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Vecchio 05-11-2011, 13.55.39   #41
ulysse
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Riferimento: Una parola sfortunata: "progresso"

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Originalmente inviato da visechi
Caro emmeci, complimenti davvero per la tua vivida capacità di riflettere con estrema cura e sottigliezza di questioni scottanti, proponendo sempre argomentazioni mai banali… Chapeau!

......Nulla da eccepire, se non un piccolissimo particolare...non è il progresso il vulnus.....Forse la filosofia dell’Ottocento, quella particolare filosofia, ha solo presagito quel che oggi s’impone con tutta la sua virulenza. Quindi, sintetizzando: non il progresso, ma la tecnologia è la vera parola sfortunata.
Forse i pregiudizi sono duri a morire...ed insieme la nostra tradizionale Vision!
E' strano leggere che la "tecnologia" è parola sfortunata, quando il nostro ambiente e noi stessi siamo infarciti di tecnologia...non so quanto necessaria o meno, ma il fatto esiste: tutto è tecnologia e siamo noi che la vogliamo...a proposito o a sproposito che sia!
Si può criticare questo nostro "volere", ma allora siamo noi i tapini, non la "tecnologia".
Se mai sarebbe da chiedersi perchè ci siamo buttati a corpo morto sulla "tecnologia"?...persino i cinesi ora ne vanno pazzi!
Non sarà perchè la tecnologia ci solleva da molte incombenze (magari ne introduce altre)..comunque è comoda e "spiritualmente" confortante: cosà c'è di meglio di una giornata di shopping?...o di una sgasata in moto?

Non sarà nella tecnologia il vero progresso?...come già nella scienza?

O forse il vulnus è proprio nella filosofia che, senza deprimere il possibile progresso, non ha saputo indirizzarci all'essere piuttosto che all'avere?
I filosofi dell'ottocennto non erano poi così preveggenti!...o lo erano! ma loro avrebbero dovuto sopperire.
Meglio gli illuministi!

Ultima modifica di ulysse : 05-11-2011 alle ore 18.51.22.
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Vecchio 05-11-2011, 19.04.34   #42
ulysse
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Chi ha capito ?
Te lo chiedo perchè ci sono moltissimi praticanti di meditazione, di varia natura, in tutto il mondo, oltretutto ci sono dei fisici quantistici , non ricordo i nomi, che hanno lasciato la scienza per dedicarsi al loro "eventuale" spirito. Forse quelli meno bravi in matematica

Dev’essere così: non erano bravi in matematica!
Comunque non c’entra per niente.

Ma mi riferivo alla tua frase del precedente post:

RIF.:Il vero progresso potrebbe essere l’evoluzione dell’individuo in un modo che differisce dall’attuale, attraverso la meditazione, il trascendentale. Il freddo e il caldo oggi potremmo non sentirlo, la comunicazione avverrebbe per telepatia, non andremmo al cinema perché non lo concepiremmo, l’automobile e l’elettrodomestico non avrebbero alcuna utilità. Guerra, fame,malattia, non rientrerebbero negli schemi evolutivi.

Solo i semidei del mito potrebbero evolvere con la meditazione trascendentale, non sentire caldo o freddo, essere telepatici e non concepire il cinema…soportare la TV! ecc…roba da semidei insomma!
Per quanto non essere sensibili al freddo, al caldo o ad altri malanni, significherebbe non rilevarli e quindi non potersi proteggere… quindi o sei Superman o ci lasci le penne.

Non capisco cosa c’entri il progresso con la meditazione ed il trascendente: puoi meditare fin che vuoi e appellarti al trascendente, ma, a meno di un miracolo, la bolletta della energia la devi sempre pagare e nel serbatoio dell’auto non ci puoi mettere acqua..per ora.
Superare questi fatti sì che sarebbe vero progresso!..o è ancora roba da semidei?

D’altra parte l’evoluzione delle specie ha potuto e può intervenire solo nell’adattamento e superamento delle avversità: se non ci sono contrasti o difficoltà di adattamento non c’è evoluzione.

