Enciclopedia Indice
Bhagavad-gita
oppure Bhagavad Gita o Gita o Gitopanisad
La Bhagavad Gita "Canto del Beato" è un breve poema sanscrito di appena 700 versi (sloka), inserito nel grande poema epico Mahābhārata, quest’ultimo contiene praticamente tutte le tradizioni normative, religiose, mistiche e meta-storiche dell’India antica. La Bhagavad Gītā, denominata “il Vangelo dell’India”, è l'opera classica più famosa della letteratura religiosa indiana ed è il testo sacro per gli Hare Krishna.
Nel poema si narra l’incontro di Arjuna, valoroso condottiero e prototipo dell’eroe, con Krishna, un’incarnazione (avatara) del Divino in forma umana.
La Bhagavad Gita si apre sul campo di battaglia, nella constatazione dell’esitazione di Arjuna che dovrebbe combattere la gente della sua stessa stirpe, e si rifiuta di contribuire a una lotta fratricida.
Il guerriero è colto da uno strano sentimento: un misto di depressione, scoraggiamento e disperazione. A quel punto è incapace di gettarsi nella mischia e chiede aiuto a Krishna. Il Dio prende spunto dall’evento per illustrare al suo interlocutore il significato della vita.
Dall’introduzione di La Bhagavad-gita "così com'è", a cura di Bhaktivedanta Swami Prabhupada
[…] La Bhagavad-gita (conosciuta anche come Gitopanisad) è considerata una delle maggiori Upanisad e costituisce l'essenza della conoscenza vedica. Ci si potrebbe chiedere perché una nuova presentazione della Bhagavad-gita, quando ne esistono già molte traduzioni nella nostra lingua. L'idea di questo libro è nata quando mi fu chiesto quale traduzione della Bhagavad-gita io consigliassi e mi trovai a rispondere di non poterne consigliare alcuna benché ne esistano numerose, perché nessuna edizione, per quanto ho potuto vedere - in India come in Occidente - ha rispettato l'integrità originale del Testo. Ogni volta il traduttore aveva espresso le sue opinioni senza cogliere lo spirito della Bhagavad-gita "così com'è".
[...] Che cosa si propone la Bhagavad-gita? Il suo fine è quello di liberare gli uomini dall'igno-ranza a cui li ha costretti l'esistenza materiale. Ogni giorno l'uomo si trova alle prese con mille difficoltà. Arjuna, per esempio, sta per affrontare una guerra fratricida; deve o non deve combattere? Chiuso nel suo profondo dilemma, egli cerca una soluzione rivolgendosi a Krishna, che gli espone allora la Bhagavad-gita. Come Arjuna, anche noi siamo immersi nell'angoscia a causa dell'esistenza materiale, che consideriamo come l'unica realtà. Ma noi siamo fatti per soffrire, perché siamo eterni e la nostra vita in questo mondo illusorio (asat) è solo passeggera. Tutti gli esseri umani soffrono, ma ben pochi indagano sulla loro vera natura o sulla ragione della sofferenza. Nessuno sarà veramente perfetto se non si chiede il perché della sofferenza, se non la rifiuta e sceglie di porvi rimedio. Possiamo considerarci uomini solo quando questa domanda si affaccia alla nostra mente. Il Brahma-sutra chiama questa ricerca "athatho brahma-jijñasa". Se l'uomo non cerca la Verità Assoluta, ogni sua attività rimarrà imperfetta. La Bhagavad-gita è fatta proprio per rispondere a coloro che si chiedono: "Perché siamo soggetti alla sofferenza?", "dove andremo dopo la morte?" Chi cerca sinceramente, chi vuole trovare la risposta deve, come Arjuna, mostrare un rispetto totale alla Persona Suprema.
[…] La Bhagavad-gita c'invita a comprendere cinque verità fondamentali sulla scienza di Dio e sulla condizione originale degli esseri viventi. Dio è l'isvara, "Colui che domina"; e gli esseri individuali sono i jiva, "coloro che sono dominati". Il fatto che noi siamo dominati è così evidente che sarebbe sciocco credersi indipendenti e negare la nostra posizione subordinata. Gli esseri sono sempre dominati, almeno nell'esistenza condizionata. Oltre all'isvara (Dio, il controllore supremo) e i jiva (le anime individuali che Egli controlla), La Bhagavad-gita ci parla della natura materiale, (la prakriti), del tempo (la durata totale dell'universo, cioè la durata della manifestazione della natura materiale) e del karma (l'azione). Dobbiamo dunque attingere da questo Testo la conoscenza di Dio, degli esseri, della prakti - che è la manifestazione cosmica, dove gli esseri sono impegnati in un gioco di attività molteplici -, e comprendere alla luce di questi insegnamenti come la manifestazione materiale è dominata dal tempo e come gli esseri individuali agiscono all'interno di essa.
Queste cinque verità fondamentali sono la base su cui poggia la Bhagavad-gita per dimostrare che Dio, Sri Krishna, percettibile anche come principio supremo, o controllore supremo, Brahman e Paramatma, supera tutti gli altri esseri, sebbene tutti partecipino della Sua natura.
La Bhagavad-gita "così com'è", a cura di Bhaktivedanta Swami Prabhupada, è la versione più fedele e più completa, autentico best-seller a livello mondiale.
- Nella rubrica d'autore: Riflessioni sulla Cultura Vedica di Parabhakti das: La Bhagavad-gita, il canto del Beato.
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