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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 19-03-2008, 15.20.47   #11
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
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La sete di potere e l'avidità tradiscono la saggezza

E' stata la culla della saggezza, ha dato i natali ai più grandi saggi di tutti i tempi... da Lao Tze a Chuan Tzu a Confucio...
Guardate ora quanto hanno dimenticato le voci dei loro saggi.


Ecco che son le belle armi:
strumenti del malvagio che le creature han sempre detestati.


Ecco che son l'armi: strumenti del malvagio
non strumenti del saggio
,
il quale li adopra solo se non può farne a meno.
Avendo per supreme pace e quiete,
ei vince ma non se ne compiace,
chi se ne compiace gioisce nell'uccidere gli uomini.
Ora chi gioisce nell'uccidere gli uomini
non può attuare i suoi intenti nel mondo.

...Quando il popolo non teme di morire
a che vale impaurirlo con la morte?


... Durezza e forza sono compagne della morte,
mollezza e debolezza sono compagne della vita.
Per questo chi si fa forte con le armi non vince,
L'albero che è forte viene abbattuto.
Quel che è forte e robusto sta in basso,
quel che è molle e debole sta in alto.

Estratti dal Tao Tè Ching di Lao Tze
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Vecchio 20-03-2008, 08.17.30   #12
gyta
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La solidità di.. essere!

Sì, Mirror! Purtroppo qualcuno dimentica che questa volontà solidale è contro la violenza e non verso una nazionalità, un paese, un credo od un non-credo! Si scorda troppo, troppo spesso (così ho potuto accorgermi durante questo tempo) che ciò che <si combatte> non è l'uomo ma la violenza qualunque maschera questa adotti.. e "combattere" non può essere che crescere nella realtà di reali alternative all'oscurantismo, lento processo che parte da noi stessi e giunge inesorabile per ogni dove; <manifestare> la propria reale solidarietà, il proprio <solido> appoggio non è che rendere atto di ciò che è la nostra intima realtà interiore!
Con commozione (profonda) accolgo le parole del Dalai Lama circa la sua disponibilità a "dimettersi"
nel qual caso questo significhi porre fine al massacro in atto.. Comprendo la sua solitudine.. Comprendo il peso dei morti di cui si sente indirettamente colpevole.. Comprendo.. Lo comprendo.. E non è -come potrà pensare qualcuno- un lasciarsi piegare la schiena dagli eventi, ma la forza di un riuscire a vedere oltre.. Una visione profonda di tutti gli avvenimenti..

Pace a chi la brama!

Ringrazio anche particolarmente l'autore della mail postata da Ivo
che ha come addolcito la gravità nel vivere questi eventi.. tragicamente <non-umani> !

Citazione:
Originalmente inviato da webmaster

Smetterla allora anzitutto di pensare che l’altro non è noi e quindi che ogni prevaricazione malvagia sull’altro non ci tocca;
nutrire un amore per i valori umani e rispettarli ad ogni costo in prima persona, anche se ci costa fatica;
e vincere la nostra e l’altrui ignoranza imparando e insegnando, insegnando e insegnando

(Gabriele Mandel khân)



Gyta
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Vecchio 20-03-2008, 09.36.46   #13
gyta
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Una <Questione Umana>

Una "Questione Umana"
[Al di là della 'politica']

Manifestare significa far parlare i mezzi d'informazione!
Far parlare i mezzi d'informazione significa avere l'ascolto incondizionato delle organizzazioni nazionali ed internazionali
ed in ultima istanza significa impedire che venga messa a tacere una violenza od una problematica in atto.
Nelle questioni interne si può ad esempio tramite la raccolta firme autenticata giungere alla richiesta di un referendum per
decisioni che riguardano direttamente il cittadino dove è necessario spingere alla revisione di alcune normative che non rispondono più alle esigenze della collettività; per le questioni esterne allo stato cui siamo cittadini potremo ancora una volta regolare secondo la nostra partecipazione affinché si dia voce e ricorso ai provvedimenti di tutela delle minoranze qualora non fossero ancora rispettate o là dove occorre attraverso il dialogo internazionale cui presiedono organizzazioni atte allo scopo di rappresentanza ed accordo finalizzato alla comune cooperazione ed alla salvaguardia dei beni umani che grazie a Dio sono i medesimi ovunque! Tale potere decisionale di cooperazione è primaria competenza dell'ONU l'organizzazione internazionale mondiale. I rappresentanti delle singole nazioni discutono e provvedono a dare atto al piano di lavoro stabilito mano a mano la cui struttura radicale si fonda sulla da loro approvata e proclamata "Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo" (1948).
Comprendiamo quindi che seppur il cittadino non sia fisicamente seduto al palazzo di vetro dell'organizzazione il suo fiato ed il suo respiro giunge attraverso l'informazione ed i rappresentanti sino a lì!

Citazione:
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
(Approvata dall'assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948)
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato e proclamato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il cui testo completo è riportato di seguito. Dopo questa solenne deliberazione, l'Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione. Il testo ufficiale della Dichiarazione è disponibile nelle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, cioé cinese, francese, inglese, russo e spagnolo.


Preambolo
Considerando che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti eguali e inalienabili costituisce il fondamento della libertà, della pace e della giustizia nel mondo;
Considerando che il non riconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno condotto ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani saranno liberi di parlare e di credere, liberati dal terrore e dalla miseria, è stato proclamato come l'aspirazione più alta dell'uomo;
Considerando che i diritti dell'uomo siano protetti da un regime di diritto per cui l'uomo non sia mai costretto, in supremo ricorso, alla rivolta contro la tirannia e l'oppressione;
Considerando che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;
Considerando che nella Carta dei popoli le Nazioni Unite hanno proclamato di nuovo la loro fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne, e che si sono dichiarati decisi a favorire il progresso sociale e a instaurare le migliori condizioni di vita nella libertà più grande;
Considerando che gli Stati-Membri si sono impegnati ad assicurare, in cooperazione con l'Organizzazione delle Nazioni Unite, il rispetto universale ed effettivo dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
Considerando che una concezione comune di questi diritti di libertà è della massima importanza per assolvere pienamente a tale impegno;
L'Assemblea generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo come l'ideale comune da raggiungere da tutti i popoli e da tutte le nazioni affinché tutti gli individui e tutti gli organi della società, tenendo sempre presente allo spirito tale dichiarazione, si sforzino, attraverso l'insegnamento e l'educazione, di sviluppare il rispetto di tali diritti e libertà e di assicurarne, attraverso misure progressive di ordine nazionale e internazionale, il riconoscimento e la applicazione universale ed effettiva, sia fra le popolazioni degli Stati-Membri stessi, sia fra quelle dei territori riposti sotto la loro giurisdizione.

