la Chiesa, grazie alla sua millenaria esperienza, sa tecnicamente utilizzare alla grande). L'unica resistenza al dilagare della visione tecnologica del mondo mi pare venga attualmente solo dall'Islam, ma anche questa è destinata prima o poi a cedere.

Citazione:
Solo il cristianesimo propone (non comanda) di amare da morire quale verità assoluta per essere davvero liberi.
Non mi pare che amare il prossimo, sia solo una proposta, Gesù lo pone proprio come un comandamento e i comandamenti non sono proposte che si possono condividere o meno (Matteo 22,37-40; Marco 12,29-31; Luca 10,25-28). Amare il prossimo è un comandamento, una legge. Ma si può amare per legge?
Certamente in virtù del libero arbitrio voluto dall'Onnipotente, la legge può essere disubbidita, anzi lo è quasi sempre, perché amare per legge significa non amare, quindi è una contraddizione che può solo significare far finta di amare (magari credendo di amare veramente), perché si teme la punizione o assurdamente si ama con lo scopo di salvare se stessi. C'è comunque, grazie al Cielo, chi ama (e l'occasione capita a tutti) semplicemente perché non può fare a meno di amare (forse non tutti, ma almeno qualcuno) e questo a mio avviso basta: indipendentemente da qualsiasi volontà dell'Onnipotente l'amore basta a se stesso, che ci salvi o meno. Ma se si ama perché non si può fare a meno di farlo la volontà di potenza non c'entra più per nulla, si annulla, scompare (l'abbiamo tolta di mezzo, contento CVC?

Ultima modifica di maral : 05-08-2014 alle ore 18.41.04.
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Vecchio 05-08-2014, 02.16.48   #93
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

** scritto da maral:

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Appunto, negando costantemente nei propri atti ogni propria imperfetta e fallace potenza fino a rimuovere il proprio desiderio imperfetto si partecipa della sola vera potenza che tutto può. La potenza ci sovrasta. Ma il sogno, il desiderio più profondo della fede è quello di una potenza senza limiti, una potenza che per il pagano era pura follia.

Così come per il pagano era follia essere crocifissi per amore. Quindi, visto l'incrollabilità e la durata che il messaggio della croce hanno avuto, quel desiderio, quel sogno, è ragionevolezza, e la potenza senza limiti alla portata di chiunque lo desideri e lo voglia, ma c'è bisogno della fede e di alimentarla.


Citazione:
Per carità, i meriti sono tutti dell'Onnipotente, che altro può dire chi ha fede. Sarei curioso però come la prenderebbe il Creatore una preghiera di sottrarci dal libero arbitrio. E' certo una preghiera che molti potrebbero rivolgergli, il libero arbitrio è un peso enorme per parecchi. Ci affidiamo a Te, Signore, ma toglici Ti prego ogni libertà di scelta, liberaci dall'angoscia di questa libertà.

Molto interessante questa proposta, ti suggerisco di provarci (con la preghiera) se per te il libero arbitrio è sinonimo d'angoscia. Nessuno puo' farla svanire da solo.
Per me è al contrario, il libero arbitrio mi concede serenità, gioia, perché è grazie ad esso che sono libero di decidere se essere schiavo per amore o per paura, se perdonare o chiedere perdono, se morire ogni giorno o vivere per sempre.




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Scusa Duc, ma ti sembra che l'Occidente e la cultura del mondo globalizzato che ricalca in tutto e per tutto la cultura occidentale possano ancora minimamente considerarsi cristiani? A me sinceramente risulta molto difficile pensarlo e non sono certo i megaraduni alle visite pastorali del papa che possono farmi cambiare idea, una sorta di ( pope superstarr) di grande suggestione mediatica (suggestioni che peraltro la Chiesa, grazie alla sua millenaria esperienza, sa tecnicamente utilizzare alla grande). L'unica resistenza al dilagare della visione tecnologica del mondo mi pare venga attualmente solo dall'Islam, ma anche questa è destinata prima o poi a cedere.


Sono d'accordo per quel che dici sulla cultura del mondo globalizzato, ma basta leggere, meditare ed interpretare il libro dell'Apocalisse per scorgere che tutto il presente ed il prossimo futuro è già stato profetizzato dettagliatamente: ognuno risponderà per sé stesso, per quel che desidera e vuole essere o considerarsi.
Anzi ti faccio leggere qualcosa di attinente che ho scovato in settimana:
La Profezia dimenticata sulla Chiesa del Cardinale Ratzinger (pronunciata oltre 40 anni fa da un giovane teologo bavarese, non ancora pope superstarr):

“Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità. Poichè il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali… Ma nonostante tutti questi cambiamenti che s...i possono presumere, la Chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio Uno e Trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine.

Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica.

Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Essa farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione la renderà povera, la farà diventare una Chiesa dei piccoli, il processo sarà lungo e faticoso… Ma dopo la prova di queste divisioni uscirà da una Chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza.

Gli uomini che vivranno in un mondo totalmente programmato vivranno una solitudine indicibile. Se avranno perduto completamente il senso di Dio, sentiranno tutto l’orrore della loro povertà. Ed essi scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto… A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili.

La sua vera crisi è appena incominciata. Si deve fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico… ma la Chiesa della fede. Certo essa non sarà più la forza sociale dominante nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà come la casa dell’uomo, dove trovare vita e speranza oltre la morte”.




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Non mi pare che amare il prossimo, sia solo una proposta, Gesù lo pone proprio come un comandamento e i comandamenti non sono proposte che si possono condividere o meno (Matteo 22,37-40; Marco 12,29-31; Luca 10,25-28). Amare il prossimo è un comandamento, una legge. Ma si può amare per legge? Certamente in virtù del libero arbitrio voluto dall'Onnipotente, la legge può essere disubbidita, anzi lo è quasi sempre, perché amare per legge significa non amare, quindi è una contraddizione che può solo significare far finta di amare (magari credendo di amare veramente), perché si teme la punizione o assurdamente si ama con lo scopo di salvare se stessi. C'è comunque, grazie al Cielo, chi ama (e l'occasione capita a tutti) semplicemente perché non può fare a meno di amare (forse non tutti, ma almeno qualcuno) e questo a mio avviso basta: indipendentemente da qualsiasi volontà dell'Onnipotente l'amore basta a se stesso, che ci salvi o meno. Ma se si ama perché non si può fare a meno di farlo la volontà di potenza non c'entra più per nulla, si annulla, scompare (l'abbiamo tolta di mezzo, contento CVC?

L'amore basterebbe a sé stesso se si conoscesse la fonte con sicurezza scientifica o certezza matematica, ma, purtroppo o grazie a Dio, non è così; quindi chi ama senza indagare quale sia la sorgente di questo sentimento, puo' illudersi di essere lui stesso la fonte, come se fosse un dio.



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Vecchio 05-08-2014, 05.49.03   #94
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

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Originalmente inviato da Duc
Spiegati meglio, anche perché mi è difficile discernere la soggettività come un'illusione.

Duc,la nostra e' una cultura (quella occidentale) che ci ha proprio ridotti a lumicino ed ha finito per annichilirci completamente,fino a farci diventare pressoché ciechi di tutto..
prova (se puoi) a familiarizzare di più con letture che provengono da una cultura orientale,ma non interporre sempre e comunque la tua religione.
(..e se ce la fai,per favore non imporla agli altri,lo fai e non te ne accorgi)
che alla fine secondo me centra ben poco..anch'essa fa parte di quella circoscrizione di cui ti dicevo in quell'altro messaggio.
per quanto riguarda l'irrazionale,fino a non molto tempo fa facevo confusione anch'io,in realtà quando mi riferisco al "trascendere" e' qualcosa che ha a che vedere con il sovrarazionale..qui non saprei spiegarti niente di meglio..a me leggendo qui sul forum,mi sono stati di enorme aiuto gli interventi di tutti ma in particolare di un paio di utenti che al momento hanno deciso di non intervenire più e da li,ho potuto ricollegarmi anche a una serie di letture che sto facendo ultimamente che ho trovato straordinariamente illuminanti.
mi fermo qui...
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Vecchio 05-08-2014, 08.48.05   #95
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Originalmente inviato da maral
C'è comunque, grazie al Cielo, chi ama (e l'occasione capita a tutti) semplicemente perché non può fare a meno di amare (forse non tutti, ma almeno qualcuno) e questo a mio avviso basta: indipendentemente da qualsiasi volontà dell'Onnipotente l'amore basta a se stesso, che ci salvi o meno. Ma se si ama perché non si può fare a meno di farlo la volontà di potenza non c'entra più per nulla, si annulla, scompare (l'abbiamo tolta di mezzo, contento CVC?
Quindi o siamo schiavi della volontà di potenza o dell'amore. Si perché l'amore non è il bel finale da dare alla storia e che mette a posto tutto. Quante ingiustizie, quanti crimini si commettono in nome dell'amore? E' amore anche quello della donna che s'innamora di un criminale e accetta qualsiasi maltrattamento convinta che un giorno lui cambierà. E' amore anche quello della mamma che difende il figlio mafioso. E' amore anche quello per la patria che ti comanda di uccidere il nemico.
Che valore ha il nostro agire se non è libero, se è schiavo del desiderio e della dipendenza da altre persone o dalle cose? Che valore ha il nostro amore se non è amore di giustizia, di saggezza , di virtù?
Che poi questi siano ideali quasi o forse del tutto inaccessibili, non lo nego. Ma niente ci impedisce di tendere ad essi. L'albero non può tendere I suoi rami tanto da raggiungere il sole, ma grazie alla luce del sole la pianta trae nutrimento dalla terra. Il sole della virtù riscalda l'uomo, fa niente che non raggiungerà mai il sole, ma almeno ne trarrà sicuro giovamento.
E' proprio questo rinunciare a tendere verso gli ideali, verso I valori, che causa il nichilismo.
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Vecchio 05-08-2014, 12.04.55   #96
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** scritto da acquario69:

Citazione:
Duc,la nostra e' una cultura (quella occidentale) che ci ha proprio ridotti a lumicino ed ha finito per annichilirci completamente,fino a farci diventare pressoché ciechi di tutto..
prova (se puoi) a familiarizzare di più con letture che provengono da una cultura orientale,ma non interporre sempre e comunque la tua religione.

Non solo posso ma lo voglio, da quando lessi un pensiero che esprimeva piu' o meno questo: "non si è davvero colti se si leggono solo i libri che ci piacciono o desideriamo".

Da oltre 20 anni, come posso, poiché voglio, regalo ad amici, conoscenti e soprattutto parenti giovani, Siddharta di Hesse, invece del Vangelo, intensificando questa abitudine dopo che il Dalai Lama ha pubblicato una lettura buddhista del Vangelo: Incontro con Gesù (già letto).
Da quando ho pregato, nella stessa stanza, io il rosario ed un amico musulmano di Teheran, le sue orazioni in terra su di una coperta, leggo sull'interpretazione del Corano (anch'esso letto) e sulla vita di Maometto (adesso, proprio adesso Maometto di Gabriele Crispi), e discuto le incoerenze con lui, che vive in Scozia, anche animosamente, senza atti terroristici o crociate finali però.
Siccome sono stato in India ad inizio anno (per pellegrinaggio) e ci ritorno ad Ottobre (per turismo), sono rimasto affascinato da alcune circostanze induiste al punto che sono alla pagina 383 della Bhagavad-Gita, "così com'è".

Provo, mi sforzo, a familiarizzare con la cultura religiosa orientale, non ho alcun problema, anzi attraverso essa e i suoi scritti distinguo maggiormente ciò che ci unisce e non quel che ci separa e sviluppo una maggior fede nell'esistenza di un desiderio (progetto) e di un volere (morale divina) di un ente soprannaturale.


Per quel che dici a proposito della cultura occidentale non è che la società orientale stia meglio, in questo condivido pienamente il pensiero di @maral che sostiene che tra non molto la globalizzazione tecnologica dominerà desideri e voleri della massa, ma grazie a Dio non di tutti.



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** scritto da VC:

Citazione:
@Duc in altum Ti spiego perché non sono pagnottista. Non facendo parte di alcuna affiliazione o setta, non ho nessun interesse personale che gli altri la pensino come me. Al più la semplice soddisfazione umana che viene dal comunicare e dal condividere e anche dalla disputa quando è costruttiva.
È così anche per te, vero?


(Chiedo scusa per non averti risposto prima, non avevo visto questo tuo messaggio.)

Ma certamente che è così anche per me. Si discute per comprendere non per avere ragione, ed anche se a volte la nostra ragione la difendiamo ad oltranza, com'è soddisfacente e remunerativo riconoscere nella ragione dell'altro, nel suo desiderare, nel suo volere, una scheggia di saggia riflessione, che provoca una breccia nella propria, in maniera tale da mettersi in discussione ed osservare la stessa ragione di prima, la propria fede, da un'altra prospettiva, per poter tamponare quella faglia, ma nello stesso momento farla già tua.







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Vecchio 05-08-2014, 12.59.51   #97
laryn
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Originalmente inviato da CVC
E' proprio questo rinunciare a tendere verso gli ideali, verso I valori, che causa il nichilismo.