Si crede, in genere, che il concetto evolutivo evidenziato da Darwin incentivi la lotta per la sopravvivenza…in realtà è il contrario… contribuisce al suo superamento...oltre al fatto che, Darwin o non Darwin, comunque avviene.
Certo che chi non ce la fà finisce male...ma senza evoluzione finirebbe male la specie: qualcuno deve pur sopravvivere!

Ultima modifica di ulysse : 06-11-2011 alle ore 11.55.54.
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Vecchio 05-11-2011, 20.29.40   #43
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Solo i semidei del mito potrebbero evolvere con la meditazione trascendentale, non sentire caldo o freddo, essere telepatici e non concepire il cinema…soportare la TV! ecc…roba da semidei insomma!
Per quanto non essere sensibili al freddo, al caldo o ad altri malanni, significherebbe non potersi proteggere… quindi o sei Superman o ci lasci le penne.

Non capisco cosa c’entri il progresso con la meditazione ed il trascendente: puoi meditare fin che vuoi e appellarti al trascendente, ma, a meno di un miracolo, la bolletta della energia la devi sempre pagare e nel serbatoio dell’auto non ci puoi mettere acqua..ancora.
Superare questi fatti sì che sarebbe vero progresso!..o è ancora roba da semidei?

D’altra parte l’evoluzione delle specie ha potuto e può intervenire solo nell’adattamento e superamento delle avversità: se non ci sono contrasti o difficoltà di adatemento non c’è evoluzione.


No no, aspetta un attimo Ulysse, ciò a cui mi riferivo è il progresso mentale, non tanto quello esterno a noi. Se la meditazione permettesse di non sentire caldo e freddo, non avremmo la necessità dell'impianto di riscaldamento. Oltretutto la meditazione stimolerebbe la saggezza, che ci farebbe comprendere ciò che è effimero, il cinema è per esempio, un'aspetto socio-culturale che forse non concepiremmo ad uno stato di consapevolezza alto o differente.

Ora ti chiedo: possiamo escludere con certezza che il culto meditativo nell'evoluzione non avrebbe fatto la differenza ?
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Vecchio 07-11-2011, 21.28.43   #44
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ulysse
Solo i semidei del mito potrebbero evolvere con la meditazione trascendentale, non sentire caldo o freddo, essere telepatici e non concepire il cinema…soportare la TV! ecc…roba da semidei insomma!
Per quanto non essere sensibili al freddo, al caldo o ad altri malanni, significherebbe non potersi proteggere… quindi o sei Superman o ci lasci le penne.
Non capisco cosa c’entri il progresso con la meditazione ed il trascendente: puoi meditare fin che vuoi e appellarti al trascendente, ma, a meno di un miracolo, la bolletta della energia la devi sempre pagare e nel serbatoio dell’auto non ci puoi mettere acqua..ancora.
Superare questi fatti sì che sarebbe vero progresso!..o è ancora roba da semidei?
D’altra parte l’evoluzione delle specie ha potuto e può intervenire solo nell’adattamento e superamento delle avversità: se non ci sono contrasti o difficoltà di adatemento non c’è evoluzione.
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No no, aspetta un attimo Ulysse, ciò a cui mi riferivo è il progresso mentale, non tanto quello esterno a noi. Se la meditazione permettesse di non sentire caldo e freddo, non avremmo la necessità dell'impianto di riscaldamento. Oltretutto la meditazione stimolerebbe la saggezza, che ci farebbe comprendere ciò che è effimero, il cinema è per esempio, un'aspetto socio-culturale che forse non concepiremmo ad uno stato di consapevolezza alto o differente.
Ora ti chiedo: possiamo escludere con certezza che il culto meditativo nell'evoluzione non avrebbe fatto la differenza?
Sicuramente si! Se le due cose fossero avanzate di pari passo. Mi spiego: come ho evidenziato qualche post indietro, l'uomo, per ovvie ragioni, ma non tanto, non si è mai dato un programma di crescita basandosi sulle conoscenze filosofiche e tecniche del tempo, ma ognuno è sempre andato per la sua strada ignorandosi ostinatamente, poiché non vi è stata mai, né la lungimiranza di vedere l'uomo nel suo insieme, né l’utilità di vederlo in quella dimensione. Allora, ecco che dopo qualche millennio di filosofia, di religione e di tecnica, troviamo i tre elementi che dovrebbero rappresentare i pilastri di una società, dilaniati da una discrasia presente nell'uomo di tutti i tempi; ovvero: l'egoismo come forma di sopravvivenza e crescita personale, al posto dell'egoismo per una crescita solidale.
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Vecchio 08-11-2011, 22.16.41   #45
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Allora, ecco che dopo qualche millennio di filosofia, di religione e di tecnica, troviamo i tre elementi che dovrebbero rappresentare i pilastri di una società, dilaniati da una discrasia presente nell'uomo di tutti i tempi; ovvero: l'egoismo come forma di sopravvivenza e crescita personale, al posto dell'egoismo per una crescita solidale.