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire in uno spirito di fraternità vicendevole.
Articolo 2
Ognuno può valersi di tutti i diritti e di tutte le libertà proclamate nella presente dichiarazione, senza alcuna distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, d'opinione politica e di qualsiasi altra opinione, d'origine nazionale o sociale, che derivi da fortuna, nascita o da qualsiasi altra situazione. Inoltre non si farà alcuna distinzione basata sullo statuto politico, amministrativo o internazionale del paese o del territorio a cui una persona appartiene, sia detto territorio indipendente, sotto tutela o non autonomo, o subisca qualunque altra limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua persona.
Articolo 4
Nessuno potrà essere tenuto in schiavitù né in servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi sono proibiti in tutte le loro forme.
Articolo 5
Nessuno sarà sottoposto a tortura né a pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ognuno ha diritto al riconoscimento della propria personalità giuridica, in ogni luogo.
Articolo 7
Tutti sono uguali di fronte alla legge ed hanno diritto - senza distinzione - ad un'eguale protezione contro qualsiasi provocazione ad una simile discriminazione.
Articolo 8
Ogni persona ha diritto ad un ricorso effettivo davanti alle competenti giurisdizioni nazionali contro atti che violano i diritti fondamentali riconosciutile dalla Costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessuno può arbitrariamente essere arrestato, detenuto né esiliato.
Articolo 10
Ogni persona ha diritto - in piena eguaglianza - a che la sua causa sia ascoltata equamente e pubblicamente da un tribunale indipendente e imparziale, che deciderà sia dei suoi diritti e dei suoi obblighi, sia del fondamento di qualunque accusa in materia penale, rivolta contro di essa.
Articolo 11
1) Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a che la sua colpevolezza sia stata legalmente stabilita nel corso di un processo pubblico, in cui tutte le garanzie necessarie alla sua difesa le siano state assicurate;
2) Nessuno verrà condannato per azioni o omissioni, che al momento in cui sono state commesse non costituiscono reato in base al diritto nazionale o internazionale. Parimenti non sarà inflitta alcuna pena più forte di quella che era praticata al momento in cui il reato è stato commesso.
Articolo 12
Nessuno sarà oggetto di ingerenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, né di lesioni al suo onore ed alla sua reputazione. Ogni persona ha diritto alla protezione della legge contro simili ingerenze e lesioni.
Articolo 13
1) Ogni persona ha diritto di circolare liberamente e di scegliere la propria residenza entro i confini di uno Stato;
2) Ogni persona ha diritto di abbandonare qualsiasi paese, compreso il proprio, e di rientrare nel proprio paese.
Articolo 14
1) Di fronte alla persecuzione ogni persona ha diritto di cercare asilo e di beneficiare dell'esilio in altri paesi;
2) Tale diritto non si può invocare in caso di persecuzione realmente fondata su un reato di diritto comune o su azioni contrarie ai principii e agli scopi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una nazionalità;
2) Nessuno può arbitrariamente venir privato né della propria nazionalità né del diritto di cambiare nazionalità.
Articolo 16
1) Raggiunta l'età nubile, l'uomo e la donna, senza restrizione di sorta per ciò che riguarda la razza, la nazionalità o la religione, hanno diritto di sposarsi e di fondare una famiglia. Hanno pari diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e al momento del suo scioglimento;
2) Il matrimonio non si può concludere che con il pieno e libero consenso dei futuri sposi;
3) La famiglia è l'elemento naturale e fondamentale della società e ha diritto alla protezione della società e dello Stato.
Articolo 17
1) Ogni persona, tanto sola quanto in collettività, ha diritto alla proprietà;
2) Nessuno può arbitrariamente esser privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni persona ha diritto alla libertà di cambiare religione, come pure di manifestare la propria religione o convinzione sola o in comune, in pubblico o in privato, con l'insegnamento, le pratiche, il culto e la celebrazione dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà d'opinione e d'espressione, il che implica il diritto di non venir disturbato a causa delle proprie opinioni e quello di cercare, ricevere e diffondere con qualunque mezzo di espressione, senza considerazione di frontiere, le informazioni e le idee.
Articolo 20
1) Ogni persona ha il diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica;
2) Nessuno può essere costretto a far parte di una associazione.


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Vecchio 20-03-2008, 09.40.04   #14
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Una <Questione Umana>

[n.2]