Condivido in linea di principio ciò che scrivi... però, c'è un però.
Chiedo: da dove traggono origine "gli ideali" e i "valori"?
Sono da qualche parte, in contenitori, fuori da noi, ovvero fuori dal nostro pensare, così come fuori dallla persona del cuoco giacciono scaffali in cucina con sovrapposti diecine di contenitori di insaporitori, pronti per essere usati a seconda del piatto che si prepara?
Mi spiego meglio: quando comparve la prima coppia sulla faccia di questa terra trovò già pronti rotoli di pergamena con scritto sopra l'elenco dei valori cui attenersi e il loro significato?
Se i valori sono di fattura umana, vale la pena arrampicarsi sui vetri per misurarli in altezza, profondità, lunghezza e larghezza?
Con quale mezzo poi, se non con un nostro personale metro? A meno che comparendo sulla faccia della terra vi abbiano trovato anche il metro.

Ideali e valori non sono fuori dal linguaggio, ma stabilmente all'interno del linguaggio, perciò libere e arbitrarie creazioni di fantasie umane, così come sono fantasie gli stessi concetti d'amore, di dieale e di valore, così com'è frutto della fantasia il metro o la bilancia utilizzati per misurarli..
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Vecchio 05-08-2014, 22.59.43   #98
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Originalmente inviato da laryn
Condivido in linea di principio ciò che scrivi... però, c'è un però.
Chiedo: da dove traggono origine "gli ideali" e i "valori"?
Sono da qualche parte, in contenitori, fuori da noi, ovvero fuori dal nostro pensare, così come fuori dallla persona del cuoco giacciono scaffali in cucina con sovrapposti diecine di contenitori di insaporitori, pronti per essere usati a seconda del piatto che si prepara?
Mi spiego meglio: quando comparve la prima coppia sulla faccia di questa terra trovò già pronti rotoli di pergamena con scritto sopra l'elenco dei valori cui attenersi e il loro significato?
Se i valori sono di fattura umana, vale la pena arrampicarsi sui vetri per misurarli in altezza, profondità, lunghezza e larghezza?
Con quale mezzo poi, se non con un nostro personale metro? A meno che comparendo sulla faccia della terra vi abbiano trovato anche il metro.

Ideali e valori non sono fuori dal linguaggio, ma stabilmente all'interno del linguaggio, perciò libere e arbitrarie creazioni di fantasie umane, così come sono fantasie gli stessi concetti d'amore, di dieale e di valore, così com'è frutto della fantasia il metro o la bilancia utilizzati per misurarli..
Gli ideali e I valori sono ciò che da senso alle cose. Ciò che conta non è tanto trovare l'orgine delle cose, conta trovare un senso. I concetti, come quelli di ideale e di valore, sono qualcosa di più che semplici fantasie. Sono punti fermi nella nostra esistenza, punti di congiunzione fra il divenire e l'essere.
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Vecchio 06-08-2014, 00.20.37   #99
maral
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Originalmente inviato da Duc in altum!
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Così come per il pagano era follia essere crocifissi per amore. Quindi, visto l'incrollabilità e la durata che il messaggio della croce hanno avuto, quel desiderio, quel sogno, è ragionevolezza, e la potenza senza limiti alla portata di chiunque lo desideri e lo voglia, ma c'è bisogno della fede e di alimentarla.
Non so se per il pagano fosse follia essere crocefissi per amore, probabilmente lo era nei termini di potenza in cui il cristianesimo lo rappresenta. E forse proprio per questo quella stessa Croce è diventata nei secoli strumento di atroci persecuzioni per l'altrui salvezza. Quanti crimini sono stati commessi brandendo quel vessillo di martirio per gli altri miscredenti e potenza per se stessi, buoni cristiani con il compito di redimerli per il loro bene!

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Molto interessante questa proposta, ti suggerisco di provarci (con la preghiera) se per te il libero arbitrio è sinonimo d'angoscia. Nessuno puo' farla svanire da solo.
Per me è al contrario, il libero arbitrio mi concede serenità, gioia, perché è grazie ad esso che sono libero di decidere se essere schiavo per amore o per paura, se perdonare o chiedere perdono, se morire ogni giorno o vivere per sempre.
Per me il libero arbitrio non è sinonimo di angoscia più di quanto credo lo sia più o meno per gli altri umani. E' nella condizione umana vivere l'indeterminatezza del dubbio frutto della propria coscienza a cui si è chiamati a sopperire con una scelta, un atto di volontà che implica una grande responsabilità. Lo accetto e riconosco che è magnifico e terribile questa libertà alle cui conseguenze si è esposti e capisco chi non regge a tanta angoscia (la stragrande maggioranza del genere umano) ed è sempre alla ricerca di qualcuno a cui affidarsi che scelga per lui e per lui si addossi ogni responsabilità. E' la condizione del fanciullo e tutti noi siamo sempre in qualche misura fanciulli, magari fanciulli nelle mani di Dio.