Il guaio è, purtroppo, che gli eventuali benefici che si possono trarre dalla cultura dello spirito non sono fruibili nell'immediato. L'uomo normale deve invece appagare in fretta le sue ansie e i suoi desideri; la cultura dell'ottenere a tutti i costi un pò di energia per soddisfare queste sue pulsioni evidentemente lo appaga, ma egli non si rende conto che sta diventando sempre più nevrotico a cagione delle suo vano competere. Ma alla fine, se uno si sente di vivere così non si può neanche più di tanto biasimarlo.
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Vecchio 10-11-2011, 20.17.09   #46
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Sicuramente si! Se le due cose fossero avanzate di pari passo. Mi spiego: come ho evidenziato qualche post indietro, l'uomo, per ovvie ragioni, ma non tanto, non si è mai dato un programma di crescita basandosi sulle conoscenze filosofiche e tecniche del tempo, ma ognuno è sempre andato per la sua strada ignorandosi ostinatamente, poiché non vi è stata mai, né la lungimiranza di vedere l'uomo nel suo insieme, né l’utilità di vederlo in quella dimensione. Allora, ecco che dopo qualche millennio di filosofia, di religione e di tecnica, troviamo i tre elementi che dovrebbero rappresentare i pilastri di una società, dilaniati da una discrasia presente nell'uomo di tutti i tempi; ovvero: l'egoismo come forma di sopravvivenza e crescita personale, al posto dell'egoismo per una crescita solidale.

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Il guaio è, purtroppo, che gli eventuali benefici che si possono trarre dalla cultura dello spirito non sono fruibili nell'immediato. L'uomo normale deve invece appagare in fretta le sue ansie e i suoi desideri; la cultura dell'ottenere a tutti i costi un pò di energia per soddisfare queste sue pulsioni evidentemente lo appaga, ma egli non si rende conto che sta diventando sempre più nevrotico a cagione delle suo vano competere. Ma alla fine, se uno si sente di vivere così non si può neanche più di tanto biasimarlo.

Possiamo dire quindi, che per l'egoismo di forma non genuina di tempo2011, e per l'immediatezza dei bisogni (giustamente) dell'uomo di benedetto, la strada è quella dell'estinzione della specie ?

Nel concetto di evoluzione (fonte wikipedia) si indica:
Un errore concettuale comune può essere il considerare l'evoluzione un processo di "miglioramento" delle specie o di semplice aumento della complessità degli organismi o ancora più semplicemente nella capacità di "uscire vincente" dal processo di selezione naturale. Ciò che in realtà mutazione e selezione producono è adattamento all'habitat e quindi, in tal senso, può comportare anche "perdita" di caratteri e di funzionalità e una semplificazione. L'insieme delle condizioni ambientali e delle relazioni con le altre specie sussistenti ad un dato momento costituisce l'habitat ed esso è, al contempo, una fonte di selezione e il terreno in cui si esplicano gli adattamenti in essere. Un troppo rapido cambiamento delle medesime condizioni, quindi, può giungere a causare l'estinzione di popolazioni evolute nel senso di una forte specializzazione.
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Vecchio 11-11-2011, 16.52.24   #47
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Sicuramente si! Se le due cose fossero avanzate di pari passo. Mi spiego: come ho evidenziato qualche post indietro, l'uomo, per ovvie ragioni, ma non tanto, non si è mai dato un programma di crescita basandosi sulle conoscenze filosofiche e tecniche del tempo, ma ognuno è sempre andato per la sua strada ignorandosi ostinatamente, poiché non vi è stata mai, né la lungimiranza di vedere l'uomo nel suo insieme, né l’utilità di vederlo in quella dimensione. Allora, ecco che dopo qualche millennio di filosofia, di religione e di tecnica, troviamo i tre elementi che dovrebbero rappresentare i pilastri di una società, dilaniati da una discrasia presente nell'uomo di tutti i tempi; ovvero: l'egoismo come forma di sopravvivenza e crescita personale, al posto dell'egoismo per una crescita solidale.