Citazione:
Articolo 21
1) Ogni persona ha diritto di partecipare alla direzione degli affari pubblici del suo paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente eletti;
2) Ogni persona ha diritto ad accedere, in condizioni di uguaglianza, alle cariche pubbliche del proprio paese;
3) La volontà del popolo è il fondamento dell'autorità dei poteri pubblici; questa volontà dev'essere espressa con elezioni serie, che devono aver luogo periodicamente, a suffragio universale uguale e con voto segreto o seguendo una procedura equivalente, che garantisca la libertà del voto.
Articolo 22
Ogni persona, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale; ha la facoltà di ottenere soddisfazioni dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità e al libero sviluppo della sua personalità, grazie allo sforzo nazionale ed alla cooperazione internazionale, tenuto conto dell'organizzazione e delle risorse dei singoli paesi.
Articolo 23
1) Ogni persona ha diritto al lavoro, alla libera scelta del suo lavoro, a condizioni eque e soddisfacenti di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione;
2) Tutti hanno diritto, senza discriminazione, ad un salario uguale per lavoro uguale;
3) Chi lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente, che assicuri a lui ed alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana e integrata, se opportuno, da ogni altro mezzo di protezione sociale;
4) Ogni persona ha diritto di fondare con altri dei sindacati e affiliarsi a dei sindacati per la difesa dei suoi interessi.
Articolo 24
Ogni persona ha diritto al riposo e allo svago, in particolare ad una ragionevole limitazione della durata del lavoro ed a vacanze periodiche pagate.
Articolo 25
1) Ogni persona ha diritto ad un livello di vita sufficiente ad assicurare la salute e il benessere suo e della sua famiglia, specialmente per quanto concerne l'alimentazione, l'abbigliamento, l'alloggio, le cure mediche e i servizi sociali necessari; ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, di malattia, d'invalidità, di vedovanza, o negli altri casi di perdita dei propri mezzi di sussistenza in seguito a circostanze indipendenti dalla sua volontà;
2) La maternità e l'infanzia hanno diritto ad un aiuto e ad un'assistenza speciali.Tutti i bambini, nati sia nel matrimonio sia fuori del matrimonio, godono della medesima protezione sociale.
Articolo 26
1) Ogni persona ha diritto alla educazione. Essa dev'essere gratuita, almeno per quanto riguarda l'insegnamento elementare e fondamentale. L'insegnamento elementare è obbligatorio. L'insegnamento tecnico e professionale deve essere diffuso. L'accesso agli studi superiori deve essere aperto a tutti, in piena uguaglianza, in base ai meriti;
2) L'educazione deve mirare al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve favorire la comprensione, la tolleranza e l'amicizia tra tutte le Nazioni e tutti i gruppi razziali o religiosi, come pure lo sviluppo delle attività delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace;
3) I genitori hanno in primo luogo il diritto di scegliere il genere di educazione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
1) Ogni persona ha il diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai benefici che ne risultano;
2) Ognuno ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria o artistica di cui è autore.
Articolo 28
Ogni persona ha diritto a che, sul piano sociale e su quello internazionale, regni un ordine tale che i diritti e le libertà enunciate nella presente Dichiarazione possano trovarvi pieno sviluppo.
Articolo 29
1) L'individuo ha dei doveri nei confronti della comunità, nella quale è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità;
2) Nell'esercizio dei suoi diritti e nel godimento delle sue libertà ognuno è soggetto unicamente alle limitazioni stabilite dalla legge, esclusivamente allo scopo di assicurare il riconoscimento ed il rispetto dei diritti e delle libertà altrui e di soddisfare alle giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica;
3) Tali diritti e libertà non potranno in alcun caso esercitarsi in opposizione agli scopi e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nessuna disposizione della presente Dichiarazione può essere interpretata come implicante, per uno Stato, un gruppo o un individuo, un qualsiasi diritto di dedicarsi ad una attività o di compiere un'azione mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà qui enunciate.




Affinché tale documento "umanista" venga profondamente a far parte della coscienza civile internazionale lo spirito del singolo deve potere respirare del suo medesimo potere di "autodeterminazione" che qui tradotto nel personale significa presa di coscienza della propria autonomia coscienziale

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Vecchio 20-03-2008, 09.42.12   #15
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Una <Questione Umana>

[n.3]


autodeterminazione: (dice il De Mauro vocabolario) "il determinarsi dell'individuo secondo le proprie leggi, indipendentemente da ciò che non è in suo potere"
riferito ad un popolo (cito wikipedia): si traduce nel riconoscimento della capacità di scelta autonoma ed indipendente dei popoli poco rappresentativi, altrimenti detti "minoranze".
Tale diritto tutela la gestione autonoma della loro esistenza, salvaguarda la loro sopravvivenza, messa in pericolo dalle dinamiche di arricchimento della civiltà consumistica, e consente il dialogo tra culture diverse.

Citazione:
Diritto internazionale:

<< Ogni Stato ha la propria legislazione e il proprio ordinamento. Gli Stati tuttavia entrano in rapporto tra di loro in modo pacifico (scambio di merci ed altro) o in modo conflittuale (guerra o rappresaglie). Questi rapporti sono regolati dal diritto internazionale, che si configura come l’insieme delle norme che regolano i rapporti tra gli Stati appartenenti alla Comunità internazionale-

In molti casi gli Stati, per meglio tutelare i loro interessi e favorire gli scambi e i rapporti con gli altri Stati, non fissano solo delle regole di comportamento, ma, avvalendosi di strumenti adatti, quali i trattati, istituiscono organismi internazionali, ai quali vengono affidati compiti specifici e assegnati mezzi finanziari, materiali e risorse umane opportuni.

Tra questi, i più significativi sono l’ONU [i], la NATO [i] e il Consiglio d’Europa [G] [i].

Il diritto internazionale, a differenza di quello interno a ciascuno Stato membro, esiste in quanto gli stessi soggetti obbligati lo vogliono e l’hanno voluto, senza alcuna imposizione esterna. Si tratta di un ordinamento paritario ovvero in cui tutti i soggetti sono su uno stesso piano senza l’intervento autoritativo di un’autorità sovraordinata rispetto ad essi.

Le norme internazionali, per essere eseguite all’interno degli Stati, devono trasformarsi in norme di diritto interno ovvero norme di recepimento. >> (2)



Citazione:
"La dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo" compirà nel 2008 60anni..
“La Dichiarazione universale non è un lusso né un mero auspicio, ma un contratto tra i governi e i loro popoli”, si legge sul nuovo portale.(3) E siccome la tutela dei suoi principi spetta a ogni cittadino del mondo, l’Onu invita tutti a inviare (a partire dal 12 novembre) idee e proposte (4) per illustrare e far conoscere il significato del primo documento della storia rivolto a tutte le persone, senza distinzioni.
“Per la prima volta nella storia, il mondo ha a disposizione i mezzi per dimezzare la povertà nel mondo. In definitiva si tratta di una questione di volontà politica. Non c’è nessuna sfera di cristallo. Ma le risorse, le conoscenze e gli strumenti per raggiungere gli obiettivi esistono” ha spiegato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. (5)

[Seppur, aggiungo io, non è tutto oro quel che luccica..
Ma come già detto, il cammino verso l'umanesimo è da compiersi per tappe..]