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Sono d'accordo per quel che dici sulla cultura del mondo globalizzato, ma basta leggere, meditare ed interpretare il libro dell'Apocalisse per scorgere che tutto il presente ed il prossimo futuro è già stato profetizzato dettagliatamente: ognuno risponderà per sé stesso, per quel che desidera e vuole essere o considerarsi.
Anzi ti faccio leggere qualcosa di attinente che ho scovato in settimana:
La Profezia dimenticata sulla Chiesa del Cardinale Ratzinger (pronunciata oltre 40 anni fa da un giovane teologo bavarese...

Ognuno risponderà per se stesso ed è per questo che non capisco la necessità di una Chiesa, una comunità strutturata che sta sopra all'individuo. Ci vedo solo una questione di potenza: tutti insieme così contiamo di più. forse la Chiesa dovrebbe limitarsi a considerarsi mezzo per l'individuo e non il contrario, ma così non è in pratica mai stato e ogni qualvolta si parla di struttura la potenza dell'istituzione astratta finisce con il diventare il solo vero obiettivo. Ma questo è un discorso più adatto a Religione e Spiritualità, qui rischiamo di portarci fuori tema
La Chiesa è nata come comunità dei piccoli, ma cosa è diventata? Vogliamo ripetere l'esperienza? Alla luce della volontà di potenza non è nemmeno immaginabile, c'è una volontà di potenza che propone seduzioni e trucchi ben più efficaci: trucchi che funzionano e certo patimenti e sofferenze ancora maggiori, ma il trucco ben riuscito è quello che riesce a tenerli nascosti dall'illusione.

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L'amore basterebbe a sé stesso se si conoscesse la fonte con sicurezza scientifica o certezza matematica, ma, purtroppo o grazie a Dio, non è così; quindi chi ama senza indagare quale sia la sorgente di questo sentimento, puo' illudersi di essere lui stesso la fonte, come se fosse un dio.
Non credo che occorra alcuna certezza scientifica o matematica a fondamento dell'amore, basta il sentimento profondo del rispetto dell'altro come altro, di chiunque altro che in quanto altro (e dunque che non posso fare mio) mi trascende e trascendendomi mi apre a una dimensione che mi sovrasta e insieme ci comprende. Per questo non occorre un Dio che mi permetta di amare, basta solo che ci sia un Altro, il suo volto, la sua vera e unica espressione che proprio in quanto mi resiste è degna del massimo rispetto.

