Riflessioni Filosofiche a cura di Carlo Vespa Indice
I ladri di vita
di Alfredo Canovi - Marzo 2012
Dissonanza cognitiva
Pseudologia Fantastica
Ermeneutica distorta
Tiriamo le somme
Fino ad ora [N.d.r. si veda nella sezione Pensieri e idee della rubrica Riflessioni Filosofiche] ho parlato della dissonanza cognitiva creata dalla propaganda/pubblicità applicabile alla sociologia solo come una mera astrazione, un’ipotesi filosofica slacciata dalla realtà, ora, però diventa necessario trasferirla nella concretezza di tutti i giorni per poterne capire appieno i meccanismi.
Cominciamo con la causa di tutto.
Dissonanza cognitiva
La parola “magica” per gli "spin doctors" una sorta di lavaggio del cervello che distrugge le normali capacità di comprensione del gregge, una lavagna vuota su cui poter scrivere bisogni e idee preconfezionate.
Per meglio chiarire torniamo un attimo indietro, riprendiamo un mio vecchio articolo che recitava così:
Su "Verità e menzogna fuori del senso morale” Nietzsche si sorprende che esista in qualche uomo una propensione tanto grande alla ricerca della verità, stante che tutto sia vanità, ed aggiungerei io anche fatica, dato che risulta molto più facile seguire la massa delle persone che abbracciano una “Verità universale” piuttosto che crearsene una propria, e diventa vanitoso chi si circonda delle piume di un altro, socialmente più piacevole uno che pensa come il coro impone a dispetto di chi, conoscendo la sua verità ben difficilmente tenderà a mischiarsi alla massa. …)
Da sempre, nel bagaglio dei filosofi "sociologi", quelli che trattano le verità interrelazionali, esiste l'assioma del dualismo, della dicotomia della verità, probabilmente perché, come ha ipotizzato Eraclito la “Potenza di un’idea di verità” non può esistere senza una “guerra” tra due aspetti divergenti nel pronome ma convergenti nell’essere, Empedocle nel suo poema “Sulla natura” chiamava questi due aspetti Amore e Contesa, (…)
Tra le più antiche e potenti dicotomie del discorrere la verità come accezione del bisogno umano di vivere in gruppi, il più importante è la solidarietà che lega Aletheia e Lethe in una coppia di contrari antitetici e complementari. Tutti questi piani di pensiero sono contraddistinti dall'ambiguità, dal gioco del veridico e dell'ingannevole. La "verità" si colora d’inganno, il vero non nega mai il falso. Anzi è il contrario poiché Aletheia si confonde appunto con l'esigenza imperiosa della non - contraddizione del contraddicibile.
Cosa non è questo se non il concetto di "verità" di Nietzsche?
E se parliamo di Nietzsche, il suo concetto di morale è immensamente più esteso, fra tutto egli considera che “ il nostro mondo morale poggia su errori” che egli cercherà di controbilanciare, nell’ultima fase della sua letteratura col concetto di “superuomo"... Aletheia
Però, che la verità sia assoluta o soggettiva sarà sempre motivo di discussione, poiché ognuno di noi parte dall'assunto che "Io ho ragione!!".
Lo so, è triste pensare che l'uomo per socializzare debba mentire, finanche a se stesso, pseudologia fantastica sia il nome di questa sindrome psicologica.
La dissonanza cognitiva è un concetto introdotto da Leon Festinger nel 1957 in psicologia sociale, e ripreso successivamente in ambito clinico da Milton Erickson, per descrivere la situazione di complessa elaborazione cognitiva in cui credenze, nozioni, opinioni elicitate contemporaneamente nel soggetto in relazione ad un tema si trovano a contrastare funzionalmente tra loro; esempi ne sono la "dissonanza per incoerenza logica", la dissonanza con le tendenze del comportamento passato, la dissonanza relativa all’ambiente con cui l’individuo si trova ad interagire (dissonanza per costumi culturali).
Un individuo che attiva due idee o comportamenti che sono tra loro coerenti, si trova in una situazione emotiva soddisfacente (consonanza cognitiva); al contrario, si verrà a trovare in difficoltà discriminatoria ed elaborativa se le due rappresentazioni sono tra loro contrapposte o divergenti. Questa incoerenza produce appunto una dissonanza cognitiva, che l'individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre a causa del marcato disagio psicologico che essa comporta; questo può portare all'attivazione di vari processi elaborativi, che permettono di compensare la dissonanza.
Un'applicazione esemplificativa di tali processi si può avere, ad esempio, quando un soggetto disprezza esplicitamente i ladri, ma compra un oggetto a un prezzo troppo basso per non intuire che sia di provenienza illecita. Secondo Festinger, per ridurre questa contraddizione lo stesso individuo potrà o smettere di disprezzare i ladri (modificando quindi l'atteggiamento), o non acquistare l'oggetto proposto (modificando quindi il comportamento).