Citazione:
<< [....]Tale dichiarazione rappresenta il compromesso tra visioni della società non solo diverse fra loro, ma addirittura antitetiche e contrapposte; anche se enunciava certi diritti che avrebbero assunto importanza diverse a seconda del paese nel quale avrebbero dovuto trovarne la tutela.

L’ONU lavorò per anni per arrivare a trasfondere il contenuto della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo in un trattato internazionale, ossia in un documento che fosse fonte di veri e propri obblighi giuridici per gli stati.

Il 16 dicembre 1966, l’assemblea generale riusciva ad adottare due trattati: il Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici, e il Patto sui diritti economici, sociali e culturali. Entrambi i Patti si aprono con un primo articolo che riconosce a tutti i popoli il diritto all’autodeterminazione, dato che l’indipendenza politica viene considerata in seno all’ONU come la condizione imprescindibile per la garanzia dei diritti umani. Fu lento il processo di ratifica dei patti da parte degli stati, solo nel 1970 essi poterono entrare in vigore.
Nel frattempo l’organizzazione ne era riuscita ad attivare tutta una serie di meccanismi che le consentono ancora oggi di poter valutare il livello di protezione dei diritti umani in ciascuno stato.[....] >> [continua su (6)]

Le difficoltà ed errori dei caschi blu:
Citazione:
<< Hanno essenzialmente il compito di separare i contendenti, mantenere l'ordine, sorvegliare l'osservanza di tregue o la cessazione delle ostilità; non possono dunque assumere un ruolo attivo e propulsivo, non possono minacciare ed usare la forza militare per imporre ad uno Stato di disarmare o di ritirarsi da una certa zona, o ai ribelli di consegnare le armi. [..]
i Caschi blu non sono militari che combattono per imporre la pace, ma strumenti di "diplomazia preventiva", come li definì Hammarskjöld nel 1960, che agiscono per stabilizzare le relazioni internazionali, preservare lo status quo e impedire che conflitti locali o regionali degenerino in guerre mondiali.
Naturalmente, dal 1956 a oggi varie cose sono cambiate. [...]
Le linee essenziali dei poteri dei Caschi blu sono però rimaste immutate.[...]>> (8)



Citazione:
I disordini interni tra diritto internazionale umanitario e diritti dell'uomo

" Con molta frequenza, in presenza di crisi o di conflitti, gli Stati dichiarano l'esistenza di una situazione di emergenza, in tutto o parte del territorio nazionale, invocando questa circostanza come base giuridica per la sospensione di alcuni diritti umani.

Si tratta - come l'esperienza ha mostrato in molte occasioni - di situazioni in cui le disposizioni costituzionali di applicazione "normale", concernenti le relazioni tra potere pubblico e protezione dei diritti dei singoli, divengono insufficienti per affrontare una situazione di emergenza che sembra potersi risolvere solo se i poteri pubblici utilizzano armi e metodi che, in principio, sono esclusi dalle previsioni costituzionali.
Varie convenzioni internazionali in materia dei diritti dell'uomo prevedono disposizioni specifiche per le situazioni di emergenza:


In tali situazioni, infatti, i diritti dell'uomo sono spesso ridotti al loro nocciolo duro senza che siano applicabili tutte le garanzie del diritto umanitario. Facendo una comparazione con le norme del diritto umanitario, il "nocciolo duro" dei diritti dell'uomo non contiene, in particolare, norme sulla protezione e l'assistenza ai feriti, sul divieto delle deportazioni, sulle limitazioni all'uso della forza da parte delle forze di sicurezza e, soprattutto, norme sulle garanzie giudiziarie, salvo il principio di irretroattività della legge penale.
.....
L'attuazione, o con espressione francese, la "mise en ouvre", che comprende il rispetto, il controllo del rispetto e la repressione delle violazioni, come è risaputo, è comunemente considerato il punto debole del diritto internazionale. La tutela strumentale dei diritti si presenta ancora più difficile nei diritti dell'uomo e nel diritto internazionale umanitario perché le loro norme tendono a proteggere l'individuo contro lo Stato, i quali si trovano in un rapporto per sua stessa natura ineguale. "

[Prof. Nerina Boschiero](9)

Citazione:
Sito della "Campagna di solidarietà con il Popolo Tibetano"
News: TIBET : IL 26 MARZO 2008 SEDUTA STRAORDINARIA...

TIBET : IL 26 MARZO SEDUTA STRAORDINARIA DEL PARLAMENTO EUROPEO
A Bruxelles anche presidente parlamento tibetano in esilio
Bruxelles, 19 mar. (Apcom) - Il presidente del parlamento del Tibet in esilio, Karma Chophel, sarà in visita al Parlamento europeo di Bruxelles mercoledì 26 marzo per partecipare ad un'audizione della commissione Affari esteri. Nello stesso pomeriggio, su richiesta del gruppo Liberaldemocratico (Alde), è stata convocata una riunione straordinaria della plenaria dell'eurocamera per discutere con presidenza e Commissione Ue sui rapporti Ue-Cina alla luce delle violente repressioni in Tibet. Lo riferisce un comunicato dell'Alde, in cui si auspica che a seguito del dibattito della prossima settimana l'Europarlamento approvi una risoluzione durante la sessione plenaria che si terrà ad aprile. 19-03-2008 (7)

Gyta

(1)http://www.privacy.it/diruomo.html
(2)http://www.normeinrete.it/abc/html/05-001.htm
http://www.bassilo.it/area_alunni/ap...itto/index.htm
(3)(4) [il 'nuovo portale' dell'onu] Siti :
http://www.conosciituoidiritti2008.or g/
www.mdgmonitor.org
(5) http://blog.panorama.it/mondo/2007/1...lanniversario/
(6) http://www.arifs.it/paceguerra/diritti.htm
(7) http://www.dossiertibet.it/Lists/New...rm.htm?ID=2804
(8)http://www.studiperlapace.it/view_ne...06082 6094706
(9) http://www.studiperlapace.it/view_ne...news_id=caputo
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Vecchio 21-03-2008, 12.10.24   #16
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AIUTIAMO IL TIBET
19 marzo 2008

