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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 25-10-2004, 03.15.50   #41
leibnicht
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Purtroppo

l'unica ragione per cui raitre trasmette ancora qualche programma avente blandi contenuti "culturali" (in senso alto, ovviamente), si deve solo alle strategie di potere storicamente seguite dal partito comunista italiano nel secondo dopoguerra.
Eredi del pensiero gramsciano, gli intellettuali comunisti negli anni '50 e '60 avviarono un programma di colonizzazione dei "media" più culturalmente prestigiosi (case editrici, circoli intellettuali e culturali, università e tecnocrazie dell'informazione).
Nel pensiero di Gramsci, questo programma andava sotto il nome di "conquista di un'egemonia culturale" ed era da intendere come strumento alternativo dell'ipotesi rivoluzionaria, come strategia democratica di conquista del potere pubblico.
L'opera, giunta a piena maturazione negli '80, perse di incisività proprio grazie alla TV cosiddetta "spazzatura" ed alla banalizzazione e mortificazione del dibattito ideologico e politico.
La strategia di Gramsci si rivelò fallimentare quando, a determinare il rilievo e la sopravvivenza delle agenzie depositarie degli strumenti concettuali e culturali nel nostro paese, cessarono di essere i finanziamenti partitici e rimasero, isolatamente, i proventi pubblicitari, lo share ed i rendimenti delle vendite e degli abbonamenti.
Raitre, il cui "tono" culturale è comunque poco superiore a quello dei rotocalchi degli anni '70, si concede il "lusso" di un pubblico striminzito, erede di quegli anni, potenziamente allettato dalla presenza di dibattiti sociali e politici, e non dissuaso dalla partecipazione di intellettuali o scienziati.
Il thrash, ammannito da tutte le altre reti, reality show, o cosiddetti, in testa, non mira ad altro che a catturare l'interesse del pubblico più vasto, confacendosi non alle sue aspettative, ma a ciò che può "sorprenderlo": catturando un'attenzione labile, vacua ed effimera.
Chiunque abbia più di quarant'anni sa come questo "scontro" di strategie abbia potuto far precipitare il livello e la qualità dei mass media nel nostro paese.
Agli altri consiglio di rintracciare una copia qualsiasi di un qualsiasi quotidiano a tiratura nazionale risalente a trent'anni fa e confrontarlo con la stessa testata edita domani o, meglio, martedì: per qualcuno sarà una sorpresa.

Ultima modifica di leibnicht : 25-10-2004 alle ore 03.20.28.
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Vecchio 26-10-2004, 16.48.56   #42
garbi
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ho più di quarant'anni quindi posso dire quelle che sono le mie deduzioni dopo tutti questi anni di dipendenza dalla TV.
Credo che questo "mezzo" si sia impossessato delle nostre menti attraverso un regia che non si è costituita con l'inizio delle trasmissioni, ma si è andata evolvendo con "approssimazioni successive".
Ricordo le prime trasmissioni, che alla luce di quelle i oggi, erano molto meno aggressive e la pubblicità costituiva un blando intermezzo. Tanto è vero che il ricorso al canone era giustificato dalla qualità del servizio. E in questa fase la maggioranza del governo di allora non si comportava con la spregiudicatezza attuale della manipolazione delle notizie.
Con l'avvento delle tv commerciali da una parte e con la gestione delle pubblicità da parte delle grosse "Concessionarie" è iniziata la guera degli ascolti. E se prima si imbonivano gli spettatori con le trasmissioni nazional popolari dopo si è passata alla cruenta guerra degli "indici di ascolto".
Perchè questo dato fa gola a tutte le reti, non certo per capire qual'è il programma migliore per Voi telespettatori, ma parte a discutere con le suddette concessionarie di pubblicità i budget economici per i ricavi derivanti.
Poi di tutte le disquisizioni filosofiche se ne fregano altamente, l'importante è dimostrare come diceva Pratolini che "il popolo pure che non gli dice niente ti acclama lo stesso".
Io non mi ritengo immune da condizionamenti ma cerco di sviluppare il più possibile il mio senso critico schiacciando, qualche volta, il bottone rosso del telecomando e leggendomi magari un bel romanzo giallo che non pretende di plagiare i cervelli.
garbi
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Vecchio 29-10-2004, 18.44.21   #43
bomber
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sondaggio ....
fatto sui realty ..
il 36% degli italiani non li guarda
il 25 % proprio non li sopporta


ma se tutta questa gente non li vede allora come mai vanno ancora in onda
bomber is offline  
Vecchio 30-10-2004, 11.36.58   #44
fallible
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realityshow