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Il guaio è, purtroppo, che gli eventuali benefici che si possono trarre dalla cultura dello spirito non sono fruibili nell'immediato. L'uomo normale deve invece appagare in fretta le sue ansie e i suoi desideri; la cultura dell'ottenere a tutti i costi un pò di energia per soddisfare queste sue pulsioni evidentemente lo appaga, ma egli non si rende conto che sta diventando sempre più nevrotico a cagione delle suo vano competere. Ma alla fine, se uno si sente di vivere così non si può neanche più di tanto biasimarlo.


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Possiamo dire quindi, che per l'egoismo di forma non genuina di tempo2011, e per l'immediatezza dei bisogni (giustamente) dell'uomo di benedetto, la strada è quella dell'estinzione della specie ?
L'egoismo di forma non genuina che hai intravisto nel mio assunto è esatto ma, per fortuna, non sarà esso a portarci all'estinzione; mentre, invece, potrebbe avverarsi solo se noi andassimo a disturbare pesantemente altre forme di vita nel loro habitat. Addirittura, in un libro che ho pubblicato nel 2008, ma che tenevo nel cassetto da quindici anni (uno sfizio), formulo l'ipotesi -una tra le tante che esistono- che i dinosauri fossero scomparsi proprio perché andarono a distruggere pesantemente le foreste, poiché mangiavano quantità enormi di vegetazione (parlo dei vegetariani), dove albergavano, nell'umidità, virus e batteri. Mentre i carnivori furono infettati dalle carcasse morte degli erbivori. Ai tempi nostri le allergie sono aumentate a dismisura e in maniera esponenziale, man mano che inquiniamo l’ambiente; ma tali allergie sono solo in piccola parte dovute agli inquinanti, poiché la stragrande maggioranza proviene dalla natura che, secondo la teoria esposta anche da Wikipedia, si ribella, poiché stiamo inquinando il suo habitat. Questo avverrà fino alla nostra estinzione? Speriamo di no.
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Nel concetto di evoluzione (fonte wikipedia) si indica:
Un errore concettuale comune può essere il considerare l'evoluzione un processo di "miglioramento" delle specie o di semplice aumento della complessità degli organismi o ancora più semplicemente nella capacità di "uscire vincente" dal processo di selezione naturale. Ciò che in realtà mutazione e selezione producono è adattamento all'habitat e quindi, in tal senso, può comportare anche "perdita" di caratteri e di funzionalità e una semplificazione. L'insieme delle condizioni ambientali e delle relazioni con le altre specie sussistenti ad un dato momento costituisce l'habitat ed esso è, al contempo, una fonte di selezione e il terreno in cui si esplicano gli adattamenti in essere. Un troppo rapido cambiamento delle medesime condizioni, quindi, può giungere a causare l'estinzione di popolazioni evolute nel senso di una forte specializzazione.
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Vecchio 11-11-2011, 17.53.49   #48
benedetto
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Possiamo dire quindi, che per l'egoismo di forma non genuina di tempo2011, e per l'immediatezza dei bisogni (giustamente) dell'uomo di benedetto, la strada è quella dell'estinzione della specie ?

Beh, prima o dopo sembra che tutto sia destinato a finire. Quel che penso è che l'essere umano sia propenso a seguire delle mode, anche in senso intellettuale. Se qualcuno ben dotato di arti seduttorie, riuscisse a inculcare a delle masse un'idea diversa delle necessità umane forse certi problemi potrebbero dissolversi. Bisogna però che la gente sia stufa di qualcosa; forse che le donne si stufino dei ninnoli che recano loro i maschietti.
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Vecchio 11-11-2011, 19.28.15   #49
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Il progresso è...progresso!...si usa dire...e potrebbe anche essere che il progresso è inevitabile, ma bisognrebbe sempre specificare verso dove e solo allora si capirebbe, se ci ponessimo il problema, se l'inevitabile progresso è bene o male.