Pubblichiamo oggi una drammatica testimonianza che ci è giunta dal Nepal.
Un nuovo ed orrendo genocidio sta avvenendo in Tibet in questi giorni. I mezzi di informazione non sanno, o non vogliono sapere, o hanno paura di sbilanciarsi, quello che sta accadendo realmente a Lhasa ed in tutto il Tibet. Quando parlano di circa 80 morti, o se citano le fonti cinesi parlano di 10 morti (!), non hanno idea di quanto siano lontani dalla realta'. Ora noi siamo a Kathmandu, Nepal; ieri, domenica 16 marzo, un nostro amico Tibetano e' riuscito a parlare con suo fratello a Lhasa. Il fratello gli ha detto di aver assistito personalmente ad uno dei tanti massacri:
UNA FOLLA DI CIRCA
300-400 TIBETANI E' STATA CIRCONDATA
DALL'ESERCITO IN UN'AREA DIETRO IL POTALA ( L'ANTICA RESIDENZA DEL
DALAI LAMA A LHASA), E LUI LI HA VISTI MASSACRARE TUTTI A
MITRAGLIATE!!!

Se questo e' un episodio, (che non sapremo mai dai media), quanti altri ne stanno accadendo in tutto il Tibet? Cio' che viene riferito dai media e' solo una frazione della realta', e' sempre cosi. In Tibet si sta nuovamente consumando il tentativo di far tacere per sempre un popolo innocente, un popolo che non ha altro scopo che coltivare il proprio intento spirituale. Una cultura unicamente devota alla Saggezza, a che ritiene la Compassione il potere piu' grande e definitivo. Tutto cio' e' percepito dal governo cinese, nella sua follia di potere e dominio, nella sua ottusita' cieca e senza senso, come una grande minaccia. Per questo non hanno esitato, e non esiteranno, a farli tacere e distruggerli in ogni modo.

Vi prego di aiutare il Tibet con ogni mezzo, e di far sapere con tutto lo sforzo possibile da ognuno di noi, cio' che sta realmente accadendo. Kathmandu, 17 marzo.

Lettera firmata


Queste le prime immagini della repressione cinese arrivate dal Tibet.
Vi avvisiamo che le immagini sono molto crude e provano il brutale intervento della polizia cinese sui dimostranti con armi da fuoco.
http://www.freetibet.org/march2008.html
http://www.freetibet.org/press/kirtiphotos.html

da http://www.italiatibet.org/notizie/tibetnotizie.htm


Gyta
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Vecchio 21-03-2008, 12.15.33   #17
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Tibet: perché nessuno può boicottare la Cina

di Umberto Mazzantini

LIVORNO. «Sono 25 anni che la Cina ha aperto le porte ai mercati mondiali. Da allora i leader del Paese hanno tenuto deliberatamente basso il tenore di vita dei loro cittadini e hanno mantenuto alto quello degli statunitensi. Si spiega così l’enorme eccedenza della bilancia commerciale cinese – più di 1.400 miliardi di dollari che crescono al ritmo di un miliardo al giorno – investita soprattutto in titoli del tesoro statunitense. Di fatto, negli ultimi anni ogni abitante della (ricca) America ha preso in prestito circa 4.000 dollari da un cittadino della (povera) Repubblica Popolare Cinese».

Sta tutto in queste frasi scritte da James Fallows per il mensile Usa “The Atlantic” il perché il mondo sta ripagando con una imbarazzata impotenza la disperata rivolta tibetana e perché ogni flebile appello al boicottaggio dei giochi olimpici di Pechino sia una impossibile utopia, per non parlare della velleitaria proposta di sospendere per un giorno la campagna elettorale italiane per spaventare i dirigenti di un Paese che la campagna elettorale non sa nemmeno cosa sia. Temiamo che i tibetani, al contrario di noi, trarrebbero ben poco giovamento dal silenzio di Berlusconi, Veltroni e Bertinotti.

Il problema sta infatti tutto in un paradosso che sembra l’avveramento di una profezia marxista: il più grande Paese comunista del mondo tiene ormai in scacco la terremotata economia mondiale, se lasciasse o stringesse la presa tutto crollerebbe, ma non lo farà perché non gli conviene, ma potrebbe essere sempre pronta a dare una strizzatina qua e là se qualcuno disturbasse con troppe domande e troppi sofismi umanitari la “società armoniosa” che la Cina vuole edificare con l’arricchimento di una oligarchia che spesso coincide con i famigli dei dirigenti del Pcc e che prevede la neutralizzazione delle minoranze scomode che hanno fatto l’errore di vivere sui probabili forzieri del nuovo sviluppo, a partire da quelle tibetana e uigura.

Il boicottaggio non è possibile, perché farebbe molto più male a chi lo attua che alla Cina e i dazi del liberista Tremonti sono una boutade da campagna elettorale che nasconde i numeri della potenza cinese che è prima di tutto economica. La Cina è il vero motore della globalizzazione e la drammatica conferma che il libero mercato funziona (forse meglio) anche senza libertà democratiche e civili. Invocare l’invio di osservatori Onu in un Paese che siede nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite è più o meno un pensiero politico romantico: i confini cinesi sono intangibili non solo per la presenza del più grande esercito del mondo, sempre meglio armato grazie agli ultimi ritrovati occidentali e russi ed alle nuove tecnologie spaziali autoctone che potrebbero servire, e molto, ad armare meglio le bombe atomiche cinesi, ma soprattutto perché la Cina è economicamente intoccabile. Il fondo sovrano di investimento all’estero e le sue agenzie di investimento sono il vero braccio armato con il quale il partito comunista cinese influenza imprese e governi occidentali, senza nessun fastidioso bisogno di trasparenza e codici di condotta.