Generalizzando, la dissonanza cognitiva può essere ridotta in tre modi:
Producendo un cambiamento nell'ambiente;
Modificando il proprio comportamento;
modificando il proprio mondo cognitivo (ovvero il sistema delle proprie rappresentazioni cognitive e delle loro relazioni funzionali interne). WIKIPEDIA
Trovo interessante l'ultimo punto, cioè la persona affetta da questa particolare patologia modifica il proprio modo di raffrontarsi con il mondo in funzione di come gli altri si aspettano che lei agisca, quindi si sottomette a una morale comune alla quale però sa di non appartenere oppure che non è quella che lei vorrebbe, questa discrasia crea uno stato patologico forte; ma adesso andiamo sul concreto, sull'immanenza dei risultati di questi concetti rapportati al vivere civile e sulle principali patologie che essa può creare nelle menti meno forti, alcune di esse sono:
Pseudologia Fantastica
Per "pseudologia fantastica" s’intende semplicemente il mondo immaginario in cui alcune persone si rifugiano per allontanarsi da una realtà che li fa soffrire, ingannano se stessi prima che tutti quelli che li circondano.
Come dichiara K. Jaspers in Psicopatologia generale:
Un impulso smisurato pone all'intelletto dei compiti e mette il soggetto in situazioni che sono al disopra delle sue forze. Questi individui, spesso forniti di un'eccellente memoria meccanica e linguistica, "appaiono all'osservatore superficiale come pensatori versatili, mentre per chi li osserva più, attentamente, sono solo dei confusionari". Essi sono incapaci "di trovare nell'esperienza direttive utili per le loro azioni", ma hanno di se stessi un'incorreggibile sopravalutazione e una completa mancanza di autocritica. Per questo impulso a farsi valere, per il bisogno di fare impressione, per queste "idiozie da salotto", parlando danno libero corso a tutte le associazioni che sorgono in loro: sembra di essere di fronte ad una fuga di idee, ma non è una vera fuga di idee, è solo una ricca catena di "trovate" comprensibili, che procedono secondo il filo conduttore del linguaggio e di una memoria meccanica. Invece di sviluppare delle idee, espongono il loro sapere in modo caotico, invece di manifestare un’opinione e di prendere posizione, mostrano una magniloquenza spiritosa. Le parole, e non il pensiero, hanno la direzione del discorso. A un pensiero cosciente del fine, si sostituisce una specie di voluttà per lo spirito che suppongono di possedere, e che però riproduce soltanto, in modo testuale, ciò che hanno letto. Tali individui ingannano per il tipo di convinzioni che essi hanno e che ricorda la "pseudologia fantastica, come se ciò che dicono provenisse più o meno da loro stessi"; e per contenuto scelgono volentieri i problemi più elevati.
"Ci si rifugia dalla realtà nelle fantasie che permettono di creare facilmente e abbondantemente, come per magia, ciò che sarebbe difficile e frammentario se dovesse essere realizzato. Le fantasie sono in relazione con i desideri che nascono dalle inibizioni e dalle deficienze dell’esistenza individuale e, pur essendo irreali, procurano un sollievo"
La pseudologia fantastica ha quindi diversi gradi di coinvolgimenti emotivi relazionabili con gli altri, nel caso delle patologie peggiori il paziente si crea un mondo di fantasia con lui come fulcro, le regole normali sono soppresse per far posto a quelle create dal Super-Io del soggetto, questa visione distorta crea un giustificativo per i comportamenti malati del paziente, condotte delle quali egli non prova né vergogna né rimorso.
Non voglio arrivare ad argomentare quelli estremi per i quali è necessario un percorso psichiatrico, normalmente difficoltoso e lungo nel quale lo psicoterapeuta deve arrivare a smontare il Super-io anomalo e sostituirlo con un Ego più normale.
Prima di continuare chiariamo un aspetto, la divisione psichica Freudiana in Io, Super-io ed Es viene formalizzata nel 1923 in seguito all’uscita del trattato ” L’Io e l’Es”.
- Per Freud la psiche umana è composta da Io , Es e Super,io;.
L’Io è la struttura della psiche che si pone in relazione con le pulsioni dell’Es, con le richieste del Super-io e il confronto con la realtà. Appare come funzione mediatrice, come "tutela” fra aspetti contraddittori presenti nell’individuo , ma anche come collegamento fra i diversi sviluppi psichici che hanno luogo nell’individuo e dipendono dal principio di realtà.
Il Super-io invece è considerato una funzione dell’Io che si manifesta soprattutto come censore e controllore in un’analisi durevole degli aspetti dell’Io da cui si differenzia.
