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Gianni Vattimo

 

Biografia

 

La vita

Gianni Vattimo è nato nel 1936, a Torino, dove ha studiato e si è laureato in Filosofia; ha poi seguito due anni i corsi di H. G. Gadamer e K. Loewith all'università di Heidelberg, e ha studiato con Hans-Georg Gadamer e Luigi Pareyson. Dal 1964 insegna all'Università di Torino, nella quale è stato Preside, negli anni ’70, della Facoltà di Lettere e Filosofia. E' stato “visiting professor” in alcune università americane (Yale, Los Angeles, New York University, State University of New York) e ha tenuto seminari e conferenze in varie università di tutto il mondo. Negli anni Cinquanta, insieme a Furio Colombo e Umberto Eco, ha lavorato ai programmi culturali della Rai-Tv, conducendo tra l’altro il programma settimanale politico-informativo “Orizzonte”. E' membro dei comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere; è socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino. Ha diretto la “Rivista di Estetica”. Ha ricevuto le lauree honoris causa dell'Università di La Plata (Argentina, 1996), Palermo (Argentina, 1998), Madrid (2003). E’ Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana (1997). Attualmente è vicepresidente dell'Academía de la Latinidade.

 

Il pensiero

Nelle sue opere, Vattimo ha proposto una interpretazione dell'ontologia ermeneutica contemporanea che ne accentua il legame positivo con il nichilismo, inteso come indebolimento delle categorie ontologiche tramandate dalla metafisica e criticate da Nietzsche e da Heidegger. Un tale indebolimento dell'essere, che non si attribuisce più caratteristiche forti ma si riconosce più legato al tempo, alla vita e alla morte, è la nozione guida per capire i tratti dell'esistenza dell'uomo nel mondo tardo moderno, e (nelle forme della secolarizzazione, del passaggio a regimi politici democratici, del pluralismo e della tolleranza) rappresenta anche il filo conduttore di ogni possibile emancipazione. Rimanendo fedele alla sua originaria ispirazione religioso-politica, ha sempre coltivato una filosofia attenta ai problemi della società. Il "pensiero debole", che lo ha fatto conoscere in molti paesi, è una filosofia che pensa la storia dell'emancipazione umana come una progressiva riduzione della violenza e dei dogmatismi e che favorisce il superamento di quelle ingiustizie sociali che da questi derivano.

 