La infastidita reazione cinese alle proteste per i fatti del Tibet più che l’arroganza nasconde la sicurezza di intangibilità: nessuno toccherà il gigante dopo aver voltato lo sguardo sulla strage dei monaci buddisti in Myanmar da parte della dittatura militare amica di Pechino o dopo aver assistito impotenti alla infinita mattanza russa della Cecenia. Gli interventi armati e le minacce di boicottaggio si fermano alla scala inferiore di potenza, a Cuba, all’Iran, all’affamata Corea del Nord ed agli sciagurati Iraq ed Afghanistan, con la Cina si può protestare civilmente ma non minacciare boicottaggi, nemmeno sportivi.

Non li sosterrebbero le grandi marche sportive che finanziano le olimpiadi e gli atleti che gareggeranno nei giochi di Pechino. Non aspettiamoci nessun pugno alzato per protesta a Pechino, nessun atleta sventolerà la multicolore bandiera del Tibet se non vorrà perdere quanto ha di più caro: un contratto con la Nike, l’Adidas o la Reebok. La guerra fredda che permise il boicottaggio delle olimpiadi di Mosca è finita ed ora quello che era un impresentabile ed indecifrabile nemico asiatico, che sfamava a malapena più di un miliardo di straccioni, siede nei consigli di amministrazione delle banche americane, puntellandone le mura, e sostiene i fondi di investimento dei pensionati occidentali con il lavoro sottopagato dei proletari cinesi che fabbricano le carissime scarpe delle star sportive di tutto il mondo e inondano di merci a basso costo i bulimici mercati occidentali e di preziosi scarti quelli anoressici del terzo mondo.

Ma la sanguinosa repressione per le strade di Lhasa ci dice anche che nessuno si può illudere che le olimpiadi apriranno la Cina al mondo. Il governo cinese ha autorevolmente confermato la linea dura: nessuno disturbi il nostro armonioso cammino, che più o meno vuol dire che è il mondo che dovrà aprirsi alla Cina così come è, che continuerà a fare come gli pare al suo interno. Gli unici standard che Hu Jintao e compagni sono disposti a rispettare sono quelli del liberismo globalizzato che dimostrano come ormai la democrazia sia un semplice orpello non necessario del libero mercato, un altro mito che cade sotto i colpi della crescita cinese e di altre dittature dello stesso o di altro segno.

Quando si saranno spenti i fuochi, e sarà lavato dalle strade il sangue della rivolta tibetana, la Cina con le olimpiadi offrirà al mondo un incredibile spettacolo di grazia armoniosa ed i giornalisti occidentali, embedded, saranno portati in giro a raccontarci le meraviglie della crescita cinese in quartieri svuotati dai poveri e in città ripulite temporaneamente dallo smog. Torneranno a cantare entusiasti le lodi dello sviluppo infinito, della crescita del Pil a due cifre che innalza altissimi grattacieli pacchiani, e i fantasmi dei monaci tibetani scoloriranno nell’abbagliante fondale della nuova potenza del mondo e del suo impenetrabile ed inflessibile comunismo asiatico, che si specchia nel turbocapitalismo ma che, impassibile, non si adatta alle nostre speranze occidentali di democrazia.

da http://www.greenreport.it/contenuti/...?id_cont=12543


Se l'ONU sembra avere le mani legate e la mafia dell'omertà troneggia sulle bocche di panciuti burocrati
NOI NON ABBIAMO LE MANI LEGATE: NON COMPRIAMO PIU' "MADE IN CHINA" !


Intanto qualche "buon cuore"

Citazione:
Il principe Carlo incontrera' il Dalai Lama

Il principe Carlo incontrera' il Dalai Lama quando il leader
spirituale dei tibetani, a maggio, sara' a Londra. L'annuncio, che
arriva poche ore dopo quello analogo di Gordon Brown, e' destinato a
scatenare l'irritazione del governo di Pechino, che ha gia' detto di
essere "profondamente preoccupato" per la decisione del premier
britannico. A gennaio, l'erede al trono britannico, che si e' sempre
mostrato molto attento alla causa tibetana, aveva gia' reso noto che
non avrebbe partecipato alla cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici
di Pechino.


da http://www.repubblica.it/news/ired/u...n_3002609.html

E poi molti altri.. Diamo una mano anche NOI!

Teniamoci informati:
http://www.italiatibet.org/cosa%20pu...sapuoifare.htm

e non dimentichiamo le petizioni:
PETIZIONE DALAI LAMA
http://www.avaaz.org/it/tibet_end_the_violence/
http://www.amnesty.it/home/index.html


<< Se da parte occidentale c'è il solito tiepidismo
nel condannare questi gravi crimini contro l'umanità,
lo dobbiamo a tutti quelli che acquistano "made in
China", magari per RISPARMIARE sulla pelle degli
operai cinesi.

Chiariamo un concetto: le nostre ciniche autorità
non temono che i cinesi possano esportare di meno,
CIO' CHE TEMONO RIGUARDA SOPRATTUTTO LA POSSIBILITA'
PER GLI OCCIDENTALI DI CONTINUARE A COSTRUIRE FABBRICHE
IN CINA. >>

da uno scritto del Moderatore di Fiore di Loto
www.fiorediloto.org


Gyta
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Vecchio 22-03-2008, 03.32.09   #18
gyta
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Traduzione Discorso Dalai Lama

TRADUZIONE DEL DISCORSO DEL DALAI LAMA
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da progettoesserepace@yahoogroups .com
Inviato grazie a: "Simona Fossa Margutti"
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I would like to take this opportunity to express my deep gratitude to world leaders and the international community for their concern over the recent sad turn of events in Tibet and for their attempts to persuade the Chinese authorities to exercise restraint in dealing with the demonstrations.

Vorrei cogliere l'occasione di esprimere la mia profonda gratitudine ai governanti di tutto il mondo e alla comunità internazionale per l'interessamento ai recenti e tristi eventi nel Tibet e per i loro tentativi di persuadere le autorità cinesi ad usare moderazione verso i dimostranti tibetani.

Since the Chinese Government has accused me of orchestrating these protests in Tibet, I call for a thorough investigation by a respected body, which should include Chinese representatives, to look into these allegations. Such a body would need to visit Tibet, the traditional Tibetan areas outside the Tibet Autonomous Region, and also the Central Tibetan Administration here in India. In order for the international community, and especially the more than one billion Chinese people who do not have access to uncensored information, to find out what is really going on in Tibet, it would be of tremendously helpful if representatives of the international media also undertook such investigations.