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Originalmente inviato da CVC
Quindi o siamo schiavi della volontà di potenza o dell'amore. Si perché l'amore non è il bel finale da dare alla storia e che mette a posto tutto. Quante ingiustizie, quanti crimini si commettono in nome dell'amore? E' amore anche quello della donna che s'innamora di un criminale e accetta qualsiasi maltrattamento convinta che un giorno lui cambierà. E' amore anche quello della mamma che difende il figlio mafioso. E' amore anche quello per la patria che ti comanda di uccidere il nemico.
Che valore ha il nostro agire se non è libero, se è schiavo del desiderio e della dipendenza da altre persone o dalle cose? Che valore ha il nostro amore se non è amore di giustizia, di saggezza , di virtù?
Che poi questi siano ideali quasi o forse del tutto inaccessibili, non lo nego. Ma niente ci impedisce di tendere ad essi. L'albero non può tendere I suoi rami tanto da raggiungere il sole, ma grazie alla luce del sole la pianta trae nutrimento dalla terra. Il sole della virtù riscalda l'uomo, fa niente che non raggiungerà mai il sole, ma almeno ne trarrà sicuro giovamento.
E' proprio questo rinunciare a tendere verso gli ideali, verso I valori, che causa il nichilismo.
Sinceramente non capisco CVC cosa significhi essere schiavi dell'amore che mi si presenta in quanto tale. Se sono veramente e autenticamente me stesso nel mio prendermi cura di un altro ente rispettandolo sarei forse schiavo di me stesso? L'amore non è possesso, non è voler possedere o essere posseduti e difendere ciò che si ha, è semplicemente partecipare con un altro a ciò che si è e non c'è altro modo per essere liberi, veramente e profondamente liberi. Certamente l'amore può essere una magnifica maschera della volontà di potenza, è così seducente! Ma la maschera amorosa della volontà di potenza che promette ogni salvezza non è per nulla amore, perché amando, ossia rispettando l'altro per come è si è già salvi e liberi. Il desiderio che funziona per l'amore che non è maschera è solo il desiderio di conoscere, incontrare e rispettare l'altro interamente per come è e non l'altro come un'astrazione generale, ma proprio quest'altro che sorprendentemente e per motivi che mi sfuggono mi ha attratto. Per questo l'amore per un santo non ha nulla di più dell'amore per un assassino, un delinquente, un mafioso, ha la medesima identica dignità in quanto è riconoscimento profondo. Si possono certo amare anche i propri ideali, ma questo non avrà mai il significato che solo l'amore per una persona vera può dare con la sua profonda concreta alterità che sfugge a ogni volontà di possesso e controllo o a farsi mezzo per il possesso e il controllo.
La contropartita della volontà di potenza è il riconoscimento del reale per come si manifesta, accettandolo pienamente vivendolo ed è l'esatto contrario del nichilismo che esige che il reale sia niente, perché solo sul niente il controllo può essere completo, magari proprio alla luce dei propri ideali, finché anch'essi non si rivelano niente, come da tempo è accaduto, puri strumenti a disposizione per le illusioni di una tecnica efficace. Non si può combattere la volontà di potenza e la sofferenza che essa genera usando gli stessi mezzi di cui essa si avvale e si è sempre avvalsa. Ed è per questo che ogni ideale fallisce, è sconfitto fin dall'inizio, fosse pure quello della fratellanza universale obbligatoria.
maral is offline  
Vecchio 06-08-2014, 04.29.48   #100
acquario69
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc
Per quel che dici a proposito della cultura occidentale non è che la società orientale stia meglio, in questo condivido pienamente il pensiero di @maral che sostiene che tra non molto la globalizzazione tecnologica dominerà desideri e voleri della massa, ma grazie a Dio non di tutti.

si lo so…tempo fa ci ho aperto un topic sull'argomento,https://www.riflessioni.it/forum/spir...pirituale.html
perché era mio desiderio indagare più a fondo,su qualcosa che per me risultava davvero sorprendente..e mi dicevo ma come e' possibile,che risposte dare a questo fenomeno,che e' arrivato ad intaccare proprio quelle civiltà,da sempre ostili al materialismo occidentale?..perché secondo me da questo ne viene fuori fin dove e' giunto,sia per profondità che per estensione (percio,definitivo e totale)…ha preso tutto quello che cera da "prendere"…ecco,e' qui che io vedo in questo l'opera del "diavolo",come si diceva prima..l'inversione totale,il rovesciamento,la negazione assoluta,il falso che prende il posto del "vero",per poi crederlo tale!..tra l'altro gli esempi a noi più "vicini" non credo che manchino! ...per me non ci sono più dubbi,la risposta l'avevano già profetizzata con estrema esattezza,in riferimento al kali yuga,come in quell'occasione mi fece presente donquixote,di cui ringrazio e di cui non ne ero ancora a conoscenza.

dove vivo io,ci sono moltissimi asiatici e indiani,immigranti delle nuove generazioni che hanno sostituito quelli europei di alcuni decenni fa e ho potuto riscontrare come questi hanno completamente assorbito lo spirito materialista dell'occidente..e ad una velocità davvero impressionante.
proprio ieri ho visto un programma locale e l'argomento riguardava il desiderio di questi orientali,o di razza non bianca di voler a tutti costi essere esteticamente simili ai bianchi,con operazioni chirurgiche sulla pelle e sugli occhi….http://www.sbs.com.au/insight/episod...40/Beauty-Race

a un certo punto hanno pure fatto vedere una pubblicità realizzata in india! di un cosmetico che aiuterebbe a schiarire il colore della pelle!…per me e' inequivocabile dello stato allucinatorio che abbiamo raggiunto,e su tutto cio che era possibile raggiungere!

quindi vi e' da chiedersi,ancora più a monte,e allo stato attuale,se riusciamo ancora a sapere cosa veramente sia il desiderio,(nel senso Reale del termine),figuriamoci la distinzione con il volere..
acquario69 is offline  

 



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