Le opere
Si è inizialmente occupato di ricerche di estetica antica (Il concetto di fare in Aristotele, Giappichelli 1961) e allo studio del significato filosofico delle poetiche dell’avanguardia (Poesia e ontologia, Mursia 1967). I suoi studi su Heidegger e Nietzsche, e in generale sulla filosofia tedesca dell’Ottocento e del Novecento (Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Edizioni di Filosofia 1963; Schleiermacher, filosofo dell’interpretazione, Mursia 1968; Introduzione a Heidegger, Laterza 1971; Il soggetto e la maschera, Fabbri-Bompiani 1974; Introduzione a Nietzsche, Laterza 1984), hanno avuto risonanza internazionale, e, al pari delle sue opere successive, sono state tradotte in varie lingue. Nel 1980 ha pubblicato Le avventure della differenza: che cosa significa pensare dopo Nietzsche e Heidegger, e cioè in una situazione nella quale non esistono più punti di vista globali o privilegiati. Dopo Al di là del soggetto (1981), Vattimo ha pubblicato Il pensiero debole (Feltrinelli 1983, in collaborazione con Pier Aldo Rovatti), opera nella quale propone l’interpretazione del passaggio al postmoderno come passaggio dalle unità forti alle molteplicità deboli, dal dominio alla libertà, dall’autoritarismo alla democrazia. La riflessione su Nietzsche è continuata con il recente Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000 (Garzanti 2000). In Oltre l'interpretazione. Il significato dell'ermeneutica per la filosofia (Laterza 1994), Vattimo ritrovava il significato filosofico dell'ermeneutica contemporanea, nella sua universalizzazione e trasformazione in koiné, nel suo essere teoria filosofica del carattere interpretativo della realtà. Ha poi pubblicato Vocazione e responsabilità del filosofo (Il Melangolo 2000) e Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento (Paravia 2002), nel quale attua un viaggio nella filosofia dell’ultimo secolo, proponendo appunto come filo conduttore il rapporto tra tecnica ed esistenza, problematica che acquista importanza sempre maggiore con l’intensificarsi della razionalizzazione tecnico-scientifica della società.
La riflessione sulla società contemporanea ha luogo in particolare ne La società trasparente (Garzanti, 1989 e – accresciuta – 2000, edizione nella quale l’ultimo capitolo, I limiti della derealizzazione, indica una via di soluzione ai problemi politici posti dallo sviluppo della società della comunicazione generalizzata) e in Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto (Garzanti 2003), nel quale Vattimo immagina le implicazioni positive e costruttive di ermeneutica e nichilismo (qui intesi come sinonimi, come già in Etica dell’interpretazione – Rosenberg & Sellier 1989 – e in La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura postmoderna – Garzanti 1985) per il mondo della globalizzazione, intraviste nella possibilità di fondare ogni legge e regola di comportamento sul rispetto della libertà di ciascuno e non su norme che si pretendono “naturali”.
Negli ultimi anni, con Credere di credere (Garzanti 1996) e poi con Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso (Garzanti 2002) e Il futuro della religione. Carità, ironia, solidarietà, in dialogo con Rorty (Garzanti 2005), Vattimo spinge la propria riflessione filosofica verso i confini della religione, e interpreta il significato del cristianesimo utilizzando il concetto di Incarnazione di Dio come evento di indebolimento, nel quale Dio si abbassa e perde le connotazioni terribili attribuitegli dalle religioni primitive. Il messaggio cristiano di carità, “ama il prossimo tuo come te stesso”, diventa la base per una società della tolleranza, nella quale la verità esiste laddove si raggiungono, attraverso il dibattito, posizioni consensuali.
Ha curato l’edizione della Garzantina “Filosofia” (1981, 1993, 2004). Un suo recente volume, Il socialismo ossia l’Europa (Trauben, 2004), è invece dedicato al significato e al futuro del processo d’integrazione continentale, e raccoglie gli articoli scritti durante il suo mandato di deputato europeo. Un programma “di sinistra” oggi non può che identificarsi come programma dell’integrazione europea: con un’Europa cioè che si liberi dalla soggezione agli Stati Uniti mantenendo un modello sociale di solidarietà tra classi e generazioni, e si batta per l’affermazione di un ordine internazionale diverso dal “capitalismo compassionevole” proposto oltre Atlantico.

 

La politica

Seguendo le implicazioni politico-sociali della sua ispirazione filosofica, Vattimo si è poi impegnato appunto in politica, dapprima nel Partito Radicale, in qualità di rappresentante del “Fuori” (un impegno costante, quello contro le discriminazioni sessuali, che lo ha portato a partecipare negli ultimi anni, in qualità di Invitato permanente, al direttivo nazionale del Coordinamento Omosessuale DS); poi nel gruppo “Alleanza per Torino” in occasione delle prime elezioni comunali maggioritarie (1993) della sua città, e tre anni dopo, nella campagna elettorale dell'Ulivo.
Nel 1999 è stato eletto deputato al Parlamento di Strasburgo per i Democratici di Sinistra, nel gruppo del Partito Socialista Europeo. Qui ha partecipato ai lavori della Commissione per la cultura, la gioventù, l’istruzione, i mezzi d’informazione e lo sport, e della Commissione per i diritti e le libertà dei cittadini, la giustizia e gli affari interni. E’ stato inoltre membro della Commissione temporanea sul sistema di intercettazione satellitare “Echelon”, e delle Delegazioni Interparlamentari UE-Cina e UE-Sudafrica; si è occupato anche, tra l’altro, di istruzione e formazione, università (programmi Erasmus e Socrates), ricerca e sviluppo, media, tossicodipendenze, diritti civili e sociali, diritti degli animali, senza dimenticare l’apporto dato all’opposizione al governo di centrodestra italiano. In polemica con il gruppo dirigente dei DS, nel 2004 ha lasciato il partito e ha accettato la candidatura al Parlamento europeo con il Partito dei Comunisti Italiani, senza risultare eletto.

Oggi insegna Filosofia Teoretica all’Università di Torino.
Collabora come editorialista a diversi giornali italiani e stranieri: La Stampa, Il Manifesto, L'Unità, L'Espresso, El Pais (Spagna), Clarin (Argentina).
Ha accettato la candidatura a sindaco del paese di San Giovanni in Fiore (Cosenza), sostenuta da una lista civica che porta il suo nome, organizzata da un gruppo di ragazzi che intendono rilanciare lo sviluppo della cittadina e la qualità della sua vita.

Fonte: www.giannivattimo.it

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