Il 40% che li segue è certamente un dato deprimente, riguardo al pensiero di Holzweg e Garbi mi trova completamente daccordo, quello che mi chiedo è che fine hanno fatto quelli che come noi hanno questa visione del mondo e della politica, il sistema ci ha fagocitati senza che noi potessimo fare qualcosa e senza dolore. Dove abbiamo sbagliato?
fallible is offline  
Vecchio 30-10-2004, 14.38.49   #45
rodi
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Citazione:
Messaggio originale inviato da bomber
sondaggio ....
fatto sui realty ..
il 36% degli italiani non li guarda
il 25 % proprio non li sopporta


ma se tutta questa gente non li vede allora come mai vanno ancora in onda

forse perchè il 40% che li guarda è sufficiente per il ritorno pubblicitario?
sinceramente non ho idea e non mi viene in mente altro

...mi sento meno sola con quel bel 25%...non siamo poi così pochi!
rodi is offline  
Vecchio 30-10-2004, 15.02.23   #46
bomber
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Citazione:
Messaggio originale inviato da rodi
forse perchè il 40% che li guarda è sufficiente per il ritorno pubblicitario?
sinceramente non ho idea e non mi viene in mente altro

...mi sento meno sola con quel bel 25%...non siamo poi così pochi!



beh non male ....
bomber is offline  
Vecchio 30-10-2004, 15.06.21   #47
bomber
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Re: realityshow

Citazione:
Messaggio originale inviato da fallible
Il 40% che li segue è certamente un dato deprimente, riguardo al pensiero di Holzweg e Garbi mi trova completamente daccordo, quello che mi chiedo è che fine hanno fatto quelli che come noi hanno questa visione del mondo e della politica, il sistema ci ha fagocitati senza che noi potessimo fare qualcosa e senza dolore. Dove abbiamo sbagliato?




beh pensa che chi li guarda non è il 40% ma il 65% perche il 25 % secondo me rimane racchiuso nel 36% che non li guarda almeno il ragionamento e seguendo la logica anche perche le domande di solito sono due domande sepratate ...
poi magari ce anche quella persona che li guarda anche se non li puo sopportate ...
rimane il fatto che il 64% degli italaini (circa ) gurada almeno una volta i realty , e anche vero che ora ce ne sono talemtne tanti che sarebbe strano non guardarli ....
bomber is offline  
Vecchio 31-10-2004, 02.40.25   #48
leibnicht
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Caro Fallible

o, credo, suppongo e scusandomi, al tuo Nick.
In che cosa abbiamo sbagliato?
Se sei un erede del '68, se quel tempo lo hai vissuto, ... io lo percorsi dal lato opposto della barricata.
In cosa abbiamo sbagliato, ...?
Io so che sbagliammo noi, noi che eravamo dalla parte avversa della trincea.
Eppure so che, tornando indietro, tanto sono lucidi i miei ricordi,- ... non saprei fare meglio.
Ne' saprei immaginare un periodo storico più ricco, più pieno di una dialettica sociale, avviata al progetto di una trasformazione radicale...
Se dovessi rivivere quel tempo, io so che rifarei ciò che ho fatto: comporrei una delle tante minuscole particelle brulicanti di intelligenza e dialettica liberal che formarono il background della progettualità politica attuale.
Eppure, io lo so, ho sbagliato tutto.
Ero dalla parte sbagliata, ma con l'ìntelligenza dei perdenti, che a quei tempi parevano "destinati" a vincere.
Che il destino non fosse che fede, lo supponevo già allora.