Giustamente qualcuno ha osservato che "evoluzione", almeno in senso Darwiniano, non significa necessariamente progresso. Darwin stesso intendeva indicare la sua teoria come quella della mutazione del vivente per adattamento, fu invece indotto ad adottare il significante "evoluzione" per esigenze mediatiche di diffusione dell'idea. Ma, in tal modo, l'idea ha assunto un significato parzialmente distorto ...tanto che l'evoluzionismo di Darwin (o, più estesamente, il moderno neodarwinismo) è spesso malinteso e, perciò stesso, denigrato e rifiutato.

In effetti tuttavia, in altri campi, ed anche nel nostro acculturarci e maturarci, preferiamo dire "evoluzione" piuttosto che progresso: infatti... "noi siamo evoluti!"....Dire, invece,..."noi siamo progrediti!" starebbe male...presupporrebbe un precedente stato di abbrutimento, oppure, anche, bisognerebbe dire rispetto a chi...e non sarebbe "politically correct!"

La parola progresso, d'altra parte, sembra essere sfortunata perchè comunemente usata in modo improprio e incompleto: si sottintende sempre lo scopo del conclamato "progresso" per cui, ingenuamente, crediamo che "progresso" significhi sempre un procedere graduale verso il bene...invece si può progredire anche nel procedere verso il male.

Murphy direbbe che questo accade proprio quando meno te l'aspetti: legge di Murphy!

Quando Hitler decretò la soluzione finale di sterminio degli ebrei definì anche una pianificazione, che so' ...tanti ebrei al giorno, alla settimana, al mese...magari anche teneva, aggiornato, con excell, un diagramma di Gantt...e, dato che era rigoroso, col fine di aggiornarlo, chiedeva periodicamente all'incaricato Eichmann:...e allora, caro Eichmann, con lo sterminio degli ebrei, che "progressi" abbiamo fatto!?

Il guaio era che Hitler usava, persino in quel caso, la parola "progresso" in modo corretto...voleva prorio significare progresso verso lo scopo definito.

Lo stesso, del resto, faceva Truman coi suoi scienziati del progetto Manhattan: e allora, caro Oppenheimer, con la bomba atomica, che progressi facciamo!?...anche Oppenhaimer, credo, teneva aggiornato il suo Gantt su Excell.

Ma, come spesso accade, non è la parola ad essere scalognata...la parola, di per sè, è neutra...sono coloro che la utilizzano che non hanno, a volte, intenzioni propriamente vistuose.

Infatti la parola può benissmo avere anche un contenuto di significato con intenti benevoli di progresso verso scopi benefici e costruttivi.

Ad esempio, circa 20 anni addietro, il ministro dei lavori pubblici giapponese chiamava periodicamente il suo capo progetti e chiedeva:...e allora, con questa centrale di Fukuschima, che progressi facciamo? ...e il capo progetti giapponese, che, come tutti i giapponesi, non voleva perdere la faccia, rispondeva: ottimi!
................
Ecco, in questo caso, invece, la parola fu veramente scalognata!...come Murphy dice, infatti, nessuno se l'aspettava!
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Vecchio 13-11-2011, 14.36.17   #50
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Originalmente inviato da benedetto
Beh, prima o dopo sembra che tutto sia destinato a finire. Quel che penso è che l'essere umano sia propenso a seguire delle mode, anche in senso intellettuale. Se qualcuno ben dotato di arti seduttorie, riuscisse a inculcare a delle masse un'idea diversa delle necessità umane forse certi problemi potrebbero dissolversi. Bisogna però che la gente sia stufa di qualcosa; forse che le donne si stufino dei ninnoli che recano loro i maschietti.
Forse il riscalmento globale non inverte la freccia e gli ultimi saranno gli abitatori dell'antrtide: sai come sarà affollato?
Qualcuno potrebbe già comprarci una qualche villa!
Mi è curioso però sapere come sia che per salvarci dobbimo proprio iniziare dai ninnoli delle signore?
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