Poichè il governo cinese mi ha accusato di orchestrare queste proteste in Tibet, faccio richiesta che un'associazione riconosciuta, che includa rappresentanti cinesi, investighi in modo approfondito per fare chiarezza in proposito a questa imputazione.

Whether it was intended or not, I believe that a form of cultural genocide has taken place in Tibet, where the Tibetan identity has been under constant attack. Tibetans have been reduced to an insignificant minority in their own land as a result of the huge transfer of non-Tibetans into Tibet. The distinctive Tibetan cultural heritage with its characteristic language, customs and traditions is fading away. Instead of working to unify its nationalities, the Chinese government discriminates against these minority nationalities, the Tibetans among them.

Credo che in Tibet si sia perpetuato un vero genocidio culturale, sia esso voluto o meno, e che l'identità tibetana sia stata costantemente attaccata. La comunità tibetana è stata ridotta ad una minoranza insignificante nella sua propria terra come risultato di un enorme trasferimento di non tibetani in Tibet. La peculiare eredità culturale tibetana con la propria lingua caratteristica, i propri costumi e tradizioni, stanno svanendo. Invece di lavorare per unificare le varie nazionalità , il governo cinese continua a discriminare le proprie minoranze, compresa quella tibetana.

It is common knowledge that Tibetan monasteries, which constitute our principal seats of learning, besides being the repository of Tibetan Buddhist culture, have been severely reduced in both in number and population. In those monasteries that do still exist, serious study of Tibetan Buddhism is no longer allowed; in fact, even admission to these centres of learning is being strictly regulated. In reality, there is no religious freedom in Tibet. Even to call for a little more freedom is to risk being labeled a separatist. Nor is there any real autonomy in Tibet, even though these basic freedoms are guaranteed by the Chinese constitution.

E' a conoscenza di tutti il fatto che i monasteri tibetani, che costituiscono le nostre principali sedi di studio, oltre a rappresentare il deposito della cultura buddista tibetana, sono stati drammaticamente ridotti di numero e di abitanti. Nei monasteri che ancora rimangono non è più permesso condurre studi seri sul buddismo tibetano; e persino l'ammissione a questi centri di studio è stata strettamente regolata. In realtà non esiste nessuna libertà religiosa in Tibet. Al solo richiedere più libertà si corre il rischio di essere etichettati come separatisti. Non esiste nessuna reale autonomia in Tibet, anche se queste libertà di base vengono garantite dalla costituzione cinese.

I believe the demonstrations and protests taking place in Tibet are a spontaneous outburst of public resentment built up by years of repression in defiance of authorities that are oblivious to the sentiments of the local populace. They mistakenly believe that further repressive measures are the way to achieve their declared aim of long-term unity and stability.

Sono dell'opinione che le dimostrazioni e le proteste in Tibet rappresentano uno sfogo spontaneo derivante dal risentimento comune, causato da anni di repressione da parte delle autorità che si sono dimostrate indifferenti ai sentimenti della popolazione locale. Essi si sbagliano credendo che ulteriori misure repressive possano condurre alla dichiarata meta dell'unità e della stabilità a lungo termine.

On our part, we remain committed to taking the Middle Way approach and pursuing a process of dialogue in order to find a mutually beneficial solution to the Tibetan issue.

Da parte nostra, noi rimaniamo fedeli all'approccio della Via di Mezzo e perseguiamo un processo di dialogo al fine di trovare una mutua soluzione positiva alla questione tibetana.

With these points in mind, I also seek the international community's support for our efforts to resolve Tibet's problems through dialogue, and I urge them to call upon the Chinese leadership to exercise the utmost restraint in dealing with the current disturbed situation and to treat those who are being arrested properly and fairly.

Con questo punti ben chiari in mente, mi appello alla comunità internazionale affinché ci aiuti a risolvere i problemi del Tibet attraverso il dialogo, e li supplico di richiamare il governo Cinese a un atteggiamento moderato di fronte a questa turbolenta situazione e di trattare coloro che sono stati arrestati in modo corretto e umano.

Dalai Lama
Dharamsala - March 18, 2008

-----------------------------

Citazione:
OGGI SABATO 22 MARZO ALLE ORE 15 A POMAIA (PISA) MANIFESTAZIONE DI PREGHIERA PRESSO l’Istituto Lama Tzong Khapa gli esuli tibetani in Italia, i sindaci, le autorità, i monaci e le monache, i buddhisti tutti e gli uomini liberi di buona volontà si riuniranno in preghiera, in una manifestazione di interventi perché la fiamma olimpica verso Pechino possa trasformare il grande isolamento del Tibet in una grande vertenza internazionale.

Istituto Lama Tzong Khapa
Associato alla FPMT e all’U.B.I.
Via Poggiberna, 9 Pomaia 56040 (Pisa) ITALY
Tel. 050.685654 - Fax 050.685695


Amici del forum ringrazio chiunque stia ora leggendo questi appelli..
Come sappiamo bene nel nostro cuore vi sono momenti della vita che richiedono grande coraggio e forza d'animo ed a volte sostenere forte nel cuore situazioni che sembrano più grandi di noi richiede veramente grande coraggio.. Ed è di coraggio, di animo trasparente che abbiamo bisogno per superarle assieme. Le "grandi conquiste" non sono mai state portate avanti da eroine ma da piccole persone che pur sentendo l'impotenza e la paura addosso hanno scelto di.. essere! Ed in questo "essere" non potevano infine che.. riconoscere tutti gli altri! Perché ribadisco non è una crociata contro la Cina ma un semplice diretto dire "No." al regime dell'impotenza e della paura affinché la violenza non abbia più alcunché da combattere (!)

Vi abbraccio..

Gyta
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Vecchio 22-03-2008, 20.26.00   #19
ulysse
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Riferimento: Aiutiamo Il Tibet !!!

ben vengano tutte le manifestazioni di cui si parla..e tutti i possibili discorsi..ma credo che un qualche effetto l'avrebbero solo se tutti si andasse in Tibet a manifestare...ma mi pare un pò difficile ed anche pericoloso...al momento.
Un amico mio che aveva organizzato una spedizione di scalatori in Tibet...ha disdetto!