Maledetti comunisti!
Vollero impadronirsi di un moto spontaneo e potente, come di rado la storia registra l'avvicendarsi delle generazioni.
Vedete, fu un grande, irrimediabile ed incorreggibile errore.
Ero un piccolo bambino quando Praga insorse.
Un uomo piccolo piccolo quando il Cile di Allende fu stretto in un'opposizione non democratica a quello che mi vendettero come un "regime".
Avevo tredici anni, eppure avevo già visto donne infibulate, bambini condannati a soffrire pene infernali dentro cerimoniali che "pagavo" in termini di una presunta superiorità culturale, la quale mi assicurava il "ticket" di spettatore.

In cosa... abbiamo sbagliato?
E' la domanda di una generazione che interroga, purtroppo, solo se stessa.
Gli anticorpi del sistema hanno ridotto a "normalità" quasi tutto ciò che denotava la non appartenenza ad esso.
Folle e sciocco fu credere che ogni opposizione supponesse radicalità.

Ascolto gli "Anneé de Pilgrimages" di Liszt.
Dio, se non temi di sbiadire, considera quel tuo prete.

"Dopo una lettura di Dante" mi diceva la professoressa. Comprendi.
Ed io amavo, invece, Venezia attraverso Liszt. Perchè? Perchè troppo smaccato era il riferimento al canto popolare, per non essere "voluto".
Un messaggio, così lo percepivo, da un ungherese a un veneto al senso preciso di un irredentismo culturale.
Ed ancor oggi lo sento così: perchè accarezzare così dolcemente, dentro le temperie di un viaggio italiano, complesso ed intelligentemente percepito, l'idea di una semplice prolusione ai giochi d'acqua in Villa ?

Come è potuto succedere ?
Eravamo piccoli. Piccoli, bambini, pieni di idee e di uno scintillante profluvio di intenzioni: però, solo bambini.
Vedi, Fallible, forse in questo la storia, non noi, ha sbagliato.
Le Rivoluzioni, di solito, toccano ai "grandi", i quali, vedi, con la spietatezza cinica di ottusi e fatui riconoscimenti e le responsabilità sovrumane di cure che attendono l'oggetto, si debbono mettere in gioco.

Grande Liszt, io ti amo.
Meravigliose le trascrizioni dai canti svizzeri, quanto più prossimi al suo proprio sentire...
Nessuno ha detto che, a quella "rivoluzione" mancarono i "grandi", non i "vecchi" che, con sottintesa passione senile, la sottoscrissero.
Ed è conferma di tale assenza di Maestri il fatto che, oggi ancora (con l'unica passione che mi avanza), in faccia alla sorte recrimino errori.

Un'occasione perduta, ma perdibile.
leibnicht is offline  
Vecchio 31-10-2004, 21.49.55   #49
AuroraBlu
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bhe se ce ne sono così tanti un motivo ci sarà...
il motivo è che in molti li guardano...
e la legge di mercato dice che "tirano"..
il problema è un altro.....
perchè li guardiamo?
è poi così interessante vedere come vivono un gruppo
di persone in una realtà che non è realtà?

giuro...io li trovo di una noia mortale
e dopo il 1° grande fratello che era una novità...
non ne guardo altri....
AuroraBlu is offline  
Vecchio 31-10-2004, 23.55.48   #50
testigo
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Messaggi: 0
Negli anni 70 ero adolescente ricordo un'intervista a Pasolini nella quale si parlava di televisione. Ero ragazzino,non riuscivo a comprendere bene quello che il regista diceva. Ammoniva sulla pericolosità del mezzo,parlava di massificazione dei cervelli e cose del genere.Quanto avrei voglia di ascoltarla adesso e quanto vorrei farla ascoltare a qualche partecipante e blaterante di questo forum. Adesso che il mondo è governato dalle televisioni,adesso che proprio noi Italiani dipendiamo,in molti sensi,dalla televisione.
testigo is offline  

 



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