In gran parte irrazionale, è considerato come parte in causa nel conflitto psichico relativo a un divieto e al mancato appagamento di un desiderio e la contemporanea consapevolezza di questo desiderio,La composizione del Super-io si attua come periodo ultimo del complesso di Edipo, quando si introiettano le proibizioni dei genitori ed i sensi di colpa delle proiezioni su di loro, sublimandole in “identificazione” con le figure genitoriali.
Es è, secondo la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, quell’istanza intrapsichica che "rappresenta la voce della natura nell'animo dell'uomo". L'Es, infatti, contiene quelle spinte pulsionali di carattere erotico (Eros), aggressive ed auto-distruttive (Thanatos) che sono il modo squisitamente umano in cui gli istinti si sono evoluti -(cit)
Lezioncina a parte la pseudologia fantastica è la più pericolosa patologia che possa inquinare un politico, è l'incapacità di riconoscere la realtà che lo circonda, si arriva a negare persino l'evidenza per non far crollare i propri "castelli di sabbia", può portare al delirio di onnipotenza dei maggiori dittatori, da Hitler a Stalin o Mussolini, solo per citare i penultimi.
Come può centrare questo con noi?
Vi chiederete, orbene tutto passa per un altro pesante disvalore umano, il servilismo psicologico, infatti, come scrissi in questo frangente s arriva a sacrificare la verità sull'altare del potente:
Secondo Nietzsche "è solo l'obbligo di mentire secondo una convenzione stabilita, di mentire al modo del branco in uno stile vincolante per tutti".
Non posso che accodarmi a questa descrizione, mai come oggi vera, e vorrei spiegarla a modo mio integrandola con aggiornamenti per renderla totalmente attuale, anzi, senza vincoli di tempo.
Ognuno di noi, nel prendere quotidianamente coscienza dell'atto di "dover vivere", si crea un proprio mondo basato sulla soggettiva interpretazione degli eventi, crea un sostrato di "menzogne" per rendere il suo modo di raffrontarsi a esso più vivibile.
Quando però la nostra "menzogna quotidiana" si scontra con quella degli altri, si crea un effetto conciliativo tra le due, al fine di creare quella che si chiama "menzogna condivisa", la funzione stessa di questa finzione è di rendere compatibili le due versioni posticce al fine di garantirne la praticabilità nel mondo.
Diventano così "verità" quelle finzioni che sembrano funzionare meglio nella collettività,diventa così "la morale" uno stratificarsi di quelle letture della realtà che si sono rivelate vincenti.
Nietzsche afferma che questi sono "quel genere di errori senza i quali sarebbe impossibile volere, divenire, vivere"; egli ha evidenziato il carattere effimero, falso della verità, col fine di diventare volontà di potenza di chi vuole soprattutto esercitare la sua forza su tutti gli altri.
Una nozione assoluta di verità però non esiste; verità e menzogna non sono altro che costruzioni linguistiche e l’essenza del linguaggio è il suo strutturarsi in metafore. Una stessa metafora può dare origine a concetti opposti.
A questo punto dell'interrelazione fra "verità" personali, entra in ballo un assioma, è cioè che l'uomo, finanche quello altamente istruito ed evoluto di oggi, è e rimane un animale, con gli istinti primari dello stesso, si creano quelli che sono i prodromi dell'"effetto massa", tanto odiato dagli intelletti superiori fin dal tempo dei sette savi greci.
Verrebbe da dire che si regredisce a una sorta di "coscienza collettiva" che, nonostante tutto, è ancora in grado di governare istinti arcaici.
Nell'uomo, in questo particolare momento di scontro, come in tutti gli animali sociali, si crea una gerarchia, un corollario delle varie "importanze" che ognuno di noi ha, in seno alla collettività, (o che gli è stato attribuito), al che, per sbloccare l'empasse solitamente cede una parte della propria "menzogna" colui il quale "si sente" di stazionare su di un gradino più basso di tale gerarchia, lo fa istintivamente come altrettanto istintivamente pretende di esercitare lo stesso diritto verso coloro che ritiene a se stesso inferiori. (cit.)
Ecco che di conseguenza la patologia del capo si trasmette anche a una notevole parte della popolazione, ovviamente la più debole psicologicamente.
Ermeneutica distorta
Duemilacinquecento anni fa Eraclito diceva che l'intelligenza e la sapienza non sono valori complementari.
Oggi dopo tutto quel tempo non solo le cose non sono cambiate ma se possibile sono divenute ancora peggiori, dopo decenni di scolarizzazione selvaggia, senza cioè quella regola che garantiva allo studente di formulare un libero pensiero - da sempre considerata la maggiore delle colpe da qualunque tirannia, ed oggi si sa anche dalla democrazia - si à giunti alla negazione del pensiero deduttivo.