Certo che anche da noi il parlarne ed il manifestare crea cultura antisopruso...forse a lungo termine..però.

A breve termine è difficile.
I cinesi lavorano per integrarsi il Tibet da oltre 50 anni e certo non lo lasciano ora ...dopo tutte le opere e infrastrutture cortruite.

Forse oramai anche la maggioranza della popolaszione in Tibet è cinese..e tornare indietro è impossibile.

Il Tibet oltre tutto occupa una posizione strategica nello scacchiere asiatico e per la Cina non è un capriccio.

La pressione dell'occidente forse potrebbe fare allentare la morsa e favorire una sorta di annessione piu' soft, ma mi pare che i governi occidentali, fra cui lo stesso Vaticano, non si siano sprecati in proteste oltre che formali.

Gli interessi economici in ballo sono troppo forti...e sul piano finanziario la Cina ci domina: IL MONDO OCCIDENTALE è SOTTO SCACCO!

Forse l'unica possibilità per indurre un attimo i cinesi a lasciare l'osso sarebbe la minaccia di una defezione compatta dalle olimpiadi..cui però sembra che l'adesione del mondo occidentale sia debole...
ed in ogni caso, passate le olimpiadi, la Cina si riprenderebbe l'osso...magari con maggior vigore.

Comunque sarebbbe ora che la parola prevalesse sulla spada!
Auguri!
ciao
ulysse is offline  
Vecchio 23-03-2008, 10.35.39   #20
gyta
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La libertà (di essere).. sempre più vicina al mito?

" Il termine Pasqua, in greco e in latino 'pascha', proviene dall'aramaico: pasha, che corrisponde all'ebraico pesah, il cui senso generico è 'passare oltre' " *

E sembra proprio che la "celebrazione della pasqua" sia fortemente sentita.. (sorriso amaro!)
Al di là delle piccole iniziative -esporre la bandiera tibetana alla finestra il giorno di pasqua come suggeriscono i radicali a torino- lentamente, come già si prospettava cala il silenzio..
Eppure il significato all'origine di questo giorno era per gli ebrei la commemorazione della liberazione,
un <nuovo inizio> l'uscita dalla schiavitù ..
Ma si sa.. dalla commemorazione al mito il passo è breve.. !


Citazione:
Il presidente del Parlamento europeo sul Tibet:
l'Ue non deve escludere di boicottare la Cina


I Paesi europei non dovrebbero escludere la possibilita' di minacciare la Cina con il boicottaggio delle Olimpiadi se le violenze continuano in Tibet. E' quanto ha dichiarato oggi il presidente del Parlamento dell'Unione europea, Hans-Gert Poettering, in un'intervista pubblicata dal quotidiano tedesco 'Bild'.
"Il governo di Pechino deve decidere da solo, ma dovrebbe negoziare immediatamente con il Dalai Lama" ha anche sottolineato Poettering, aggiungendo che "se continuano a non esserci segnali di un possibile compromesso, credo che le misure di boicottaggio possano essere giustificate".


da http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=79897

Citazione:
Tibet, Cina furiosa con gli Usa:
«Violate le relazioni internazionali»


ROMA (22 marzo) - Ogni appoggio dato alla «cricca del Dalai Lama» viola «tutti i principi delle relazioni internazionali». La Cina ha reagito con rabbia alle dichiarazioni della speaker del Congresso americano Nancy Pelosi, che ieri aveva incontrato il Dalai Lama e aveva chiesto un'inchiesta internazionale sulle violenze in Tibet. Il Dalai Lama è il «rappresentante di un sistema di schiavitù feudale» e un «profugo politico impegnato da lungo tempo a frantumare la Cina», ha detto il portavoce Qin Gang. La Pelosi aveva invitato «gli amanti della libertà» a denunciare la repressione cinese.

da da http://www.ilmessaggero.it/articolo....OME _NELMONDO

Citazione:

"I buddisti tibetani e vietnamiti condividono la stessa sventura. Il governo vietnamita, proprio come quello cinese, vede le pratiche religiose al di fuori del controllo statale come "minacce contro la sicurezza nazionale", punibili con la repressione e l'arresto. Oggi in Vietnam, la tradizionale Chiesa Buddista Unificata del Vietnam (UBCV) è proibita ed è stata soppiantata da un corpo sponsorizzato dalla Stato sotto il controllo del Partito Comunista. I leader e i seguaci dell'UBCV sono perseguitati e repressi. Il patriarca dell'UBCV Thich Huyen Quang e il deputato Thich Quang Do sono in stato di detenzione da 26 anni, ancora oggi si trovano agli arresti domiciliari. Dopo l'ordinanza del 2004 "Sulla religione e sulle credenze religiose, l' "educazione patriottica" ha la precedenza sull'educazione spirituale in Vietnam.
Esprimo la mia accorata solidarietà alle richieste pacifiche del popolo tibetano e sono indignato per il fatto che il governo cinese risponda a queste richieste con la violenza militare e con lo spargimento di sangue".

(Vo Van Ai: presidente del Comitato vietnamita per i diritti dell'uomo e portavoce della Chiesa buddista unificata)

http://www.radicali.it/view.php?id=118766

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
IL MONDO OCCIDENTALE è SOTTO SCACCO!

Forse l'unica possibilità per indurre un attimo i cinesi a lasciare l'osso sarebbe la minaccia di una defezione compatta dalle olimpiadi..


L'INTELLIGENZA UMANA è SOTTO SCACCO?!? -ribatterei!

Ed aggiungerei << Forse l'unica possibilità per indurre un attimo i cinesi a lasciare l'osso sarebbe il provvedimento di una disinfestazione compatta all'ONU>>

Gyta


* Il significato del 'passare oltre' naturalmente è un'altro..
http://www.italica.rai.it/index.php?..._pri ma_parte
pasqua http://it.wikipedia.org/wiki/Pasqua#Etimologia_e_senso
gyta is offline  

 



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