No, lo studente non è istruito ma indottrinato, gli viene insegnato ad imparare a memoria un concetto inutile, ad assorbire e accettare come proprie convinzioni di altri e basta.
Anche nella normale società si può arrivare a questo, e il sistema è tanto semplice quanto geniale, - premesso che i confini di capacità cognitiva sono sempre più sottili - è sufficiente recintare tale area con paletti di pensiero preconfezionato ad arte, l'uomo prenderà questi punti di riferimento e si costruirà il suo recinto da solo.
Ecco che l'uomo comune non fa che agitarsi sterilmente all'interno del recinto delimitato da dannosi paletti, esistendo senza avere l'idea di come sia realmente vivere, ragionare scegliere, ecco che l'ermeneutica offre una visuale diversa, è sufficiente spostare di un solo palmo i singoli picchetti per rendersi realmente conto che la verità non è ciò che ci viene presentato.
Alcuni di questi punti sono:
Gli immigrati sono una ricchezza
Gli immigrati pagheranno le nostre pensioni
La democrazia è la migliore forma di governo
L'occidente è il male
La politica pensa al benessere dei cittadini
La televisione riporta notizie reali
L'Euro ci salverà dalla bancarotta (e invece ne ha creati i prodromi)
Chi compra FIAT compra italiano
Chi è ricco è migliore di chi è povero
Et cetera
La cosa veramente importante è la comprensione totale degli eventi secondo una chiave di lettura ermeneutica, non c'è bisogno di paroloni astrusi per spiegare questo semplice concetto, basta guardare un'alba, con un celeste cielo mattutino punteggiato di nuvole grigiastre che magicamente si sottolineano quando il sole nascente ne tinge la parte inferiore di un rosso-arancio mozzafiato che come un magico chiaroscuro degno del migliore degli artisti, ne accende la tridimensionalità.
Tu guardi ammaliato quella bellezza pensando che la natura soltanto è in grado si creare simili cose ma non è del tutto vero.
Tu nell'atto di ammirarla non fai altro che comprendere questa meraviglia con il tuo senso della vista, la mandi al tuo cervello che non fa altro che elaborare questa informazione da cui la tua mente trae un profondo senso di ammirazione, stupore ed anche, in alcuni casi, giovamento.
Così facendo hai creato una tua versione dell'avvenimento.
Ipotizziamo che tu adesso voglia descrivere questo fenomeno a un amico non vedente, nel farlo in perfetta buona fede attingeresti a quanto appena detto, calcando l'accento su ciò che maggiormente ti ha colpito, enfatizzando questi aspetti a danno di altri, avresti cioè mediato una verità oggettiva con una squisitamente personale.
Non avendo possibilità di riscontro diretto il tuo sfortunato amico adesso vede quella particella della sua vita non tanto con i tuoi occhi quanto con la rappresentazione della realtà che tu autonomamente ti sei costruito.
E con quanto tu hai trasmesso!
La ovvia salvezza da questa uniformità di pensiero si chiama "Teoria del dubbio" una pratica dismessa da molto tempo, essa consiste nel prendere le frasi semplici, quelle d'effetto che quotidianamente propinano giornali, TV politici, ecc - poiché è li che normalmente si annidano i messaggi più incisivi - ( perché non mi prendiate per pazzo vi voglio ricordare che i più grandi dittatori del secolo appena passato usavano frasi d'effetto, brevi e reiterate innumerevoli volte nello stesso discorso perché facevano molta più presa, nel gregge, dei discorsi complicati!).
Una volta individuati questi aforismi dubitate, sempre e comunque, scardinate preconcetti ordini, sviscerate ogni singola parola e poi chiedetevi: "Dove si nasconde la bugia che vogliono propinarmi?"
Una volta fatto questo automaticamente vi sarete fatti una vostra idea sull'argomento e sarete pronti ad accettare o no le idee altrui.
Un aiuto serio arriva anche dalla filosofia greca; ad esempio io ho cominciato a dedicarmi al tentativo di aprire gli occhi alle persone grazie agli aforismi di Eraclito, a Socrate e Platone; essi sono stati i punti di partenza per arrivare a Nietzsche, Heidegger passando per Giordano Bruno.
Tiriamo le somme
L’esalogia riguardante la propaganda e ai suoi danni è terminata, molte cose sono state dette e ripetute, qualche altra rimane da dire, la più importante è questa, tali cose descritte in questo breve saggio non sono caratteristica unica di questa epoca storica, solo essa l’ha portata all’eccesso ma questo modo di lavorare sottocoperta è stato un successo sempre, da che mondo è mondo.
Alfredo Canovi
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